Padre Fernando Armellini, biblista Dehoniano, commenta il Vangelo di domenica 5 Aprile 2020.
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Gesรน si trova a tavola con i Dodici e, mentre stanno cenando, si rivolge a loro dicendo: โUno di voi mi tradirร !โ. Allora essi, profondamente rattristati, incominciano a chiedergli, uno per uno: โSono forse io, Signore?โ. Anche Giuda, il traditore, prendendo la parola, gli dice: โSono forse io, Rabbi?โ. Gesรน gli risponde: โTu lโhai dettoโ (Mt 26,20-25).
Uno dovrebbe sapere se รจ traditore o no; che bisogno cโรจ di chiederlo a Cristo? Giuda รจ ipocrita fino allโultimo; ma gli altri perchรฉ chiedono: โSono forse io?โ.
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Se le cose fossero andate proprio in questo modo, alla risposta di Gesรน che smaschera il traditore avrebbe fatto seguito lโimmediata reazione degli undici e il regolamento di conti con il colpevole. Invece la cena riprende tranquilla.
ย Una preoccupazione di tipo pastorale muove Matteo a collocare lโinterrogativo sulla bocca di tutti i presenti. Vuole che ogni cristiano continui a porsi la domanda: sono forse io un traditore?
Giuda รจ il simbolo dellโantidiscepolo, cioรจ di colui che coltiva progetti opposti a quelli di Gesรน, di colui che รจ disposto a tradire la propria fede per amore del denaro e che รจ pronto a porsi a capo di coloro che lottano contro le forze del bene.
Il vero discepolo non sโillude di essere immune da questo pericolo. Conosce la propria fragilitร , sa che puรฒ facilmente prendere abbagli e, magari in buona fede, trasformarsi in traditore, schierarsi contro il Maestro, fare il gioco dei nemici della vita.
Solo il costante confronto con la parola di Cristo e con il gesto sommo del suo amore puรฒ evitare ingenue, arroganti sicurezze e tragiche illusioni.
Per interiorizzare il messaggio, ripeteremo:
โSolo chi allโodio risponde con lโamore introduce nel mondo una novitร e un principio di vitaโ
Prima Lettura (Is 50,4-7)
4 Il Signore Dio mi ha dato una lingua da iniziati,
perchรฉ io sappia indirizzare allo sfiduciato una parola.
Ogni mattina fa attento il mio orecchio
perchรฉ io ascolti come gli iniziati.
5 Il Signore Dio mi ha aperto lโorecchio
e io non ho opposto resistenza,
non mi sono tirato indietro.
6 Ho presentato il dorso ai flagellatori,
la guancia a coloro che mi strappavano la barba;
non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi.
7 Il Signore Dio mi assiste, per questo non resto confuso,
per questo rendo la mia faccia dura come pietra,
sapendo di non restare deluso.
Spiegando la prima lettura della festa del battesimo del Signore, abbiamo parlato di un personaggio misterioso che entra in scena nella seconda parte del libro dโIsaia. Si tratta del โServo del Signoreโ. Nella lettura di oggi questo โServoโ ricompare e parla.
Descrive anzitutto la missione che gli รจ stata affidata: รจ inviato ad annunciare un messaggio di consolazione a chi รจ abbattuto e senza speranza (v. 4). Dalle sue labbra escono sempre e solo parole di conforto per chi si รจ smarrito su vie non buone e non riesce a ritrovare il retto cammino, per chi รจ avvolto dalle tenebre e brancola nel buio.
Poi chiarisce il modo con cui porterร a compimento la sua missione (vv. 4-5). Il Signore gli ha dato un orecchio capace di ascoltare e una bocca in grado di comunicare. Ciรฒ che udiva non era piacevole, ma non ha accettato compromessi, non si รจ tirato indietro, ha saputo resistere (v. 5).
Infine racconta ciรฒ che gli รจ successo, quali sono state le conseguenze della sua coerenza. Ha comunicato fedelmente il messaggio udito ed รจ stato percosso, insultato, schiaffeggiato, gli hanno sputato in faccia, ma non ha reagito, ha continuato a confidare nel Signore (v. 7).
Ascoltando soprattutto lโultima parte della lettura, si รจ spontaneamente indotti ad accostare questo Servo a Gesรน (subito dopo la Pasqua, i cristiani hanno fatto questo collegamento). Come il โServo del Signoreโ, Gesรน si รจ mantenuto in ascolto del Padre, ha pronunciato solo parole di consolazione e di speranza, ha dato conforto agli sfiduciati e agli emarginati e ha fatto la fine del Servo di cui si parla nel libro di Isaia (cf. Mt 27,27-31).
