don Paolo Squizzato – Commento al Vangelo del 22 Novembre 2020

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La festa di โ€˜Cristo Re dellโ€™universoโ€™, mi ha sempre messo a disagio, soprattutto nel momento in cui sono chiamato a scrivere qualcosa a riguardo.
รˆ una festa โ€“ anzi solennitร  โ€“ istituita tutto sommato recentemente (1925) da Pio XI con la ferma intenzione di opporre โ€œun rimedio efficacissimo a quella peste, che pervade lโ€™umana societร . La peste della etร  nostra รจ il cosรฌ detto laicismo, coi suoi errori e i suoi empi incentiviโ€.

Mi pare che pensare a Gesรน come re sia come immaginare san Francesco guerrafondaio, o Martin Luther King iscritto al Ku Klux Klan.
Brutta immagine nellโ€™immaginario collettivo questa del re, perchรฉ richiama potere, dispotismo, controllo, autoritarismo, giudizio, criterio autoreferenziale nel decidere โ€œcosโ€™รจ peste e cosa noโ€, autoritร  sempre pronta โ€“ in nome di Dio โ€“ a ricorrere prontamente a โ€˜rimedi efficacissimiโ€™ contro tutto ciรฒ che puรฒ inficiare la sana tradizione,o lโ€™interesse personale.
Tutto lโ€™opposto di ciรฒ che il vangelo da due millenni cerca faticosamente di trasmetterci.
Gesรน ha preso sempre le distanze da questa figura: โ€œMa Gesรน, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirรฒ di nuovo sul monte, lui da soloโ€ (Gv 6, 15).

E quando nellโ€™ultima cena ha la consapevolezza che il Padre gli abbia dato tutto (il potere) nelle mani, si alza da tavola e comincia a lavare i piedi ai discepoli (cfr. Gv 13, 3ss.).
E mentre i re cavalcavano trionfanti cavalli di razza, Gesรน entra in Gerusalemme a dorso di un asinello (cfr. Mt 21, 7).
E quando viene colpito sulla guancia porge lโ€™altra, e quando viene insultato non risponde.
E quando viene ucciso dona a chi gli toglie la vita la cosa piรน preziosa che ha, lo Spirito.

E se รจ vero che il re รจ grande, potente, vincente, e possidente, Gesรน mette in guardi i suoi dicendo: โ€˜tra voi perรฒ non รจ cosรฌโ€™ (Mc 10, 43).
E poi ancora lโ€™umiltร  di dire: โ€˜io non giudico nessunoโ€™ (Gv 8, 15; cfr. Gv 8, 11); o โ€˜il Padre รจ piรน grande di meโ€™ (Gv 14, 28); e ancora โ€˜Voi farete cose piรน grandi di meโ€™(cfr. Gv 14, 12).
E poi abbraccia lebbrosi, pagani, stranieri.
Strano re il nazareno insomma.

La festa proclama Cristo Re dellโ€™universo. Non bastava dellโ€™orbe terraqueo?
Oggi la scienza ci ricorda che lโ€™universo avanza per leggi interne, obbedisce solo a sรฉ stesso. Non รจ piรน il tempo di immaginarsi un dio che dallโ€™esterno interferisca col movimento degli astri, ma piuttosto quello di esseri adulti nella fede che cominciano pensare un Amore ยซcome il fondamento infinitamente generoso di nuove possibilitร  per il divenire del mondoยป (John Haught).

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Celebriamo ovviamente la solennitร  di Cristo Re dellโ€™Universo, ma avendo sempre dinanzi il vangelo di Matteo propostoci oggi, che ci ricorda che lโ€™unico regno instaurato da Gesรน e in cui ci รจ permesso di vivere da cristiani, รจ quello dove ci sโ€™impegna a vivere quella giustizia che dร  da bere agli assetati, da mangiare agli affamati, che veste gli ignudi, visita gli ammalati e i reclusi, e accoglie stranieri di tutte le etnie. Ricordandosi infine che โ€˜Dio regna quando gli si dร  gloria ma, giร  nel II secolo, santโ€™Ireneo spiegava che โ€œla gloria di Dio รจ lโ€™uomo viventeโ€ (Augusto Cavadi).


AUTORE: don Paolo SquizzatoFONTECANALE YOUTUBE

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