p. Gaetano Piccolo S.I. – Commento al Vangelo di domenica 18 Ottobre 2020

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Dovโ€™eri finita? Ritrovare in noi lโ€™immagine di Dio

Il restauro

Mi ha sempre affascinato quel lavoro di restauro degli antichi affreschi che permette di riportare alla luce le figure originali, i volti dei personaggi cosรฌ comโ€™erano stati pensati dallโ€™autore. Mi fa pensare a quello che avviene nella nostra vita, di come cioรจ il tempo copra o nasconda la nostra immagine originale, quella che Dio ha pensato per noi, ma nello stesso tempo, proprio come accade per un affresco rovinato dalle intemperie, Dio, pazientemente, con la sua grazia, cerca di riportare pian piano lโ€™immagine scritta dentro di noi alla sua primigenia bellezza.

False domande

Questo testo del Vangelo (Mt 22,15-21) รจ costruito anchโ€™esso intorno a due immagini: una รจ quella raffigurante Cesare sulla moneta che serviva a pagare il tributo, lโ€™altra รจ lโ€™immagine divina scritta dentro lโ€™uomo.

Come avviene nella nostra vita, le domande che rivolgiamo a Dio sono a volte pretestuose: in realtร  abbiamo giร  le nostre risposte, le nascondiamo nel profondo del cuore, facendo finta di non trovarle, come quando, al bar, scaviamo nelle tasche, in maniera imbarazzata, per evitare di pagare il caffรจ.

Quando Gesรน astutamente chiede di vedere una delle monete speciali con cui bisogna pagare il tributo a Cesare, gli erodiani, sostenitori del potere romano, la tirano fuori immediatamente, segno evidente che essi pagavano quella tassa: interrogano Gesรน sullโ€™opportunitร  o meno di pagare, ma essi hanno giร  la risposta.

Monete personalizzate

Il tributo a Cesare era una tassa che a partire dal 6 d.C. tutti gli abitanti della Giudea, della Samaria e dellโ€™Idumea dovevano versare al potere imperiale e dovevano farlo con una moneta speciale, una moneta che recava appunto lโ€™effige di Cesare. Pagare il tributo con questa moneta speciale diventava in tal modo anche un sistema per diffondere il culto dellโ€™imperatore. La resistenza che un ebreo provava davanti a questa imposizione non era solo di tipo economico e politico, ma anche religioso, dal momento che la Legge ebraica vietava di farsi immagine alcuna. Usare quella moneta poteva dunque anche essere considerato come un atto di idolatria.

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Lโ€™amore per lโ€™imperatore passa quindi attraverso il denaro, รจ un affetto che si quantifica. รˆ uno scambio in cui cโ€™รจ uno che vince ed รจ sempre presente, lโ€™altro invece รจ costretto a stare da schiavo in quella relazione. Ho lโ€™impressione perciรฒ che lo stile di Cesare sia spesso anche il nostro, quando viviamo relazioni fatte di scambi quantificati, in cui tutto รจ misurato in base al prezzo, dove siamo sempre scrupolosamente attenti a verificare se lโ€™altro ha pagato il tributo alla nostra immagine. Siamo tutti narcisisti come Cesare e viviamo le relazioni come un bisogno di venerazione e di conferma allโ€™idea che abbiamo di noi stessi.

Unโ€™equa ripartizione?

La risposta di Gesรน non puรฒ essere affatto interpretata, come รจ avvenuto tante volte nella storia delle dottrine politiche, nel senso di una separazione dei poteri: da una parte quello civile e dallโ€™altro quello religioso. A ben guardare, Gesรน sta riportando lโ€™uomo, tutto intero, alla sua totale appartenenza a Dio. Se infatti ogni cosa appartiene a colui di cui reca lโ€™immagine, รจ vero che la moneta appartiene a Cesare perchรฉ ne reca lโ€™immagine, ed รจ dunque ammissibile che quelle monete ritornino a lui, ma รจ altrettanto vero che lโ€™uomo reca in sรฉ lโ€™immagine di Dio, fin dalla creazione. Pertanto anche tutto lโ€™uomo deve ritornare a Colui di cui reca lโ€™immagine, ovvero a Dio. Se dunque accettiamo di pagare il tributo, in virtรน dellโ€™immagine che le monete recano impressa, portando avanti questo ragionamento, dovremmo concludere che anche lโ€™uomo, tutto lโ€™uomo, appartiene a Dio, e a Lui deve ritornare.

Immagine di Dio in noi

Probabilmente perรฒ nella nostra vita lโ€™immagine di Dio non รจ cosรฌ evidente come lโ€™immagine di Cesare impressa sulle monete. Chi guarda la moneta vede Cesare, ma chi guarda la nostra vita cosa vede? Come in un affresco antico, lโ€™immagine di Dio in noi appare occultata dal tempo, sembra rovinata, ma non puรฒ mai andare persa.

La vita spirituale รจ lasciare che Dio metta mano allโ€™affresco che ha dipinto in noi, e piano piano riporti alla luce la bellezza con la quale ci ha pensato. Questa รจ lโ€™unica immagine che dovrebbe preoccuparci, non quella che stampiamo sulle false monete delle nostre relazioni interessate.

Leggersi dentro

  • In che condizioni รจ lโ€™affresco che reca lโ€™immagine di Dio in te?
  • Quanta importanza dai al culto della tua immagine nelle relazioni?

P. Gaetano Piccolo S.I.
Compagnia di Gesรน (Societas Iesu)Fonte


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