Il rischio รจ quello di soffermarsi a contemplare e ad ammirare la fedeltร di Gesรน, di commuoversi di fronte a ciรฒ che egli ha sofferto, di provare sdegno per le ingiustizie che ha subito e di concludere che, anche oggi, qualche eroe fedele a Dio puรฒ ripetere la medesima, drammatica esperienza del Servo del Signore.
Non qualche eroe, ma ogni credente รจ chiamato a svolgere la missione del โServoโ e di Cristo: mantenersi in ascolto della parola di Dio, tradurre in atto ciรฒ che ha udito ed essere disposto anche a portarne le conseguenze.
Seconda Lettura (Fil 2,6-11)
6 Cristo Gesรน, pur essendo di natura divina,
non considerรฒ un tesoro geloso
la sua uguaglianza con Dio;
7 ma spogliรฒ se stesso,
assumendo la condizione di servo
e divenendo simile agli uomini;
apparso in forma umana,
8 umiliรฒ se stesso
facendosi obbediente fino alla morte
e alla morte di croce.
9 Per questo Dio lโha esaltato
e gli ha dato il nome
che รจ al di sopra di ogni altro nome;
10 perchรฉ nel nome di Gesรน
ogni ginocchio si pieghi
nei cieli, sulla terra e sotto terra;
11 e ogni lingua proclami
che Gesรน Cristo รจ il Signore, a gloria di Dio Padre.
La comunitร di Filippi era molto buona e Paolo ne era orgoglioso, ma, come spesso succede, cโera anche un poโ dโinvidia fra i cristiani. Qualcuno cercava di attirare su di sรฉ lโattenzione, voleva farla un poโ da padrone imponendo la sua volontร .
A causa di questa situazione Paolo, nella prima parte della lettera raccomanda in modo accorato: โFate che la mia gioia sia piena, andate dโaccordo, abbiate lo stesso amore, unโanima sola, un medesimo modo di sentire; non fate nulla per rivalitร , nulla per vanagloria. Non badate al vostro bene, ma a quello degli altriโ (Fil 2,2-4).
Per imprimere meglio nella mente e nel cuore dei filippesi questo insegnamento, presenta lโesempio di Cristo. Lo fa citando un inno stupendo, conosciuto in molte delle comunitร cristiane del I secolo.
In due strofe lโinno racconta la storia di Gesรน.
Egli esisteva giร prima di farsi uomo; incarnandosi โsi รจ svuotatoโ della sua grandezza divina ed ha accettato di entrare in unโesistenza schiava della morte. Non si รจ rivestito della nostra umanitร come di un abito esterno del quale si รจ poi sbarazzato. Si รจ fatto per sempre simile a noi: ha assunto la nostra debolezza, la nostra ignoranza, la nostra fragilitร , le nostre passioni, i nostri sentimenti e la nostra condizione mortale. ร apparso ai nostri occhi nellโumiltร del piรน disprezzato degli uomini, lo schiavo, colui al quale i Romani riservavano il supplizio ignominioso della croce (vv. 6-8).
Ma il cammino che egli ha percorso non si รจ concluso con lโumiliazione e la morte in croce.
La seconda parte dellโinno (vv. 9-11) canta la gloria alla quale egli รจ stato elevato: il Padre lo ha risuscitato, lo ha additato a modello per ogni uomo, gli ha dato il potere ed il dominio su ogni creatura. Lโumanitร intera finirร per essere unita a lui e in quel momento il progetto di Dio sarร compiuto.
Vangelo (Mt 26,14-27,66)
14 Allora uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariota, andรฒ dai sommi sacerdoti 15 e disse: โQuanto mi volete dare perchรฉ io ve lo consegni?โ. E quelli gli fissarono trenta monete dโargento. 16 Da quel momento cercava lโoccasione propizia per consegnarlo.
17 Il primo giorno degli Azzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesรน e gli dissero: โDove vuoi che ti prepariamo, per mangiare la Pasqua?โ. 18 Ed egli rispose: โAndate in cittร , da un tale, e ditegli: Il Maestro ti manda a dire: Il mio tempo รจ vicino; farรฒ la Pasqua da te con i miei discepoliโ. 19 I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesรน, e prepararono la Pasqua.
