Il volto piรน bello della Chiesa
Nellโesortazione apostolica โGaudete et Exsultateโ, il Santo Padre parla della santitร cristiana utilizzando unโespressione molto suggestiva: โLa santitร รจ il volto piรน bello della Chiesaโ (GE, 9). Nella solennitร di Tutti i Santi, la Chiesa ci invita a contemplare la bellezza di questo volto e a risvegliare in noi battezzati, โsanti per vocazioneโ (Rm 1,7), il desiderio di condividere in pienezza questa sorte luminosa. Per comprendere il senso della santitร , bisogna anzitutto considerare che il Santo รจ Dio, il โqadoshโ, il separato, il Totalmente Altro. Lโetimologia ebraica della parola โsantoโ, tuttavia, con la piena rivelazione di Gesรน, viene in qualche modo superata. La sua santitร , infatti, non lo allontana dagli altri, ma lo coinvolge pienamente nella vita degli uomini.
Il concetto di santitร dellโAntico Testamento, in cui per rimanere puri bisognava prendere le distanze dagli altri, viene abbondantemente superata nella Persona e nellโinsegnamento di Gesรน. Egli, infatti, come Buon Samaritano dellโumanitร assume su di sรฉ lโuomo incappato nei briganti e manifesta tutto il suo amore per lui, rendendolo partecipe della sua stessa santitร . Quando pensiamo alla nostra vita, qualche volta dimentichiamo che essere santi non รจ semplicemente assumere una forma di purezza esteriore, frutto della sforzo umano e del distacco dagli altri, quanto piuttosto un darsi agli altri, โsporcarsi le maniโ con loro.
La vera santitร , in altre parole, coincide con la perfezione della caritร . Nello stesso documento precedentemente citato, papa Francesco ci mette in guardia da due rischi collegati allโidea di santitร : lo gnosticismo e il pelagianesimo. Sono due eresie che si trovavano nella Chiesa antica e che il Santo Padre richiama in chiave attuale come rischi per la nostra visione della santitร : lโuno, il neo-gnosticismo, riduce la vera fede e quindi la santitร ad una visione intellettuale e astratta, secondo cui solo chi capisce una dottrina puรฒ considerarsi un vero credente, potendo guardare gli altri dallโalto in basso. La santitร , dunque, sarebbe soltanto unโidea, frutto dellโintelligenza.
Il Papa dice che questi neo-gnostici, โconcepiscono una mente senza incarnazione, incapace di toccare la carne sofferente di Cristo negli altri, ingessata in unโenciclopedia di astrazioni โ (GE, 37). Lโaltro rischio viene definito da Papa Francesco come il โneo-pelagianesimoโ, di chi โ come gli antichi pelagiani โ punta esclusivamente sullo sforzo personale di una perfezione morale senza alcun intervento della grazia. La santitร si configurerebbe allora solo come uno sforzo di volontร , come una serie di azioni eroiche o di atti di mortificazione, senza il riconoscimento dei limiti che tutti noi abbiamo e che solo la grazia di Dio puรฒ aiutarci a superare.
Per avere una concezione di santitร che superi i rischi dellโintellettualismo e del volontarismo, dobbiamo tornare sempre di nuovo a Gesรน, il Maestro, il Santo. Scrive ancora Papa Francesco: โGesรน ha spiegato con tutta semplicitร che cosโรจ essere santi, e lo ha fatto quando ci ha lasciato le Beatitudini (cfr Mt 5,3-12; Lc 6,20-23). Esse sono come la carta dโidentitร del cristiano. Cosรฌ, se qualcuno di noi si pone la domanda: โCome si fa per arrivare ad essere un buon cristiano?โ, la risposta รจ semplice: รจ necessario fare, ognuno a suo modo, quello che dice Gesรน nel discorso delle Beatitudini. In esse si delinea il volto del Maestro, che siamo chiamati a far trasparire nella quotidianitร della nostra vita. La parola โfeliceโ o โbeatoโ diventa sinonimo di โsantoโ, perchรฉ esprime che la persona fedele a Dio e che vive la sua Parola raggiunge, nel dono di sรฉ, la vera beatitudineโ (GE, 63-64).
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