Zaccheo, il perduto ritrovato
Il libro della Sapienza
Nel commento alla Prima lettura della XXIII Domenica per annum C, dedicato a Sap 9,13-18, abbiamo indicato alcune linee introduttive al libro della Sapienza. Composto in greco tra il 30 e il 14 a.C. probabilmente ad Alessandria dโEgitto, ad opera di un autore sconosciuto (pur essendo attribuita fittiziamente a Salomone), esso non รจ entrato nel canone ebraico ed รจ uno dei libri deuterocanonici del canone cattolico.
ร lโopera di un autore saggio, istruito, inserito in un contesto urbano multiculturale. Egli vuole offrire ai giovani giudei fedeli alla tradizione degli strumenti cultural-religiosi-filosofici utili per il dialogo con i giudei filoellenisti, tentati di abbandonare le tradizioni patrie in quanto ben inseriti nellโamministrazione politica dellโEgitto.
Lโautore vuole perรฒ dialogare anche con i non ebrei, specialmente con coloro che si sono formati alla scuola del platonismo e dello stoicismo.
Nel libro viene lodata la Sapienza nel suo rapporto con la giustizia, con la creazione e con la salvezza. Lโatmosfera non fa trasparire la persecuzione, ma senza dubbio si stanno muovendo i primi passi di una cristi latente con lโistituzione pubblica.
A livello letterario, il libro della Sapienza puรฒ essere cosรฌ strutturato nelle sue linee generali:
- Pubblicitร -
1,1โ6,21 Esordio: sapienza e giustizia;
6,22โ9,18 Elogio della sapienza;
10,1โ19,22 Esemplificazione: Sapienza e storia (10,1โ11,1 Inno alla sapienza; 11,2โ19,12 Le sette antitesi, con due digressioni, la prima in 11,15โ12,27 circa la filantropia di Dio e la seconda in 13,1โ15,19 con la critica alle religioni pagane);
19,13-22 La nuova creazione.
Misericordia per tutti
A punizione degli irragionevoli egiziani oppressori di Israele, YHWH ha inviato animali irragionevoli, ยซaffinchรฉ capissero che con le cose con cui uno pecca, con quelle viene punitoยป (Sap 11,16). YHWH perรฒ attuรฒ la sua punizione in modo graduale, progressivo, in vista della conversione. Se avesse voluto, avrebbe potuto annientare in un momento gli egiziani malvagi. ยซTu hai disposto ogni cosa con misura, calcolo e peso. Prevalere infatti con la forza ti รจ sempre possibile, e chi si opporrร alla potenza del tuo braccio?ยป (Sap 11,20d-21, trad. Vittoria DโAlario).
Quali sono, le ragioni della moderazione divina? Lโautore vi riflette proprio nel brano letto nella liturgia odierna.
La prima chiave interpretativa dellโatteggiamento divino sta nella misericordia di Dio, che contempera in perfetto equilibrio la sua onnipotenza e lโesercizio moderato della stessa.
Lโonnipotenza divina รจ assoluta: basta considerare il contrasto tra lโonnipotenza di Dio e la piccolezza e lโevanescenza del mondo intero. Nessuno puรฒ resistervi (cf. Gb 9,4-13 in modo polemico di accusa contro Dio). Anche altri testi avevano sottolineato, in positivo, lโuso del potere divino contro i nemici (cf. Is 40,23; la potenza del braccio in Es 15,16; Dt 26,8; Is 40,10). Dio ha potere sullโuniverso intero (cf. Sap 11,17). Di fronte a lui il mondo รจ un granello di polvere (solo qui lโimmagine, oltre che in Is 40,15). Anche il paragone della โgoccia dโacquaโ ritorna in Is 40,15, anche se รจ unโespressione tipicamente greca (cf. Euripide, Andromaca 227).
Nei vv. 23-26 lโautore prosegue nella sua argomentazione: lโagire divino รจ ispirato non alla vendetta ma alla compassione non solo verso il popolo eletto, ma verso tutti gli uomini: eleeis de pantas (v. 23a).
