Commento al Vangelo del 3 Novembre 2019 – p. Fernando Armellini

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Padre Fernando Armellini, biblista Dehoniano, commenta il Vangelo di domenica 3 novembre 2019.
Se sei interessato a tutti i sui commenti al Vangelo, puoi leggerli qui.

Scrutati dagli uomini, contemplati da Dio

Su una tela bianca il nostro sguardo nota subito il puntino nero o lo spruzzo di fango. Per uno strano automatismo i nostri occhi sono immediatamente richiamati dal particolare che deturpa.

Accade: un difetto, una manchevolezza, una menomazione divengono spunti per soprannomi, allusioni e battute, a volte innocenti, altre sarcastiche.

Lo sguardo dellโ€™uomo รจ crudele: si sofferma soprattutto sulle macchie, sui limiti, sugli aspetti deteriori.

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รˆ cosรฌ anche lo sguardo di Dio? Se sรฌ, sono guai per tutti perchรฉ โ€œi cieli non sono puri ai suoi occhi; quanto meno un essere abominevole e corrotto, lโ€™uomo che beve lโ€™iniquitร  come acquaโ€ (Gb 15,15-16).

Dobbiamo avere paura dello sguardo di Dio?

Dio ti vede! Ricordiamo questo richiamo usato spesso dagli educatori e dai catechisti del passato come deterrente per prevenire comportamenti errati.

Quel triangolo con al centro lโ€™occhio di Dio che ci scrutava incuteva riverenza e timore.

Il pensiero che forse ci ha sfiorato piรน volte รจ che avremmo fatto volentieri a meno di questo Dio โ€œpoliziottoโ€.

รˆ corretto โ€“ anche se per ottenere comportamenti buoni โ€“ presentare Dio cosรฌ?

Il suo sguardo รจ quello dellโ€™investigatore che cerca i motivi per condannare o รจ lโ€™abbraccio tenero del Padre che comprende, scusa, coglie sempre e solo ciรฒ che รจ bello e amabile nei suoi figli?

La risposta a queste domande ci riguarda.

Per interiorizzare il messaggio, ripeteremo:
โ€œQuando venivo formato nel grembo di mia madre, i tuoi occhi mi hanno contemplato, o Signoreโ€.

Prima Lettura (Sap 11,22-12,2)

Signore, 22 tutto il mondo davanti a te, come polvere sulla bilancia,
come una stilla di rugiada mattutina caduta sulla terra.
23 Hai compassione di tutti, perchรฉ tutto tu puoi,
non guardi ai peccati degli uomini,
in vista del pentimento.
24 Poichรฉ tu ami tutte le cose esistenti
e nulla disprezzi di quanto hai creato;
se avessi odiato qualcosa, non lโ€™avresti neppure creata.
25 Come potrebbe sussistere una cosa, se tu non vuoi?
O conservarsi se tu non lโ€™avessi chiamata allโ€™esistenza?
26 Tu risparmi tutte le cose,
perchรฉ tutte son tue, Signore, amante della vita,
1 poichรฉ il tuo spirito incorruttibile รจ in tutte le cose.
12,2 Per questo tu castighi poco alla volta i colpevoli
e li ammonisci ricordando loro i propri peccati,
perchรฉ, rinnegata la malvagitร , credano in te, Signore.

La preghiera del mattino dโ€™ogni pio israelita comincia con le parole: โ€œRicorda Israele!โ€ฆโ€.

Israele รจ un popolo che non dimentica. Ricorda ciรฒ che i suoi padri hanno sofferto in Egitto: sono stati percossi, umiliati, sottoposti a duri lavori; poi il Signore li ha liberati colpendo i loro oppressori con duri castighi.

Questโ€™articolo fondamentale del Credo israelita sembrerebbe un invito a detestare per sempre gli Egiziani.

Invece, sia nella Bibbia sia nella tradizione giudaica gli egiziani non sono mai esecrati e maledetti.

