Commento al Vangelo del 3 Novembre 2019 – p. Roberto Mela scj

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Zaccheo, il perduto ritrovato

Il libro della Sapienza

Nel commento alla Prima lettura della XXIII Domenica per annum C, dedicato a Sap 9,13-18, abbiamo indicato alcune linee introduttive al libro della Sapienza. Composto in greco tra il 30 e il 14 a.C. probabilmente ad Alessandria dโ€™Egitto, ad opera di un autore sconosciuto (pur essendo attribuita fittiziamente a Salomone), esso non รจ entrato nel canone ebraico ed รจ uno dei libri deuterocanonici del canone cattolico.

รˆ lโ€™opera di un autore saggio, istruito, inserito in un contesto urbano multiculturale. Egli vuole offrire ai giovani giudei fedeli alla tradizione degli strumenti cultural-religiosi-filosofici utili per il dialogo con i giudei filoellenisti, tentati di abbandonare le tradizioni patrie in quanto ben inseriti nellโ€™amministrazione politica dellโ€™Egitto.

Lโ€™autore vuole perรฒ dialogare anche con i non ebrei, specialmente con coloro che si sono formati alla scuola del platonismo e dello stoicismo.

Nel libro viene lodata la Sapienza nel suo rapporto con la giustizia, con la creazione e con la salvezza. Lโ€™atmosfera non fa trasparire la persecuzione, ma senza dubbio si stanno muovendo i primi passi di una cristi latente con lโ€™istituzione pubblica.

A livello letterario, il libro della Sapienza puรฒ essere cosรฌ strutturato nelle sue linee generali:

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1,1โ€“6,21 Esordio: sapienza e giustizia;

6,22โ€“9,18 Elogio della sapienza;

10,1โ€“19,22 Esemplificazione: Sapienza e storia (10,1โ€“11,1 Inno alla sapienza; 11,2โ€“19,12 Le sette antitesi, con due digressioni, la prima in 11,15โ€“12,27 circa la filantropia di Dio e la seconda in 13,1โ€“15,19 con la critica alle religioni pagane);

19,13-22 La nuova creazione.

Misericordia per tutti

A punizione degli irragionevoli egiziani oppressori di Israele, YHWH ha inviato animali irragionevoli, ยซaffinchรฉ capissero che con le cose con cui uno pecca, con quelle viene punitoยป (Sap 11,16). YHWH perรฒ attuรฒ la sua punizione in modo graduale, progressivo, in vista della conversione. Se avesse voluto, avrebbe potuto annientare in un momento gli egiziani malvagi. ยซTu hai disposto ogni cosa con misura, calcolo e peso. Prevalere infatti con la forza ti รจ sempre possibile, e chi si opporrร  alla potenza del tuo braccio?ยป (Sap 11,20d-21, trad. Vittoria Dโ€™Alario).

Quali sono, le ragioni della moderazione divina? Lโ€™autore vi riflette proprio nel brano letto nella liturgia odierna.

La prima chiave interpretativa dellโ€™atteggiamento divino sta nella misericordia di Dio, che contempera in perfetto equilibrio la sua onnipotenza e lโ€™esercizio moderato della stessa.

Lโ€™onnipotenza divina รจ assoluta: basta considerare il contrasto tra lโ€™onnipotenza di Dio e la piccolezza e lโ€™evanescenza del mondo intero. Nessuno puรฒ resistervi (cf. Gb 9,4-13 in modo polemico di accusa contro Dio). Anche altri testi avevano sottolineato, in positivo, lโ€™uso del potere divino contro i nemici (cf. Is 40,23; la potenza del braccio in Es 15,16; Dt 26,8; Is 40,10). Dio ha potere sullโ€™universo intero (cf. Sap 11,17). Di fronte a lui il mondo รจ un granello di polvere (solo qui lโ€™immagine, oltre che in Is 40,15). Anche il paragone della โ€œgoccia dโ€™acquaโ€ ritorna in Is 40,15, anche se รจ unโ€™espressione tipicamente greca (cf. Euripide, Andromaca 227).

Nei vv. 23-26 lโ€™autore prosegue nella sua argomentazione: lโ€™agire divino รจ ispirato non alla vendetta ma alla compassione non solo verso il popolo eletto, ma verso tutti gli uomini: eleeis de pantas (v. 23a).

