Commento al Vangelo di domenica 17 Maggio 2020– mons. Giuseppe Mani

- Pubblicità -

“Fedeli ai miei comandamenti”. Leggiamo bene questo vangelo. Fortunatamente non c’è scritto “Se osservate i miei comandamenti io vi amerò”. Questo viene dopo: è l’amore per Cristo che ci fa osservare i comandamenti, non il contrario. L’amore per Cristo non è il primo ma è l’amore di Cristo- di Dio- per noi che ci precede. “Amare come Lui ci ha amati”, “Lui ci ha amati per primo” ecc.

L’ordine è questo: l’amore di Dio per noi manifestato in Cristo e in tutto quello che ha fatto per noi; il riconoscimento di questo amore (che è la fede); amore-risposta per Cristo, questo amore per Cristo è finalmente amore di Dio. Osservanza dei comandamenti. Riflettiamo un momento: è illusorio pretendere di entrare in questo itinerario con l’osservanza dei comandamenti. Ciò che per noi è per primo, è riconoscere che noi siamo amati. In altri termini: la fiducia. Sempre e in ogni luogo dobbiamo ricominciare da questo cammino di fede.

La continuazione del discorso è ai versetti 21 e 23. Colui che ama Cristo, e questo è manifestato dall’osservanza dei comandamenti, sarà amato dal Padre e da Cristo e il Cristo si manifesterà a lui. Però l’amore del Padre e del Figlio non dipendono dal nostro amore ma si produce come uno scambio: l’amore passa da Dio all’uomo e dall’uomo a Dio e ritorna da Dio all’uomo. E’ una pulsazione. In più.
“Io mi manifesterò a lui” introduce una nuova fase, quella della Resurrezione: “Voi mi vedrete vivente”. Questo amore reciproco di Dio per l’uomo porta i frutti nell’esistenza concreta; cambia le cose; non resta nei sentimenti, nell’atteggiamento interiore. Genera nell’uomo l’osservanza dei comandamenti; da parte di Dio genera la resurrezione di Cristo e la nostra propria resurrezione. La resurrezione è manifestazione dell’amore eterno.

Quali comandamenti? Dio manifesta il suo amore e dona i suoi comandamenti. Questi due atti sono indissociabili. Il problema è: cosa fere per essere nel vero? Dio risponde e si pronuncia sul bene e sul male. Nella nostra reazione naturale contro il moralismo è difficile per noi sentir parlare di comandamenti. Quando però sentiamo che i comandamenti si riassumono nell’unico comandamento dell’amore siamo sollevati. Giustamente ma anche se l’amore è creativo e inventa cammini positivi di realizzazione non esiste più quando superiamo i limiti del decalogo interpretati dal discorso della montagna. Questo vuol dire che se l’amore c’è produce sempre l’osservanza della legge. Non abbiamo gli occhi sull’osservanza della legge ma la legge è il criterio della verità dell’amore. Se ci accorgiamo che non amiamo veramente cosa fare? Ricominciare da capo: riguardare Cristo che si fa vedere e riprendere coscienza dell’amore di Dio per noi.

Il mondo e i discepoli. Nel testo per due volte si parla del mondo: il mondo non riceve lo Spirito e non vedrà più Gesù.
Certamente anche i discepoli sono del mondo ma sono di quella parte del mondo che ha ricevuto il Figlio. Siamo avvertiti, anche se il mondo è salvato non dobbiamo aspettare altro che essere fermento. Questo è da mettere in relazione con le persecuzioni. L’annuncio “dell’altro Consolatore”che è “in voi” e i discepoli “in Lui” è per farci prendere coscienza della prossimità di Dio e per sottolineare il termine di interiorità: sarà “con voi”, “presso di voi” e “in voi”, come Gesù.

- Pubblicità -

Link al video

Altri Articoli
Related

Liturgia della Parola in LIS di giovedì 25 dicembre 2025

Le letture della Notte di Natale in LIS (Lingua...

Commento al Vangelo del 25 Dicembre 2025 – Sussidio Avvento CEI – Messa della Notte

«Un bambino è nato per noi» (Is 9,1-6) Tutta la...

p. Enzo Fortunato – Commento al Vangelo del 22 Dicembre 2025

Il commento al Vangelo del giorno a cura di...

padre Ezio Lorenzo Bono – Commento al Vangelo di lunedì 22 dicembre 2025

UN CANTO NEL GREMBO I. Cosa succede quando una donna...