Gesรน oggi ci racconta una parabola, una storia che ci aiuta a capire un poโ di piรน chi รจ Lui e chi siamo noi: diciamo sempre che la fede รจ una relazione di amicizia e dialogo con Lui, cosa cโรจ di meglio quindi di una storia che ci aiuta a conoscerci?I protagonisti sono due: un fariseo e un pubblicano.
E chi sono? I farisei erano alcuni degli uomini piรน importanti in Israele: sapienti, osservatori di tutte le leggi e di tutti gli obblighi, considerati da tutti dei punti di riferimento in quanto, allโapparenza, erano molto bravi e precisi, impeccabili. I pubblicani invece, erano ebrei che durante lโoccupazione dei Romani riscuotevano le loro opprimenti tasse dagli altri ebrei, ed erano quindi considerati dei traditori del proprio popolo, della propria patriae quindi del proprio credo soltanto per denaro: per questo erano messi da parte e considerati come i peccatori peggiori.

Ecco quindi la scena: il fariseo prega in piedi, ai primi posti, in modo formalmente corretto, parla di quanto รจ bravo perchรฉ fa tuttoquello che la legge gli chiede di fare, ma soprattutto ringrazia Dio perchรฉ non รจ un peccatore come il pubblicano inginocchiato in fondo, giudicando una persona che non conosce. Quante volte ci capita di fare confronti con gli altri? Magari abbiamo un compagno di classe che a volte non si comporta bene, o un fratello, o un amico, che magari dicono parolacce e non fanno mai i compiti; noi che invece pensiamo di essere sempre educati e di fare tutto quello che i grandi ci chiedono, diciamo โio sono piรน bravo di luiโ, e magari lo rimproveriamo pure, come se noi fossimo perfetti e gli altri solo persone che devono imparare da noi.
In queste situazioni non ci fermiamo invece a pensare a quello che facciamo noi, ai nostri errori, alle nostre imprecisioni: magari anche noi una volta abbiamo disobbedito ai genitori o agli insegnanti e abbiamo trattato male i nostri amici! Nessuno รจ perfetto, neanche noi. Ma la bella notizia รจ proprio questa! Dio non guarda semplicemente alle cose che fai, ma guarda al cuore, e sa perdonare anche gli errori piรน gravi. Il pubblicano, nonostante i suoi errori, sa che a Dio puรฒ sempre chiedere perdono, e spera solamente proprio di essere perdonato! Il pubblicano conosce se stesso, i suoi errori, i suoi difetti, ma conosce anche Dio, sa che puรฒ perdonarlo: รจ veramente in relazione di amicizia con Dio! Il fariseo invece no, oltre a non conoscere se stesso, non conosce veramente neanche Dio, altrimenti saprebbe che Dio perdona tutti: il vero peccatore alla fine รจ lui, che non viene โgiustificatoโ, non viene perdonato, perchรฉ non conoscendo i suoi errori non puรฒ neanche chiedere perdono. ย
Gesรน termina la sua storia dicendo โchiunque si esalta sarร umiliato, chi invece si umilia sarร esaltatoโ: che vuol dire allora, che Dio quando ci consideriamo migliori ci punisce? Visto quello che abbiamo letto non รจ possibile! Allora capiamo bene il significato delle parole. La parola โumiltร โ deriva da โhumusโ che vuol dire terra: chi รจ โumileโ, chi si โumiliaโ, รจ colui che rimane con i piedi per terra, nella realtร , colui che conosce se stesso per quello che รจ, nei suoi pregi e nei suoi difetti. La parola โesaltareโ invece vuol dire mettere in alto, in evidenza, ed โesaltarsiโ vuol dire mettersi in evidenza da soli, entrare in un confronto con gli altri e ritenersi migliore.
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Chi fa cosรฌ, prima o poi, si renderร conto che il confronto รจ sbagliato, รจ inutile, e che โsarร umiliatoโ, ovvero sarร riportato, dai fatti e dalla realtร , con i piedi per terra. Chi giร si conosce invece, chi sta con i piedi per terra, potrร essere โesaltatoโ, non da se stesso, ma da Dio: perchรฉ quando sai chi sei e chi รจ Dio, allora sarai davvero suo amico e potrai essere โsollevatoโ, liberato, semplicemente perchรฉ gli sarai vicino.
FONTE: Missio Italia
Letture della
XXX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO โ ANNO C
Prima Lettura
La preghiera del povero attraversa le nubi
Dal libro del Sirร cide
Sir 35,15b-17.20-22a
ย
Il Signore รจ giudice
e per lui non cโรจ preferenza di persone.
ย
Non รจ parziale a danno del povero
e ascolta la preghiera dellโoppresso.
Non trascura la supplica dellโorfano,
nรฉ la vedova, quando si sfoga nel lamento.
Chi la soccorre รจ accolto con benevolenza,
la sua preghiera arriva fino alle nubi.
ย
La preghiera del povero attraversa le nubi
nรฉ si quieta finchรฉ non sia arrivata;
non desiste finchรฉ lโAltissimo non sia intervenuto
e abbia reso soddisfazione ai giusti e ristabilito lโequitร .
Parola di Dio
Salmo Responsoriale
Dal Sal 33 (34)
R. Il povero grida e il Signore lo ascolta.
Benedirรฒ il Signore in ogni tempo,
sulla mia bocca sempre la sua lode.
Io mi glorio nel Signore:
i poveri ascoltino e si rallegrino. R.
ย
Il volto del Signore contro i malfattori,
per eliminarne dalla terra il ricordo.
Gridano e il Signore li ascolta,
li libera da tutte le loro angosce. R.
ย
Il Signore รจ vicino a chi ha il cuore spezzato,
egli salva gli spiriti affranti.
Il Signore riscatta la vita dei suoi servi;
non sarร condannato chi in lui si rifugia. R.
Seconda Lettura
Mi resta soltanto la corona di giustizia.
Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo a Timรฒteo
2 Tm 4,6-8.16-18
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Figlio mio, io sto giร per essere versato in offerta ed รจ giunto il momento che io lasci questa vita. Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede. Ora mi resta soltanto la corona di giustizia che il Signore, il giudice giusto, mi consegnerร in quel giorno; non solo a me, ma anche a tutti coloro che hanno atteso con amore la sua manifestazione.
ย
Nella mia prima difesa in tribunale nessuno mi ha assistito; tutti mi hanno abbandonato. Nei loro confronti, non se ne tenga conto. Il Signore perรฒ mi รจ stato vicino e mi ha dato forza, perchรฉ io potessi portare a compimento lโannuncio del Vangelo e tutte le genti lo ascoltassero: e cosรฌ fui liberato dalla bocca del leone.
ย
Il Signore mi libererร da ogni male e mi porterร in salvo nei cieli, nel suo regno; a lui la gloria nei secoli dei secoli. Amen.
Parola di Dio
Vangelo
Il pubblicano tornรฒ a casa giustificato, a differenza del fariseo.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 18,9-14
ย
In quel tempo, Gesรน disse ancora questa parabola per alcuni che avevano lโintima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri:
ย
ยซDue uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e lโaltro pubblicano.
ย
Il fariseo, stando in piedi, pregava cosรฌ tra sรฉ: โO Dio, ti ringrazio perchรฉ non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adรนlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedoโ.
ย
Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: โO Dio, abbi pietร di me peccatoreโ.
ย
Io vi dico: questi, a differenza dellโaltro, tornรฒ a casa sua giustificato, perchรฉ chiunque si esalta sarร umiliato, chi invece si umilia sarร esaltatoยป.
Parola del Signore