Il fondamento della misericordia di Dio รจ proprio nella sua onnipotenza (cf. v.23a; cf. Prefazio della Preghiera eucaristica della Riconciliazione I: ยซManifesti la tua onnipotenza soprattutto nella grazia del perdonoยป). Solo pochi altri testi dellโ€™AT evidenziano il rapporto tra misericordia e onnipotenza: Nm 14,7-20; Sal 62,12-13; Sir 2,18; 18,1-14. Lโ€™autore del libro della Sapienza sottolinea con forza che YHWH si differenzia totalmente dalle divinitร  pagane, che nella letteratura greca sono spesso descritte in preda a sentimenti gretti, vendicativi, invidiosi.

Misericordia che fa โ€œgirare gli occhiโ€

Una seconda chiave interpretativa dellโ€™agire divino รจ la sua tolleranza โ€œpositivaโ€.

Il Dio degli ebrei non รจ vendicativo, โ€œgira gli occhi da unโ€™altra parte/parorasโ€ di fronte ai โ€œpeccati/hamartฤ“mataโ€ degli uomini (< paraoraล: โ€œvolgere lo sguardo di fianco, guardare lateralmente, e quindi โ€œtrascurare, disdegnare, non tenere conto, lasciar correre, permettere, tollerareโ€). Questo perchรฉ egli รจ grande di cuore, non ricerca puramente la soddisfazione dei propri diritti e la ricostituzione perfetta a livello giuridico di un rapporto corretto tra la giustizia divina e il comportamento errato degli uomini. Questi ultimi spesso lo infrangono perchรฉ falliscono il bersaglio della loro vita (cosรฌ il verbo hamartanล nel suo significato etimologico).

Dio perรฒ non โ€œgira gli occhiโ€ per capricciosa volubilitร  emotiva che si muove sovrana e insindacabile nellโ€™ampio spettro dei registri dellโ€™affettivitร . Il suo atteggiamento di misericordiosa tolleranza non รจ dovuto al suo essere imbelle o capriccioso, ma a una longanimitร  compassionevole che ha di mira la โ€œconversione/eis metanoianโ€ degli uomini. Non vuota magnanimitร  sovrana, imperscrutabile e insindacabile, ma misericordia paziente che attende (e suscita) il cambiamento di mentalitร  degli uomini (cf. Is 30,18; 2Pt 3,9b: ยซEgli invece รจ magnanimo con voi (makrothymei eis hymas), poichรฉ non vuole che alcuno si perda, ma tutti abbiano modo di pentirsi (eis metanoian chลrฤ“sai)ยป.

Lโ€™amore per tutti gli enti

La radice ultima (gar = โ€œinfattiโ€) dellโ€™atteggiamento di misericordia e di tolleranza โ€œattivaโ€ in Dio risiede nella sua capacitร  (e scelta) di โ€œamare/agapanโ€ gli uomini. Egli gli ama in continuitร , senza stancarsi e senza provare disgusto per loro.

ยซNella grecitร  extra-biblica lโ€™impiego del sostantivo [= agapฤ“, NdR] รจ molto scarso, mentre il verbo agapaล ha il significato tenue di โ€œstimare, avere affetto, prediligereโ€ยป ricorda R. Penna (Amore sconfinato. Il Nuovo Testamento sul suo sfondo greco ed ebraico, Ed. San Paolo, Cinisello B. [MI] 2019, 30). Il significato di amore sconfinato, disinteressato, oblativo emerge in tutta la sua forza con lโ€™ambiente biblico dellโ€™AT e specialmente del NT. รˆ molto raro trovare infatti nei testi religiosi extrabiblici lโ€™affermazione che Dio โ€œamiโ€ gli uomini.

Lโ€™autore del libro della Sapienza sfrutta il linguaggio filosofico metafisico proprio dellโ€™ontologia greca per descrivere il rapporto tra Dio e gli esseri creati (โ€œtutti gli entiโ€/ta onta panta), ma il pensiero รจ profondamente biblico. Il โ€œdisgusto/bdelyssฤ“iโ€, infatti โ€“ il contrario dellโ€™amore โ€“, non รจ un atteggiamento proprio del Dio biblico. Egli non odia/non prova disgusto di alcuna cosa perchรฉ egli le ha create tutte, e le ha create perchรฉ le ama tutte, perchรฉ si prende cura anche delle bestie dallโ€™aspetto mostruoso (cf. Gb 38,1โ€“41,26).

