don Antonello Iapicca – Commento al Vangelo del 26 Agosto 2019

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LA VERITA’ DELL’AMORE DI DIO NEL PERDONO DEI PECCATI ANTIDOTO ALL’IPOCRISIA

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L’ipocrisia รจ sempre in agguato. Essa puรฒ nascondersi anche nelle cose sante, nello zelo per annunciare il Vangelo ad esempio, quando si “percorre il mare e la terra per fare un solo prosรจlito”; o, piรน perniciosamente, quando ci mettiamo d’impegno per salvare qualcuno che ci รจ caro. Che cosa non facciamo per strappare un figlio da una situazione difficile; non si contano gli sforzi e le parole perchรฉ la figlia non si perda dietro a quel ragazzo.

Ma non solo; spesso le nostre relazioni sono ammalate della “sindrome della crocerossina”: vi รจ come una nevrosi che ci spinge ad aiutare e a salvare chi ci รจ accanto. Ma attenzione, non รจ autentico zelo. Non รจ amore ma egoismo. Quando si pensa di salvare togliendo la spina che, invece, conduce alla salvezza, significa che ciรฒ che muove รจ lo stolto egoismo. Mentre Gesรน ha detto a San Paolo di stare tranquillo, che “basta la sua Grazia”; la spina conficcata nella carne schiude il passo alla potenza di Dio, che si manifesta proprio nella debolezza.

L’ansia di salvare รจ piuttosto una nevrosi che nasce da qualche conflitto interno che non abbiamo risolto, soprattutto dallo scandalo della sofferenza. Come ci poniamo di fronte ad un figlio ribelle e incapace di obbedire, che sta rifiutando la fede? Come ci poniamo di fronte alla stanchezza spirituale della moglie, o alla crisi di fede del marito? Come ci poniamo di fronte alla croce e alla sofferenza del prossimo? Le relazioni sono false e ipocrite perchรฉ stabilite solo su quello che si tocca e puรฒ essere manipolato.

Mentre siamo chiamati a lasciare al “Cielo e a Colui che vi abita” ogni nostro rapporto, perchรฉ sia esso a condurlo secondo la sua volontร . Anche se essa passa per la sofferenza che purifica, per l’ “altare” che si presenta ogni giorno e dove offrire se stessi. Occorre pregare, ascoltare e accostarsi ai sacramenti! Quante volte invece che di fervorini o parole sguaiate e nevrotiche i nostri figli avrebbero bisogno di una buona confessione… Ma il Signore ci chiama oggi a conversione. Ancora una volta ci invita a farci accompagnare dalla Chiesa per camminare e “dimagrire”, lasciando al di qua della porta stretta le opere morte, gli idoli e le concupiscenze.

Ad ascoltare la predicazione, a inginocchiarci davanti a Dio, una, dieci, cento, mille volte, e umiliarci, chiedendo perdono e accogliendo la Grazia di una vita nuova, autentica, libera. A lasciarci illuminare dalla parola di Dio, a non difenderci, perchรฉ possiamo discernere e accettare i fatti e le persone attraverso cui il Signore pota e riduce il grasso che ci impedisce di essere crocifissi con Lui. Coraggio, Lui ci chiama a lasciare al “Cielo e a Colui che vi abita” ogni nostro rapporto, perchรฉ sia esso a condurlo secondo la sua volontร . Anche se essa passa per la sofferenza che purifica, per l’ “altare” che si presenta ogni giorno e dove offrire se stessi. Occorre pregare, ascoltare e accostarsi ai sacramenti! Quante volte invece che di fervorini o parole sguaiate e nevrotiche i nostri figli avrebbero bisogno di una buona confessione…

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Mostriamoglielo, prima di annunciarglielo. Val piรน un genitore umile, ma autentico, che un sapientone ipocrita… Per questo, il Signore ci invita oggi ad abbandonarci al “trono di Dio”, ovvero alla Croce dalla quale Egli regna salvando dalla morte dell’ipocrisia. A consegnare alla Croce le persone che ci sono care, al “trono” di misericordia dove Dio saprร  amarle molto meglio di noi. A lasciarci prendere per mano da Lui che, ancora una volta, scende negli “inferi” per liberarci. Nulla รจ perduto! Con Lui anche oggi potremo passare dalla morte alla vita e, come Adamo ed Eva nella iconografia orientale, aprire a una moltitudine immensa il cammino verso la luce del regno di Dio, quello che la nostra ipocrisia aveva chiuso.

Fonte e approfondimenti

Qui puoi continuare a leggere altri commenti al Vangelo del giorno.

Guai a voi, guide cieche.

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 23, 13-22

In quel tempo, Gesรน parlรฒ dicendo:
ยซGuai a voi, scribi e farisei ipocriti, che chiudete il regno dei cieli davanti alla gente; di fatto non entrate voi, e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrare.
Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che percorrete il mare e la terra per fare un solo prosรจlito e, quando lo รจ divenuto, lo rendete degno della Geรจnna due volte piรน di voi.
Guai a voi, guide cieche, che dite: โ€œSe uno giura per il tempio, non conta nulla; se invece uno giura per lโ€™oro del tempio, resta obbligatoโ€. Stolti e ciechi! Che cosa รจ piรน grande: lโ€™oro o il tempio che rende sacro lโ€™oro? E dite ancora: โ€œSe uno giura per lโ€™altare, non conta nulla; se invece uno giura per lโ€™offerta che vi sta sopra, resta obbligatoโ€. Ciechi! Che cosa รจ piรน grande: lโ€™offerta o lโ€™altare che rende sacra lโ€™offerta? Ebbene, chi giura per lโ€™altare, giura per lโ€™altare e per quanto vi sta sopra; e chi giura per il tempio, giura per il tempio e per Colui che lo abita. E chi giura per il cielo, giura per il trono di Dio e per Colui che vi รจ assisoยป.

Parola del Signore

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