Vivere significa seguire Gesรน. Seguire Gesรน significa portare la propria croce. Portare la propria croce non รจ un invito doloristico a vivere la vita come una croce, ma essere disponibili ad abbandonare il lievito dei farisei che ci piace tanto, per accogliere il lievito Madre del Padre che รจ bello ma che suscita in noi sempre un poโ di sospetto. Non riusciamo a credergli proprio del tutto. Meglio ancora: ci crediamo ma insomma meglio non fidarsi del tutto e mantenere un angolino solo per noi.
Amare il Padre con amore di Madre, significa amare Lui sopra tutto. Significa che lโamore e la gratuitร possano divenire il centro delle nostre scelte, della nostra vita. Troppo spesso la madre, i figli, i fratelli, la moglie, il padre, la propria vita, il proprio lavoro, sono strumenti che noi usiamo per fare crescere la nostra stima di noi e la nostra capacitร di potere facendo morire lโamore. Quante volte sentiamo che la relazione in famiglia รจ un gioco di potere dove ciรฒ che รจ piรน importante non รจ lโamore, e dunque il Padre/Madre, ma la mia ragione. E quante lotte allโultimo sangue per avere ragione e potere dimostrare il torto dellโaltro.
Lโamore maggiore di tutto รจ il segreto della vita che noi spesso trattiamo come cosa segreta, da non svelare, da tenere nascosta, da non vivere. Preferiamo dire che la nostra vita รจ costellata di croci, piuttosto che viverla per quello che รจ, con la sua bellezza e la sua fatica.
Preferiamo diventare matti per costruire la torre con le nostre forze e per andare in guerra coi nostri soldati. Ci creiamo un cimitero di croci. In fondo chiediamoci: chi รจ capace di questo? Chi puรฒ costruire questa torre o vincere questa battaglia?
Gesรน ci chiama a fare bene i conti. Conti un poโ strani, a dire il vero, ma conti veri. Gesรน ci invita ad essere suoi discepoli e ci dice che meno uno ha e piรน รจ sulla via per vivere la vita come dono di amore. Essere poveri di tutto, soprattutto di bravure e di meriti e di giustizia, รจ la via che il Maestro ha percorso davanti a noi invitandoci a seguirlo. Cogliere che quando siamo deboli รจ allora che siamo forti, รจ una grazia di vita che non ci dona nulla nel mondo ma che fa crescere la vita per noi e per il prossimo, per sempre.
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La domanda che i discepoli rivolgono al Signore รจ una: sono pochi quelli che si salvano? Gesรน ci richiama a riflettere che la porta รจ stretta, che nessun giusto riesce ad entrarvi perchรฉ idropico, troppo fatto di epa. La porta รจ stretta, direi impossibile, per i giusti. Questo non รจ un problema di giustizia o di ingiustizia, di non essere giusti perchรฉ se siamo ingiusti ci salviamo. Questo รจ un problema che riguarda come noi ci viviamo. Non interessa nulla il fatto che noi siamo giusti o ingiusti, molto dellโuno e poco dellโaltro: questo fa parte della farsa della vita che risponde alla voce: visibilitร e apparenza. A Gesรน interessa la sostanza che รจ amore nascosto, gratuito, non visto ma semplicemente vissuto. Quellโamore che รจ il Padre che ci abbraccia con braccia di Madre. Ciรฒ che importa รจ che la misericordia faccia il suo gioco, abbia il suo spazio di vita. Quello spazio che รจ chiuso nel momento in cui noi ci diciamo abili per costruire la torre e per fare la nostra battaglia, realtร dove dobbiamo vincere, costi quel che costi. Il primo costo รจ la morte dellโamore.
La salvezza รจ lโamore del Padre, non รจ andare in un altro posto o entrare chissร dove. La salvezza รจ lasciare entrare in noi questo amore di Madre vivendo ciรฒ che ci viene donato semplicemente, con gratuitร . Quella รจ la salvezza perchรฉ ci cambia la vita e ci fa smettere di rincorrere chimere dove il merito la fa da padrone sulla pelle nostra e sulla pelle dei nostri fratelli, dei nostri familiari e amici. Non รจ importante ciรฒ che faccio, se vivo la salvezza dellโamore gratuito a me donato, รจ importante come vivo e cosa vivo.
Vivere del suo amore donato รจ cura dimagrante che ci sgonfia dalle nostre presunzioni. ร vivere una dieta vitale di gratuitร e di misericordia che ci rende snelli, capaci di entrare dalla porta stretta, di ricevere e fare agire in noi il lievito Madre. Troppo spesso il bene che facciamo diventa motivo di gonfiarci e di orgoglio: idropici diventiamo cosรฌ! La salvezza รจ gratuitร dove la grazia รจ dono del Padre per noi che ci ama di amore uterino, totalmente Materno e rigenerante. Non quello che faccio, dunque, fosse anche la cosa piรน bella di sto mondo, quanto invece perchรฉ sono amato e mi godo di questo dono cercando continuamente quellโabbraccio che mi rigenera a vita nuova, che mi porta a salvezza, che mi riempie di quel lievito che fa lievitare la pasta della nostra vita come pasta di gratuitร e non come schiavitรน di meriti che rovinano semplicemente la vita.
Commento a cura di p. Giovanni Nicoli.
Fonte – Scuola Apostolica Sacro Cuore
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Chi non rinuncia a tutti i suoi averi, non puรฒ essere mio discepolo.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 14, 25-33
In quel tempo, una folla numerosa andava con Gesรน. Egli si voltรฒ e disse loro:
ยซSe uno viene a me e non mi ama piรน di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non puรฒ essere mio discepolo.
Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non puรฒ essere mio discepolo.
Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine? Per evitare che, se getta le fondamenta e non รจ in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: โCostui ha iniziato a costruire, ma non รจ stato capace di finire il lavoroโ.
Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se puรฒ affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre lโaltro รจ ancora lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere pace.
Cosรฌ chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non puรฒ essere mio discepoloยป.
Parola del Signore
