Monastero di Bose – Commento al Vangelo del giorno – 27 Giugno 2020

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La sintesi sotto la cui cifra leggere i tre episodi di guarigione narrati da Matteo al capitolo 8 del suo vangelo non dobbiamo farla noi. La fa il vangelo stesso, occorre solo rileggerla e meditarla con fede: โ€œ[Gesรน] guarรฌ tutti i malati, perchรฉ si compisse ciรฒ che era stato detto dal profeta Isaia: โ€˜Egli ha preso le nostra infermitร  e si รจ caricato delle malattieโ€ (v. 17). La figura del servo sofferente del Signore profetizzato da Isaia nel suo quarto canto (cf. Is 53) รจ dunque ora visibile nella carne dellโ€™uomo Gesรน, che si fa servo di ogni uomo sofferente che incontra e che a lui si rivolge con fede.

Gesรน, come profetizzato da Isaia, รจ lโ€™Uomo che โ€œben conosce il patireโ€ (Is 53,3) dellโ€™uomo: e in questo brano evangelico lo vediamo ritratto proprio nel suo permettere che il patire dellโ€™uomo lo raggiunga, lo tocchi, lo attraversi e lo coinvolga. Gesti e parole si intrecciano per dire questo intreccio di coinvolgimento: il lebbroso, il centurione e la suocera di Pietro osano cercare un contatto con quellโ€™uomo che in loro aveva ispirato fiducia e aveva generato un germoglio di fede. Impressiona la quantitร  di verbi che dicono la prossimitร , cercata e desiderata come salvifica, tra essi e Gesรน: avvicinarsi (v. 2), andare incontro (v. 5), prostrarsi (v. 2), tendere la mano (v. 3), toccare (vv. 3 e 15), vedere (v. 14). A dire che non vi รจ gesto salvifico fuori da questo spazio ridotto del โ€œfarsi vicinoโ€: ogni qual volta questo spazio si riduce, allora cโ€™รจ la possibilitร  che un vero incontro, un incontro che fa del bene e dunque guarisce, lenisce, solleva, puรฒ avvenire.

Perchรฉ questo avvenga, ci dicono gli episodi narrati da Matteo, non deve mancare perรฒ un ingrediente essenziale: una fiducia discreta e rispettosa. Lo sappiamo bene: senza fiducia nessun incontro puรฒ avvenire. Senza fiducia si resta estranei gli uni gli altri. Al contrario, โ€œmi fido di teโ€ รจ la parola che sola puรฒ accompagnare un andare verso lโ€™altro, un cercare il contatto con lui. Un contatto che deve restare perรฒ nello spazio della grazia, della gratuitร . E per questo deve essere rispettoso e discreto. Colpisce come i tre โ€œbisognosi di guarigioneโ€ si avvicinino a Gesรน con decisione ma quasi in punta di piedi, come si fa con il โ€œSignoreโ€ (vv. 2 e 6): โ€œSe vuoiโ€ (v. 2), โ€œNon sono degnoโ€ (v. 8)…

E da questo contatto puรฒ nascere un prodigio di comunione e un evento di conversione. Sรฌ, ciรฒ puรฒ far nascere un inatteso e sorprendente aprire gli occhi su ciรฒ che fino ad ora non si era visto: un vedere la fede lร  dove non la si attendeva, come fa Gesรน con quel centurione pagano, il quale, con la sua fiducia forte e al contempo discreta e rispettosa, โ€œstrappaโ€ al Signore lโ€™apertura degli orizzonti del regno dei cieli alle estremitร  della terra. Gli orizzonti del banchetto della gioia assumono con Gesรน la misura della fede: una fede grande rende piรน grande il cuore di Dio che Gesรน rivela! Proprio come unโ€™altra pagana, piรน avanti nel Vangelo di Matteo, confermerร . Davanti a una donna siro-fenicia che a lui si rivolge con inattesa fiducia, Gesรน sarร  โ€œconvertitoโ€ e dirร : โ€œGrande รจ la tua fede! Avvenga per te come desideriโ€ (Mt 15,28).

fratel Matteo

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Fonte

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