ยซLa sera di quel giorno, il primo della settimanaยป (Gv 20,19). Cosรฌ inizia il brano evangelico odierno, e questo puรฒ fare da filo conduttore della riflessione di oggi, almeno per due ragioni: questa apparizione diventa, per la cronologia, il dato che fonda il giorno del Signore, alias dies dominica, e della sua cadenza settimanale; in secondo luogo โ e il dato รจ cruciale โ il luogo privilegiato dellโincontro con il Risorto รจ la comunitร che รจ nata da lui.
Una comunitร di fratelli
Il quadretto che Luca in At 2,42-47 disegna della prima comunitร , che era nata e stava crescendo a Gerusalemme dopo la Pentecoste, sembra piรน un sogno che una realtร . ร vero! Forse perรฒ รจ meglio dire che รจ sรฌ un sogno, ma non รจ aria, anzi, possiede una forza tale capace di irrorare, pervadere e fecondare in continuazione la realtร , come sotto il vento dello Spirito che la fa vivere. ร ben noto, per esempio, che moltissime, fondazioni monastiche e religiose, se non tutte, sono nate dalla volontร di costruire comunitร ispirate al quadretto lucano.
La lettura proposta per la liturgia di oggi, anche se รจ piuttosto conosciuta, merita sempre di essere considerata con grande attenzione, perchรฉ ora una, ora lโaltra delle parole che contiene, puรฒ aprire sguardi nuovi, o piรน chiari, su cosa vuol dire per noi essere Chiesa.
Ho parlato di โcomunitร โ, e non a caso, perchรฉ la โcomunioneโ era uno dei quattro elementi sui quali si basava la comunitร , e come se non bastasse, poco dopo si rimarca che ยซavevano ogni cosa in comuneยป, e, per finire, il gruppo di quelle persone รจ qualificato con un sostantivo preciso: sono una โcomunitร โ.
Sono giร passati tanti anni dalla conclusione del concilio Vaticano II, ma ricordo ancora lโentusiasmo di quegli anni, quando si tornรฒ a pensare la Chiesa come koinonia, andando oltre quella di ยซsocietร perfettaยป, nata forse con buone intenzioni (la societas nel medioevo era un rapporto fraterno, che Ildegarda di Bingen usava per descrivere il matrimonio), ma che, col tempo, ha finito per causare non pochi guai, fino al dominio di una visione pesantemente โgiuridicaโ della Chiesa.
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I quattro elementi della comunione sono tutti tremendamente importanti, e vanno tenuti insieme come i quattro pilastri che sostengono una volta a crociera, che ha nella โperseveranzaโ quella che si chiama la chiave di volta, il perno che regge tutto.
Non a caso si comincia dallโascolto della Parola, che รจ il punto di partenza e la condizione per la continuitร e la crescita della vita comune: ยซla fede viene dallโascolto, e lโascolto riguarda la parola di Cristoยป, come proclama lapidariamente Paolo in Rm 10,17.
La parola genera e rigenera la โcomunioneโ, che รจ la vita fraterna, quella che si esplicita concretamente in alcune pratiche dettagliate piรน sotto: stare insieme, avere ogni cosa in comune, vendere proprietร e sostanze dividendole con tutti per sovvenire ai bisogni di ciascuno, prendere il cibo insieme con letizia e semplicitร di cuore.
Le due condizioni che seguono sono gli elementi rituali, che simboleggiano e prendono senso dalle pratiche suddette, con attenzione a che non si perda mai la loro connessione intrinseca, perchรฉ, se si separano, rischiano di perdere fiato e di estinguersi ambedue. Sappiamo tutti, credo, quanto sia difficile tradurre in pratica questo โsognoโ, soprattutto quando la comunitร concreta in cui si vive pare ridursi a un pollaio di galli e galline in cui lo sport preferito รจ quello di beccarsi gli uni gli altri.
Mi viene istintivo, a questo punto, rimandare alla lettura del primo capitolo de La vita comune di Dietrich Bonhoeffer, dove รจ scritto: ยซSono fratello dellโaltro solo per ciรฒ che Gesรน Cristo ha fatto per me e in me; lโaltro mi รจ divenuto fratello per ciรฒ che Gesรน Cristo ha fatto per lui e in lui. Solo per mezzo di Cristo siamo fratelliยป. E poco oltre afferma: ยซChi ama il proprio sogno di comunione cristiana piรน della comunione cristiana effettiva, รจ destinato ad essere un elemento distruttore di ogni comunitร cristiana, anche se รจ personalmente sincero, serio e pieno di abnegazioneยป. Cosรฌ si arriva a capire che ยซproprio il momento della grande delusione nei confronti del fratello diventa per me un impareggiabile momento di salvezza, che mi fa capire fino in fondo che sia lui che io non possiamo vivere in nessun modo delle nostre parole e azioni, ma solo dellโunica parola e azione che ci unisce nella veritร , cioรจ la remissione dei peccati in Gesรน Cristoยป (ed. Queriniana, Brescia 1991, p. 21-23 passim).
Lโamore precede la fede
La seconda lettura, da 1Pt 1,3-9, รจ una preghiera di benedizione, probabilmente unโomelia battesimale, che esalta la nuova condizione di โvita risortaโ che ci รจ stata donata nel battesimo, nel quale misticamente diventiamo carne della carne di Cristo: viene cioรจ innestata in noi quella radice che รจ lโorigine e la ragione del nostro vivere in comunione.
