Monastero di Bose – Commento al Vangelo del giorno – 12 Ottobre 2020

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Il brano evangelico odierno ci pone di fronte a una situazione sorprendente: mentre le folle si stringono a Gesรน, dimostrando di riconoscere in lui un maestro degno di fede, chiedono allo stesso tempo un segno, che avvalori la sua autoritร  di uomo di Dio. Ora Gesรน, di segni, ne ha giร  dati tanti. Come indica lui stesso ai discepoli di Giovanni Battista, con la sua venuta, โ€œi ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri รจ annunciato il Vangeloโ€ (Mt 11,5).

Si tratta perรฒ per le folle di saper riconoscere quello che รจ dato loro da vedere. Invece di attendere manifestazioni soprannaturali o miracolistiche che attestino in modo clamoroso lโ€™azione di Dio, la loro fede รจ chiamata a un atteggiamento piรน interiore. Con i segni che opera, Gesรน non intende dimostrare nulla, non vuole far parlare di sรฉ o mettersi in evidenza: cerca invece di guarire, di liberare, di pacificare. Ecco come manifesta lโ€™opera di Dio a lui affidata.

Ma a volte quelle realizzazioni non appaiano spettacolari, e alle folle sembra che Dio non si riveli attraverso di esse. Anzi, lamentano il โ€œsilenzio di Dioโ€. Perรฒ non รจ proprio la loro sorditร , la loro cecitร , che impedisce loro di scorgere nei segni giร  dati il dono grande che Dio fa loro?

Nemmeno il โ€œsegno di Gionaโ€ (v. 29), che Gesรน promette loro, sarร  eclatante. Come Giona era rimasto tre giorni e tre notti nel ventre della balena, cosรฌ anche Gesรน starร  tre giorni nel regno della morte prima di risorgere. Ora, quando โ€œil Signore parlรฒ al pesce ed esso rigettรฒ Giona sulla spiaggiaโ€ (Gn 2,11), nessuna folla era sulla riva ad ammirare quel momento. Allo stesso modo, allโ€™alba del primo giorno della settimana, nessuno vedrร  la pietra rotolare dallโ€™ingresso della tomba e il corpo un tempo inanimato di Gesรน disfarsi delle bende e alzarsi a vita nuova, con il sole nascente. Tuttavia, entrambi questi eventi sono azioni divine, che portano un frutto abbondante: la conversione degli abitanti di Ninive, cittร  nemica di Israele per antonomasia, nel primo caso; la ripresa del progetto comunitario dei discepoli e lโ€™estensione della predicazione del Regno a tutto il mondo, dopo la resurrezione.

La richiesta di segni pone chi la fa in una situazione passiva, lo muta in spettatore. Ora la fede impone piuttosto una presa di posizione molto attiva. Esige che lโ€™occhio di chi guarda sia โ€œsempliceโ€ (v. 34), e non offuscato da aspettative illusorie o desideri di grandezza. Cosรฌ si potrร  discernere anche nellโ€™apparente naturalezza delle situazioni attraversate la mano di Dio che le guida e le trasforma.

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Tale visione โ€œluminosaโ€, tale conversione dello sguardo, non puรฒ tuttavia essere creata dalla persona stessa: รจ sempre un dono dallโ€™alto. Perchรฉ la โ€œluce che รจ in te non sia tenebraโ€ (v. 35), bisogna che il tuo occhio sia rischiarato dalla luce divina. Si tratta di lasciare che colui che puรฒ dire di sรฉ: โ€œIo sono la luce del mondeโ€ (Gv 8,12), sia โ€œmesso sul candelabroโ€ (cf. v. 33), perchรฉ irradi della sua luce colui che guarda, e gli faccia cosรฌ riconoscere i segni luminosi che continua a operare.

fratel Matthias


Fonte

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