Ti vedo, ti ascolto.
Il commento al Vangelo del giorno di don Cristiano Mauri.
Note per la comprensione del brano.
Lโoccasione dellโepisodio รจ data da una domanda dei discepoli, fatta senza ragioni particolari. Lโapertura del brano – ยซIn quel momentoยป – serve a Matteo per mantenere il flusso narrativo ma non lega necessariamente al contenuto precedente.
La domanda generale riguarda ยซil piรน grandeยป nel Regno dei cieli. Il termine qui utilizzato indica una grandezza in senso gerarchico, di rango e dignitร . La risposta di Gesรน svela il fatto che i discepoli si riferiscono alla loro posizione nel regno futuro.
Il Maestro non risponde direttamente ma chiama un bambino dicendo ai suoi che devono ยซcambiareยป per diventare come lui. Non parla di conversione, propriamente, ma di una trasformazione profonda che tocca tutta lโesistenza.
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Ridiventare bambini รจ ovviamente impossibile, ciรฒ che รจ chiesto รจ dunque uno stile di vita cosรฌ radicale da apparire contrario a quel che viene per natura.
Per comprendere come sia possibile e cosa Gesรน intenda va tenuta in considerazione lโespressione usata come punto di contatto tra bambini e discepoli: quel ยซfarsi piccoliยป che nel testo originale รจ reso col verboย tapeinoo (= rendere basso).
Colui che sta in basso รจ insignificante, impotente, irrilevante, debole e precario. Come i bambini del tempo di Gesรน che godevano di uno status sociale inconsistente.
Il termine usato qui da Matteo per indicarli – paidion – veniva usato anche per gli schiavi, il che aiuta a comprendere lโaccento di scarsa considerazione sociale che lโevangelista vuol dare.
I discepoli devono consapevolmente e deliberatamente scegliere quella bassezza, da non intendersi solo come umiltร , ma come stile di vita a tutto tondo: accoglienza di poveri e piccoli, rifiuto degli onori, rinuncia a scalate gerarchiche e a conquiste di potere, mitezza e disponibilitร al perdono.
Il Vangelo chiede il capovolgimento dei criteri mondani per comprendere la logica di Dio. Uno speciale rapporto di intimitร con Dio (gli angeli che vedono il suo volto) รจ garantito proprio a chi รจ cosรฌ in basso, una prossimitร che normalmente รจ preclusa agli uomini.
Spunti per la riflessione sul testo.
Abbiamo bisogno del riconoscimento altrui. Un altro o unโaltra che, in un modo o nellโaltro, ci riconoscano come un bene e ci dicano degni di uno sguardo.
Avvertire che la nostra vita รจ ascoltata, accolta, accompagnata, custodita.
Ricevere apprezzamenti per il buono che si realizza, comprensione per gli errori che si commettono, pazienza per le lentezze, incoraggiamento nei nostri fallimenti: il riscontro delle persone che abbiamo attorno รจ fondamentale, non solo per crescere bene, ma per vivere una vita buona.
I discepoli si ritengono capaci di dominare e aspirano a farlo, pensando che la chiave della vita stia nel sopravanzare lโaltro ottenendone lโobbedienza, lโammirazione, la soggezione con la forza, senza dover dar nulla in cambio.
Estorcere riconoscimento senza offrirne. Cosรฌ fa chi si trova in cima.
Il Maestro li riconduce alla loro semplice umanitร : accettate di dover vivere del riconoscimento altrui cosรฌ comโรจ, quando e per quanto arriva; ma soprattutto offritelo, in special modo a chi non รจ ritenuto degno di alcun riconoscimento.
Nella dinamica tutta umana del ricever il riscontro altrui e dellโoffrire il proprio cโรจ scritta unโaltra pagina di Vangelo.
Che non chiede certo di intraprendere ascetismi folli di rinuncia ad ogni riconoscimento, ma piuttosto di vivere con intensitร , umiltร e grande generositร di cuore la straordinaria possibilitร di dire allโaltro e di ascoltare per sรฉ: tu sei un bene prezioso.
[…] Continua qui…
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