I primi cristiani dovettero litigare non poco per capire quale fosse la volontร di Gesรน: rivolgersi alle sole pecore di Israele, come anchโegli aveva fatto, o aprirsi ai pagani, come sembrava indicare una serie di suoi atteggiamenti?
Leggiamo oggi un imbarazzante vangelo in cui Gesรน tratta duramente una donna cananea. Gesรน รจ sgradevole nel suo rifiuto, insultante: prima non le rivolge la parola, poi dice di essere venuto solo per il popolo di Israele, infine apostrofa la donna con il titolo dispregiativo di โcaneโ. Gesรน รจ un gran maleducato? Un lunatico che non vuole essere disturbato?
Eppure alla risposta della cananea Gesรน si scioglie, le rivolge un complimento che mai aveva rivolto ad un israelita! ร grande la sua fede, grande perchรฉ ha superato la prova. ร come noi, la cananea. ร insistente, come si fa con le divinitร , con i guru. Rispettosa e zuccherosa, per blandire, per convincere. Come facciamo noi quando, tiepidi e scostanti, ci troviamo di fronte ad un grave problema e, subito, diventiamo fervorosi: sgraniamo rosari, promettiamo pellegrinaggi, accendiamo ceri votivi per convincere la distratta divinitร ad occuparsi di noi.
La provocazione di Gesรน รจ un pieno schiaffo alla cananea. E lei che fa? Ha ragione, il Maestro. Ma a volte anche i cani possono leccare le briciole che cadono dalla tavola dei figli. Sorride, ora, Gesรน. Questa donna ha capito.
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