Non tutti hanno sempre condiviso questi sentimenti nobili. Molti si sono chiesti invece per quale ragione il Signore non li abbia annientati. Perchรฉ non li ha colpiti con piaghe ancora piรน dure? Perchรฉ tanta moderazione nei loro confronti?

La lettura riferisce la risposta che un pio israelita, vissuto ad Alessandria dโ€™Egitto pochi anni prima di Cristo, dร  a questo interrogativo. A coloro che considerano eccessiva, ingiustificata la pazienza del Signore egli cerca di far capire le ragioni del suo comportamento.

Ricorda anzitutto che egli ha occhi diversi dai nostri.

Contemplando il cielo stellato e gli astri del firmamento, lโ€™uomo rimane stupito di fronte allโ€™immensitร  del creato. Dio invece vede โ€œtutto il mondo come polvere sulla bilancia, come una stilla di rugiada mattutina caduta sulla terraโ€ (Sap 11,21-22).

Egli รจ paziente perchรฉ รจ forte, perchรฉ รจ grande e puรฒ tutto (v.23a).

I deboli aggrediscono con violenza i loro avversari perchรฉ hanno paura. Chi รจ forte non si preoccupa, tollera tutto, non si sente minacciato.

Dio ha uno sguardo indulgente e misericordioso perchรฉ nulla lo spaventa.

Lascia che gli uomini agiscano con libertร , mantiene sempre la calma, non si spaventa se li vede commettere errori perchรฉ รจ certo che il gioco non gli sfuggirร  di mano.

Lโ€™intolleranza nei confronti di chi commette peccati, lโ€™aggressione contro chi pensa o si comporta in modo diverso, nascono dallโ€™insicurezza, dalla paura, dalla sensazione che le forze del male possano divenire incontrollabili.

La seconda ragione della moderazione di Dio nei confronti degli Egiziani: egli non considera, non vede i peccati degli uomini, in vista del pentimento (v.23b).

Se castiga non lo fa per distruggere il peccatore, ma per ricuperarlo, per condurlo al pentimento.

Egli non conosce la vendetta, la rappresaglia, la punizione, ma solo lโ€™amore e la salvezza.

Non desidera la morte del peccatore, ma che desista dalla sua cattiva condotta e viva (Ez 18,23).

Un profeta anonimo, vissuto un centinaio dโ€™anni prima, ha annunciato un evento inaudito: la conversione degli assiri e degli egiziani destinati a formare, insieme con Israele, un unico popolo. Il Signore degli eserciti โ€“ dice โ€“ li benedirร  cosรฌ: โ€œBenedetto sia lโ€™egiziano mio popolo, lโ€™assiro opera delle mie mani e Israele mia ereditร โ€ (Is 19,25).

Lโ€™autore del libro della Sapienza ha assimilato questa mentalitร  universalistica che il Signore cercava pazientemente di inculcare nel suo popolo Israele.

La terza ragione: Il Signore osserva con amore tutto il creato perchรฉ tutto ciรฒ che esiste รจ opera sua.

Egli non disprezza nulla di quanto ha fatto. Non odia nessuno, ama tutti: buoni e cattivi, perchรฉ tutti sono sue creature e tutti, per il fatto stesso di esistere, portano in sรฉ qualcosa di buono.

Egli รจ il Signore โ€œamante della vitaโ€ (vv.24-26). I suoi occhi non sono mai accecati dal desiderio di vendetta, come avviene spesso per quelli dellโ€™uomo.

Raccontavano i rabbini che, dopo il passaggio del Mar Rosso, gli angeli avrebbero voluto unire le loro voci a quelle degli israeliti che inneggiavano perchรฉ il faraone e la sua armata erano stati sommersi dalle acque. Ma il Signore intervenne e disse: โ€œCome potete cantare mentre i miei figli stanno morendo? I flutti stanno inghiottendo le mie creature e voi volete intonare un cantico?โ€.

