p. Alessandro Cortesi opSono un frate domenicano. Docente di teologia presso lโIstituto Superiore di Scienze Religiose โsanta Caterina da Sienaโ a Firenze. Direttore del Centro Espaces โGiorgio La Piraโ a Pistoia.
Socio fondatore Fondazione La Pira โ Firenze.
La grande scena della separazione delle genti conclude la sezione del discorso escatologico del vangelo di Matteo centrato sui temi dellโattesa (parabola del servo fedele), della vigilanza (parabola delle vergini stolte e sagge) della responsabilitร nel tempo (parabola dei talenti). La scena inizia indicando un tempo del venire del figlio dellโuomo: โquando il Figlio dellโuomo verrร โฆโ. Lโesito ultimo della storia non sarร il vuoto e la solitudine, ma vedrร un venire, sarร un incontro. La vicenda dellโintera famiglia umana va verso un futuro che ha i tratti di un avvento: qualcuno ci verrร incontro.
Gesรน รจ indicato come โfiglio dellโuomoโ, espressione ripresa dal libro di Daniele (cap. 7) che indicava una figura con la funzione di giudizio sullโintera storia. Il figlio dellโuomo che verrร รจ il medesimo Gesรน che ha annunciato beati i poveri, beati i miti beati, quelli che hanno fame e sete della giustizia. Eโ colui che ha chiamato a seguirlo dicendo che il regno dei cieli รจ vicino; รจ colui che ha radunato una comunitร chiamata a porre al centro i piccoli, in cui nessuno vada perduto e a vivere il perdono come stile di vita. Eโ colui che ha inviato i suoi apostoli a dare gratuitamente ciรฒ che gratuitamente hanno ricevuto. Di fronte al sommo sacerdote nel quadro del processo finale che gli chiedeva โse tu sei il Cristo, il Figlio di Dioโ (Mt 26,64), Gesรน dirร : โvedrete il Figlio sedere alla destra della potenza e venire sulle nubi del cieloโ. Il giudizio sulla storia โ dice Matteo โ si compie in rapporto a Gesรน che ha dato la sua vita per tutti.
La scena del giudizio ultimo devโessere letta scorgendo lโaccento sulla prima parte segnata dallโinvito: โvenite benedetti del Padre mioโฆโ. La seconda parte che presenta atteggiamenti contrastanti รจ articolata secondo lo schema letterario che intende far risaltare quanto รจ detto nella prima. Si apre allora una chiamata sin dโora alla comunitร . La fine della storia sarร una grande accoglienza, e sarร una parola definitiva di comunione โVeniteโ. Eโ una comunione offerta in un incontro che esige responsabilitร perchรฉ non basta dire โSignore Signoreโ per entrare nel regno dei cieli (Mt 7,21). Lโinvito a venire รจ accostato ad una chiara indicazione che il giudizio si compie giร nelle scelte storiche del presente e nellโagire concreto nel rapporto con gli altri, con coloro che sono gli impoveriti e le vittime nella storia.
Lโincontro della comunione finale sarร un dono non come riconoscimento di una appartenenza religiosa, nรฉ di un culto vuoto, ma quale svelamento di una prassi vissuta nella gratuitร . Sono accolti tutti coloro che hanno vissuto la vita in attenzione allโaltro, anche senza sapere che in quei gesti di cura, ascolto, attenzione incontravano Gesรน stesso presente nei poveri. โQuando ti abbiamo vistoโฆ?โ Il loro agire รจ stato un prendersi cura dellโaltro, un gesto di umanitร . E tutti i gesti indicati sono rivolti allโaltro povero, che vive nella povertร radicale della condizione umana espressa dalle varie situazioni dellโaver fame e sete, dellโessere senza casa e aver bisogno di assistenza, del vivere una storia ferita e stare in condizione di emarginazione.
Il re rivolge un discorso molto laico: ero affamato e mi avete dato da mangiareโฆ Richiama gesti che hanno a che fare con la concretezza della vita e con lโaccoglienza del povero. Nel suo invito โveniteโ si puรฒ cosรฌ cogliere anche un altro messaggio: lโincontro con Gesรน si sperimenta nella storia, nellโincontro con il volto dei poveri. Dโora in poi egli si identifica con i piรน piccoli dei fratelli: โtutto quello che avete fatto a uno dei piรน piccoli di questi miei fratelli lโavete fatto a meโ. Eโ una identificazione scandalosa: Gesรน si dร ad incontrare al di fuori di ogni accampamento, al di lร di ogni chiesa. Sovverte ogni appartenenza ed ogni pretesa di limitare la sua presenza in qualche luogo o rappresentanza.
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Dopo la risurrezione i discepoli si chiedevano: dove รจ possibile incontrare il volto di Cristo ora che non รจ piรน tra noi come prima? Matteo con questa pagina risponde dicendo: Gesรน continua a venirci incontro e incontrarlo รจ possibile: chi incontra i volti dei poveri si apre allโincontro con Lui, vede cambiare la sua esistenza ed attua cosรฌ il senso piรน profondo della sua vita.
