La festa di โCristo Re dellโuniversoโ, mi ha sempre messo a disagio, soprattutto nel momento in cui sono chiamato a scrivere qualcosa a riguardo.
ร una festa โ anzi solennitร โ istituita tutto sommato recentemente (1925) da Pio XI con la ferma intenzione di opporre โun rimedio efficacissimo a quella peste, che pervade lโumana societร . La peste della etร nostra รจ il cosรฌ detto laicismo, coi suoi errori e i suoi empi incentiviโ.
Mi pare che pensare a Gesรน come re sia come immaginare san Francesco guerrafondaio, o Martin Luther King iscritto al Ku Klux Klan.
Brutta immagine nellโimmaginario collettivo questa del re, perchรฉ richiama potere, dispotismo, controllo, autoritarismo, giudizio, criterio autoreferenziale nel decidere โcosโรจ peste e cosa noโ, autoritร sempre pronta โ in nome di Dio โ a ricorrere prontamente a โrimedi efficacissimiโ contro tutto ciรฒ che puรฒ inficiare la sana tradizione,o lโinteresse personale.
Tutto lโopposto di ciรฒ che il vangelo da due millenni cerca faticosamente di trasmetterci.
Gesรน ha preso sempre le distanze da questa figura: โMa Gesรน, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirรฒ di nuovo sul monte, lui da soloโ (Gv 6, 15).
E quando nellโultima cena ha la consapevolezza che il Padre gli abbia dato tutto (il potere) nelle mani, si alza da tavola e comincia a lavare i piedi ai discepoli (cfr. Gv 13, 3ss.).
E mentre i re cavalcavano trionfanti cavalli di razza, Gesรน entra in Gerusalemme a dorso di un asinello (cfr. Mt 21, 7).
E quando viene colpito sulla guancia porge lโaltra, e quando viene insultato non risponde.
E quando viene ucciso dona a chi gli toglie la vita la cosa piรน preziosa che ha, lo Spirito.
E se รจ vero che il re รจ grande, potente, vincente, e possidente, Gesรน mette in guardi i suoi dicendo: โtra voi perรฒ non รจ cosรฌโ (Mc 10, 43).
E poi ancora lโumiltร di dire: โio non giudico nessunoโ (Gv 8, 15; cfr. Gv 8, 11); o โil Padre รจ piรน grande di meโ (Gv 14, 28); e ancora โVoi farete cose piรน grandi di meโ(cfr. Gv 14, 12).
E poi abbraccia lebbrosi, pagani, stranieri.
Strano re il nazareno insomma.
La festa proclama Cristo Re dellโuniverso. Non bastava dellโorbe terraqueo?
Oggi la scienza ci ricorda che lโuniverso avanza per leggi interne, obbedisce solo a sรฉ stesso. Non รจ piรน il tempo di immaginarsi un dio che dallโesterno interferisca col movimento degli astri, ma piuttosto quello di esseri adulti nella fede che cominciano pensare un Amore ยซcome il fondamento infinitamente generoso di nuove possibilitร per il divenire del mondoยป (John Haught).
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Celebriamo ovviamente la solennitร di Cristo Re dellโUniverso, ma avendo sempre dinanzi il vangelo di Matteo propostoci oggi, che ci ricorda che lโunico regno instaurato da Gesรน e in cui ci รจ permesso di vivere da cristiani, รจ quello dove ci sโimpegna a vivere quella giustizia che dร da bere agli assetati, da mangiare agli affamati, che veste gli ignudi, visita gli ammalati e i reclusi, e accoglie stranieri di tutte le etnie. Ricordandosi infine che โDio regna quando gli si dร gloria ma, giร nel II secolo, santโIreneo spiegava che โla gloria di Dio รจ lโuomo viventeโ (Augusto Cavadi).
AUTORE: don Paolo Squizzato
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