Secondo le capacitร di ciascuno
DOMENICA 15 NOVEMBRE (Mt 25,14-30)
Ogni uomo รจ creatura particolare. Il nostro Dio mai crea un uomo uguale ad un altro uomo. Siamo tutti differenti, unici, non solamente per natura, ma anche per doni dello Spirito Santo, sia per la qualitร dei doni ed anche per la quantitร . Naturalmente e spiritualmente ognuno รจ unico. Non vi รจ un profeta uguale ad un altro profeta, un giusto uguale ad un altro giusto, un santo uguale ad un altro santo. Si รจ unici nella santitร , nella giustizia, nella veritร , nellโobbedienza, nella risposta, in ogni altra cosa. Lโunicitร sia naturale che soprannaturale รจ anche unicitร nel frutto prodotto. Oggi la nostra societร ignora totalmente questa legge. Si vuole lโuguaglianza nella natura, nei doni, nei frutti. Ogni distinzione e differenza va abolita. A questo pensiero diabolico non sfugge neanche la differenza di genere e di specie. Anche queste vanno abolite.
Tutto va livellato, uniformato. Lโuomo non viene da una fabbrica. Viene dalle mani sapienti del suo Creatore. Ma questa veritร รจ bestemmia per una antropologia atea, areligiosa, afilosofica, ascientifica. Lโuguaglianza รจ solo nella dignitร . Siamo tutti creature fatte da Dio. Dio perรฒ ha voluto che nella sua creazione regnasse la differenza, la distinzione, la diversitร . La parola di Gesรน rivela che ad uno sono stati dati cinque talenti. Ad un altro due. Ad un altro uno. Non per capriccio e neanche per arbitrio. Ma secondo le capacitร di ciascuno. Anche i frutti sono differenti. Sarebbe ingiusto il Signore se chiedesse la stessa quantitร di frutti a tutti e tre. Invece tutti producono in relazione ai doni ricevuti. Cinque talenti ricevuti e cinque prodotti, due ricevuti e due prodotti. Ogni talento ha prodotto un altro talento. Capacitร diverse, frutti diversi. Oggi invece questa veritร non viene piรน insegnata e lโuomo diviene una vittima della falsitร e della menzogna insegnata non dalla scienza, ma dalla superbia, che rende lโuomo incapace di accogliere la sua unicitร di natura, di grazia, di Spirito Santo.
In quel tempo, Gesรน disse ai suoi discepoli questa parabola: ยซAvverrร come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamรฒ i suoi servi e consegnรฒ loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacitร di ciascuno; poi partรฌ. Subito colui che aveva ricevuto cinque talenti andรฒ a impiegarli, e ne guadagnรฒ altri cinque. Cosรฌ anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnรฒ altri due. Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andรฒ a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone. Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornรฒ e volle regolare i conti con loro. Si presentรฒ colui che aveva ricevuto cinque talenti e ne portรฒ altri cinque, dicendo: โSignore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinqueโ. โBene, servo buono e fedele โ gli disse il suo padrone โ, sei stato fedele nel poco, ti darรฒ potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padroneโ. Si presentรฒ poi colui che aveva ricevuto due talenti e disse: โSignore, mi hai consegnato due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri dueโ. โBene, servo buono e fedele โ gli disse il suo padrone โ, sei stato fedele nel poco, ti darรฒ potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padroneโ. Si presentรฒ infine anche colui che aveva ricevuto un solo talento e disse: โSignore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso. Ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra: ecco ciรฒ che รจ tuoโ. Il padrone gli rispose: โServo malvagio e pigro, tu sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e cosรฌ, ritornando, avrei ritirato il mio con lโinteresse. Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perchรฉ a chiunque ha, verrร dato e sarร nellโabbondanza; ma a chi non ha, verrร tolto anche quello che ha. E il servo inutile gettatelo fuori nelle tenebre; lร sarร pianto e stridore di dentiโยป.
Qual รจ la veritร che la parabola vuole insegnare ad ogni uomo? Mentre in quella delle dieci vergini Gesรน ci ha detto che il giudizio รจ secondo la fede per tutti coloro che hanno accolto il Vangelo, in questa invece ci rivela che sia chi ha accolto la fede e sia quanti non lโhanno accolta, saranno giudicati in base ai talenti ricevuti. Il servo che non ha prodotto il suo talento, non solo รจ pigro. Non ha messo il talento a frutto. ร anche malvagio. Giustifica la sua pigrizia calunniando il suo padrone. Per la pigrizia non puรฒ godere di alcuna ricompensa. Per la malvagitร merita una severa punizione. Infatti viene gettato nelle tenebre. Nessuno si illuda. Ogni dono va messo a frutto.
Madre di Dio, Angeli, Santi, liberate i cristiani da ogni pigrizia e malvagitร .
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Nota: Questo commento al Vangelo รจ gratuito pertanto l’autore non autorizza un fine diverso dalla gratuitร .
