don Paolo Squizzato – Commento al Vangelo del 13 Settembre 2020

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La comunitร , la Chiesa non รจ il luogo dove non si sbaglia mai, ma il luogo in cui, una volta sbagliato si fa esperienza dellโ€™abbraccio che perdona ovvero rialza, rimargina le ferite e fa avanzare. Terribile quella Chiesa in cui รจ proibito fallire, cadere, sporcarsi; spaventosa la comunitร  dove si attende che tu divenga migliore e nel frattempo non riesci a muovere un dito per paura di sbagliare e venire giudicato.
Il nemico peggiore del perdono si chiama giustizia. Il servo della parabola che qui viene perdonato dal re per un debito folle, tratta il suo simile – debitore a sua volta verso di lui di una cifra irrisoria – semplicemente con giustizia. La legge del tempo prevedeva che chi non aveva da restituire finiva dritto in prigione. Questo servo malvagio ha solo agito comโ€™era prescritto dalla norma vigente.

Un uomo di certo giusto ma spietato.
Si puรฒ essere perfetti osservanti della legge โ€“ civile o religiosa che sia โ€“ e al contempo malvagi. Onesti e cattivi.
Gesรน ci sta dicendo che esiste una giustizia che sovrasta la giustizia giusta, e questo tipo di giustizia non dร  a ciascuno ciรฒ che si merita, ma ciรฒ cui lโ€™altro ha bisogno.
Per trasformare il mondo non bastano il diritto e la giustizia, perchรฉ con lโ€™applicare la โ€˜giustaโ€™ giustizia si puรฒ perpetrare il peggiore dei mali. Ce lo ricorda don Milani nella Lettera a una professoressa, quando scrive: ยซnon cโ€™รจ nulla di piรน ingiusto quanto far parti uguali tra disuguali!ยป.

La parabola inoltre ci aiuta a non farci mai sentire in debito con Dio. Non siamo chiamati a restituire nulla alla divinitร . Non dobbiamo ripagarlo di nulla. Non cโ€™รจ nulla da espiare, nulla per cui sacrificarsi, nulla di cui pentirsi nei suoi confronti. Se lโ€™uomo chiede perdono non รจ certo ad un dio lassรน in alto adirato per la trasgressione dei sui servi, ma piuttosto al fratello cui ha tolto la dignitร  e sporcato il suo volto che riflette il volto stesso di Dio.

Non cโ€™รจ alcun debito da pagare nei confronti dellโ€™amore, o peggio ancora da riparare, cโ€™รจ solo da godere del dono ricevuto. Un figlio non potrร  dare nulla al genitore per ripagarlo della vita avuta in dono, ma godendo appieno di quella medesima vita canta tutta la sua gratitudine.


AUTORE: don Paolo Squizzato
FONTE
SITO WEB: https://www.paoloscquizzato.it
CANALE YOUTUBE:
https://www.youtube.com/channel/UC8q5C_j3ysCSrm1kJZ4ZFwA

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