Commento al Vangelo del 8 Settembre 2019 – Azione Cattolica

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Il Vangelo di oggi รจ sicuramente quello piรน radicale, anche duro da ascoltare e farlo diventare parte integrante della nostra vita. Gesรน รจ solito procedere per paradossi con immagini forti che ci spingono a pensare che questo รจ possibile forse per alcuni, ma non per me. Eppure questo รจ Vangelo, รจ Buona notizia anche per me.

Non possiamo pensare che questo Vangelo sia qualcosa di superato che non va bene per la gente di oggi. Come lo fu per gli ascoltatori di allora anche oggi queste parole risultano โ€œscandaloseโ€, provocanti. Seguire Gesรน non significa mantenere le proprie convinzioni, le proprie idee, la solita vita. Se il cristianesimo non mi cambia, ma mi lascia cosรฌ come sono, con una vita costruita su mia misura,ย questo non รจ cristianesimo. Gesรน non รจ per una vita ordinaria, ma straordinaria, non รจ per una vita semplicemente terrena, ma celeste.

La nostra vita non รจ forse pensata per fare cose straordinarie? Se ci accontentassimo tutti di fare le stesse identiche cose, saremmo soddisfatti? Se dipendesse da noi, ci accontenteremmo di poco. ยซSi cambia volentieri il bene della Chiesa con il proprio benessereยป: cosรฌ affermava don Primo Mazzolari. โ€œPortare la propria croceโ€ significa andare in unโ€™unica direzione obbligata che consiste nel rinunciare alla propria volontร  per mettersi in quellโ€™atteggiamento di sequela e di affidamento incondizionato. Portare la croce aveva un unico significato, inaudito, dissacrante per le orecchie di un ebreo. Voleva dire essere oggetto di derisione e alla mercรฉ di ognuno.

Il condannato al patibolo della croce era oggetto di scherno. In altre parole significava accettare anche le umiliazioni della vita per portare il Vangelo al mondo. Oggi si tratta di non aver paura di mostrarci cristiani e credenti. Lasciamoci interrogare dal realismo evangelico, anche se questo ci mette in una situazione di disagio nei confronti della Parola.

Signore Gesรน,
ho paura di affidarmi a te.
Tu mi prometti la felicitร , ma io vedo solo fatica;
mi parli di vita piena,
ma io sento il vuoto di una vita senza senso.
Aiutami a credere alla tua Parola,
anche quando mi sembra dura, e dammi la certezza
che lโ€™opera che tu compi รจ quella di dare la tua vita per me.

Fonte

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Letture della
XXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO โ€“ ANNO C

Prima Lettura

Chi puรฒ immaginare che cosa vuole il Signore?

Dal libro della Sapienza
Sap 9, 13-18
ย 

Quale uomo puรฒ conoscere il volere di Dio?
Chi puรฒ immaginare che cosa vuole il Signore?
ย 
I ragionamenti dei mortali sono timidi
e incerte le nostre riflessioni,
perchรฉ un corpo corruttibile appesantisce lโ€™anima
e la tenda dโ€™argilla opprime una mente piena di preoccupazioni.
ย 
A stento immaginiamo le cose della terra,
scopriamo con fatica quelle a portata di mano;
ma chi ha investigato le cose del cielo?
ย 
Chi avrebbe conosciuto il tuo volere,
se tu non gli avessi dato la sapienza
e dallโ€™alto non gli avessi inviato il tuo santo spirito?
ย 
Cosรฌ vennero raddrizzati i sentieri di chi รจ sulla terra;
gli uomini furono istruiti in ciรฒ che ti รจ gradito
e furono salvati per mezzo della sapienza

Parola di Dio

Salmo Responsoriale

Dal Salmo 89 (90)

R. Signore, sei stato per noi un rifugio di generazione in generazione.Tu fai ritornare lโ€™uomo in polvere,
quando dici: ยซRitornate, figli dellโ€™uomoยป.
Mille anni, ai tuoi occhi,
sono come il giorno di ieri che รจ passato,
come un turno di veglia nella notte. R.
ย 
Tu li sommergi:
sono come un sogno al mattino,
come lโ€™erba che germoglia;
al mattino fiorisce e germoglia,
alla sera รจ falciata e secca. R.
ย 
Insegnaci a contare i nostri giorni
e acquisteremo un cuore saggio.
Ritorna, Signore: fino a quando?
Abbi pietร  dei tuoi servi! R.
ย 
Saziaci al mattino con il tuo amore:
esulteremo e gioiremo per tutti i nostri giorni.
Sia su di noi la dolcezza del Signore, nostro Dio:
rendi salda per noi lโ€™opera delle nostre mani,
lโ€™opera delle nostre mani rendi salda. R.

Seconda Lettura

Accoglilo non piรน come schiavo, ma come fratello carissimo.

Dalla lettera a Filรจmone
Fm 9b-10.12-17

ย 
Carissimo, ti esorto, io, Paolo, cosรฌ come sono, vecchio, e ora anche prigioniero di Cristo Gesรน. Ti prego per Onรจsimo, figlio mio, che ho generato nelle catene. Te lo rimando, lui che mi sta tanto a cuore.
ย 
Avrei voluto tenerlo con me perchรฉ mi assistesse al posto tuo, ora che sono in catene per il Vangelo. Ma non ho voluto fare nulla senza il tuo parere, perchรฉ il bene che fai non sia forzato, ma volontario.
ย 
Per questo forse รจ stato separato da te per un momento: perchรฉ tu lo riavessi per sempre; non piรน perรฒ come schiavo, ma molto piรน che schiavo, come fratello carissimo, in primo luogo per me, ma ancora piรน per te, sia come uomo sia come fratello nel Signore.
Se dunque tu mi consideri amico, accoglilo come me stesso.

Parola di Dio

Vangelo

Chi non rinuncia a tutti i suoi averi, non puรฒ essere mio discepolo.

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 14, 25-33

In quel tempo, una folla numerosa andava con Gesรน. Egli si voltรฒ e disse loro:
ยซSe uno viene a me e non mi ama piรน di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non puรฒ essere mio discepolo.
Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non puรฒ essere mio discepolo.
Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine? Per evitare che, se getta le fondamenta e non รจ in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: โ€œCostui ha iniziato a costruire, ma non รจ stato capace di finire il lavoroโ€.
Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se puรฒ affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre lโ€™altro รจ ancora lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere pace.
Cosรฌ chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non puรฒ essere mio discepoloยป.

Parola del Signore

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