20 Venuta la sera, si mise a mensa con i Dodici. 21 Mentre mangiavano disse: โIn veritร io vi dico, uno di voi mi tradirร โ. 22 Ed essi, addolorati profondamente, incominciarono ciascuno a domandargli: โSono forse io, Signore?โ. 23 Ed egli rispose: โColui che ha intinto con me la mano nel piatto, quello mi tradirร . 24 Il Figlio dellโuomo se ne va, come รจ scritto di lui, ma guai a colui dal quale il Figlio dellโuomo viene tradito; sarebbe meglio per quellโuomo se non fosse mai nato!โ. 25 Giuda, il traditore, disse: โRabbรฌ, sono forse io?โ. Gli rispose: โTu lโhai dettoโ.
26 Ora, mentre essi mangiavano, Gesรน prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezzรฒ e lo diede ai discepoli dicendo: โPrendete e mangiate; questo รจ il mio corpoโ. 27 Poi prese il calice e, dopo aver reso grazie, lo diede loro, dicendo: โBevetene tutti, 28 perchรฉ questo รจ il mio sangue dellโalleanza, versato per molti, in remissione dei peccati. 29 Io vi dico che da ora non berrรฒ piรน di questo frutto della vite fino al giorno in cui lo berrรฒ nuovo con voi nel regno del Padre mioโ.
30 E dopo aver cantato lโinno, uscirono verso il monte degli Ulivi. 31 Allora Gesรน disse loro: โVoi tutti vi scandalizzerete per causa mia in questa notte. Sta scritto infatti: โPercuoterรฒ il pastore e saranno disperse le pecore del gregge, 32 ma dopo la mia risurrezione, vi precederรฒ in Galileaโ. 33 E Pietro gli disse: โAnche se tutti si scandalizzassero di te, io non mi scandalizzerรฒ maiโ. 34 Gli disse Gesรน: โIn veritร ti dico: questa notte stessa, prima che il gallo canti, mi rinnegherai tre volteโ. 35 E Pietro gli rispose: โAnche se dovessi morire con te, non ti rinnegherรฒโ. Lo stesso dissero tutti gli altri discepoli.
36 Allora Gesรน andรฒ con loro in un podere, chiamato Getsรจmani, e disse ai discepoli: โSedetevi qui, mentre io vado lร a pregareโ. 37 E presi con sรฉ Pietro e i due figli di Zebedรจo, cominciรฒ a provare tristezza e angoscia. 38 Disse loro: โLa mia anima รจ triste fino alla morte; restate qui e vegliate con meโ. 39 E avanzatosi un poco, si prostrรฒ con la faccia a terra e pregava dicendo: โPadre mio, se รจ possibile, passi da me questo calice! Perรฒ non come voglio io, ma come vuoi tu!โ. 40 Poi tornรฒ dai discepoli e li trovรฒ che dormivano. E disse a Pietro: โCosรฌ non siete stati capaci di vegliare unโora sola con me? 41 Vegliate e pregate, per non cadere in tentazione. Lo spirito รจ pronto, ma la carne รจ deboleโ. 42 E di nuovo, allontanatosi, pregava dicendo: โPadre mio, se questo calice non puรฒ passare da me senza che io lo beva, sia fatta la tua volontร โ. 43 E tornato di nuovo trovรฒ i suoi che dormivano, perchรฉ gli occhi loro si erano appesantiti. 44 E lasciatili, si allontanรฒ di nuovo e pregรฒ per la terza volta, ripetendo le stesse parole. 45 Poi si avvicinรฒ ai discepoli e disse loro: โDormite ormai e riposate! Ecco, รจ giunta lโora nella quale il Figlio dellโuomo sarร consegnato in mano ai peccatori. 46 Alzatevi, andiamo; ecco, colui che mi tradisce si avvicinaโ.
47 Mentre parlava ancora, ecco arrivare Giuda, uno dei Dodici, e con lui una gran folla con spade e bastoni, mandata dai sommi sacerdoti e dagli anziani del popolo. 48 Il traditore aveva dato loro questo segnale dicendo: โQuello che bacerรฒ, รจ lui; arrestatelo!โ. 49 E subito si avvicinรฒ a Gesรน e disse: โSalve, Rabbรฌ!โ. E lo baciรฒ. 50 E Gesรน gli disse: โAmico, per questo sei qui!โ. Allora si fecero avanti e misero le mani addosso a Gesรน e lo arrestarono. 51 Ed ecco, uno di quelli che erano con Gesรน, messa mano alla spada, la estrasse e colpรฌ il servo del sommo sacerdote staccandogli un orecchio.
