Le parole che oggi ci sono proposte sono parole indirizzate da Gesรน โanzitutto ai suoi discepoliโ (Lc 12,1). Dunque non sono insegnamenti preliminari ma vanno da approfondire degli insegnamenti di cui si ha giร una certa conoscenza. Insegnamenti che i discepoli di Gesรน hanno potuto vedere realizzati nella sua vita e che in forza di questa realizzazione pratica possono essere proposti con unโautorevolezza e unโaffidabilitร molto grandi.
Ma cโรจ di piรน. Infatti questi discepoli vengono chiamati โamici mieiโ (Lc 12,4), in una confidenzialitร molto forte. Possiamo davvero considerarle parole di un amico, parole che, pur avvalendosi di autorevolezza e affidabilitร , fanno leva soprattutto sul rapporto di amicizia che Gesรน desidera fortemente avere con ciascuno di noi.
Questa premessa aiuta a leggere nel corretto significato le parole dure che incontriamo nel brano evangelico di oggi. Parole che, al di lร della loro durezza, vogliono ricordarci veritร e responsabilitร fondamentali del nostro cammino di umanizzazione.ย
Il riconoscimento o rinnegamento davanti agli uomini, che avrร come conseguenza lโessere riconosciuti o rinnegati davanti agli angeli di Dio, vuole esprimere unโidea molto semplice: la consequenzialitร che le nostre azioni terrene avranno nei giorni che ci restano da vivere e nella vita eterna. Ma questa consequenzialitร non va vista come una condanna irreversibile, ma vuole semplicemente ricordarci che ogni giorno, in ogni momento siamo chiamati al riconoscimento o al rinnegamento della presenza di Gesรน nella nostra storia, in quella degli altri e in quella del mondo.ย Lo scegliere di riconoscerlo conduce a una capacitร di riconoscimento sempre piรน grande. Al contrario, il rinnegarlo conduce a unโattitudine al rinnegamento sempre maggiore. ร come per lโamare e lโodiare: piรน ci si esercita ad amare e piรน si sarร capaci di amare; piรน si odia e piรน aumenterร la nostra capacitร di odio. Sta a noi scegliere cosa preferire, consci delle conseguenze che ne deriveranno.
Nel v. 10 lโevangelista Luca addolcisce il non perdono della bestemmia contro lo Spirito santo che troviamo nei passi paralleli degli altri evangelisti. Lascia cadere i termini riferiti allโeternitร del non perdono. Si limita a dire che questa bestemmia non sarร perdonata. ร anche significativo che Luca non parla di condanna, lasciando intravedere la possibilitร che il non perdono non conduca necessariamente alla condanna ma possa tramutarsi in perdono in seguito al ravvedimento.
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Infatti i giudizi definitivi inchiodano alla colpa commessa senza possibilitร di scampo. Questo vale per i giudizi che noi diamo sugli altri, ma soprattutto sui giudizi che diamo su noi stessi. Ma sia noi che gli altri siamo ben piรน grandi dei giudizi che diamo, e questo Gesรน lo sa bene.
E forse quella non preoccupazione del trovare le parole per discolparsi di fronte ai giudici di questo mondo (sinagoghe, magistrati, autoritร : cf. v. 11) e dellโaffidarsi allo Spirito santo, che suggerirร cosa dire, vuole indurci a una fiducia piena nello Spirito santo che, contrapponendosi al bestemmiarlo, conduce al corrispondere al suo amore e dunque allo sfuggire per grazia e amicizia alla condanna.ย
fratel Dario
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Lo Spirito Santo vi insegnerร in quel momento ciรฒ che bisogna dire.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 12, 8-12
In quel tempo, Gesรน disse ai suoi discepoli:
ยซIo vi dico: chiunque mi riconoscerร davanti agli uomini, anche il Figlio dellโuomo lo riconoscerร davanti agli angeli di Dio; ma chi mi rinnegherร davanti agli uomini, sarร rinnegato davanti agli angeli di Dio.
Chiunque parlerร contro il Figlio dellโuomo, gli sarร perdonato; ma a chi bestemmierร lo Spirito Santo, non sarร perdonato.
Quando vi porteranno davanti alle sinagoghe, ai magistrati e alle autoritร , non preoccupatevi di come o di che cosa discolparvi, o di che cosa dire, perchรฉ lo Spirito Santo vi insegnerร in quel momento ciรฒ che bisogna direยป.
Parola del Signore
