mons. Vincenzo Paglia – Commento al Vangelo del 13 Settembre 2020

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Pietro chiede al Signore quante volte dovrร  perdonare al fratello che pecca contro di lui. Indica una misura generosa, sette volte. Noi non sappiamo perdonare nemmeno una volta. Pietro sceglie di farlo, ma fino ad un certo punto. Vuole un limite per potere accettare piรน facilmente il sacrificio del perdono. Sรฌ: il perdono รจ incomprensibile per la nostra giustizia. รˆ ingiusto. Chi mai puรฒ meritare il perdono? Gesรน non lo condiziona a niente: si perdona e basta. Perchรฉ condonare i debiti? Se io perdono oggi lโ€™altro peccherร  ancora contro di me o contro gli altri! Che garanzie ho? Facilmente lโ€™avere subito un torto ci fa sentire immediatamente in diritto di essere maestri e giudici degli altri, implacabili difensori della giustizia. Perdonare appare unโ€™evidente debolezza, come se non fossimo capaci di reagire o di ricordare. Pensiamo ci renda vulnerabili, tanto che lโ€™altro se ne puรฒ approfittare.

Qualche volta perdonare puรฒ sembrare complicitร  con il male o, peggio, indifferenza verso le vittime della colpa, puรฒ sembrare tradire il loro stesso dolore. Finiamo per sacrificare amicizie e legami, anche profondissimi, pur di non perdere le nostre ragioni. โ€œPecca lui ed io debbo perdonare? Perchรฉ?โ€. Nel perdono cโ€™รจ sempre qualcosa di ingiusto. Come lโ€™amore. Ma cosa cambia il cuore degli uomini e lo libera dal male? Lโ€™amore sapiente, intelligente, forte, appassionato, personale, non superficiale, povero di vita e di cuore oppure la giustizia? Il perdono non cancella il passato, non รจ fare finta di nulla. Gesรน non chiude gli occhi sul nostro peccato, come un uomo distratto o tanto accondiscendente da non accorgersi di niente. Gesรน riconosce il male, lo rifiuta e ci insegna a non accettarlo per la nostra vita, anche nelle cose piccole. Per questo perdona, anche dalla croce. Perdono รจ non farsi irretire dalla logica del male, con i suoi risentimenti, le sue catene interminabili di una giustizia mai sazia. Perdono รจ condonare il debito, solo per pietร , non per calcolo. Perdono รจ camminare un altro miglio con chi ti costringe a farne uno, per scoprire il motivo della sua richiesta, per rispondere alla sua domanda di amore, per cercare la chiave del suo cuore e piegare con la dolcezza la sua ostinazione o il suo malanimo. โ€œAmate i vostri nemiciโ€. Il perdono ridona il futuro, a chi lo riceve e a chi lo da. Un futuro diverso dallโ€™inimicizia, dalla colpa, dal peccato.

Gesรน per spiegare la sua risposta a un Pietro probabilmente interdetto, parla di un re che ha dei servi, con cui deve fare i conti. Ne arriva uno con un debito catastrofico: diecimila talenti. La cifra รจ simbolica (100 miliardi di euro circa). Essa indica lโ€™illimitata fiducia del re che affida tanti beni ai suoi servi. Ma evidenzia anche il rischio grave e irresponsabile che quellโ€™amministratore si รจ assunto, sapendo bene che si tratta di un debito mai piรน solvibile. Ed รจ anche del tutto irreale la richiesta del servo di una proroga di tempo per saldare โ€œtuttoโ€ il debito. Il servo descritto da Gesรน non รจ una eccezione, รจ la norma. Siamo tutti infatti dei dissipatori di beni non nostri. La maggior parte di quello che abbiamo, รจ frutto di grazia, dei talenti affidatici, non dei nostri meriti o delle nostre capacitร . Siamo tutti debitori, come quel servo, ed abbiamo accumulato verso il padrone un debito enorme. Come? Anzitutto credendoci padroni di quello che ci รจ stato solo affidato. Eppoi con lโ€™attrazione adolescenziale e sconsiderata per il rischio, che finisce per non dare valore a niente.

Oppure con lโ€™ubriacatura dellโ€™abbondanza, che porta solo a consumare le cose come una droga, divenendo cosรฌ succubi del presente e della logica della soddisfazione di sรฉ. E si potrebbe continuare, pensando alle furbizie meschine di ciascuno, ai mille aggiustamenti, al rimandare sempre, al correre dietro a se stessi. Gesรน viene a ricordarci che siamo tutti debitori, che ognuno ha accumulato un debito enorme, non misurabile, tanto che solo la grazia, la magnanimitร , la compassione del padrone lo puรฒ sanare. Se questa coscienza diventa personale e profonda, come accadde a un altro โ€œdebitoreโ€ del Vangelo qual era il figliol prodigo che โ€œrientrรฒ in se stessoโ€, ecco che si puรฒ trasmettere ad altri la misericordia che viene usata, in un contagio opposto a quello della violenza e del male. Ma se, come per questo servo descritto da Gesรน, si ritorna rapidamente prigionieri della stessa mentalitร  che permette di accumulare un debito enorme, ecco che si guarda con durezza, con atteggiamenti ed esigenze implacabili gli altri che domandano qualcosa. Noi che siamo rapidi a difendere noi stessi, sappiamo perรฒ quanto รจ facile essere esigenti, pignoli, inflessibili, davanti alle richieste degli altri.

Quel servo dimentica subito. Non รจ riconoscente. Pensa che tutto gli รจ dovuto e vive orgoglioso. Proprio lui, imbroglione, se la prende con gli altri. Non perdona. Non fa agli altri quello che ha voluto fosse fatto a sรฉ. รˆ esigente, inflessibile con quellโ€™altro servo che gli doveva una sciocchezza. Affida tutto alla giustizia, che si rivela spietata. Come facciamo noi, che non diamo mai fiducia allโ€™altro. La vogliamo per noi, ci sentiamo in grado di potere fare una cosa impossibile, ma pensiamo che per gli altri sia diverso e diventiamo giudici severi e intransigenti. โ€œRimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitoriโ€, insegna Gesรน. Quel servo che ha scelto la giustizia senza amore per gli altri viene giudicato anche lui cosรฌ.

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Perdoniamo di cuore! Liberiamoci dalla catena del risentimento! Come Gesรน. โ€œBenedici il Signore, anima mia, non dimenticare tanti suoi benefici. Egli perdona tutte le tue colpe, guarisce tutte le tue malattie; salva dalla fossa la tua vita. Ricorda che siamo polvere. Non ci tratta secondo i nostri peccati, non ci ripaga secondo le nostre colpe. Come dista lโ€™oriente dallโ€™occidente, cosรฌ allontana da noi le nostre colpeโ€ (Sal 103). Perchรฉ la giustizia di Dio รจ lโ€™amore. Lasciamoci amare e impariamo ad essere misericordiosi. Cosรฌ troviamo la nostra beatitudine e liberiamo il mondo dal male.


Fonteil sito web di mons. Paglia

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