Il fondamento della misericordia di Dio รจ proprio nella sua onnipotenza (cf. v.23a; cf. Prefazio della Preghiera eucaristica della Riconciliazione I: ยซManifesti la tua onnipotenza soprattutto nella grazia del perdonoยป). Solo pochi altri testi dellโAT evidenziano il rapporto tra misericordia e onnipotenza: Nm 14,7-20; Sal 62,12-13; Sir 2,18; 18,1-14. Lโautore del libro della Sapienza sottolinea con forza che YHWH si differenzia totalmente dalle divinitร pagane, che nella letteratura greca sono spesso descritte in preda a sentimenti gretti, vendicativi, invidiosi.
Misericordia che fa โgirare gli occhiโ
Una seconda chiave interpretativa dellโagire divino รจ la sua tolleranza โpositivaโ.
Il Dio degli ebrei non รจ vendicativo, โgira gli occhi da unโaltra parte/parorasโ di fronte ai โpeccati/hamartฤmataโ degli uomini (< paraoraล: โvolgere lo sguardo di fianco, guardare lateralmente, e quindi โtrascurare, disdegnare, non tenere conto, lasciar correre, permettere, tollerareโ). Questo perchรฉ egli รจ grande di cuore, non ricerca puramente la soddisfazione dei propri diritti e la ricostituzione perfetta a livello giuridico di un rapporto corretto tra la giustizia divina e il comportamento errato degli uomini. Questi ultimi spesso lo infrangono perchรฉ falliscono il bersaglio della loro vita (cosรฌ il verbo hamartanล nel suo significato etimologico).
Dio perรฒ non โgira gli occhiโ per capricciosa volubilitร emotiva che si muove sovrana e insindacabile nellโampio spettro dei registri dellโaffettivitร . Il suo atteggiamento di misericordiosa tolleranza non รจ dovuto al suo essere imbelle o capriccioso, ma a una longanimitร compassionevole che ha di mira la โconversione/eis metanoianโ degli uomini. Non vuota magnanimitร sovrana, imperscrutabile e insindacabile, ma misericordia paziente che attende (e suscita) il cambiamento di mentalitร degli uomini (cf. Is 30,18; 2Pt 3,9b: ยซEgli invece รจ magnanimo con voi (makrothymei eis hymas), poichรฉ non vuole che alcuno si perda, ma tutti abbiano modo di pentirsi (eis metanoian chลrฤsai)ยป.
Lโamore per tutti gli enti
La radice ultima (gar = โinfattiโ) dellโatteggiamento di misericordia e di tolleranza โattivaโ in Dio risiede nella sua capacitร (e scelta) di โamare/agapanโ gli uomini. Egli gli ama in continuitร , senza stancarsi e senza provare disgusto per loro.
ยซNella grecitร extra-biblica lโimpiego del sostantivo [= agapฤ, NdR] รจ molto scarso, mentre il verbo agapaล ha il significato tenue di โstimare, avere affetto, prediligereโยป ricorda R. Penna (Amore sconfinato. Il Nuovo Testamento sul suo sfondo greco ed ebraico, Ed. San Paolo, Cinisello B. [MI] 2019, 30). Il significato di amore sconfinato, disinteressato, oblativo emerge in tutta la sua forza con lโambiente biblico dellโAT e specialmente del NT. ร molto raro trovare infatti nei testi religiosi extrabiblici lโaffermazione che Dio โamiโ gli uomini.
Lโautore del libro della Sapienza sfrutta il linguaggio filosofico metafisico proprio dellโontologia greca per descrivere il rapporto tra Dio e gli esseri creati (โtutti gli entiโ/ta onta panta), ma il pensiero รจ profondamente biblico. Il โdisgusto/bdelyssฤiโ, infatti โ il contrario dellโamore โ, non รจ un atteggiamento proprio del Dio biblico. Egli non odia/non prova disgusto di alcuna cosa perchรฉ egli le ha create tutte, e le ha create perchรฉ le ama tutte, perchรฉ si prende cura anche delle bestie dallโaspetto mostruoso (cf. Gb 38,1โ41,26).