Se, ragionando per assurdo, Dio avesse odiato/misลn qualcosa da lui creata, non lโ€™avrebbe neppure creata. Infatti, come potrebbero le cose โ€œsussistere/persistere/diemeinenโ€ se non ci fosse stata in Dio una volontร  precisa e decisa al riguardo (ฤ“thelฤ“sas)? Se anche, per unโ€™eventualitร  totalmente assurda, ci fosse la possibilitร  di unโ€™esistenza al di fuori della โ€œvolontร /chiamataโ€ divina (klฤ“then < kaleล), questa non potrebbe โ€œrimanere in vita /dietฤ“rethฤ“โ€. Al di lร  del linguaggio filosofico impiegato, lโ€™universo mentale in cui lโ€™autore si muove รจ la visione biblica del cosmo (cf. Sal 2104,289; Gb 34,14-15).

Amante della vita

La riflessione-dialogo sulla pazienza misericordiosa di Dio riconosce โ€“ negativamente โ€“ che egli risparmia/pheidฤ“i tutte le cose, perchรฉ โ€“ positivamente โ€“, esse appartengono tutte a lui (cf. v. 23a). Tutte le realtร  sono subordinate a Dio nellโ€™amore.

Egli รจ โ€œSignore amante della vita/despota philopsycheโ€. Dio ama la vita, non ha creato e non ama la morte, la punizione annichilatrice del peccatore, sopporta anche lโ€™esistenza non del tutto positiva di qualche realtร . Lo spirito incorruttibile di Dio รจ in tutte le cose, uno spirito che puรฒ essere potenzialmente distruttivo (cf. 11,20), ma qui visto come la ragione ultima della sussistenza di tutte le realtร  (cf. Gen 2,7, Sal 104,28-30). La vita delle cose e degli uomini dipende dalla presenza in essi del soffio vitale insufflato da Dio.

Lโ€™autore fa lโ€™occhiolino alla dottrina stoica secondo la quale la realtร  intera รจ permeata dallo spirito (pneuma) e per questo sussiste, ma la depura dal suo materialismo panteista e la impiega/piega alla sua dimostrazione di stampo biblico. ยซLa sussistenza degli enti non dipende dalla partecipazione a una ragione immanente alla realtร , ma da una chiamata allโ€™esistenza, che รจ espressione dellโ€™amore di Dio verso tutte le creatureยป (V. Dโ€™Alario).

La moderazione (โ€œpoco a poco/katโ€™oligonโ€) dellโ€™azione pedagogica di Dio si dimostra, in una sintesi finale (11,2โ€“12,1), in unโ€™azione veritativa (elencheis) che rimprovera, ammonisce coloro che hanno sbagliato (parapiptontas), che hanno peccato (hamartanousin), ricordando loro lโ€™errore affinchรฉ, liberatisi (apallagentes) dalla loro cattiveria, giungano alla fede in Dio.

Il Dio dellโ€™Antico Testamento, letteratura teologica giunta ormai alle soglie del Nuovo Testamento, viene mostrato in tutta la sua misericordia, tolleranza attiva, amore disinteressato e oblativo, in vista della correzione degli uomini dal loro male che li intossica, perchรฉ arrivino alla fede che li stringe a Dio, amante della vita.

Gesรน prenderร  in mano questi fili preziosi.

La sua persona e il suo insegnamento dimostreranno nei fatti la โ€œveritร โ€ del volto di YHWH attestato nelle Scritture di Israele, rivelando nella sua carne la pienezza del suo amore agapico di redentore, espressione definitiva dellโ€™amore infinito del Padre amante della vita.

Gesรน, re contestato, esercita il giudizio

Secondo R. Meynet, la sequenza di Lc 18,31โ€“19,46 titolata โ€œGesรน, re contestato, esercita il giudizioโ€, puรฒ essere cosรฌ strutturata: A. 18,31-34 Annuncio della passione e della risurrezione di Gesรน; B. 18,35โ€“19,10 A Gerico (18,35-43 La guarigione del cieco di Gerico; 19,1-10 La conversone di Zaccheo); C. La parabola centrale 19,11-28 (La parabola delle mine); D. 19,29-40 Al monte degli Ulivi. Intronizzazione e corteo regale (19,29-36 Lโ€™intronizzazione di Gesรน; 19,37-40 Lโ€™acclamazione del re); E. 19,41-46 Lโ€™annuncio della caduta di Gerusalemme.

