“Un inviato non รจ piรน grande di chi lo ha mandato”
A volte si attacca la Chiesa esigendo da essa un aggiornamento ai nuovi tempi, alle nuove mode, alle nuove idee. Spesso la si critica per la lentezza nella sue decisioni o addirittura per la sua arretratezza nel modo di vedere la realtร . Tale critica nasce dall’idea, infondata, che la Chiesa sia essa stessa a capo del cristianesimo, della religione cristiana. Si dimentica invece che la Chiesa รจ “l’inviato” a cui Gesรน si riferisce nel Vangelo. Essa non ha il potere supremo di modificare a suo piacere i principi che disciplinano la vita cristiana. Alcune osservanze puรฒ cambiarle e mutarle a seconda del tempo e del contesto perchรจ sono di origine umana e vanno adeguate, ma ci sono dei punti fermi che non puรฒ alterare perchรจ appartengono a chi la ha inviata, a Dio. Per questo sbaglia chi (sia esso chierico,religioso o laico), pensando di precorrere i tempi della Chiesa, agisce contro di essa o diversamente da essa in qualsiasi ambito della vita cristiana (liturgia, sacramenti, caritร , dottrina). In tal caso non svolgerebbe piรน il ruolo di inviato, ma si assumerebbe un ruolo addirittura piรน grande di chi lo ha mandato, abbandonando l’insegnamento stesso di Gesรน.
In breve
Essere inviati non vuol dire essere subalterni, ma possedere il delicato compito di tramandare lo stesso insegnamento senza alterarlo, ma inculturandolo nel mutare dei tempi e dei contesti umani.
Di don Vincenzo Marinelli anche il libretto:
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