La lettura si chiude con lโ€™interpretazione teologica dei castighi che Dio ha inflitto agli Egiziani: non si tratta di castighi, ma di medicine (12,1โ€‘2). Come si fa con le medicine, ha impiegato le piaghe in piccole dosi. Non voleva distruggere, ma ammonire i colpevoli, farli rinsavire, far loro comprendere che erano usciti dal retto cammino, spingerli a rinnegare le loro malvagitร  e condurli alla fede.

Seconda Lettura (2 Ts 1,11-2,2)

Fratelli, 11 preghiamo di continuo per voi, perchรฉ il nostro Dio vi renda degni della sua chiamata e porti a compimento, con la sua potenza, ogni vostra volontร  di bene e lโ€™opera della vostra fede; 12 perchรฉ sia glorificato il nome del Signore nostro Gesรน in voi e voi in lui, secondo la grazia del nostro Dio e del Signore Gesรน Cristo.
2,1 Ora vi preghiamo, fratelli, riguardo alla venuta del Signore nostro Gesรน Cristo e alla nostra riunione con lui, 2 di non lasciarvi cosรฌ facilmente confondere e turbare, nรฉ da pretese ispirazioni, nรฉ da parole, nรฉ da qualche lettera fatta passare come nostra, quasi che il giorno del Signore sia imminente.

I cristiani di Tessalonica stanno attraversando un momento piuttosto difficile: nella loro comunitร  si sono infiltrati alcuni visionari che annunciano come imminente la fine del mondo.

Per diffondere piรน facilmente le loro insane farneticazioni, questi predicatori affermano di riferire il pensiero di Paolo e, come prova, mostrano alcune lettere che giurano di avere ricevuto da lui (2,2).

Lโ€™Apostolo raccomanda ai cristiani di Tessalonica di stare attenti, di non farsi influenzare da questi fanatici che, invece di annunciare il Vangelo, diffondono โ€œvisioniโ€ e โ€œispirazioni personaliโ€.

I momenti difficili costituiscono il terreno ideale in cui trovano credito gli allucinati che predicano le loro fantasticherie. Si tratta di gente che vuole sfuggire alle difficoltร  della vita.

Paolo prega Dio affinchรฉ i tessalonicesi giungano a capire dove sta la veritร  e chiede che il Signore sia glorificato non mediante chiacchiere di gente illusa, ma dalla testimonianza dโ€™amore concreto di cui danno prova i membri della comunitร .

Vangelo (Lc 19,1-10)

1 Entrato in Gerico, attraversava la cittร . 2 Ed ecco un uomo di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, 3 cercava di vedere quale fosse Gesรน, ma non gli riusciva a causa della folla, poichรฉ era piccolo di statura. 4 Allora corse avanti e, per poterlo vedere, salรฌ su un sicomoro, poichรฉ doveva passare di lร . 5 Quando giunse sul luogo, Gesรน alzรฒ lo sguardo e gli disse: โ€œZaccheo, scendi subito, perchรฉ oggi devo fermarmi a casa tuaโ€. 6 In fretta scese e lo accolse pieno di gioia. 7 Vedendo ciรฒ, tutti mormoravano: โ€œรˆ andato ad alloggiare da un peccatore!โ€. 8 Ma Zaccheo, alzatosi, disse al Signore: โ€œEcco, Signore, io do la metร  dei miei beni ai poveri; e se ho frodato qualcuno, restituisco quattro volte tantoโ€. 9 Gesรน gli rispose: โ€œOggi la salvezza รจ entrata in questa casa, perchรฉ anchโ€™egli รจ figlio di Abramo; 10 il Figlio dellโ€™uomo, infatti, รจ venuto a cercare e a salvare ciรฒ che era perdutoโ€.

Al tempo di Gesรน, la gente del popolo prendeva un solo pasto al giorno, la sera: รจ comprensibile che gli israeliti abbiano immaginato il regno di Dio come una cena eterna dove tutti finalmente avrebbero mangiato a sazietร . La profezia cui facevano riferimento era stata proferita da Isaia: โ€œIl Signore preparerร  un banchetto di grasse vivande, un banchetto di vini eccellenti, di cibi succulenti, di vini raffinatiโ€ (Is 25,6).