Se, ragionando per assurdo, Dio avesse odiato/misลn qualcosa da lui creata, non lโavrebbe neppure creata. Infatti, come potrebbero le cose โsussistere/persistere/diemeinenโ se non ci fosse stata in Dio una volontร precisa e decisa al riguardo (ฤthelฤsas)? Se anche, per unโeventualitร totalmente assurda, ci fosse la possibilitร di unโesistenza al di fuori della โvolontร /chiamataโ divina (klฤthen < kaleล), questa non potrebbe โrimanere in vita /dietฤrethฤโ. Al di lร del linguaggio filosofico impiegato, lโuniverso mentale in cui lโautore si muove รจ la visione biblica del cosmo (cf. Sal 2104,289; Gb 34,14-15).
Amante della vita
La riflessione-dialogo sulla pazienza misericordiosa di Dio riconosce โ negativamente โ che egli risparmia/pheidฤi tutte le cose, perchรฉ โ positivamente โ, esse appartengono tutte a lui (cf. v. 23a). Tutte le realtร sono subordinate a Dio nellโamore.
Egli รจ โSignore amante della vita/despota philopsycheโ. Dio ama la vita, non ha creato e non ama la morte, la punizione annichilatrice del peccatore, sopporta anche lโesistenza non del tutto positiva di qualche realtร . Lo spirito incorruttibile di Dio รจ in tutte le cose, uno spirito che puรฒ essere potenzialmente distruttivo (cf. 11,20), ma qui visto come la ragione ultima della sussistenza di tutte le realtร (cf. Gen 2,7, Sal 104,28-30). La vita delle cose e degli uomini dipende dalla presenza in essi del soffio vitale insufflato da Dio.
Lโautore fa lโocchiolino alla dottrina stoica secondo la quale la realtร intera รจ permeata dallo spirito (pneuma) e per questo sussiste, ma la depura dal suo materialismo panteista e la impiega/piega alla sua dimostrazione di stampo biblico. ยซLa sussistenza degli enti non dipende dalla partecipazione a una ragione immanente alla realtร , ma da una chiamata allโesistenza, che รจ espressione dellโamore di Dio verso tutte le creatureยป (V. DโAlario).
La moderazione (โpoco a poco/katโoligonโ) dellโazione pedagogica di Dio si dimostra, in una sintesi finale (11,2โ12,1), in unโazione veritativa (elencheis) che rimprovera, ammonisce coloro che hanno sbagliato (parapiptontas), che hanno peccato (hamartanousin), ricordando loro lโerrore affinchรฉ, liberatisi (apallagentes) dalla loro cattiveria, giungano alla fede in Dio.
Il Dio dellโAntico Testamento, letteratura teologica giunta ormai alle soglie del Nuovo Testamento, viene mostrato in tutta la sua misericordia, tolleranza attiva, amore disinteressato e oblativo, in vista della correzione degli uomini dal loro male che li intossica, perchรฉ arrivino alla fede che li stringe a Dio, amante della vita.
Gesรน prenderร in mano questi fili preziosi.
La sua persona e il suo insegnamento dimostreranno nei fatti la โveritร โ del volto di YHWH attestato nelle Scritture di Israele, rivelando nella sua carne la pienezza del suo amore agapico di redentore, espressione definitiva dellโamore infinito del Padre amante della vita.
Gesรน, re contestato, esercita il giudizio
Secondo R. Meynet, la sequenza di Lc 18,31โ19,46 titolata โGesรน, re contestato, esercita il giudizioโ, puรฒ essere cosรฌ strutturata: A. 18,31-34 Annuncio della passione e della risurrezione di Gesรน; B. 18,35โ19,10 A Gerico (18,35-43 La guarigione del cieco di Gerico; 19,1-10 La conversone di Zaccheo); C. La parabola centrale 19,11-28 (La parabola delle mine); D. 19,29-40 Al monte degli Ulivi. Intronizzazione e corteo regale (19,29-36 Lโintronizzazione di Gesรน; 19,37-40 Lโacclamazione del re); E. 19,41-46 Lโannuncio della caduta di Gerusalemme.