ร esattamente quello che abbiamo appena sentito nelle parole di Bonhoeffer, dove ci รจ stato ricordato che la base della nostra fraternitร non รจ quello che possiamo fare di utile lโuno per lโaltro, ma quello che Cristo ha โgiร fattoโ per tutti e due, qualcosa che รจ sicuro e stabile, non certo dipendente dalla nostra volubilitร , e che neanche puรฒ essere oscurato dai nostri fallimenti.
Il testo di Pietro รจ un canto lirico di gratitudine, di fiducia, di gioia e di lode: ยซmediante la risurrezione di Cristo, siamo stati rigenerati per una speranza viva, unโereditร che non si corrompe, non si macchia e non marcisceยป! Ed รจ la stessa potenza di Dio che ci โcustodisceโ, verbo decisivo che echeggia le parole rivolte da Gesรน ai discepoli nellโultima cena, allora una promessa, ora una realtร . Neanche le prove dovrebbero logorare questa fiducia, perchรฉ servono a โpurificarciโ, come si fa con lโoro, attraverso il fuoco.
E qui veniamo allโaffermazione che diventerร il soggetto di una ulteriore beatitudine nel racconto evangelico che segue: ยซVoi lo amate, pur senza averlo visto, e ora, senza vederlo, credete in luiยป. Si noti come, forse un poโ a sorpresa, lโamore precede la fede, perchรฉ lo scatto del cuore, in ogni buona relazione, anticipa la mente e la sostiene, come dice molto bene la volpe al Piccolo principe: ยซLโessenziale รจ invisibile agli occhi; si vede bene solo con il cuoreยป.
Lโincontro con Tommaso
Nel quarto vangelo, dopo lโincontro personale con Maria di Magdala, la sera dello stesso giorno, il Risorto appare al gruppo dei discepoli (Gv 20,19-31) ai quali la stessa Maria aveva annunciato: ยซHo visto il Signoreยป e ciรฒ che le aveva detto. La notizia, perรฒ, pare non aver cambiato niente: i discepoli stanno chiusi per paura dei giudei.
Lโiniziativa รจ di Gesรน, e in quel momento i discepoli appaiono solo come dei recettori passivi. Il Gesรน che sta davanti ai loro occhi รจ lo stesso di prima, e mostra mani e fianco che portano ben visibili le tracce della passione sofferta, ma non รจ piรน lui, perchรฉ ora le porte chiuse non sono piรน un ostacolo, come non lo รจ stata la pietra del sepolcro.
E in quelle mani e in quel fianco, in quelle ferite, ci sono altre โporteโ che mostrano il suo amore e il suo cuore: รจ come se il suo corpo si aprisse per fare uscire dalle mani la misericordia, e per accogliere tutti nel cuore, che Giuliana di Norwich, guidata da Dio, vede come un giardino, un nuovo Eden, ยซun luogo bello e delizioso, largo abbastanza da contenere tutta lโumanitร salvata perchรฉ vi riposasse nella pace e nellโamoreยป (Una rivelazione dellโamore, Milano 2015, c. 24, p. 188).
E il dono che Gesรน รจ venuto ad offrire si riassume in una โpaceโ che รจ anzitutto e soprattutto misericordia e perdono. Anche per questo la domenica odierna รจ qualificata come ยซdella divina misericordiaยป.
Ma il vangelo di oggi parla di unโaltra apparizione, dove compare uno che era assente dalla prima: Tommaso. Dobbiamo pensare che anche lui, come i due di Emmaus, aveva lasciato la comunitร perchรฉ la sua speranza era andata delusa? ร possibile. Per quale ragione, se il caso รจ questo, รจ poi tornato nel gruppo? Possono essergli arrivate alle orecchie voci che raccontavano dellโapparizione del โprimo giornoโ. Non ci รจ dato saperlo.
Sta di fatto che, ritrovando gli altri discepoli, gli ripetono quello che a loro aveva detto Maria di Magdala. Ma come gli altri non avevano creduto a Maria, lui non crede agli altri. Ancora una volta al centro vengono le ferite di mani e piedi, che sono ormai diventate i โsegni caratteristiciโ dellโidentitร di Gesรน.
Otto giorni dopo il primo, si ripete la scena, e ancora una volta lโiniziativa parte da Gesรน, che invita Tommaso a rendersi conto di persona di quello che ora vede con i suoi occhi. ร difficile, rileggendo la scena, sottrarsi al ricordo di quanto ne ha fatto il Caravaggio, dove, allo sguardo placido e benevolo di Gesรน, fa da contrasto lโaviditร di quello di Tommaso e la curiositร , e insieme la cautela, con cui cerca di infilare il suo dito nella piaga del costato.
Che lโabbia davvero fatto non รจ detto: non era ormai piรน necessario, perchรฉ lโapostolo prorompe nella piรน chiara e decisa confessione di fede che si conosca. Da qui il commento del Signore: ยซPerchรฉ mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno credutoยป. Gesรน non รจ andato a cercare o a inseguire Tommaso; ha preferito che fosse lui a cercarlo perchรฉ imparasse che il luogo privilegiato della sua presenza รจ la sua comunitร .
Cโรจ di sicuro nel cammino di fede una dimensione personale, ma se anche il percorso comincia con unโesperienza del singolo, questa ha come traguardo e come sede di crescita lโesperienza della comunitร , in una o piรน delle tante forme in cui questa prende corpo. E cosรฌ si ritorna daccapo, al quadretto idillico dipinto da Luca, dove il nostro rapporto con Gesรน e la sua comunitร รจ chiamato a trasformare il sogno in realtร .