Siccome poi i banchetti di questo mondo erano unโ€™immagine del mondo futuro, riunire attorno alla stessa mensa giusti e peccatori era ritenuta una bestemmia contro la santitร  di Dio che li voleva separati. Lโ€™esclusione doveva costituire per i malvagi un perentorio richiamo alla conversione.

Questa convinzione era condivisa da tutti in Israele, ciรฒ spiega la sorpresa suscitata dal comportamento di Gesรน.

Il brano inizia presentando il Maestro che entra in Gerico e attraversa la cittร  accompagnato dalla folla e dai discepoli (v.1).

Allโ€™entrata della cittร  ha appena curato un mendicante cieco che lo supplicava: โ€œSignore, che io riabbia la vistaโ€ (Lc 18,35-43). Lโ€™accostamento di questi due fatti non รจ casuale. La guarigione del cieco e il โ€œrecuperoโ€ di Zaccheo si richiamano e si illuminano a vicenda.

Sia il cieco che Zaccheo desiderano vedere e Gesรน che compie per loro un prodigio, capovolge la loro condizione ritenuta irrecuperabile.

In ambedue i racconti si parla di una folla che segue il Maestro, ma che non lo comprende, lo critica, si oppone alle sue scelte e alla sua opera salvifica.

Ambedue i racconti infine si chiudono ricordando gli effetti sconvolgenti โ€“ la visione nuova del mondo e della vita โ€“ prodotti dallโ€™incontro con la luce donata da Gesรน.

Nel brano di oggi chi cerca di vedere รจ un pubblicano ricco che si chiama Zaccheo.

Per una strana beffa del destino il nome che porta significa il puro, il giusto. I pubblicani sono considerati da tutti โ€“ e con ragione โ€“ dei ladri e Zaccheo non solo รจ un pubblicano, ma รจ un capo dei pubblicani. Luca inventa addirittura un vocabolo per definirlo meglio: lo chiama arcipubblicano โ€“ un termine che in greco non esiste โ€“ come dire arciladro. Altro che puro!

Oltre al nome, lโ€™evangelista nota un altro particolare: era piccolo di statura. Non si tratta di una banale informazione sul fisico di Zaccheo. รˆ lโ€™immagine di come egli appare agli occhi di tutti: uno sgorbio insignificante, un fastidioso puntino nero in una societร  immacolata, uno degli esclusi dal banchetto del regno di Dio.

Zaccheo รจ ben cosciente della sua condizione, ma lโ€™esclusione dal consesso dei giusti non lo amareggia piรน di tanto.

รˆ convinto che lโ€™essere accomunato a persone che osservano scrupolosamente la legge, ma che sono ipocrite, supponenti, compiaciute della loro giustizia, non lo avvantaggerebbe di molto.

Da un lato vorrebbe, sรฌ, prendere le distanze dal gruppo dei peccatori fra i quali sa di essere giustamente catalogato, ma quale sarebbe lโ€™alternativa? Lโ€™adesione alla setta dei farisei? Non troverebbe la risposta ai suoi tormenti, alle sue inquietudini.

Ha avuto tutto dalla vita, eppure รจ profondamente insoddisfatto.

Ha partecipato a tanti banchetti, ma รจ ancora alla ricerca del cibo che sazia. Il bisogno che prova รจ cosรฌ impellente, cosรฌ incoercibile che per soddisfarlo รจ disposto a sfidare i lazzi divertiti di una folla che non lโ€™ha in simpatia.

Vuole vedere Gesรน perchรฉ โ€“ pensa โ€“ รจ forse lui lโ€™unico in grado di capire le sue angosce e il suo dramma interiore e, per poterlo vedere sale su un sicomoro (v.3).