La composizione della sequenza รจ concentrica:
18,31-34 Annuncio del destino di Gesรน; ย ย ย ย ย ย ย ย saliamo a GERUSALEMME
18,35 43 Il cieco guarito; ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย si avvicinava a Gerico
19,1-10 Il ricco scagionato; ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย passava per Gerico
| 19,11-28 La parabola del re;ย ย ย era vicino a GERUSALEMMEsalendo a GERUSALEMME
19,29-36 Lโintronizzazione del re;ย ย ย ย ย ย ย ย ย si avvicinava aโฆ il monte degli Ulivi 19,37-40 Lโacclamazione del re;ย ย ย ย si avvicinava aโฆ il monte degli Ulivi 19,41-46 Annuncio del destino di Gerusalemme;ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย si avvicinavaโฆ ALLA CITTร entrando nel TEMPIO Secondo Meynet, il centro della sezione รจ costituito dalla parabola del re (19,11-28), al centro della quale si trova 19,22a: ยซDalla tua stessa bocca ti giudico, servo malvagio!ยป. Zaccheo, โIl puroโ, piccolo impuroNel suo cammino verso Gerusalemme, che costituisce il filo conduttore del Vangelo di Luca (cf. la svolta decisiva in Lc 9,51), Gesรน attraversa Gerico, la cittร delle palme, situata nel punto piรน basso della terra, a 400 m. circa sotto il livello del mare. Situazione simbolica di peccato, di necessitร estrema di redenzione. Da lรฌ, per andare a Gerusalemme, non si puรฒ che salire, essere redenti, arrivare alla salvezza. Nella cittร abita Zaccheo, Il puro (gr. Zakchaios; ebr. Zakkai) che, ironia tragica della sorte, รจ totalmente impuro a livello rituale, inadatto cioรจ al culto. Egli รจ infatti un uomo ricco, diventato tale grazie al suo mestiere di capo dei esattori delle tasse della zona. Un lavoro svolto in subappalto per conto del responsabile generale di zona di questa attivitร che aveva vinto a sua volta lโappalto bandito dai romani, potere occupante della regione. Lโโesattore/telลnฤsโ stava al โtavolo/telลnโ del suo lavoro e, oltre lโammontare della tassa dovuta, richiedeva a ogni cittadino una quota eccedente, stabilita a sua insindacabile decisione, che rimaneva nella sua disponibilitร . Era un soggetto odiato dalla popolazione, emarginato e scomunicato dalla comunitร civile e religiosa in quanto collaborazionista degli occupanti romani. Un ladro patentato, impuro ritualmente perchรฉ a continuo contatto con il denaro e con i pagani. Feccia odiosa e irrecuperabile. Gioco di occhiLโepisodio che coinvolge Zaccheo segue immediatamente quello di Bartimeo, il cieco di Gerico. Egli aveva chiesto poco prima a Gesรน di vedere di nuovo (18,41.42.43) e, guarito da Gesรน, vedendo, aveva dato lode a Dio (Lc 19,18,35-43). Zaccheo, piccolo di statura (quanto invece ricco di denari), cerca di vedere chi รจ Gesรน, ma ne รจ impedito dalla folla. Sfidando lo scherno scontato da parte dei compaesani che lo odiavano cordialmente, precede di corsa il corteo di Gesรน e sale (anebฤ) su un sicomoro per vederlo, dal momento che egli doveva attraversare la cittร . Zaccheo non ha niente da perdere: la sua onorabilitร era perduta giร da molto tempo. Cerca tuttavia di vedere Gesรน perchรฉ probabilmente al suo tavolo di lavoro, crocevia inevitabile di tutte le chiacchere della valle del Giordano, aveva sentito parlare bene di quel maestro buono, accogliente, esigente ma misericordioso. Zaccheo รจ curioso fuori, forse inquieto dentro. Ostracizzato dalla sua gente, ma forse โ dentro โ profondamente insoddisfatto della sua vita e nauseato da un cammino senza