Fabrizio Morello – Commento al Vangelo del giorno, 16 Novembre 2020

La parabola del “ cieco di Gerico “ è la descrizione di un cammino di conversione, a cui tutti siamo chiamati.

Soffermiamoci sui passaggi di questo percorso.

“ Un cieco era seduto lungo la strada a mendicare “.

Tutti siamo un po’ ciechi e sprechiamo molto del nostro tempo a lamentarci delle cose che non vanno piuttosto che rendere grazie a Dio di quanto di bello abbiamo ricevuto in dono.

L’essere ciechi ci rende passivi, ci fa “ sedere lungo la strada “ della nostra esistenza a                                 “ mendicare “ briciole di considerazione e di aiuto.

Il primo step da compiere è, pertanto, riconoscere di essere ciechi, di non aver visto i “ passaggi “ di Gesu’ nella nostra vita.

Subito dopo questa presa d’atto viene la richiesta di aiuto a Cristo: “ Abbi pietà di me “.

Significa chiedergli di essere misericordioso con noi che non abbiamo saputo scorgerlo nelle pieghe della quotidianità.

La richiesta di “ aver pietà “ deve essere forte, insistente, e non deve cessare dinanzi a chi “ ci rimprovera e ci vuole fare tacere “ perché ci preferisce ciechi, mendicanti, rassegnati, in quanto, in tale stato, siamo manipolabili.

Lui si ferma dinanzi al nostro grido, arriva e ci pone una domanda: “ Che cosa vuoi che io faccia per te? “.

E’ fondamentale rispondere bene a questo quesito, perché rappresenta l’essenza del rapporto che ciascuno di noi ha con Gesu’.

Cosa voglio io da te, mio Salvatore?

E’ una domanda personale, a cui ognuno è chiamato a rispondere scrutando il profondo della sua anima.

A ciascuno Cristo darà quello che gli chiederà.

Puo’ sembrare scontato che il cieco della parabola gli chieda di “ vedere di nuovo “ ma non è proprio cosi’.

Riacquistare la possibilità di vedere significa “ cambiare vita “, non poter più essere passivi ed aspettare che qualcuno ci dia qualcosa mentre “ mendichiamo “ ma alzarsi ed iniziare a vivere la nostra esistenza impegnandoci e lavorando.

Forse al cieco, cosi’ come al paralitico della piscina di Betsaida, poteva convenire restare fermo, non muoversi e vivere di elemosine; scegliere di “ vedere “, di “ essere guarito “, significa scegliere di essere introdotto nuovamente nel flusso dell’esistenza e, pertanto, muoversi, rischiare, sbagliare, stancarsi, soffrire,….in altre parole, VIVERE.

“ Che cosa vuoi che io faccia per te? “

Riflettiamo bene oggi su cosa rispondere a questa domanda personale che Cristo ci rivolge.

Buona giornata e buona riflessione a tutti.


A cura di Fabrizio Morello

Read more

Local News