I due racconti del seme che cresce da solo e del granello di senape chiudono la sezione delle parabole del capitolo 4 di Marco. Gesรน, venuto ad annunciare con parole e gesti lโapprossimarsi del regno di Dio, in disparte ne spiega il significato ai discepoli, โcome essi potevano intendereโ (Mc 4,33). La parola del Regno chiede la disponibilitร a lasciarsi coinvolgere dal suo messaggio; non si impone, lascia a noi la libertร di accoglierla, condizione questa per diventare discepoli del Signore e vivere in relazione con lui.
Nella prima parabola siamo invitati a osservare il lavoro del contadino perchรฉ la stessa cosa succede al regno di Dio: ย questo non รจ il prodotto di sforzi umani, ma di una Parola seminata nel solco della storia che germoglia misteriosamente; nascondimento e irrilevanza ne caratterizzano gli inizi. La vita palpita in ciรฒ che รจ umile e non visibile, come il seme affidato alla terra: esso germina e si sviluppa, โsia che lโuomo dorma o vegli, di notte o di giornoโ (Mc 4,27). Non รจ necessario sapere in che modo; รจ un vero miracolo che ogni volta si ripete e desta meraviglia.
Dopo il tempo della semina e della crescita, giunge quello della mietitura, immagine che nel linguaggio biblico descrive il giudizio. Questo, sappiamo bene, verterร per ciascuno di noi sulla pratica di giustizia e di misericordia. โAmatevi gli uni gli altri, intensamente, di vero cuore, rigenerati non da un seme corruttibile, ma incorruttibile, per mezzo della Parola viva ed eternaโ (1Pt 1,22-25). Lโascolto della Parolaopera in noi una trasformazione, come accade al seme; ci fa sperimentare un rinnovamento, effetto della grazia di Dio che attraversa i nostri sforzi quotidiani per renderci piรน simili a Gesรน Cristo, capaci di portare il frutto dellโamore.
Il frutto dellโagape reca in sรฉ una dinamica di morte e resurrezione, di perdita della propria vita per ritrovarla salvata, perchรฉ vissuta nellโamore. Come il granello (kokkos) di frumento caduto a terra, che morendo puรฒ dare vita (Gv 12,24): Gesรน stesso รจ il seme destinato a scomparire nel buio della terra per manifestare energie di resurrezione.ย
La seconda parabola mette in luce il contrasto tra un inizio piccolo e insignificante e lโesito finale: il granello (kokkos) di senape piantato in terra diventa albero dove tutti gli uccelli del cielo trovano riparo e ristoro. La buona notizia del regno รจ per tutti; lโamore effuso in noi deve dilatarsi e farsi spazio di accoglienza per i nostri fratelli, cominciando dagli ultimi. Lโumiltร degli inizi non va contestata: siamo un โpiccolo greggeโ al quale Dio si รจ compiaciuto di dare il suo regno (Lc 12,32).
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Tra il tempo della semina e il raccolto sta il tempo dellโattesa paziente e della speranza. Tempo propizio per imparare a osservare e a discernere il nuovo che il Signore sta preparando per noi e attorno a noi: lasciamo fare a lui, rifuggiamo lโansia del protagonismo non richiesto. A noi piuttosto รจ chiesto di fare bene ciรฒ che ci รจ stato affidato nella quotidianitร delle situazioni; come il contadino che semina e predispone tutto per il pieno sviluppo della semente. Dalla promessa del Signore possiamo attingere forza per affrontare il presente.ย
Fratel Salvatore
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