Medita
Nel Discorso della Montagna, Gesรน manifesta la volontร di Dio di condurre gli uomini alla felicitร . Questo messaggio era giร presente nella predicazione dei profeti: Dio รจ vicino ai poveri e agli oppressi e li libera da quanti li maltrattano. Ma in questa sua predicazione Gesรน segue una strada particolare: comincia con il termine ยซbeatiยป, cioรจ felici; prosegue con l’indicazione della condizione per essere tali; e conclude facendo una promessa. Il motivo della beatitudine, cioรจ della felicitร , non sta nella condizione richiestaโper esempio, ยซpoveri in spiritoยป, ยซafflittiยป, ยซaffamati di giustiziaยป, ยซperseguitatiยปโฆโma nella successiva promessa, da accogliere con fede come dono di Dio. Si parte dalla condizione di disagio per aprirsi al dono di Dio e accedere al mondo nuovo, il ยซregnoยป annunciato da Gesรน. Non รจ un meccanismo automatico, questo, ma un cammino di vita al seguito del Signore, per cui la realtร di disagio e di afflizione viene vista in una prospettiva nuova e sperimentata secondo la conversione che si attua. Non si รจ beati se non si รจ convertiti, in grado di apprezzare e vivere i doni di Dio.
Mi soffermo sulla prima beatitudine: ยซBeati i poveri in spirito, perchรฉ di essi รจ il regno dei cieliยป.
Il povero in spirito รจ colui che ha assunto i sentimenti e l’atteggiamento di quei poveri che nella loro condizione non si ribellano, ma sanno essere umili, docili, disponibili alla grazia di Dio. La felicitร dei poveri in spirito ha una duplice dimensione: nei confronti dei beni e nei confronti di Dio. Riguardo ai beni materiali, questa povertร in spirito รจ sobrietร : non necessariamente rinuncia, ma capacitร di gustare l’essenziale, di condivisione; capacitร di rinnovare ogni giorno lo stupore per la bontร delle cose, senza appesantirsi nell’opacitร della consumazione vorace. Piรน ho, piรน voglio: questo uccide l’anima. Nei confronti di Dio รจ lode e riconoscimento che il mondo รจ benedizione e che alla sua origine sta l’amore creatore del Padre. Ma รจ anche apertura a Lui: รจ Lui, il Signore, Lui che ha voluto il mondo per tutti gli uomini e l’ha voluto perchรฉ gli uomini fossero felici. Il povero in spirito รจ il cristiano che non fa affidamento su se stesso, sulle ricchezze materiali. L’umiltร , come la caritร , รจ una virtรน essenziale per la convivenza nelle comunitร cristiane. I poveri, in questo senso evangelico, appaiono come coloro che tengono desta la meta del Regno dei cieli, facendo intravedere che esso viene anticipato in germe nella comunitร fraterna, che privilegia la condivisione al possesso. (Papa Francesco, dall’Angelus del 29 gennaio 2017)
Rifletti
Cosa mi separa dalla felicitร che Dio ha preparato per me?
Preghiera finale
Come ti cerco, dunque, Signore?
Cercando te, Dio mio, io cerco la felicitร della vita.
Ti cercherรฒ perchรฉ l’anima mia viva.
Il mio corpo vive della mia anima e la mia anima vive di te.
(Sant’Agostino, Confessioni)
AUTORE: Consiglio Diocesano di Azione Cattolica di Pisa, Giovanni Mascellani, Luisa Prodi
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per lโEvangelizzazione e la Catechesi
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