La composizione della sequenza รจ concentrica:

18,31-34 Annuncio del destino di Gesรน; ย ย ย ย ย ย ย  ย saliamo a GERUSALEMME

18,35 43 Il cieco guarito; ย ย ย ย ย ย ย ย ย  ย si avvicinava a Gerico

19,1-10 Il ricco scagionato; ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย  ย passava per Gerico

19,11-28 La parabola del re;ย ย ย  era vicino a GERUSALEMMEsalendo a GERUSALEMME

19,29-36 Lโ€™intronizzazione del re;ย ย ย ย ย ย ย ย ย  si avvicinava aโ€ฆ il monte degli Ulivi

19,37-40 Lโ€™acclamazione del re;ย ย ย ย  si avvicinava aโ€ฆ il monte degli Ulivi

19,41-46 Annuncio del destino di Gerusalemme;ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย ย  si avvicinavaโ€ฆ ALLA CITTร€

entrando nel TEMPIO

Secondo Meynet, il centro della sezione รจ costituito dalla parabola del re (19,11-28), al centro della quale si trova 19,22a: ยซDalla tua stessa bocca ti giudico, servo malvagio!ยป.

Zaccheo, โ€œIl puroโ€, piccolo impuro

Nel suo cammino verso Gerusalemme, che costituisce il filo conduttore del Vangelo di Luca (cf. la svolta decisiva in Lc 9,51), Gesรน attraversa Gerico, la cittร  delle palme, situata nel punto piรน basso della terra, a 400 m. circa sotto il livello del mare. Situazione simbolica di peccato, di necessitร  estrema di redenzione. Da lรฌ, per andare a Gerusalemme, non si puรฒ che salire, essere redenti, arrivare alla salvezza.

Nella cittร  abita Zaccheo, Il puro (gr. Zakchaios; ebr. Zakkai) che, ironia tragica della sorte, รจ totalmente impuro a livello rituale, inadatto cioรจ al culto. Egli รจ infatti un uomo ricco, diventato tale grazie al suo mestiere di capo dei esattori delle tasse della zona. Un lavoro svolto in subappalto per conto del responsabile generale di zona di questa attivitร  che aveva vinto a sua volta lโ€™appalto bandito dai romani, potere occupante della regione.

Lโ€™โ€œesattore/telลnฤ“sโ€ stava al โ€œtavolo/telลnโ€ del suo lavoro e, oltre lโ€™ammontare della tassa dovuta, richiedeva a ogni cittadino una quota eccedente, stabilita a sua insindacabile decisione, che rimaneva nella sua disponibilitร . Era un soggetto odiato dalla popolazione, emarginato e scomunicato dalla comunitร  civile e religiosa in quanto collaborazionista degli occupanti romani.

Un ladro patentato, impuro ritualmente perchรฉ a continuo contatto con il denaro e con i pagani. Feccia odiosa e irrecuperabile.

Gioco di occhi

Lโ€™episodio che coinvolge Zaccheo segue immediatamente quello di Bartimeo, il cieco di Gerico. Egli aveva chiesto poco prima a Gesรน di vedere di nuovo (18,41.42.43) e, guarito da Gesรน, vedendo, aveva dato lode a Dio (Lc 19,18,35-43).

Zaccheo, piccolo di statura (quanto invece ricco di denari), cerca di vedere chi รจ Gesรน, ma ne รจ impedito dalla folla. Sfidando lo scherno scontato da parte dei compaesani che lo odiavano cordialmente, precede di corsa il corteo di Gesรน e sale (anebฤ“) su un sicomoro per vederlo, dal momento che egli doveva attraversare la cittร .

Zaccheo non ha niente da perdere: la sua onorabilitร  era perduta giร  da molto tempo. Cerca tuttavia di vedere Gesรน perchรฉ probabilmente al suo tavolo di lavoro, crocevia inevitabile di tutte le chiacchere della valle del Giordano, aveva sentito parlare bene di quel maestro buono, accogliente, esigente ma misericordioso.

