don Pasquale Giordano – Commento al Vangelo del 13 Marzo 2020 – Mt 21, 33-43. 45

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Contagiamoci di senso di responsabilitร 

Venerdรฌ della II settimana di Quaresima

Lโ€™evangelista Matteo dice che Gesรน si rivolge alle autoritร  religiose con la parabola. I capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo non avevano solo una influenza in campo religioso ma anche in quello sociale. Essi sono i vignaioli a cui il padrone affida la vigna che egli stesso ha piantato. La vite รจ lโ€™immagine della vita di ciascuno di noi. Essa, infatti, รจ opera di Dio, come lโ€™uomo della parabola che trasforma il terreno che possiede in un vigneto. La nostra vita รจ opera della mano di Dio che la trasforma facendola passare dal nulla allโ€™esistenza e allโ€™eternitร .ย 

La vita, come la vigna, รจ una realtร  dinamica che va curata perchรฉ porti frutto. Esso dipende dal modo con cui viene trattata da coloro ai quali questa vita รจ affidata. Il processo di crescita e di fruttificazione della vita puรฒ interrompersi allorquando coloro che se devono prendere cura non ragionano come Dio ma come Satana.ย 

Per Dio non esiste la proprietร  privata e la vita, essendo un suo dono, non puรฒ essere trattata da nessuno come tale. Quando si brama esserne padroni si interrompe la dinamica creativa che fa fruttificare la vita, perchรฉ si passa dal curarla al possederla.ย 

La parabola, in filigrana, fa intravedere la stessa situazione narrata dai racconti della creazione dei primi due capitoli del Genesi. Dio crea il cosmo traendolo dal caos con la sua Parola. Il caos รจ causato dal conflitto tra gli elementi della natura ciascuno dei quali compete contro gli altri per prevalere. Cosรฌ accade anche nelle nostre relazioni quando si opera a prescindere dalla Parola di Dio. Essa, infatti, รจ come la torre costruita in mezzo alla vigna o lโ€™albero della vita e della conoscenza del bene e del male che รจ al centro del giardino dellโ€™Eden.ย 

Come Eva e Adamo prendono e mangiano il frutto proibito, trasgredendo il divieto divino, cosรฌ i vignaioli uccidono il figlio del proprietario della vigna per prenderne possesso.ย ย Per possedere ciรฒ che รจ dato come dono si arriva a uccidere. Cosรฌ, chi sโ€™impossessa della vita, gestendola secondo i propri interessi, la uccide e getta nel caos anche quelli che sono stati affidati alle sue cure. La brama di possesso uccide le relazioni, mentre lโ€™amore, offerto tramite il dono di sรฉ, le fa crescere e fruttificare.ย 

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La volontร  di possesso e la determinazione a diventare proprietari porta a non riconoscere la propria e lโ€™altrui vita come un dono da custodire e promuovere. La vita non รจ un bene di consumo ma un dono che potremo riconoscere tale solamente se i nostri pensieri sono ispirati e guidati dalla Parola di Dio.

In questo tempo di Quaresima la Parola di Dio sia al centro della nostra famiglia e delle nostre comunitร , sparsa e riunita nelle chiese domestiche che la compongono. Essa ci ricorderร  che siamo un dono gli uni per gli altri di cui prenderci cura reciprocamente e con responsabilitร . Rinunciare a concepire la vita come una proprietร  privata, e curarla come un dono ricevuto, ci aiuterร  ad avere piรน attenzione e maggiore rispetto verso la nostra storia, anche se ferita, e la fragilitร  dei nostri fratelli. Contagiamoci di senso di responsabilitร .

Auguro a tutti una serena giornata e vi benedico di cuore!


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