52 Allora Gesรน gli disse: โRimetti la spada nel fodero, perchรฉ tutti quelli che mettono mano alla spada periranno di spada. 53 Pensi forse che io non possa pregare il Padre mio, che mi darebbe subito piรน di dodici legioni di angeli? 54 Ma come allora si adempirebbero le Scritture, secondo le quali cosรฌ deve avvenire?โ. 55 In quello stesso momento Gesรน disse alla folla: โSiete usciti come contro un brigante, con spade e bastoni, per catturarmi. Ogni giorno stavo seduto nel tempio ad insegnare, e non mi avete arrestato. 56 Ma tutto questo รจ avvenuto perchรฉ si adempissero le Scritture dei profetiโ. Allora tutti i discepoli, abbandonatolo, fuggirono.
57 Or quelli che avevano arrestato Gesรน, lo condussero dal sommo sacerdote Caifa, presso il quale giร si erano riuniti gli scribi e gli anziani. 58 Pietro intanto lo aveva seguito da lontano fino al palazzo del sommo sacerdote; ed entrato anche lui, si pose a sedere tra i servi, per vedere la conclusione.
59 I sommi sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano qualche falsa testimonianza contro Gesรน, per condannarlo a morte; 60 ma non riuscirono a trovarne alcuna, pur essendosi fatti avanti molti falsi testimoni. 61 Finalmente se ne presentarono due, che affermarono: โCostui ha dichiarato: Posso distruggere il tempio di Dio e ricostruirlo in tre giorniโ. 62 Alzatosi il sommo sacerdote gli disse: โNon rispondi nulla? Che cosa testimoniano costoro contro di te?โ. 63 Ma Gesรน taceva. Allora il sommo sacerdote gli disse: โTi scongiuro, per il Dio vivente, perchรฉ ci dica se tu sei il Cristo, il Figlio di Dioโ. 64 โTu lโhai detto, gli rispose Gesรน, anzi io vi dico: โdโora innanzi vedrete il Figlio dellโuomo seduto alla destra di Dio, e venire sulle nubi del cieloโ.
65 Allora il sommo sacerdote si stracciรฒ le vesti dicendo: โHa bestemmiato! Perchรฉ abbiamo ancora bisogno di testimoni? Ecco, ora avete udito la bestemmia; 66 che ve ne pare?โ. E quelli risposero: โ ร reo di morte!โ. 67 Allora gli sputarono in faccia e lo schiaffeggiarono; altri lo bastonavano, 68 dicendo: โIndovina, Cristo! Chi รจ che ti ha percosso?โ.
69 Pietro intanto se ne stava seduto fuori, nel cortile. Una serva gli si avvicinรฒ e disse: โAnche tu eri con Gesรน, il Galileo!โ. 70 Ed egli negรฒ davanti a tutti: โNon capisco che cosa tu voglia direโ. 71 Mentre usciva verso lโatrio, lo vide unโaltra serva e disse ai presenti: โCostui era con Gesรน, il Nazarenoโ. 72 Ma egli negรฒ di nuovo giurando: โNon conosco quellโuomoโ. 73 Dopo un poco, i presenti gli si accostarono e dissero a Pietro: โCerto anche tu sei di quelli; la tua parlata ti tradisce!โ. 74 Allora egli cominciรฒ a imprecare e a giurare: โNon conosco quellโuomo!โ. E subito un gallo cantรฒ. 75 E Pietro si ricordรฒ delle parole dette da Gesรน: โPrima che il gallo canti, mi rinnegherai tre volteโ. E uscito allโaperto, pianse amaramente.
27,1 Venuto il mattino, tutti i sommi sacerdoti e gli anziani del popolo tennero consiglio contro Gesรน, per farlo morire. 2 Poi, messolo in catene, lo condussero e consegnarono al governatore Pilato.
3 Allora Giuda, il traditore, vedendo che Gesรน era stato condannato, si pentรฌ e riportรฒ le trenta monete dโargento ai sommi sacerdoti e agli anziani 4 dicendo: โHo peccato, perchรฉ ho tradito sangue innocenteโ. Ma quelli dissero: โChe ci riguarda? Veditela tu!โ. 5 Ed egli, gettate le monete dโargento nel tempio, si allontanรฒ e andรฒ ad impiccarsi. 6 Ma i sommi sacerdoti, raccolto quel denaro, dissero: โNon รจ lecito metterlo nel tesoro, perchรฉ รจ prezzo di sangueโ. 7 E tenuto consiglio, comprarono con esso il Campo del vasaio per la sepoltura degli stranieri. 8 Perciรฒ quel campo fu denominato โCampo di sangueโ fino al giorno dโoggi. 9 Allora si adempรฌ quanto era stato detto dal profeta Geremia: E presero trenta denari dโargento, il prezzo del venduto, che i figli di Israele avevano mercanteggiato, 10 e li diedero per il campo del vasaio, come mi aveva ordinato il Signore.