prospettive positive. Solo relazioni umane imposte, verso dipendenti e cittadini vessati da Roma e dallโetnarca Erode Antipa. Relazioni fatte di timore misto a odio e a desiderio di vendetta. Zaccheo precede di corsa Gesรน per vederlo, ma รจ preceduto da lui nello sguardo. Gesรน lo vede per primo, dal basso verso lโalto/anablepsas. Bartimeo voleva โvedere di nuovo /anablepsลโ e fu esaudito (cf. Lc 18,41.42.43). Ora รจ Gesรน che vede da sotto in su, che vuole ri-vedere la vita di Zaccheo, per guarirlo dalla sua impuritร . Il comando di Gesรน รจ secco ma cordiale. Gesรน chiama Zaccheo per nome, giร conosciuto forse per fama, ma preconosciuto e prevenuto nel cuore dellโยซamico dei pubblicano e dei peccatoriยป (cf. Lc 7,34). Era salito/anebฤ (< anabainล) sullโalbero per una impossibile autoredenzione. Ora รจ invitato a scendere (katabas, < katabainล), a ritornare nella bassura di Gerico e nella plaga soffocante della sua impuritร . Dovrร ricevere la redenzione da un altro, per grazia preveniente. Devo rimanere da te, oggi, a casa tuaLo scopo di Gesรน รจ ben esposto: nel piano salvifico del Padre abbracciato da Gesรน (dei), accade un oggi imperdibile di salvezza personale per Zaccheo (โoggi/sฤmeronโ, 19,5.10). Lโangelo annuncia ai pastori una grande gioia per la nascita del Salvatore โoggiโ (2,11); la Scrittura udita dai nazaretani nella sinagoga si รจ compiuta โoggiโ (4,21); gli astanti glorificano /edoxazon Dio per aver visto โcose paradossali/oltre la gloria/paradoxaโ โoggiโ: la guarigione del paralitico (5,26; cf. 12,28); nellโโoggiโ e per โtre giorniโ della sua attivitร terrena Gesรน scaccia demoni e compie guarigioni (13,32.33); in un โoggiโ triste si consumerร il rinnegamento di Pietro (22,34.61). Gesรน si autoinvita nella casa di Zaccheo, spazio familiare di intimitร , serenitร , luogo di accoglienza reciproca delle fragilitร , ambiente favorevole al dialogo e alla ricerca delle radici profonde dei propri atteggiamenti, desideri, fallimenti e riscatti. Luogo di relazione non imposte, ma proposte, accettate, serene, umanizzanti. Luogo di non giudizio, ma di dialogo che mette a nudo e custodisce con amore le ferite, favorendo la guarigione e il recupero della salute psico-fisica. Gesรน non vuole solo entrare nella vita intima di Zaccheo, ma vi vuole rimanere a lungo, tutto il tempo che serve alla guarigione, per sempre. Zaccheo obbedisce immediatamente. Probabilmente si sente molto onorato della visita. โCon tutta fretta/speusasโ (come si muovono i pastori per vedere il neonato Gesรน, Lc 2,16), dopo esser salito autonomamente sullโalbero (anebฤ, v. 4) ora โscende/katebฤโ velocemente per comando del maestro e โlo accoglie gioendo/hypedexato auton chairลnโ, come fece Marta a suo tempo (Lc 10,38). Non รจ detto dove lo accolga. Non solo in casa sua, evidentemente, ma soprattutto nella sua vita disastrata, nel suo intimo, nei suoi desideri scombinati, nella sua disperazione intima rimossa e ammantata di ricchezza e di rispetto estorto col puro potere. Al vedere la scena tutti si mettono a mormorare in continuitร (egoggyzon), come gli israeliti nel deserto della liberazione, nella prova di una difficile vita di fede nella libertร , piuttosto che nella comoditร ingannatrice di una vita di dorata schiavitรน (cf. Es 14,11s; 16,8.9; Nm 11,1-30). Un Dio troppo โnuovoโ, troppo โdiversoโ per essere accettato senza poterlo vedere e dominare come un vitello dโoroโฆ Tutti mormorano