Davanti ai nostri peccati verremmo annientati se non imparassimo ad agire con giustizia perdonando di cuore chi ci ha feriti in modo da trovare in Dio la medesima misericordia.
Per vivere ancora
A che serve la luce.
Se non a vedere bene?
Se non a non cadere?
Se non a trovare le cose?
A cosa serve il cervello.
Se non ad usarlo?
Se non a fare i conti?
I conti dellโamministrazione e i conti della vita?
Eppure a volte, in piena luce, ci muoviamo come al buio.
Eppure a volte, usiamo la testa per rubare e fare male e poi salvarsi con scaltrezza.
Se unissimo le due cose.
Se mettessimo luce nella scaltrezza.
Se mettessimo la testa nel fare bene quello che ci รจ affidato.
Non dovremmo salvarci la vita da soli.
Ma potremmo lasciarci salvare, proteggere, ricompensare dal nostro padrone.
Dal nostro signore e amore.
Quanti Se Se Se Se,โฆ
Quanti se, quando non รจ lโamore che illumina, che illumina cuore, mente, tutto.
Amami.
Amami.
E sarรฒ scaltra, scaltra di vita e di amore.
Perchรฉ parli tra te e te?
Guardalo e rispondigli.
Dรฌ Si, ho sperperato.
Fatti salvare.
Fatti perdonare.
Fatti amare.
E invece, no.
Ti vuoi arrangiare da solo.
E iniziano le bugie.
I sotterfugi.
Le scaltrezze.
E ti salvi da solo.
Ma cโรจ una cosa che mi piace di te.
La voglio imparare.
La voglio imparare da te, amministratore disonesto.
Voglio imparare da te a conoscere i miei limiti.
Voglio imparare da te a dirmi: non ho forze.
Mi vergogno.
Voglio imparare da te a fare quello che posso fare con quello che so, che ho, e a dirmi la veritร .
Perรฒ lo voglio fare alla luce del suo amore.
Perรฒ voglio vivere non di quello che riesco a rubargli.
Ma di tutto quello che lui mi dona.
Amore mio.
Ho sperperato parte dellโamore che mi hai donato.
Amore mio.
Ho sprecato parte della vita che mi hai dato.
Ho rubato quello che dovevo proteggere e mantenere.
Non ho forze se mi abbandoni.
Mi vergogno di me.
Non scacciarmi.
So solo essere me stessa.
Ma stavolta.
Lo farรฒ. Lo sarรฒ. Per non morire.
Per vivere ancora.
Per avere ancora una casa.
Non cacciarmi.

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Mauro Leonardi (Como, 4 aprile 1959) รจ un presbitero, scrittore e opinionista italiano.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 16, 1-8
ย
In quel tempo, Gesรน diceva ai discepoli:
ยซUn uomo ricco aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. Lo chiamรฒ e gli disse: “Che cosa sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perchรฉ non potrai piรน amministrare”.
L’amministratore disse tra sรฉ: “Che cosa farรฒ, ora che il mio padrone mi toglie l’amministrazione? Zappare, non ne ho la forza; mendicare, mi vergogno. So io che cosa farรฒ perchรฉ, quando sarรฒ stato allontanato dall’amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua”.
Chiamรฒ uno per uno i debitori del suo padrone e disse al primo: “Tu quanto devi al mio padrone?”. Quello rispose: “Cento barili d’olio”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta, siediti subito e scrivi cinquanta”. Poi disse a un altro: “Tu quanto devi?”. Rispose: “Cento misure di grano”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta”.
Il padrone lodรฒ quell’amministratore disonesto, perchรฉ aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono piรน scaltri dei figli della luceยป.
Parola del Signore