Zaccheo รจ curioso fuori, forse inquieto dentro. Ostracizzato dalla sua gente, ma forse โ€“ dentro โ€“ profondamente insoddisfatto della sua vita e nauseato da un cammino senza prospettive positive. Solo relazioni umane imposte, verso dipendenti e cittadini vessati da Roma e dallโ€™etnarca Erode Antipa. Relazioni fatte di timore misto a odio e a desiderio di vendetta.

Zaccheo precede di corsa Gesรน per vederlo, ma รจ preceduto da lui nello sguardo. Gesรน lo vede per primo, dal basso verso lโ€™alto/anablepsas. Bartimeo voleva โ€œvedere di nuovo /anablepsลโ€ e fu esaudito (cf. Lc 18,41.42.43). Ora รจ Gesรน che vede da sotto in su, che vuole ri-vedere la vita di Zaccheo, per guarirlo dalla sua impuritร .

Il comando di Gesรน รจ secco ma cordiale. Gesรน chiama Zaccheo per nome, giร  conosciuto forse per fama, ma preconosciuto e prevenuto nel cuore dellโ€™ยซamico dei pubblicano e dei peccatoriยป (cf. Lc 7,34). Era salito/anebฤ“ (< anabainล) sullโ€™albero per una impossibile autoredenzione. Ora รจ invitato a scendere (katabas, < katabainล), a ritornare nella bassura di Gerico e nella plaga soffocante della sua impuritร . Dovrร  ricevere la redenzione da un altro, per grazia preveniente.

Devo rimanere da te, oggi, a casa tua

Lo scopo di Gesรน รจ ben esposto: nel piano salvifico del Padre abbracciato da Gesรน (dei), accade un oggi imperdibile di salvezza personale per Zaccheo (โ€œoggi/sฤ“meronโ€, 19,5.10). Lโ€™angelo annuncia ai pastori una grande gioia per la nascita del Salvatore โ€œoggiโ€ (2,11); la Scrittura udita dai nazaretani nella sinagoga si รจ compiuta โ€œoggiโ€ (4,21); gli astanti glorificano /edoxazon Dio per aver visto โ€œcose paradossali/oltre la gloria/paradoxaโ€ โ€œoggiโ€: la guarigione del paralitico (5,26; cf. 12,28); nellโ€™โ€œoggiโ€ e per โ€œtre giorniโ€ della sua attivitร  terrena Gesรน scaccia demoni e compie guarigioni (13,32.33); in un โ€œoggiโ€ triste si consumerร  il rinnegamento di Pietro (22,34.61).

Gesรน si autoinvita nella casa di Zaccheo, spazio familiare di intimitร , serenitร , luogo di accoglienza reciproca delle fragilitร , ambiente favorevole al dialogo e alla ricerca delle radici profonde dei propri atteggiamenti, desideri, fallimenti e riscatti. Luogo di relazione non imposte, ma proposte, accettate, serene, umanizzanti. Luogo di non giudizio, ma di dialogo che mette a nudo e custodisce con amore le ferite, favorendo la guarigione e il recupero della salute psico-fisica.

Gesรน non vuole solo entrare nella vita intima di Zaccheo, ma vi vuole rimanere a lungo, tutto il tempo che serve alla guarigione, per sempre.

Zaccheo obbedisce immediatamente. Probabilmente si sente molto onorato della visita. โ€œCon tutta fretta/speusasโ€ (come si muovono i pastori per vedere il neonato Gesรน, Lc 2,16), dopo esser salito autonomamente sullโ€™albero (anebฤ“, v. 4) ora โ€œscende/katebฤ“โ€ velocemente per comando del maestro e โ€œlo accoglie gioendo/hypedexato auton chairลnโ€, come fece Marta a suo tempo (Lc 10,38). Non รจ detto dove lo accolga. Non solo in casa sua, evidentemente, ma soprattutto nella sua vita disastrata, nel suo intimo, nei suoi desideri scombinati, nella sua disperazione intima rimossa e ammantata di ricchezza e di rispetto estorto col puro potere.