11 Gesรน intanto comparve davanti al governatore, e il governatore lโinterrogรฒ dicendo: โSei tu il re dei giudei?โ. Gesรน rispose โTu lo diciโ. 12 E mentre lo accusavano i sommi sacerdoti e gli anziani, non rispondeva nulla. 13 Allora Pilato gli disse: โNon senti quante cose attestano contro di te?โ. 14 Ma Gesรน non gli rispose neanche una parola, con grande meraviglia del governatore.
15 Il governatore era solito, per ciascuna festa di Pasqua, rilasciare al popolo un prigioniero, a loro scelta. 16 Avevano in quel tempo un prigioniero famoso, detto Barabba. 17 Mentre quindi si trovavano riuniti, Pilato disse loro: โChi volete che vi rilasci: Barabba o Gesรน chiamato il Cristo?โ. 18 Sapeva bene infatti che glielo avevano consegnato per invidia.
19 Mentre egli sedeva in tribunale, sua moglie gli mandรฒ a dire: โNon avere a che fare con quel giusto; perchรฉ oggi fui molto turbata in sogno, per causa suaโ. 20 Ma i sommi sacerdoti e gli anziani persuasero la folla a richiedere Barabba e a far morire Gesรน. 21 Allora il governatore domandรฒ: โChi dei due volete che vi rilasci?โ. Quelli risposero: โBarabba!โ. 22 Disse loro Pilato: โChe farรฒ dunque di Gesรน chiamato il Cristo?โ. Tutti gli risposero: โSia crocifisso!โ. 23 Ed egli aggiunse: โMa che male ha fatto?โ. Essi allora urlarono: โSia crocifisso!โ.
24 Pilato, visto che non otteneva nulla, anzi che il tumulto cresceva sempre piรน, presa dellโacqua, si lavรฒ le mani davanti alla folla: โNon sono responsabile, disse, di questo sangue; vedetevela voi!โ. 25 E tutto il popolo rispose: โIl suo sangue ricada sopra di noi e sopra i nostri figliโ. 26 Allora rilasciรฒ loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesรน, lo consegnรฒ ai soldati perchรฉ fosse crocifisso.
27 Allora i soldati del governatore condussero Gesรน nel pretorio e gli radunarono attorno tutta la coorte. 28 Spogliatolo, gli misero addosso un manto scarlatto 29 e, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo, con una canna nella destra; poi mentre gli si inginocchiavano davanti, lo schernivano: โSalve, re dei giudei!โ. 30 E sputandogli addosso, gli tolsero di mano la canna e lo percuotevano sul capo. 31 Dopo averlo cosรฌ schernito, lo spogliarono del mantello, gli fecero indossare i suoi vestiti e lo portarono via per crocifiggerlo.
32 Mentre uscivano, incontrarono un uomo di Cirene, chiamato Simone, e lo costrinsero a prender su la croce di lui. 33 Giunti a un luogo detto Gรฒlgota, che significa luogo del cranio, 34 gli diedero da bere vino mescolato con fiele; ma egli, assaggiatolo, non ne volle bere. 35 Dopo averlo quindi crocifisso, si spartirono le sue vesti tirandole a sorte. 36 E sedutisi, gli facevano la guardia. 37 Al di sopra del suo capo, posero la motivazione scritta della sua condanna: โQuesti รจ Gesรน, il re dei giudeiโ.
38 Insieme con lui furono crocifissi due ladroni, uno a destra e uno a sinistra.
39 E quelli che passavano di lร lo insultavano scuotendo il capo e dicendo: 40 โTu che distruggi il tempio e lo ricostruisci in tre giorni, salva te stesso! Se tu sei Figlio di Dio, scendi dalla croce!โ. 41 Anche i sommi sacerdoti con gli scribi e gli anziani lo schernivano: 42 โHa salvato gli altri, non puรฒ salvare se stesso. ร il re dโIsraele, scenda ora dalla croce e gli crederemo. 43 Ha confidato in Dio; lo liberi lui ora, se gli vuol bene. Ha detto infatti: Sono Figlio di Dio!โ. 44 Anche i ladroni crocifissi con lui lo oltraggiavano allo stesso modo.
45 Da mezzogiorno fino alle tre del pomeriggio si fece buio su tutta la terra. 46 Verso le tre, Gesรน gridรฒ a gran voce: โElรฌ, Elรฌ, lemร sabactร ni?โ, che significa: โDio mio, Dio mio, perchรฉ mi hai abbandonato?โ. 47 Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: โCostui chiama Eliaโ. 48 E subito uno di loro corse a prendere una spugna e, imbevutala di aceto, la fissรฒ su una canna e cosรฌ gli dava da bere. 49 Gli altri dicevano: โLascia, vediamo se viene Elia a salvarlo!โ. 50 E Gesรน, emesso un alto grido, spirรฒ.
