Fabio Quadrini – Commento al Vangelo di domenica 18 Ottobre 2020

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Potremmo ridurre il commento al Vangelo odierno, semplicemente mettendo in risalto i due diversi ambiti in cui agiscono da una parte i farisei e dallโ€™altra Gesรน.
E basterebbe anche lโ€™ascolto, o la lettura, in italiano a farci notare questa differenza.

Partiamo dai farisei:

ยซAllora i farisei se ne andarono e tennero consiglio per vedere come coglierlo in fallo nei suoi discorsi. Mandarono dunque da lui i propri discepoli, con gli erodiani, a dirgli: โ€œMaestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo veritร . Tu non hai soggezione di alcuno, perchรฉ non guardi in faccia a nessunoยป (Mt 22, 15-16).

Ebbene, lโ€™approccio di questi (i farisei) รจ palesemente ancorato al ยซvedere/guardareยป, ovvero allโ€™esterioritร  e allโ€™apparenza.
E se andiamo al testo greco, tale aspetto viene ulteriormente in rilievo, poichรฉ al ยซvedereยป e al ยซguardiยป appena evidenziati, si aggiunge altro.
Ecco come una traduzione letterale metterebbe in risalto alcune parti del versetto che stiamo evocando:

ยซAllora i farisei se ne andarono e tennero consiglio per vedere come coglierlo in fallo nei suoi discorsi. Mandarono dunque da lui i propri discepoli, con gli erodiani, a dirgli: โ€œMaestro, vediamo (in greco รจ oรญdamen) che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo veritร . Tu non hai soggezione di alcuno, perchรฉ non guardi a quello che gli uomini mettono a beneficio degli occhi (ovvero allโ€™ ยซapparenza degli uominiยป โ€“ in greco รจ prรณsopon anthrรณpon)ยป.

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Ecco una breve spiegazione dei termini greci or ora segnalati.
Il verbo oรญdamen, che nella corrente traduzione รจ reso con ยซsappiamoยป, viene da eฤฉdon ovvero ยซvedereยป.
Il nome prรณsopon, che nella corrente traduzione รจ reso con ยซin facciaยป, รจ composto da prรณs (ยซverso/presso/dinanziยป) e รณps (ยซocchioยป).
Il sostantivo anthrรณpon, che nella corrente traduzione รจ reso, ai fini della scorrevolezza del senso, con ยซa nessunoยป, ma che tecnicamente significa ยซuomoยป, con buona probabilitร  potrebbe scaturire dalla composizione tra andr/anรฉr (ยซuomoยป) e รณps (ยซocchioยป) โ€“ cf. MARE.

Passiamo, ora, a Gesรน:

ยซMa Gesรน, conoscendo la loro malizia, rispose: โ€œIpocriti, perchรฉ volete mettermi alla prova?ยป (Mt 22, 18).

Ebbene, lโ€™approccio di Gesรน non bada allโ€™apparenza, ma รจ fortemente diretto in profonditร . Egli, infatti, bada a cogliere lโ€™intimitร , i sentimenti, lโ€™animo dei suoi interlocutori, ponendo la questione sullโ€™interioritร , ovvero partendo dal cuore. Possiamo parlare, infatti, della cosiddetta ยซcardiognosiยป (ovvero ยซconoscenza del cuoreยป) di Gesรน (cf. Mc 2, 8: ยซE subito Gesรน, conoscendo nel suo spirito che cosรฌ pensavano tra sรฉ, disse loro: โ€œPerchรฉ pensate queste cose nel vostro cuore?ยป; Gv 2, 24-25: ยซMa lui, Gesรน, non si fidava di loro, perchรฉ conosceva tutti e non aveva bisogno che alcuno desse testimonianza sullโ€™uomo. Egli infatti conosceva quello che cโ€™รจ nellโ€™uomoยป).
Ed anche in tal caso, prestiamo attenzione al greco:

ยซMa Gesรน, conoscendo (gnรฒus) la loro malizia, rispose: โ€œIpocriti, perchรฉ volete mettermi alla prova?ยป.

Il verbo gnรฒus รจ coniugazione di gignรณsco (lo stesso verbo che compone ยซcardio[cardรญa-โ€œcuoreโ€]gnosiยป), ed intende esattamente cosรฌ come la resa in traduzione, ovvero ยซconoscereยป.
Da rilevare, perรฒ, come gignรณsco ribadisca fortemente lโ€™ambito di interioritร  e di intimitร  sui cui interviene Gesรน, in quanto questo verbo รจ espressione del sostantivo gnรณme, nome che si riferisce propriamente alla ยซfacoltร  o disposizione dellโ€™animo/dello spiritoยป.

In sintesi: lโ€™andamento dei farisei รจ connesso al ยซsuper-fluoยป (letteralmente ยซche scorre sopraยป); Gesรน, invece, guarda e coglie la ยซsostanzaยป (letteralmente ยซstare sottoยป).

Detto tutto ciรฒ, vorremmo proseguire lโ€™osservazione del Vangelo proposto in questa domenica, scegliendo una particolare parola tra quelle a cui finora abbiamo prestato occhio: prรณsopon, che abbiamo giร  detto essere resa nella corrente traduzione con ยซin facciaยป (ยซMaestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo veritร . Tu non hai soggezione di alcuno, perchรฉ non guardi in faccia a nessunoยป โ€“ Mt 22, 16).