Al vedere la scena tutti si mettono a mormorare in continuitร  (egoggyzon), come gli israeliti nel deserto della liberazione, nella prova di una difficile vita di fede nella libertร , piuttosto che nella comoditร  ingannatrice di una vita di dorata schiavitรน (cf. Es 14,11s; 16,8.9; Nm 11,1-30). Un Dio troppo โ€œnuovoโ€, troppo โ€œdiversoโ€ per essere accettato senza poterlo vedere e dominare come un vitello dโ€™oroโ€ฆ

Tutti mormorano perchรฉ il maestro รจ entrato ad โ€œalloggiare/katalysaiโ€ da un uomo peccatore, innominato. Era totalmente sconveniente mangiare del frutto del guadagno di una persona contaminata. Ma Gesรน non vuole tanto alloggiare, ma rimanere. Gesรน vuole rimanere con la persona in uno spazio familiare e confidenziale, non alloggiare in uno spazio per diventare complice del male, di un modo sbagliato di vivere. Gesรน sceglie la persona e uno spazio dove possa โ€œrilassarsiโ€, abbassare le difese, aprirsi al dialogo fiducioso e sereno.

La metร โ€ฆ quattro volte tanto!

Non si sa quanto tempo sia passato, quanto sia durato il โ€œrimanereโ€ di Gesรน. Cibo, bevande e dialogo hanno allentato la tensione, accresciuta la conoscenza e lโ€™accoglienza reciproca nel profondo. Gesรน non accoglie โ€œun uomo peccatoreโ€, un โ€œnumeroโ€, un appartenente della massa degli scomunicati. Accoglie la persona, ยซaccoglie la vitaยป (card. Zuppi).

Zaccheo si alza ritto in piedi (statheis), con grande dignitร  e fermezza di decisione. Non vuol piรน piegare la schiena a realtร  e persone per le quali ora prova vergogna e repulsione. Senza che gli sia stato chiesto alcunchรฉ espressamente da parte di Gesรน, espone al โ€œSignoreโ€ (Gesรน risorto, per Luca) il suo programma di vita futuro.

Innanzitutto, la metร  dei suoi beni, la maggior parte dei quali guadagnati illecitamente e in una situazione di oggettiva collaborazione col nemico occupante, andrร  ai poveri. Elemosina che diventa giustizia. Zaccheo รจ sulla strada delle richieste fatte da Gesรน al โ€œcapo/archลnโ€ che chiedeva lumi su come poter ereditare la vita eterna. Alla richiesta di vendere tutto quello che aveva e di โ€œdistribuirlo in dono fra i poveri/diados ptลchoisโ€, se ne andรฒ via triste perchรฉ era molto ricco (Lc 18,18-23).

Con parole accorate lโ€™angelo Raffele ricorda a Tobia e a Tobi che vogliono dargli la metร  di tutti i beni riportati da Raguele in Ecbatana, quale compenso per il suo servizio di โ€œaccompagnamentoโ€ di Tobi e Sara e della guarigione donata a Tobia: ยซรˆ meglio la preghiera con il digiuno e lโ€™elemosina con la giustizia, che la ricchezza con lโ€™ingiustizia. Meglio praticare lโ€™elemosina che accumulare oro. Lโ€™elemosina salva (ruetai) dalla morte e purifica da ogni peccato (apokathariei [< apokatharizล] pasan hamartian). Coloro che fanno lโ€™elemosina godranno lunga vitaยป (Tb 12,8-9). Il saggio ben Sira conferma: ยซLโ€™acqua spegne il fuoco che divampa, lโ€™elemosina espia i peccati (exilasetai [< exilaskomai] hamartias)ยป (Sir 3,30).

Se ho frodato in qualcosa qualcuno (!?) con lโ€™estorsione o il ricatto (sykophanteล = fare con la mano il gesto del โ€œficoโ€ al fine di mettere in falsa luce/distorcere/travisare in un modo oltraggioso) gli rifonderรฒ come indennizzo il quadruplo, continua Zaccheo.

La Legge afferma: ยซQuando un uomo ruba un bue o un montone e poi lo sgozza o lo vende, darร  come indennizzo cinque capi di grosso bestiame per il bue e quattro capi di bestiame minuto per il montoneยป (Es 21,37). Il re Davide risponde irato al profeta Natan che gli aveva raccontata la parabola del ricco che aveva rubato lโ€™unica pecora posseduta da un povero: ยซPagherร  quattro volte il valore della pecora, per aver fatto una tal cosa e non averla evitataยป (2Sam 12,6).