51 Ed ecco il velo del tempio si squarciรฒ in due da cima a fondo, la terra si scosse, le rocce si spezzarono, 52 i sepolcri si aprirono e molti corpi di santi morti risuscitarono. 53 E uscendo dai sepolcri, dopo la sua risurrezione, entrarono nella cittร santa e apparvero a molti. 54 Il centurione e quelli che con lui facevano la guardia a Gesรน, sentito il terremoto e visto quel che succedeva, furono presi da grande timore e dicevano: โDavvero costui era Figlio di Dio!โ.
55 Cโerano anche lร molte donne che stavano a osservare da lontano; esse avevano seguito Gesรน dalla Galilea per servirlo. 56 Tra costoro Maria di Mร gdala, Maria madre di Giacomo e di Giuseppe, e la madre dei figli di Zebedรจo.
57 Venuta la sera giunse un uomo ricco di Arimatรจa, chiamato Giuseppe, il quale era diventato anche lui discepolo di Gesรน. 58 Egli andรฒ da Pilato e gli chiese il corpo di Gesรน. Allora Pilato ordinรฒ che gli fosse consegnato. 59 Giuseppe, preso il corpo di Gesรน, lo avvolse in un candido lenzuolo 60 e lo depose nella sua tomba nuova, che si era fatta scavare nella roccia; rotolata poi una gran pietra sulla porta del sepolcro, se ne andรฒ. 61 Erano lรฌ, davanti al sepolcro, Maria di Mร gdala e lโaltra Maria.
62 Il giorno seguente, quello dopo la Parasceve, si riunirono presso Pilato i sommi sacerdoti e i farisei, dicendo: 63 โSignore, ci siamo ricordati che quellโimpostore disse mentre era vivo: Dopo tre giorni risorgerรฒ. 64 Ordina dunque che sia vigilato il sepolcro fino al terzo giorno, perchรฉ non vengano i suoi discepoli, lo rubino e poi dicano al popolo: ร risuscitato dai morti. Cosรฌ questโultima impostura sarebbe peggiore della prima!โ. 65 Pilato disse loro: โAvete la vostra guardia, andate e assicuratevi come credeteโ. 66 Ed essi andarono e assicurarono il sepolcro, sigillando la pietra e mettendovi la guardia.
Tutti gli evangelisti dedicano parecchio spazio al racconto della passione e morte di Gesรน. I fatti sono fondamentalmente gli stessi, anche se narrati in modi e prospettive diversi. Ogni evangelista presenta anche episodi, dettagli, sottolineature che gli sono propri. Questi rivelano la sua attenzione e il suo interesse per alcuni temi di catechesi, ritenuti significativi e urgenti per le sue comunitร .
La versione del racconto della passione che oggi ci viene proposta รจ quella secondo Matteo. Nel nostro commento ci limiteremo a sottolinearne gli aspetti caratteristici.
Il primo, molto importante, รจ che Matteo scandisce tutto il racconto con ripetuti richiami allโadempimento delle Scritture.
Quando รจ ancora seduto a tavola, durante lโultima cena, Gesรน pronuncia una frase che dร la chiave di lettura di tutto quanto accadrร in seguito: โIl Figlio dellโuomo se ne va, come รจ scritto di luiโ (Mt 26,24).
In seguito, nel giardino degli Ulivi, quando le guardie gli si avvicinano per arrestarlo, come se fosse un bandito, reagisce dicendo: โTutto questo accade perchรฉ si devono compiere le Scritture dei profetiโ (Mt 26,56).
Matteo rileva che persino i dettagli piรน marginali della passione, come, per esempio, il tradimento di Giuda per trenta denari, erano stati annunciati dai profeti (Mt 27,9-10).
Abbiamo soprattutto un parallelismo, voluto da questo evangelista, fra la passione di Gesรน e il dramma vissuto dal giusto di cui si parla nel Salmo 22:
โ Come Gesรน sulla croce (Mt 27,46), anche questโuomo rivolge al Signore il grido: โDio mio, Dio mio, perchรฉ mi hai abbandonato?โ (Sal 22,2).
โ ร oggetto degli stessi dileggi: โMi scherniscono quelli che mi vedono, storcono le labbra, scuotono il capo: si รจ affidato al Signore, lui lo scampi; lo liberi se รจ suo amicoโ (Sal 22,8-9); รจ esattamente quanto รจ accaduto ai piedi della croce e sono identici gli insulti rivolti a Gesรน (Mt 27,39.41-43).