perchรฉ il maestro รจ entrato ad โalloggiare/katalysaiโ da un uomo peccatore, innominato. Era totalmente sconveniente mangiare del frutto del guadagno di una persona contaminata. Ma Gesรน non vuole tanto alloggiare, ma rimanere. Gesรน vuole rimanere con la persona in uno spazio familiare e confidenziale, non alloggiare in uno spazio per diventare complice del male, di un modo sbagliato di vivere. Gesรน sceglie la persona e uno spazio dove possa โrilassarsiโ, abbassare le difese, aprirsi al dialogo fiducioso e sereno. La metร โฆ quattro volte tanto!Non si sa quanto tempo sia passato, quanto sia durato il โrimanereโ di Gesรน. Cibo, bevande e dialogo hanno allentato la tensione, accresciuta la conoscenza e lโaccoglienza reciproca nel profondo. Gesรน non accoglie โun uomo peccatoreโ, un โnumeroโ, un appartenente della massa degli scomunicati. Accoglie la persona, ยซaccoglie la vitaยป (card. Zuppi). Zaccheo si alza ritto in piedi (statheis), con grande dignitร e fermezza di decisione. Non vuol piรน piegare la schiena a realtร e persone per le quali ora prova vergogna e repulsione. Senza che gli sia stato chiesto alcunchรฉ espressamente da parte di Gesรน, espone al โSignoreโ (Gesรน risorto, per Luca) il suo programma di vita futuro. Innanzitutto, la metร dei suoi beni, la maggior parte dei quali guadagnati illecitamente e in una situazione di oggettiva collaborazione col nemico occupante, andrร ai poveri. Elemosina che diventa giustizia. Zaccheo รจ sulla strada delle richieste fatte da Gesรน al โcapo/archลnโ che chiedeva lumi su come poter ereditare la vita eterna. Alla richiesta di vendere tutto quello che aveva e di โdistribuirlo in dono fra i poveri/diados ptลchoisโ, se ne andรฒ via triste perchรฉ era molto ricco (Lc 18,18-23). Con parole accorate lโangelo Raffele ricorda a Tobia e a Tobi che vogliono dargli la metร di tutti i beni riportati da Raguele in Ecbatana, quale compenso per il suo servizio di โaccompagnamentoโ di Tobi e Sara e della guarigione donata a Tobia: ยซร meglio la preghiera con il digiuno e lโelemosina con la giustizia, che la ricchezza con lโingiustizia. Meglio praticare lโelemosina che accumulare oro. Lโelemosina salva (ruetai) dalla morte e purifica da ogni peccato (apokathariei [< apokatharizล] pasan hamartian). Coloro che fanno lโelemosina godranno lunga vitaยป (Tb 12,8-9). Il saggio ben Sira conferma: ยซLโacqua spegne il fuoco che divampa, lโelemosina espia i peccati (exilasetai [< exilaskomai] hamartias)ยป (Sir 3,30). Se ho frodato in qualcosa qualcuno (!?) con lโestorsione o il ricatto (sykophanteล = fare con la mano il gesto del โficoโ al fine di mettere in falsa luce/distorcere/travisare in un modo oltraggioso) gli rifonderรฒ come indennizzo il quadruplo, continua Zaccheo. La Legge afferma: ยซQuando un uomo ruba un bue o un montone e poi lo sgozza o lo vende, darร come indennizzo cinque capi di grosso bestiame per il bue e quattro capi di bestiame minuto per il montoneยป (Es 21,37). Il re Davide risponde irato al profeta Natan che gli aveva raccontata la parabola del ricco che aveva rubato lโunica pecora posseduta da un povero: ยซPagherร quattro volte il valore della pecora, per aver fatto una tal cosa e non averla evitataยป (2Sam 12,6). Il libro del Levitico (5,20-26) prevedeva la seguente fattispecie giuridica nellโeventualitร di cose rubate, trovate e non restituite, falsa testimonianza ecc.: restituzione per intero con lโaggiunta