Da questo lemma greco (prรณsopon) viene direttamente un termine italiano, ovvero ยซprosopopeaยป.
Con tale voce si intende ยซaria di importanza avente carattere di arroganzaยป che caratterizza il parlare o il porsi.
Ebbene: come non rivedere nei farisei, che nella pericope odierna sono a disputa contro Gesรน, questโ€™aria di presunzione, questo porsi e parlare con orgogliosa, sentenziosa e saccente prosopopea?
Tuttavia, Gesรน non teme la prepotenza di questa farisaica prosopopea, in quanto, proprio per bocca dei prosopopeici farisei, il Signore viene espressamente definito come Colui che non ha soggezione di alcuno, perchรฉ non guarda alla ยซprosopopea degli uominiยป (prรณsopon anthrรณpon come abbiamo visto sopra โ€“ cf. Mt 22, 16).

Da notare, perรฒ, come ยซla prosopopeaยป, oltre ad essere il nome che possiede lโ€™accezione di cui sopra, in italiano sia anche una figura retorica, ovvero, per dirla semplicemente, uno stratagemma linguistico che tende a creare uno specifico effetto.
Invero la figura retorica della prosopopea realizza, in un discorso, il seguente effetto: far parlare cose inanimate come se fossero animate e vive.
Ebbene, come non rivedere questa figura retorica in quella ยซmoneta del tributoยป, in quel ยซdenaroยป, invocato da Gesรน e mostrato dai farisei (cf. Mt 22, 19)?
Certo, i soggetti che parlano nel Vangelo odierno sono sempre i farisei e Gesรน; tuttavia il fatto che il Signore richieda che la moneta venga ยซmostrataยป (cf. Mt 22, 19); il fatto che il Signore metta in evidenza, in questo denaro, l ยซโ€™immagineยป e lโ€™ ยซiscrizioneยป (cf. Mt 22, 20), รจ fortemente un interrogare non tanto i farisei, quanto proprio questa moneta, affinchรฉ codesto denaro venga invitato a parlare e a proferire la sentenza di soluzione.

Tiberio_Giulio_Cesare_Augusto
Busto di Tiberio (Museo archeologico nazionale di Venezia)

Ecco: รจ straordinario come Colui che viene attaccato con ยซprosopopeaยป, riesca imperiosamente a superare la disputa a cui รจ stato chiamato adoperando esattamente ยซla prosopopeaยป; dimostrando pienamente come Egli non tema lโ€™arroganza dellโ€™uomo, ma sia Signore su questa.
E la Signoria di Gesรน รจ cosรฌ poderosa, che anche la prosopopeica saccenteria ยซfarisaicaยป (per traslato ยซumanaยป) diviene essa stessa proclama di fede.
Difatti, quel ยซDi Cesareยป, affermato dai farisei, ma espressione della voce prosopopeica proveniente dalla moneta, dal denaro, non fa altro se non ribadire come lโ€™ ยซipocrita maliziaยป umana mai sia in grado di ยซmettere alla provaยป il Signore (cf. Mt 22, 18), ma, da Lui ribaltata nella sua funzione e nella sua efficacia, possa giungere a divenire essa stessa il proclama del trionfo di Dio. โ€“Ci consenta il lettore una nota faceta: sulla scia della massima evangelica che si trare da Mt 26, 52 (ยซ[โ€ฆ] tutti quelli che prendono la spada, di spada morirannoยป), potremmo dire: ยซChi di prosopopea ferisce, di prosopopea perisceยป. Invero, anche oggi, come in altre nostre occasioni di commento settimanale, viene fuori il fatto che non รจ mai il Signore a punire o a decretare il fallimento di un uomo, bensรฌ รจ lโ€™uomo stesso che, con le sue azioni e, nel caso odierno, con le sue stesse parole, sceglie e sentenzia la propria sconfitta e condanna

Inutile che lโ€™uomo si ostini (pur se massimamente libero di farlo) a ยซtenere consigliยป per arrivare a ยซcogliere in falloยป il Signore (cf- Mt 22, 15), poichรฉ ogni ยซlaccioยป sarร  sempre e per sempre da Lui ยซrecisoยป.
1-Vogliamo far notare al lettore come la circonlocuzione del Vangelo odierno ยซcoglierlo in falloยป (Mt 22, 15) sia espressa col verbo greco pagideรบo, che letteralmente vale ยซintrappolare con lacci/retiยป;
2-ed รจ interessante constatare come il nome ยซCesareยป derivi dal verbo latino caedo, che significa esattamente ยซtagliareยป. Quella risposta data dai farisei, infatti, ovvero quel ยซDi Cesareยป (Mt 22, 22), รจ, figurativamente, la ยซcesoiaยป che recide i lacci della trappola intessuta per Gesรน. In buona sostanza, coloro che hanno irretito, sono gli stessi che hanno tagliato i lacci (i nostri fallimenti o condanne, dunque, non sono derivanti da un dio punitore, ma sono effetti delle nostre libere scelte, cosรฌ come il paradiso e lโ€™inferno sono le destinazioni eterne volute dalla nostra libera scelta);
3-da rilevare, infine, come il nome ยซ(tennero) consiglioยป (Mt 22, 15) in greco sia sumboรบlion (ยซsimboloยป): quante volte ci capita, ahimรจ, di ritenere le nostre azioni o intenzioni un sรบm-bolon (ยซsimboloยป ovvero ยซmettere insiemeยป, termine associato a Gesรน โ€“ cf. Eb 11, 19), quando in realtร  sono diรก-bolos (ยซdiavoloยป ovvero ยซseparare/dividereยป)

Fonte

Per gentile concessione di Fabio Quadrini che cura, insieme a sua moglie, anche la rubrica ALLA SCOPERTA DELLA SINDONE: https://unaminoranzacreativa.wordpress.com/category/sindone/


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