Il libro del Levitico (5,20-26) prevedeva la seguente fattispecie giuridica nellโ€™eventualitร  di cose rubate, trovate e non restituite, falsa testimonianza ecc.: restituzione per intero con lโ€™aggiunta di un quarto del valore e un sacrificio di riparazione. Il reato commesso toccava anche la sfera divina, che andava risarcita con un sacrificio apposito.

Ecco il testo: ยซIl Signore parlรฒ a Mosรจ dicendo: โ€œQuando qualcuno peccherร  e commetterร  unโ€™infedeltร  verso il Signore, perchรฉ inganna il suo prossimo riguardo a depositi, a pegni o a oggetti rubati, oppure perchรฉ ricatta il suo prossimo, o perchรฉ, trovando una cosa smarrita, mente in proposito e giura il falso riguardo a una cosa in cui uno commette peccato, se avrร  cosรฌ peccato, si troverร  in condizione di colpa. Dovrร  restituire la cosa rubata o ottenuta con ricatto o il deposito che gli era stato affidato o lโ€™oggetto smarrito che aveva trovato o qualunque cosa per cui abbia giurato il falso. Farร  la restituzione per intero, aggiungendovi un quinto, e renderร  ciรฒ al proprietario nel giorno in cui farร  la riparazione. Come riparazione al Signore, porterร  al sacerdote un ariete senza difetto, preso dal gregge, corrispondente al valore stabilito, per il sacrificio di riparazione. Il sacerdote compirร  per lui il rito espiatorio davanti al Signore e gli sarร  perdonato, qualunque sia la mancanza di cui si รจ reso colpevoleโ€ยป.

Se qualcuno veniva condannato per condotta impropria in materia di raccolta di tasse, poteva essere punito con una multa corrispondente da tre a dieci volte lโ€™ammontare del danno compiuto. In una legge romana piรน tardiva era richiesta una pena corrispondente a quattro volte il danno commesso.

Fino a questo momento Gesรน non ha rivolto a Zaccheo alcuna parola. Lo avrร  rimproverato? Gli avrร  ricordato accuratamente le norme della legge mosaica? Sarร  stato duro? Sarร  stato dolce?

Il vangelo ci riporta solo la decisione generosa di Zaccheo, che sembra andare oltre ogni richiesta di legge. Una decisione ferma e abbondante per quanto riguarda gli indennizzi e le persone interessate! Chissร  quante! Come fare per convocarle tutte? Avrร  tenuto Zaccheo un libro mastro delle sue operazioni?

Sta di fatto che Zaccheo mostra nella sua decisione il proprio pentimento, la conversione del cuore, lโ€™essere ormai un uomo nuovo.

Molte le domande inevase. Avrร  lasciato Zaccheo il suo lavoro? Lo avrร  mantenuto ancora solo per il tempo necessario a reperire i fondi necessari per lโ€™indennizzo alle persone offese, limitando al massimo lโ€™importo della sua commissione oltre la quota delle tasse dovute? Sarร  rimasto a casa sua o avrร  seguito Gesรน?

Cosa non irrilevante: avrร  percepito il risvolto religioso della colpa commessa, che richiedeva sacrifici da offrire al tempio nel momento della sua purificazione? Nulla di ciรฒ vien detto e nulla in piรน viene richiesto da Gesรน al momento. La realtร  evidenziata come decisiva รจ il risvolto antropologico, la ricostituzione di rapporti umani corretti. Un passo alla volta. Legge della gradualitร .

Oggi la salvezza anche per questo figlio di Abramo!

Nel momento della manifestazione del contenuto della decisione presa da Zaccheo, Gesรน sรฌ rivolge a lui, ma rivolgendosi implicitamente a tutti i presenti. Nellโ€™โ€œoggi/sฤ“meronโ€ decisivo, escatologico, insito nel piano salvifico del Padre (dei), manifestatosi nel concreto oggi cronologico imperdibile da parte di Zaccheo, รจ avvenuta โ€œla salvezza/sลtฤ“riaโ€ per la casa di Zaccheo, per lui e la sua famiglia, servi (probabili) compresi. Quando un padrone di casa si convertiva, tutta la famiglia lo seguiva. Cosรฌ avviene anche per Zaccheo. La vita piena, umanizzante (โ€œsalvezzaโ€) proveniente da Dio e accolta al momento della manifestazione concreta del suo pentimento fruttuoso si estende a tutti i suoi familiari. La grazia รจ contagiosa, avvolgente, imperscrutabile e insindacabile.