di un quarto del valore e un sacrificio di riparazione. Il reato commesso toccava anche la sfera divina, che andava risarcita con un sacrificio apposito. Ecco il testo: ยซIl Signore parlรฒ a Mosรจ dicendo: โQuando qualcuno peccherร e commetterร unโinfedeltร verso il Signore, perchรฉ inganna il suo prossimo riguardo a depositi, a pegni o a oggetti rubati, oppure perchรฉ ricatta il suo prossimo, o perchรฉ, trovando una cosa smarrita, mente in proposito e giura il falso riguardo a una cosa in cui uno commette peccato, se avrร cosรฌ peccato, si troverร in condizione di colpa. Dovrร restituire la cosa rubata o ottenuta con ricatto o il deposito che gli era stato affidato o lโoggetto smarrito che aveva trovato o qualunque cosa per cui abbia giurato il falso. Farร la restituzione per intero, aggiungendovi un quinto, e renderร ciรฒ al proprietario nel giorno in cui farร la riparazione. Come riparazione al Signore, porterร al sacerdote un ariete senza difetto, preso dal gregge, corrispondente al valore stabilito, per il sacrificio di riparazione. Il sacerdote compirร per lui il rito espiatorio davanti al Signore e gli sarร perdonato, qualunque sia la mancanza di cui si รจ reso colpevoleโยป. Se qualcuno veniva condannato per condotta impropria in materia di raccolta di tasse, poteva essere punito con una multa corrispondente da tre a dieci volte lโammontare del danno compiuto. In una legge romana piรน tardiva era richiesta una pena corrispondente a quattro volte il danno commesso. Fino a questo momento Gesรน non ha rivolto a Zaccheo alcuna parola. Lo avrร rimproverato? Gli avrร ricordato accuratamente le norme della legge mosaica? Sarร stato duro? Sarร stato dolce? Il vangelo ci riporta solo la decisione generosa di Zaccheo, che sembra andare oltre ogni richiesta di legge. Una decisione ferma e abbondante per quanto riguarda gli indennizzi e le persone interessate! Chissร quante! Come fare per convocarle tutte? Avrร tenuto Zaccheo un libro mastro delle sue operazioni? Sta di fatto che Zaccheo mostra nella sua decisione il proprio pentimento, la conversione del cuore, lโessere ormai un uomo nuovo. Molte le domande inevase. Avrร lasciato Zaccheo il suo lavoro? Lo avrร mantenuto ancora solo per il tempo necessario a reperire i fondi necessari per lโindennizzo alle persone offese, limitando al massimo lโimporto della sua commissione oltre la quota delle tasse dovute? Sarร rimasto a casa sua o avrร seguito Gesรน? Cosa non irrilevante: avrร percepito il risvolto religioso della colpa commessa, che richiedeva sacrifici da offrire al tempio nel momento della sua purificazione? Nulla di ciรฒ vien detto e nulla in piรน viene richiesto da Gesรน al momento. La realtร evidenziata come decisiva รจ il risvolto antropologico, la ricostituzione di rapporti umani corretti. Un passo alla volta. Legge della gradualitร . Oggi la salvezza anche per questo figlio di Abramo!Nel momento della manifestazione del contenuto della decisione presa da Zaccheo, Gesรน sรฌ rivolge a lui, ma rivolgendosi implicitamente a tutti i presenti. Nellโโoggi/sฤmeronโ decisivo, escatologico, insito nel piano salvifico del Padre (dei), manifestatosi nel concreto oggi cronologico imperdibile da parte di Zaccheo, รจ avvenuta โla salvezza/sลtฤriaโ per la casa di Zaccheo, per lui e la sua famiglia, servi (probabili) compresi. Quando un padrone di casa si convertiva, tutta la famiglia lo seguiva. Cosรฌ avviene anche per