Monastero di Bose – Commento al Vangelo del giorno – 7 Ottobre 2020

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Sono gli stessi discepoli a chiedere al loro maestro di insegnare loro a pregare cosรฌ come Giovanni aveva fatto con i suoi discepoli e Gesรน allora dona loro il Padre nostro. A pregare si impara, non va da sรฉ. รˆ una fatica che richiede un apprendistato e non soltanto unโ€™esperienza di gioia e consolazione.

Nel iii secolo Tertulliano afferma che il Padre nostro รจ โ€œla sintesi dellโ€™intero evangeloโ€ e Cipriano di Cartagine (iii secolo), ammonisce: โ€œIl maestro della pace e dellโ€™unitร  ha voluto innanzitutto che noi non pregassimo individualmente e isolati per insegnarci che colui che prega non lo fa esclusivamente per sรฉ. Non diciamo infatti: โ€˜Padre mio che sei nei cieliโ€™, nรฉ: โ€˜Dammi il mio pane quotidianoโ€™ cosรฌ come nessuno prega unicamente per sรฉ affinchรฉ Dio gli rimetta il suo debito o non lo abbandoni nella tentazione o lo liberi dal male. La nostra preghiera รจ pubblica e comunitaria, preghiamo per tutti gli uomini perchรฉ con tutti formiamo una cosa solaโ€.ย 

Un autore contemporaneo, Josรฉ Tolentino Mendonรงa, scrive: โ€œRaccomandava un poeta, Fernando Pessoa: โ€˜Dobbiamo imparare a disimparareโ€™, disimparare i labirinti, i modelli che ci soffocanoโ€. Dobbiamo convertire le immagini distorte di Dio che continuamente ci creiamo. Una canzone di Jacques Prรฉvert dice: โ€œPadre nostro che sei nei cieli, restaci che anche noi ce ne resteremo quaggiรนโ€. Sono parole con le quali si rigetta unโ€™immagine di Dio, un Dio che vuole sacrifici, un padre-padrone, un dio che obbliga e castiga. La vita รจ giร  difficile e di un dio cosรฌ รจ meglio che ce ne disfiamo. Disimpariamo a pregarlo! Chiediamo anche noi a Gesรน: โ€œInsegnaci a pregare!โ€.ย 

I discepoli hanno imparato da Gesรน a chiamare Dio avinu (papร ). Gesรน racconta lโ€™amore paterno di Dio. Dio รจ un padre che conosce i suoi figli ed รจ attento ai loro bisogni (cf. Mt 6,25-34), che non fa distinzione tra figli buoni e malvagi (cf. Mt 5,45) e che a tutti mostra la sua misericordia (cf. Lc 15,11-32).

Per chiamare Dio padre dobbiamo riconoscerci figli e manifestare questa nostra realtร  di figli nelle nostre vite, riscoprire cioรจ che siamo creati a immagine e somiglianza di Dio. Questa immagine รจ offuscata a causa del peccato; occorre ritrovarla e portarla a compimento divenendo somiglianti al Figlio, a Gesรน Cristo, la vera e perfetta immagine del Padre. โ€œNon dobbiamo perciรฒ credere di aver imparato semplicemente unโ€™invocazione da recitare a certe ore della giornata. La nostra vita intera deve diventare una preghiera ininterrotta che proclama: โ€˜Padre nostroโ€™โ€, scrive Origene.

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Ma noi sperimentiamo ogni giorno la distanza che ci separa da Dio, diventiamo dissomiglianti, non siamo allโ€™altezza della nostra vocazione umana e cristiana. Come possiamo pregare il Padre nostro? โ€œรˆ rischiosoโ€, dice Gregorio di Nissa (iv secolo), โ€œosare proferire queste parole. Le parole del figlio che si era allontanato dalla casa del padre assomigliano a quelle della nostra preghiera: โ€˜Padre, ho peccato contro il cielo e contro di teโ€™โ€ (Lc 15,21). โ€œInsegnandoti a invocare il Padre che รจ nei cieli il Signore vuol farti pensare alla tua patria per suscitare in te un bruciante desiderio di bene e ricondurti sul cammino del ritornoโ€. Il Padre nostro รจ la preghiera di chi riconoscendosi lontano dallโ€™amore del Padre, lontano dallโ€™amore per i fratelli, decide di mettersi in cammino โ€œper ritornare a casaโ€.ย 

sorella Lisa


Fonte

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