La โ€œsalvezza/sลtฤ“riaโ€ รจ entrata nel tempo, โ€œรจ avvenuta/egenetoโ€ in quella casa perchรฉ in essa vi รจ rimasto Gesรน, il Salvatore (sลtฤ“r) che รจ Cristo Signore, come annunciato dagli angeli ai pastori (cf. Lc 2,11).

Il Salvatore incontra lโ€™uomo peccatore, che ha una sua dignitร  indisponibile ad altri. Lโ€™accoglienza reciproca genera la conversione fruttuosa, una novitร  totale di vita, la salvezza.

Questo avviene โ€“ continua Gesรน โ€“ anche per il fatto che โ€œanche questi/questโ€™(uomo) รจ figlio di Abramoโ€, appartiene al popolo che ha nei patriarchi la propria radice, indistruttibile, che porta benedizione ai discendenti e a tutti i popoli della terra. Figlio di Abramo fortemente peccatore, ma non bandito ed escluso dalla famiglia.

La salvezza del Padre, del suo โ€œoggiโ€ salvifico, si attua attraverso Gesรน che si presenta come Figlio dellโ€™uomo inviato sulla terra non per giudicare ma per salvare gli uomini.

Come nel caso della pecorella, della moneta e del figlio prodigo (e anche del figlio maggioreโ€ฆ) protagonisti delle parabole del perduto-ritrovato di Lc 15, anche Zaccheo รจ una persona โ€œperdutaโ€ irrimediabilmente al suo livello decisivo, escatologico (< apollymi): si trova connotata dalla qualitร  del โ€œperdutoโ€ (il neutro to apolลlos del v. 10 esprime proprio la sua qualitร , in questo caso negativa).

Gesรน รจ venuto a cercare e a salvare ciรฒ che รจ (pensato) perduto irrimediabilmente secondo i canoni della Legge, pur buona e data da Dio, come era interpretata dai suoi custodi zelanti, autori di una sterminata serie di leggi e di tradizioni (โ€œumaneโ€) attualizzanti la stessa che perรฒ, per onorare Dio sempre e in ogni luogo, finivano spesso per dimenticare lโ€™uomo o per appiattirlo sulla situazione di peccaminositร /impuritร .

Oltre lโ€™ultima fermata

Lโ€™apostolo Giacomo conclude la sua lettera con queste parole: ยซโ€ฆ chi riconduce un peccatore dalla sua via di errore lo salverร  (sลsei) dalla morte e coprirร  una moltitudine di peccati (kalypsei plethos hamartiลn)ยป (Gc 5,20, che cita non ad litteram Tb 12,9).

Gesรน salva Zaccheo, โ€œciรฒ che รจ perduto irrimediabilmenteโ€ a livello di vita divina, definitiva, escatologica.

Zaccheo mostra esternamente, alla โ€œcasa dove rimane Gesรนโ€ โ€“ cioรจ il popolo messianico che egli sta creando progressivamente โ€“ la sua decisione di cambiamento di vita, di conversione.

Ma รจ la grazia โ€œdolce e miteโ€, accogliente, di Gesรน quella che lo ha prevenuto nel โ€œvederlo dal basso verso lโ€™altoโ€, nel โ€œvederlo di nuovoโ€/anablepล.

La grazia mite e preveniente di Gesรน lo ha fatto sentire accolto come persona dotata di nome, seppur non approvato nel suo male oggettivo.

Gli ha dato tempo. รˆ rimasta con lui. Nella sua casa.

Il cardinale di Bologna Matteo Zuppi ha detto un giorno: ยซAndrรฒ oltre lโ€™ultima fermata dellโ€™ultimo tram della seraยป.

Lโ€™evangelizzazione รจ cosa del cuore.

Gesรน ha portato a Zaccheo il vangelo, la buona notizia.

Oltre lโ€™ultima fermata dellโ€™ultimo tram della sera.

Una fermata considerata insuperabile perchรฉ disdicevole e scandalosa, costosa e โ€œsporcaโ€.

La grazia punta lโ€™uomo.

Con amore.

Il resto tocca a lui.

Commento a cura di padre Roberto Mela scj

Fonte del commento: Settimana News

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