
Il Vangelo che ci รจ stato annunciato sembra voler scandire il tempo dei credenti sullโevento pasquale: รจ la Pasqua che dร il ritmo alla vita dei discepoli. E questo fin dallโinizio. Gesรน risorto, infatti, dopo essere apparso ai discepoli nel giorno di Pasqua, torna nuovamente in mezzo a loro otto giorni dopo. Potremmo dire, la domenica seguente. Questa volta cโรจ anche Tommaso. E cosรฌ, di domenica in domenica sino ad oggi, ininterrottamente da duemila anni, i discepoli di Gesรน si radunano in ogni parte della terra per poter rivivere lโincontro con il Signore risorto.
Gli apostoli se ne stavano rintanati nel Cenacolo, a porte chiuse, per paura. Paura di perdere la loro vita e la loro tranquillitร o anche quel poco che era loro rimasto dopo la morte di Gesรน. Erano tristi e rassegnati; tanto che avevano preso in giro le donne che con timore e gioia si erano recate da loro per annunciare la resurrezione di Gesรน. Ma il Signore quel giorno aprรฌ il loro cuore e vinse la loro incredulitร . Al vedere il Signore ย scrive lโevangelista ย i discepoli gioirono e furono ripieni di Spirito Santo. Furono trasformati profondamente come da una nuova e irresistibile energia interiore. Non erano piรน come prima.
E subito lo dissero a Tommaso: โAbbiamo visto il Signore!โ. Ma Tommaso non volle credere alle loro parole: โSe non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il dito nel posto dei chiodi e non metto la mia mano nel suo costato, non crederรฒโ. Eppure non era un cattivo o un mediocre discepolo, nรฉ era il freddo razionalista, lโuomo del fatto concreto, dellโesperienza, lโuomo positivo che non si lascia andare allโemozione e al sentimento come le donne di cui parla il Vangelo. Tommaso era in veritร un uomo dai sentimenti forti: quando Gesรน decise di recarsi dallโamico Lazzaro, malgrado i pericoli di morte, fu il primo a dire: โAndiamo anche noi a morire con luiโ.
E quando Gesรน parlรฒ della sua dipartita, Tommaso a nome di tutti si fece avanti per chiedere: โSignore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la viaโ. Tommaso non era un uomo incapace di sentimenti. Tuttavia, aveva ormai accettato che la resurrezione, di cui Gesรน aveva pure parlato, fosse solo un discorso, solo parole. E quando gli altri dieci gli annunciarono il Vangelo di Pasqua, egli rispose con il suo discorso, con il suo โcredoโ: se non vedo e non metto la mano nel suo costato, non crederรฒ. ร il โcredoโ di un uomo non cattivo, anzi generoso. Ma per lui esiste solo ciรฒ che vede e tocca. ร il credo di tanti uomini e di tante donne, i quali piรน che razionalisti sono egocentrici.
ร il credo di coloro che sono prigionieri del proprio orizzonte ristretto, prigionieri delle proprie sensazioni, chiusi appunto unicamente in quello che vedono e che toccano. Costoro non credono a quello che non riescono a toccare, non credono a ciรฒ che รจ lontano da loro e dai loro interessi. ร il โnon credoโ di un mondo di egocentrici, che facilmente diventa pigro, violento e ingiusto. Sรฌ, perchรฉ lโegocentrismo porta sempre a chiudersi e ad essere increduli. Per questo non di rado il credo di Tommaso รจ anche il nostro credo.
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Otto giorni dopo la Pasqua Gesรน ritorna in mezzo ai discepoli. Questa volta cโรจ anche Tommaso. Potremmo aggiungere: ci siamo anche noi. E Gesรน, dopo aver ripetuto il saluto di pace, invita Tommaso a toccare le sue ferite. In veritร รจ Gesรน che tocca il cuore incredulo del discepolo chiamandolo per nome e dicendogli โnon essere incredulo, ma credenteโ. Queste parole piene di affetto e di tenero rimprovero, fanno cadere in ginocchio Tommaso. Egli non ha avuto bisogno di toccare, perchรฉ รจ stato toccato lui nel cuore dal Vangelo. Certo ha visto il Signore ancora segnato dalle ferite. E forse รจ stata proprio la visione del corpo ferito, il veicolo attraverso cui le parole del Signore sono arrivate al cuore di Tommaso.
โMetti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fiancoโ, dice Gesรน a Tommaso. Sรฌ, รจ necessario mettere le mani nei tanti corpi feriti, malati e indeboliti che noi incontriamo, se si vuole incontrare il Signore risorto. La vittoria sulla nostra incredulitร e sullโincredulitร del mondo inizia proprio di qui: ascoltare il Vangelo di Pasqua e toccare le ferite del corpo di Gesรน ancora piagato in tanti uomini e donne vicini e lontani da noi. Di qui nasce la gioia della Pasqua. Lโapostolo Pietro ce lo ricorda: โVoi lo amate, pur senza averlo visto, e ora, senza vederlo, credete in lui. Perciรฒ esultate di gioia indicibile e gloriosaโ (1 Pt 1,8).
Qui tutti i commenti al Vangelo delle domeniche precedenti di mons. Vincenzo Paglia