Stupisce il fatto che si sia arrampicato su un sicomoro. Perchรฉ non รจ salito sul terrazzo di una delle tante case che si affacciano sulla via principale? Forse perchรฉ nessuno ha accettato di ospitarlo; non solo non gli รจ stata aperta alcuna porta, ma non gli รจ stato nemmeno permesso di calpestare i gradini della scala che, dallโ€™esterno, sale fin sul terrazzo.

Eccolo Zaccheo: lโ€™immondo, il peccatore che tutti rifiutano.

Cerca disperatamente Gesรน perchรฉ ha sentito parlare di lui. Conosce i giudizi pesanti che ha pronunciato sulla ricchezza, ma sa anche che รจ โ€œlโ€™amico dei pubblicani e dei peccatoriโ€ (Lc 7,34). Gli รจ stato riferito che egli โ€œnon รจ venuto a chiamare giusti, ma peccatori a convertirsiโ€ (Lc 5,32), per questo vuole sapere โ€œchi รจโ€. Anche Erode si รจ chiesto: โ€œchi รจ costui?โ€ e voleva vederlo (Lc 9,9), ma con una disposizione dโ€™animo completamente diversa: lo cercava in modo distaccato, solo per avere un chiarimento riguardo alla sua identitร . Zaccheo invece รจ pronto a lasciarsi coinvolgere, aspira a un cambiamento radicale della sua esistenza.

In questa ricerca affannosa interviene la folla di coloro che accompagnano Gesรน. Come รจ accaduto con il cieco di Gerico (Lc 18,39), invece di favorire lโ€™incontro con il Maestro si frappone, diviene un impedimento. Non capisce che sono proprio โ€œi piccoliโ€, โ€œgli impuriโ€, gli emarginati che Gesรน sta cercando.

La ragione di questo atteggiamento รจ un difetto di vista.

In Zaccheo anche coloro che seguono Gesรน non scorgono che il pubblicano, il peccatore, lo strozzino, nullโ€™altro; non riescono a scoprire in lui nulla di buono e di positivo. Lo rifiutano, ma, non potendolo eliminare fisicamente, lo isolano, lo disprezzano, non gli rivolgono nemmeno la parola e questo รจ il loro modo di ucciderlo. Il loro atteggiamento รจ discriminatorio come quello dei farisei.

La vista di queste persone โ€œpureโ€ รจ tanto difettosa che vede il male ovunque, anche dove non cโ€™รจ: in Gesรน.

Criticano e condannano anche lui perchรฉ โ€“ pensano โ€“ andando โ€œad alloggiare da un peccatoreโ€, รจ divenuto impuro (v.7).

Osserviamo ora come sono invece limpidi e puri gli occhi di Gesรน.

Quando giunge sul luogo, egli alza lo sguardo e dice: โ€œZaccheo scendi subito, perchรฉ oggi devo fermarmi a casa tuaโ€ (v.5). Nessuno della folla ha pronunciato questo nome perchรฉ Zaccheo รจ โ€œlโ€™impuroโ€. Solo Gesรน lo chiama: โ€œZaccheo-puro!โ€. Per lui egli รจ โ€œpuroโ€, รจ anchโ€™egli un figlio di Abramo! (v.9).

Dallโ€™alto egli cercava di vedere Gesรน, ma ora รจ Gesรน che, dal basso, lo vede per primo. Di fronte al peccatore Gesรน alza sempre lo sguardo, perchรฉ la sua posizione รจ quella del servo che ha umiliato se stesso โ€œfacendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croceโ€ (Fil 2,7-8). Anche quando rimane solo con lโ€™adultera Gesรน alza il capo verso di lei (Gv 8,10), la guarda dal basso perchรฉ chi ama non si atteggia mai a giudice, si abbassa, sceglie lโ€™ultimo posto, si inchina davanti alla persona amata per lavarle i piedi.

A Gerico Gesรน si trova in mezzo ai โ€œgiustiโ€ che lo seguono, che ascoltano la sua parola, che lo applaudono. Eppure, per istinto, non appena egli scorge un โ€œpiccoloโ€, distoglie immediatamente lo sguardo dal gruppo dei โ€œfedeliโ€ e dirige la sua attenzione al peccatore.

