don Antonio Savone – Commento al Vangelo del 13 Settembre 2020

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Sette volte ed รจ giร  troppo! Cโ€™รจ un limite a tutto: direi che puรฒ bastare. Cosรฌ ragiona il povero Pietro. E, invece, no. Mettere un limite al perdono, infatti, equivale a mettere un limite allโ€™amore e mettere un limite allโ€™amore equivale a mettere un limite alla vita. Puรฒ esistere un amore fino ad un certo punto? Non รจ un calcolo, piuttosto, un interesse? Me lo immagino il povero Pietro a far di calcolo, come a voler dare la risposta che credeva sโ€™attendesse il Maestro. 70ร—7. 7ร—0=0; 7ร—7=49. Il problema, perรฒ, era che 70ร—7 non dร  come risultato 490 volte, ma uno stile, un atteggiamento che trova nel sempre la risposta esatta. Quante volte dovrรฒ perdonare? 490 volte e poi sono a posto? No: sempre, anche quando sei convinto di non farcela. Come si fa, Signore?

Almeno qualche distinguo, della serie: se ne vale la pena, se lo merita, se รจ opportuno, se รจ in grado di comprendere quello che riceve, se me la sento, se non ci rimetto la faccia. Pietro intuiva che avere a che fare on il Signore richiedeva un allargamento dei suoi orizzonti e dei suoi calcoli. Intuiva pure di aver ricevuto molto grazie a quel particolare legame instauratosi col Maestro di Galilea e, perciรฒ, di dovergli tanto, ma credeva che oltre una certa soglia si fosse dispensati. Non รจ forse quello che pensiamo anche noi? Mica si puรฒ vivere col vangelo alla mano. Il vangelo offre degli insegnamenti di massima, a noi, poi, fare le giuste applicazioni ed aprire qualche eventuale epicheia (il non tener conto di una legge quando nel singolo caso il suo adempiersi risulti immorale). Ma perchรฉ allora insistere su quel 70 volte 7? Perchรฉ noi siamo costitutivamente dei debitori insolvibili. Sul conto di ognuno di noi, nello stesso istante in cui venivamo concepiti qualcuno versava cash 10.000 talenti (300.000 kg dโ€™oro!), una cifra spropositata che non dovremo mai restituire ma che saremo chiamati a investire con altrettanta magnanimitร  verso chiunque. Il tuo debito sarร  condonato solo se sarai stato capace di credito verso qualcuno che aveva bisogno del tuo aiuto. Il debito inizi a restituirlo solo quando ti accorgi di chi invoca una briciola di quanto a te รจ stato partecipato con abbondanza. โ€œChe cosa mai possiedi che tu non abbia ricevuto? E se lโ€™hai ricevuto, perchรฉ te ne vanti come non lโ€™avessi ricevuto?โ€ (1Cor 4,7).

Di cosa non sono debitore? Della vita, dellโ€™amore, del tempo, della famiglia, degli amici, del creato, della vita cristiana, di questa stessa celebrazione e di infinite altre realtร . Di tutto. Ho ricevuto tanto, tutto. Al dilagare del male si fa fronte solo con lโ€™argine di un bene a dismisura: lโ€™amore o รจ nellโ€™ordine dellโ€™eccesso o semplicemente non รจ. Non sono stato amato per scherzo. Perdonare non รจ girarsi dallโ€™altra parte facendo finta che non sia accaduto nulla ma stare di fronte a chi ha sbagliato cosรฌ come Dio sta di fronte a te: egli โ€œnon ci tratta secondo i nostri peccati, non ci ripaga secondo le nostre colpeโ€. Perdonare non รจ segno di debolezza ma della forza che non inchioda nessuno per sempre al male commesso. Perdonare non รจ mettere bene e male sullo stesso piano: il male resta male e questo lo si puรฒ vincere non con altro male ma solo con il bene. Perdonare significa partecipare dello stesso atto creativo di Dio: proprio il perdono, infatti, รจ la cosa nuova che rimette in circolo la vita e interrompe la spirale di morte a cui tanto blandamente ci si abbandona quasi fosse la cosa piรน naturale. รˆ solo il perdono che riplasma in noi la somiglianza perduta, quella degli inizi: per questo, non aprirsi al perdono significa discostarsi sempre di piรน dallโ€™immagine secondo la quale eravamo stati concepiti da Dio.

Perdonare significa accettare di essere allโ€™altezza del sogno di Dio. รˆ possibile perdonare solo se si accetta di porre il centro della propria esistenza fuori di sรฉ. Che cosโ€™รจ la fede se non trovare consistenza in un altro che non sono io? Puรฒ perdonare solo chi crede: chi commette un errore, infatti, puรฒ riconoscere di sbagliare ma non di peccare. Per questo non cerca perdono ma giustificazioni. Puรฒ perdonare solo chi sceglie di vivere per qualcosa di piรน grande del danno che puรฒ aver subito. E cosa cโ€™รจ di piรน grande di Dio solo? Perdona solo chi sa di vivere โ€œper il Signoreโ€, cioรจ, grazie a lui e in vista di lui. Fuori da questo rapporto si puรฒ invocare una scusante ma non il perdono che non accampa scusa ma solo il gesto largo del trovare ancora uno spazio nel cuore dellโ€™altro proprio quando non lo si meriterebbe. Vivere per il Signore equivale a riconoscere che niente e nessuno potrร  mai impedire una simile appartenenza. Anzi, proprio lโ€™esperienza del male subito sarร  lโ€™occasione per rendere manifesto ciรฒ che dร  senso ai miei giorni.

Settanta volte sette, ossia in modo illimitato e incondizionato. Il perdono, infatti, รจ piรน uno stile di vita che un atto legato alla trasgressione; รจ un modo di porsi di fronte allโ€™altro e alla sua debolezza, ma che non scatta esclusivamente in seguito alla caduta, anzi a volte la puรฒ impedire, perchรฉ รจ uno stile di bontร , comprensione, magnanimitร , stile di chi non bada a quel che lโ€™altro merita, nรฉ si scandalizza della sua miseria. Perchรฉ mai? Perchรฉ la persona misericorยญdiosa non puรฒ dimenticare dโ€™essere anchโ€™essa caduta tante volte senza subire condanne.

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AUTORE: don Antonio Savone
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