โ Come Gesรน (Mt 27,34.48) ha sete: โ ร arido come un coccio il mio palatoโ (Sal 22,16).
โ ร circondato da malvagi e dice: โHanno forato le mie mani e i miei piediโ (Sal 22,17). Poi continua: โSi dividono le mie vesti, sul mio vestito gettano la sorteโ (Sal 22,19). ร quanto hanno fatto i soldati ai piedi della croce (Mt 27,35).
โ Come Gesรน infine (Mt 27,50), anchโegli emette un grido (Sal 22,25).
Le corrispondenze sono tali e tante che si รจ portati a supporre che lโautore del salmo intendesse fare una previsione esatta, fin nei dettagli, di quanto un giorno sarebbe capitato al Messia. Non รจ cosรฌ.
Le sorprendenti somiglianze sono dovute ad una scelta teologica dellโevangelista, che ha voluto raccontare la passione e la morte di Gesรน, tenendo presente lo schema di questo salmo. Lo ha fatto per aiutare i lettori ad andare oltre il puro dato di cronaca e a cogliere il significato profondo di quanto stava accadendo.
Anche gli altri evangelisti citano le Scritture, ma nessuno con tanta insistenza. La ragione รจ che Matteo scrive il suo vangelo per i giudei che sono stati educati dalla catechesi dei rabbini ad attendere un messia vincitore, dominatore, grande, potente. Di fronte al fallimento con cui si รจ conclusa la vita di Gesรน, chi potrebbe avere il coraggio di presentarlo come messia?
ย La sfida che, ai piedi della croce, sacerdoti, scribi e anziani lanciano a Gesรน: โSalva te stesso! Se sei il figlio di Dio, scendi dalla croce!โ (Mt 27,40) va capita in questโottica. Sono disposti a credere a chi vince, non a chi perde.
Ai giudei e a tutti coloro che, anche oggi, si scandalizzano di fronte a un Messia sconfitto, Matteo risponde: le profezie dellโAT annunciano un Messia umiliato, perseguitato e ucciso; lo presentano come il compagno di ogni uomo sofferente e oppresso.
Dio non ha salvato miracolosamente Cristo da una situazione difficile, non ha impedito lโingiustizia e la morte del Figlio, ma ha trasformato la sua sconfitta in vittoria, la sua morte in nascita, la sua tomba in un grembo dal quale รจ stato tratto fuori per una vita senza fine.
In lui Dio ci ha fatto sapere che egli non vince il male impedendolo con interventi prodigiosi, ma togliendogli il potere di nuocere, anzi rendendolo un momento di crescita per lโuomo.
Anche lasciandosi guidare e illuminare dalle Scritture โ come ci suggerisce di fare Matteo โ รจ difficile assimilare questa logica di Dio, รจ difficile accettare che โse il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto fruttoโ (Gv 12,24).
Un secondo insegnamento su cui insiste soprattutto Matteo รจ il ripudio della violenza e dellโuso delle armi. Solo lui riporta la frase di Gesรน a Pietro che, per difenderlo, aveva messo mano alla spada: โRimetti la spada nel fodero, perchรฉ tutti quelli che usano la spada periranno di spadaโ (Mt 26,52).
Tertulliano, il famoso apologeta del II-III secolo, commentava: โDisarmando Pietro, Gesรน ha tolto le armi di mano ad ogni soldatoโ. A lui, qualche decennio piรน tardi, faceva eco il biblista Origene: โNoi cristiani non impugnamo piรน la spada, non impariamo piรน lโarte della guerra, perchรฉ attraverso Gesรน siamo diventati figli della paceโ.
I primi cristiani non avevano dubbi: il discepolo di Cristo deve essere disposto, come il Maestro, a dare la vita per il fratello, mai e per nessuna ragione ad ucciderlo.
Uno dei temi che sta piรน a cuore a Matteo รจ lโuniversalismo della salvezza.
Israele non puรฒ ritenersi lโunico e geloso depositario delle promesse. Ha svolto il compito che il Signore gli ha affidato: preparare la venuta del regno di Dio. Ora รจ atteso, primo fra gli invitati, nella sala del banchetto (Mt 22,1-6).
Purtroppo Israele ha respinto lโinvito e, nelle prime comunitร cristiane, questa scelta รจ stata vissuta come una dolorosa lacerazione, come una spada che trafigge lโanima (Lc 2,35), come โuna spina nella carneโ (2 Cor 12,7).