Non si preoccupa delle โ€œconvenienze socialiโ€ nรฉ delle โ€œsante disposizioniโ€ impartite dai capi religiosi. Sente un bisogno incoercibile di stare con colui che รจ isolato e disprezzato. โ€œIo devo โ€“ dice โ€“ fermarmi a casa tuaโ€. Devo, รจ per me una necessitร  interiore: se questa sera non sto con te, non riuscirรฒ a prendere sonno.

Cosโ€™hanno ottenuto coloro che guardavano Zaccheo dallโ€™alto in basso? Nulla. Con le loro condanne senza appello non hanno fatto altro che incattivirlo.

Gli sguardi severi e truci dei censori, dei giudici, degli accusatori impediscono soltanto di incontrare lโ€™unico sguardo che salva, quello tenero di Cristo!

Il racconto si conclude con una cena.

La corsa in avanti di Zaccheo (v.4) e i verbi di movimento (entrare, attraversare, correre, salire, scendere in fretta) che caratterizzano la prima parte del racconto (vv.1-7) hanno come meta la casa del peccatore dove Gesรน รจ diretto e โ€œprende dimoraโ€ (v.7).

Con la sua venuta ha inizio la festa e il banchetto del regno di Dio annunciato da Isaia.

Osserviamo chi รจ dentro e chi รจ fuori, chi fa festa e chi รจ triste.

Dentro dovrebbero esserci i โ€œgiustiโ€, invece essi sono tutti fuori a mormorare, a rodersi dalla rabbia perchรฉ non concordano con il tipo di invitati con cui Gesรน ha voluto che fosse riempita la sala.

Dentro ci sono gli โ€œimpuriโ€ per i quali Gesรน รจ venuto. Cโ€™รจ Zaccheo, il capo dei peccatori, colui per il quale con cโ€™era speranza di salvezza perchรฉ pubblicano e ricco (v.2). Gesรน stesso ha appena detto che โ€œรจ piรน facile che un cammello passi per la cruna di un ago, piuttosto che un ricco entri nel regno dei cieliโ€ (Lc 18,25). Eppure, ciรฒ che รจ impossibile per gli uomini รจ divenuto possibile per lโ€™intervento di Dio (Lc 18,27).

La salvezza non รจ avvenuta in modo automatico: รจ stata offerta, sรฌ, gratuitamente, ma Zaccheo ha dovuto accoglierla nella sua casa. Solo cosรฌ ha finalmente scoperto quella gioia vera che andava disperatamente cercando.

A questo punto ecco che lโ€™amore genera altro amore: Zaccheo, amato gratuitamente, si rende conto che esistono altre persone che hanno bisogno di amore. Si ricorda dei poveri. โ€œSignore, โ€“ dice a Gesรน โ€“ io dรฒ la metร  dei miei beni ai poveri e, se ho frodato qualcuno, restituisco quattro volte tantoโ€ (v.8).

A differenza di quello che ha fatto con il notabile ricco (Lc 18,18-23), a Zaccheo Gesรน non ha chiesto di โ€œvendere tutto e di distribuire i suoi beni ai poveriโ€. Non gli ha rivolto alcun rimprovero, non ha posto alcuna condizione. Gli ha chiesto solo di essere accolto.

Zaccheo non รจ stato ammesso al banchetto del Regno perchรฉ era buono, รจ diventato buono dopo, quando si รจ trovato coinvolto nella festa.

Si รจ convertito quando ha scoperto che Dio gli voleva bene malgrado fosse un impuro, un povero, un piccolo, anzi, proprio perchรฉ era piccolo.

La scoperta di questo amore gratuito รจ stata la luce che ha dissipato le tenebre che avvolgevano la sua vita e che gli ha fatto capire che solo lโ€™amore e il dono sono fonte di gioia.

Fonte – Settimana News

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