Monastero di Bose – Commento al Vangelo del giorno – 6 Agosto 2020

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Caro lettore, cara lettrice,

eccoci giunti anche questโ€™anno alla grande festa della Trasfigurazione del Signore.

Conosci certamente lโ€™importanza di questa festa per la nostra comunitร  e sai che essa evoca la memoria di lontani giorni felici, visto che in questa occasione fratelli e sorelle di Bose fanno la professione monastica definitiva. Magari qualche volta hai anche gioito di persona, qui, insieme e noi, nella notte di veglia.

Nelle pagine di questo sito puoi trovare i testi liturgici per unirti a noi nella preghiera. Avrai anche letto tanti nostri commenti allโ€™inesauribile vangelo della Trasfigurazione, che si proclama ogni anno almeno tre volte, nelle varie versioni: II domenica di Quaresima, festa di S. Elia (20 luglio) e, appunto, oggi, 6 agosto.

Non voglio dunque appesantirti, soprattutto in questi caldi giorni di mezza estate. Se vuoi, rileggi con calma ancora una volta il brano evangelico (questโ€™anno secondo Matteo) e riporta alla mente e al cuore ciรฒ che queste parole hanno evocato ed evocano in te. Per parte mia ti propongo solo una riflessione a partire da un commento a questa pagina di Origene, grande teologo della prima metร  del III secolo:

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Vuoi sapere se i discepoli, quando Gesรน fu trasfigurato davanti a loro, lo videro sotto la forma di Dio, quella che era la sua prima, avendo egli preso quaggiรน la forma di schiavo (cf. Fil 2,6-7)? Ebbene, ascolta queste parole in profonditร , se ne sei capace. Nota: non รจ detto solo โ€œfu trasfiguratoโ€, bensรฌ โ€œfu trasfigurato davanti a loroโ€. Concluderai dunque che รจ possibile che Gesรน davanti ad alcuni sia trasfigurato, davanti ad altri no.

Possiamo dunque partecipare anche noi, almeno un poโ€™, al grande mistero di Cristo trasfigurato? Possiamo conoscere qualcosa della sua luce divina, cioรจ umanissima, nelle nostre vite? Certo, Paolo scrive che โ€œil Signore trasfigurerร โ€, al futuro, โ€œil nostro corpo di miseria, per conformarlo al suo corpo di gloriaโ€ (Fil 3,21)? Ma qui e ora?

รˆ sempre il Vangelo la nostra bussola. E cosรฌ al centro di questa pagina ecco risuonare per ciascuno di noi โ€“ come per Pietro, Giacomo, Giovanni, Mosรจ ed Elia โ€“ lโ€™offerta del Padre: โ€œQuesti รจ il Figlio mio, lโ€™amato: in lui ho posto la mia gioia. Ascoltatelo!โ€. Prendere o lasciare: la vita di Gesรน รจ la grande gioia di Dio, dunque anche la nostra gioia, a caro prezzo. Il prezzo dellโ€™ascolto, nostra responsabilitร . Non รจ difficile, รจ semplice ma esigente: vivere da uomini e donne discepoli e discepole di Cristo significa ascoltarlo. E ascoltarlo vuol dire fare memoria del suo detto e del suo non detto, della sua voce e del suo silenzio, dei suoi gesti e dei suoi incontri. Vuol dire assumere il suo stile. Vuol dire incidere nella propria carne il suo monito: โ€œChi perderร  la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverร โ€ (Mc 8,35).

โ€œAscoltaโ€, dunque, โ€œchiunque tu sia: lโ€™uomo Gesรน รจ il Signore nostro Dio, lโ€™unico Signoreโ€ (cf. Dt 6,4). A te, a me scegliere se ascoltarlo o no; dunque se cogliere il bagliore delle sue vesti bianche come la luce, anche e soprattutto in mezzo alla nostra tenebra, oppure no. Del resto Gesรน stesso, lampada ai nostri passi (Sal 119,105), ce lโ€™ha detto tante volte: โ€œChi ha orecchi per ascoltare, ascolti!โ€.

fratel Ludwig


Fonte

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