Ci sono due fatti nel racconto della passione che sono riferiti solo da Matteo: il sogno della moglie di Pilato e il gesto del procuratore di lavarsi le mani, scaricando sui giudei tutta la colpa della condanna a morte di Gesรน (Mt 27,19.24). Esprimono in modo emblematico il dramma di questo popolo e la responsabilitร che si รจ assunto non accogliendo il messia inviatogli da Dio. Espressione massima di questo rifiuto รจ il grido: โIl suo sangue cada su di noi e sui nostri figliโ (Mt 27,25).
Lโinterpretazione insensata di questa frase ha avuto conseguenze tragiche: odi, accuse assurde, violenze, persecuzioni dei cristiani contro i giudei.
Era totalmente diverso il senso attribuitole da Matteo. Turbato dalle sciagure che, nella seconda metร del I secolo d.C., avevano colpito il suo popolo e che erano culminante nella distruzione di Gerusalemme, egli aveva intuito la causa di tutti i mali: i giudei avevano scelto la violenza e rifiutato il regno di pace annunciato da Gesรน.
Lโevangelista vuole mettere in guardia dal pericolo di ripetere lo stesso errore. Chi si allontana da Cristo per seguire altri messia, chi confida nella violenza, chi coltiva progetti di dominio finisce sempre per provocare sciagure: fa cadere del sangue su di sรฉ e sui propri figli.
Solo Matteo racconta i fatti straordinari accaduti alla morte di Gesรน: โLa terra si scosse, le rocce si spezzarono, i morti risuscitaronoโฆโ (Mt 27,51-56).
In quel tempo si pensava che il mondo fosse pieno di iniquitร e tutti attendevano la nascita di un mondo nuovo. Si diceva che, nel momento del passaggio fra le due epoche dellโumanitร , il sole si sarebbe oscurato, gli alberi avrebbero versato sangue, le pietre si sarebbero spezzate emettendo grida e i morti sarebbero risorti.
Ciรฒ che Matteo dice, dunque, non va inteso come il resoconto fedele di un fatto accaduto il 7 aprile dellโanno 30, ma come lโaffermazione di un teologo che, nel momento della morte di Gesรน, si rende conto della nascita di un mondo nuovo.
ย Il suo รจ un messaggio di gioia e di speranza, inviato a tutti coloro che sono nellโangoscia e nel dolore, che si sentono avviluppati in tenebre di morte. Il regno di Dio รจ iniziato quando, sulla croce, il Signore ha rivelato tutto il suo amore e il suo interesse per il destino dellโuomo.
Un altro episodio riferito solo da Matteo รจ la morte di Giuda (Mt 27,3-10).
Questo discepolo รจ il simbolo di tutti coloro che, per un certo tempo, seguono il Maestro e che, rendendosi conto che egli non realizza i loro sogni di gloria e la loro sete di potere, lo abbandonano e addirittura si schierano contro di lui.
Lโepisodio รจ narrato sulla falsariga dellโunico vero suicidio che si trova nellโAT, quello di Achitofel, il traditore di Davide (2 Sam 17,23) e presenta zone dโombra e misteri che non verranno mai chiariti dal punto di vista storico.
Se ci si libera per un momento dagli stereotipi, non si puรฒ non provare rispetto e pietร per il dramma di questโuomo che โ da come ne parlano Pietro, Giovanni e gli altri evangelisti in genere โ sembra proprio che, nel gruppo degli apostoli, non avesse amici. Quando vide lโunico che lo amava andare incontro alla morte, devโessersi sentito terribilmente solo a portare il peso del suo errore. ร andato, purtroppo, a sfogare il suo rimorso, il suo tormento interiore dalle persone sbagliate, i sacerdoti del tempio che si erano serviti di lui. Se si fosse rivolto a Cristo, la sua vita si sarebbe conclusa in altro modo.
Infine, solo Matteo parla delle guardie poste a custodia del sepolcro (Mt 27,62-66): sono il segno del trionfo del male. La loro presenza testimonia che il giusto รจ stato vinto, il liberatore ridotto al silenzio, chiuso per sempre in un sepolcro.
ย ร lโesperienza che tutti facciamo: il male dร sempre lโimpressione di essersi assicurato un trionfo definitivo, tale da far considerare sogni le speranze di giustizia del povero, del debole, dellโindifeso.
Dio perรฒ assicura il suo intervento, inatteso: un suo angelo farร rotolare ogni pietra che impedisce il ritorno alla vita e si siederร su di essa (Mt 28,2) e i soldati, posti a difesa dellโingiustizia e dellโiniquitร , fuggiranno atterriti dalla sua luce (Mt 28,4).
