Monastero di Bose – Commento al Vangelo del giorno – 19 Novembre 2020

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Gesรน sta entrando a Gerusalemme, meta del suo cammino in mezzo allโ€™umanitร  sofferente. Egli รจ passato facendo del bene e guarendo, e ora la sua qualitร  messianica si manifesta nel suo ingresso profetico nella cittร . La folla lo acclama Veniente, Re nel nome del Signore, egli รจ il Messia principe della pace.

Ma, subito dopo questi eventi, alla vista della cittร  santa Gesรน piange su di essa.

Scendendo dal Monte degli ulivi, dal luogo chiamato โ€œDominus Flevitโ€ in ricordo di questโ€™evento, si puรฒ ammirare tutta la cittร  vecchia di Gerusalemme, e lร  dove oggi vediamo la spianata delle moschee sorgeva il maestoso tempio di Erode. I discepoli richiamano lโ€™attenzione di Gesรน sulle enormi pietre che ancora oggi si possono contemplare nel Muro occidentale.

Gesรน piange sulla cittร : โ€œSe avessi conosciuto anche tu in questo giorno ciรฒ che porta alla paceโ€ (v. 42). Il suo pianto รจ un controcanto al salmo 122 che i pellegrini cantavano salendo al tempio: โ€œPregate per la pace di Gerusalemme, sia pace a chi ti ama! Sia pace allโ€™interno delle tue muraโ€ (Sal 122,6-7).

Qual รจ dunque questa via della pace? Ma soprattutto chiediamoci qual รจ la pace vera di cui Gesรน sta parlando.

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Il suo agire e il suo parlare si inscrivono nel solco della tradizione profetica. Geremia aveva messo in guardia il popolo contro i falsi profeti che annunciavano: โ€œPace, pace! Ma pace non cโ€™รจโ€ (Ger 6,14), e contro lโ€™illusione di chi faceva affidamento sulla maestositร  del tempio e cosรฌ si riteneva salvato dicendo: โ€œTempio del Signore, tempio del Signore, tempio del Signore รจ questo!โ€ (Ger 7,4).

In Gesรน questa parola diventa giudizio, compimento della profezia di Simeone: โ€œEgli รจ qui per la rovina e la resurrezione di molti in Israele, come segno di contraddizioneโ€ (Lc 2,34).

La contraddizione tra un conoscere e un non conoscere, di chi non sa discernere il giorno del Signore e un tempo, il tempo opportuno, il kairos, lโ€™oggi della nostra vita in cui il Signore ci visita.

La strada che porta alla pace รจ stata nascosta ai nostri occhi, perchรฉ รจ cammino da percorrere nel nostro cuore, dove, come insegna la tradizione monastica, si combatte una guerra incessante e il nostro tesoro รจ continuamente posto sotto assedio.

La pace non รจ fare affidamento sulle nostre autoaffermazioni, sulla grandezza delle nostre realizzazioni, siano esse edifici o comunitร  o opere di qualsiasi altro genere sia pure belle e buone.

La pace non รจ conquista, ma cammino dietro a colui che รจ entrato a Gerusalemme come Messia mite e umile di cuore, a dorso di un asino.

Non รจ parola, ma essere, non รจ affermazione, ma ascolto e accoglienza dellโ€™altro.

La pace non รจ possesso, ma desiderio di continuare a camminare insieme su una strada illuminata dalla follia della croce di Cristo.

Perchรฉ il desiderio di pace รจ follia, come scrive Alda Merini:

โ€œFar camminare un bimbo รจ cosa semplice
Tremendo รจ portare gli uomini verso la pace
Essi accontentano la morte per ogni dove
Come fosse una bocca da sfamareโ€.

รˆ follia in un mondo in cui costruiamo muri sempre piรน alti nelle cittร , tra i paesi, muri di incomprensione e incomunicabilitร  nelle nostre comunitร , la pace รจ un desiderio di follia, ma per noi questa follia ha un nome: Gesรน il Cristo, colui che รจ la nostra pace.

fratel Nimal


Fonte

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