Zaccheo. La vita piena, umanizzante (โsalvezzaโ) proveniente da Dio e accolta al momento della manifestazione concreta del suo pentimento fruttuoso si estende a tutti i suoi familiari. La grazia รจ contagiosa, avvolgente, imperscrutabile e insindacabile. La โsalvezza/sลtฤriaโ รจ entrata nel tempo, โรจ avvenuta/egenetoโ in quella casa perchรฉ in essa vi รจ rimasto Gesรน, il Salvatore (sลtฤr) che รจ Cristo Signore, come annunciato dagli angeli ai pastori (cf. Lc 2,11). Il Salvatore incontra lโuomo peccatore, che ha una sua dignitร indisponibile ad altri. Lโaccoglienza reciproca genera la conversione fruttuosa, una novitร totale di vita, la salvezza. Questo avviene โ continua Gesรน โ anche per il fatto che โanche questi/questโ(uomo) รจ figlio di Abramoโ, appartiene al popolo che ha nei patriarchi la propria radice, indistruttibile, che porta benedizione ai discendenti e a tutti i popoli della terra. Figlio di Abramo fortemente peccatore, ma non bandito ed escluso dalla famiglia. La salvezza del Padre, del suo โoggiโ salvifico, si attua attraverso Gesรน che si presenta come Figlio dellโuomo inviato sulla terra non per giudicare ma per salvare gli uomini. Come nel caso della pecorella, della moneta e del figlio prodigo (e anche del figlio maggioreโฆ) protagonisti delle parabole del perduto-ritrovato di Lc 15, anche Zaccheo รจ una persona โperdutaโ irrimediabilmente al suo livello decisivo, escatologico (< apollymi): si trova connotata dalla qualitร del โperdutoโ (il neutro to apolลlos del v. 10 esprime proprio la sua qualitร , in questo caso negativa). Gesรน รจ venuto a cercare e a salvare ciรฒ che รจ (pensato) perduto irrimediabilmente secondo i canoni della Legge, pur buona e data da Dio, come era interpretata dai suoi custodi zelanti, autori di una sterminata serie di leggi e di tradizioni (โumaneโ) attualizzanti la stessa che perรฒ, per onorare Dio sempre e in ogni luogo, finivano spesso per dimenticare lโuomo o per appiattirlo sulla situazione di peccaminositร /impuritร . Oltre lโultima fermataLโapostolo Giacomo conclude la sua lettera con queste parole: ยซโฆ chi riconduce un peccatore dalla sua via di errore lo salverร (sลsei) dalla morte e coprirร una moltitudine di peccati (kalypsei plethos hamartiลn)ยป (Gc 5,20, che cita non ad litteram Tb 12,9). Gesรน salva Zaccheo, โciรฒ che รจ perduto irrimediabilmenteโ a livello di vita divina, definitiva, escatologica. Zaccheo mostra esternamente, alla โcasa dove rimane Gesรนโ โ cioรจ il popolo messianico che egli sta creando progressivamente โ la sua decisione di cambiamento di vita, di conversione. Ma รจ la grazia โdolce e miteโ, accogliente, di Gesรน quella che lo ha prevenuto nel โvederlo dal basso verso lโaltoโ, nel โvederlo di nuovoโ/anablepล. La grazia mite e preveniente di Gesรน lo ha fatto sentire accolto come persona dotata di nome, seppur non approvato nel suo male oggettivo. Gli ha dato tempo. ร rimasta con lui. Nella sua casa. Il cardinale di Bologna Matteo Zuppi ha detto un giorno: ยซAndrรฒ oltre lโultima fermata dellโultimo tram della seraยป. Lโevangelizzazione รจ cosa del cuore. Gesรน ha portato a Zaccheo il vangelo, la buona notizia. Oltre lโultima fermata dellโultimo tram della sera. Una fermata considerata insuperabile perchรฉ disdicevole e scandalosa, costosa e โsporcaโ. La grazia punta lโuomo. Con amore. Il resto tocca a lui. |
Commento a cura di padre Roberto Mela scj
Fonte del commento: Settimana News
