Anche noi siamo stupiti e anche un po’ scossi. Gesù parla con autorevolezza, è evidente a tutti che sa bene di cosa parla. Leggendo ci accorgiamo che le sue parole, in questo caso, sono rivolte a noi.
A noi discepoli che cerchiamo con semplicità e autenticità di vivere il vangelo, che cerchiamo di lasciare che esso porti frutto alle nostre piccole vite. E l’ammonimento del Signore ci riguarda: corriamo il rischio di parlare tanto di lui, di pregarlo, di impegnarci senza che davvero la sua presenza abiti le nostre quotidianità .
Ci accorgiamo se siamo davvero credenti, se il vangelo ha scavato la nostra vita quando questa ci mette davanti a delle tempeste inattese e devastanti. Quando la malattia o il fallimento bussano alla nostra porta, allora ci rendiamo conto se la fede ha inciso o meno nella nostra speranza, se ha nutrito la nostra consapevolezza, se ha cambiato le nostre scelte.
Meditiamo la Parola, ancora e ancora, perché affondi nel terreno delle nostre convinzioni e ponga fondamenta ben salde per la nostra vita, per le tante cose che costruiamo e che restano in piedi solo se poggiano su Dio…
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