In questi giorni stiamo rileggendo il discorso che il Signore fa ai discepoli prima della Passione, un discorso dโaddio โ e quando una persona a cui si vuole bene se ne va, รจ normale essere tristi, turbati, sorge un sentimento di malinconia, di assenza di qualcosa che, si sa, non ritornerร piรน.
Se la persona che si lascia, perรฒ, รจ amata, si sa che quellโamore vissuto insieme perdura nel cuore di entrambi, lascia un segno positivo che supera il tempo, come se rimanesse per sempre qualcosa. E giร questo รจ fonte di una gioia che รจ piรน forte della malinconia.
I distacchi non sono di certo semplici, ma fanno un poโ parte della vita. Il Signore sa quello che deve accadere, ma si preoccupa di lasciare un esempio e delle parole di consolazione per i suoi discepoli. Ma, soprattutto, sa che la sua morte non avrร lโultima parola, perchรฉ ha fede in quel padre della Vita verso il quale ha vissuto sempre in obbedienza e che ora non puรฒ lasciarlo solo.
Anche dopo la Resurrezione il Signore non lascerร a sua volta soli i discepoli, ma si farร presente tramite lo Spirito, come fa con noi oggi. Promette di starci vicino nel cammino della vita, di riempirla dโAmore e di farci sperimentare quella gioia della Resurrezione che Lui stesso ha provato. Come? Tramite lโincontro con Lui nella preghiera, nella comunitร e nellโEucarestia. Noi stessi diventiamo portatori dei segni della sua presenza nel mondo. La malinconia perde senso, perchรฉ lโAmore che Lui ci ha lasciato, tramite lo Spirito, รจ piรน grande di tutto.
Daniele Ferron SJ
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