La parabola di Lazzaro e del ricco epulone ricordano a ciascuno di noi che a volte si puรฒ diventare cosรฌ egoisti da non accorgersi piรน del volto dell’altro, del volto del povero di quel povero che siede ai piedi delle tavole delle nostre esistenze.
Ma il problema fondamentale nostro รจ capire chi sono questi poveri.
Noi pensiamo che i poveri sono semplicemente quelle persone che magari estranee hanno bisogno di mangiare e di bere hanno bisogno di poter vivere e non hanno del necessario per poter vivere la loro esistenza. Sรฌ รจ vero, questi sono i poveri e noi dovremmo avere un’attenzione particolare verso questi ultimi.
Il vangelo in queste domeniche ce lo sta ricordando costantemente ma a volte questi poveri accovacciati alle tavole delle nostre esistenze, coloro che elemosinano la nostra attenzione e il nostro affetto, il nostro amore, sono persone molto vicine a noi…sono nostra moglie, nostro marito, i nostri figli, i nostri colleghi, i nostri amici, persone che apparentemente condividono con noi l’esistenza ma in realtร sono accovacciati ai piedi della tavola della nostra vita in attesa che noi ci accorgiamo di loro, perchรฉ a volte si puรฒ talmente essere in confidenza, in affetto con una persona da non accorgersi piรน di questa persona perchรฉ il nostro egoismo ci ha fatto talmente tanto ripiegare su noi stessi da non renderci piรน conto che siamo felici a spese di qualcun altro e che gli altri aspettano anche loro di essere felici, aspettano che noi diamo il nostro contributo per la loro felicitร e invece non ci accorgiamo di questa cosa.
Gesรน ci ricorda che per quanto possiamo vivere ripiegati su noi stessi per un’intera esistenza arriva il giorno della veritร , il giorno in cui presentandoci davanti a dio poi paghiamo questo egoismo questo egoismo che si dimentica del volto degli altri, questo egoismo che fa perdere il nostro nome.
- Pubblicitร -
Di questo ricco non si riporta nessun nome nel vangelo perchรฉ accade cosรฌ a un certo punto si รจ talmente tanto egoisti da perdere persino la propria identitร , il proprio talento la propria bellezza la propria originalitร . Noi diventiamo semplicemente quel bisogno che proviamo noi diventiamo semplicemente quell’egoismo con cui viviamo la nostra esistenza
Il vangelo ci insegna invece che abbiamo tutti gli strumenti per poter discernere che cosa amare, chi amare e di chi accorgersi in questo momento della nostra vita anche perchรจ se aspettiamo sempre un segno straordinario per cambiare la nostra esistenza, cosรฌ come suggerisce questo ricco a dio, suggerisce di mandare qualcuno a svegliare gli altri a far rendere conto di poter vivere diversamente la loro vita.
Noi aspettiamo sempre qualcosa di sensazionale per vivere meglio e per essere meno egoisti ma in realtร abbiamo gia disperso dentro la nostra umanitร tutti quei segnali per vivere meglio la nostra vita.
Il vangelo altro non รจ che una proposta non un imposta nel senso che non ci impone nulla come cambiamento ma ci propone costantemente rispettando la nostra libertร una vita diversa.
Letture della
XXVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO โ ANNO C
Prima Lettura
Ora cesserร lโorgia dei dissoluti.
Dal libro del profeta Amos
Am 6,1a.4-7
ย
Guai agli spensierati di Sion
e a quelli che si considerano sicuri
sulla montagna di Samaria!
Distesi su letti dโavorio e sdraiati sui loro divani
mangiano gli agnelli del gregge
e i vitelli cresciuti nella stalla.
Canterellano al suono dellโarpa,
come Davide improvvisano su strumenti musicali;
bevono il vino in larghe coppe
e si ungono con gli unguenti piรน raffinati,
ma della rovina di Giuseppe non si preoccupano.
Perciรฒ ora andranno in esilio in testa ai deportati
e cesserร lโorgia dei dissoluti.
Parola di Dio
Salmo Responsoriale
Dal Sal 145 (146)
R. Loda il Signore, anima mia.
Il Signore rimane fedele per sempre
rende giustizia agli oppressi,
dร il pane agli affamati.
Il Signore libera i prigionieri. R.
ย
Il Signore ridona la vista ai ciechi,
il Signore rialza chi รจ caduto,
il Signore ama i giusti,
il Signore protegge i forestieri. R.
ย
Egli sostiene lโorfano e la vedova,
ma sconvolge le vie dei malvagi.
Il Signore regna per sempre,
il tuo Dio, o Sion, di generazione in generazione. R.
Seconda Lettura
Conserva il comandamento fino alla manifestazione del Signore.
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo a Timรฒteo
1 Tm 6,11-16
ย
Tu, uomo di Dio, evita queste cose; tendi invece alla giustizia, alla pietร , alla fede, alla caritร , alla pazienza, alla mitezza. Combatti la buona battaglia della fede, cerca di raggiungere la vita eterna alla quale sei stato chiamato e per la quale hai fatto la tua bella professione di fede davanti a molti testimoni.
ย
Davanti a Dio, che dร vita a tutte le cose, e a Gesรน Cristo, che ha dato la sua bella testimonianza davanti a Ponzio Pilato, ti ordino di conservare senza macchia e in modo irreprensibile il comandamento, fino alla manifestazione del Signore nostro Gesรน Cristo,
che al tempo stabilito sarร a noi mostrata da Dio,
il beato e unico Sovrano,
il Re dei re e Signore dei signori,
il solo che possiede lโimmortalitร
e abita una luce inaccessibile:
nessuno fra gli uomini lo ha mai visto nรฉ puรฒ vederlo.
A lui onore e potenza per sempre. Amen.
Parola di Dio
Vangelo
Nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora lui รจ consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 16,19-31
ย
In quel tempo, Gesรน disse ai farisei:
ย
ยซCโera un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe.
ย
Un giorno il povero morรฌ e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morรฌ anche il ricco e fu sepolto. Stando negli inferi fra i tormenti, alzรฒ gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: โPadre Abramo, abbi pietร di me e manda Lazzaro a intingere nellโacqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perchรฉ soffro terribilmente in questa fiammaโ.
ย
Ma Abramo rispose: โFiglio, ricรฒrdati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui รจ consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. Per di piรน, tra noi e voi รจ stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, nรฉ di lรฌ possono giungere fino a noiโ.
ย
E quello replicรฒ: โAllora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, perchรฉ ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perchรฉ non vengano anchโessi in questo luogo di tormentoโ. Ma Abramo rispose: โHanno Mosรจ e i Profeti; ascoltino loroโ. E lui replicรฒ: โNo, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrร da loro, si convertirannoโ. Abramo rispose: โSe non ascoltano Mosรจ e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai mortiโยป.
Parola del Signore
