Commento al Vangelo del 28 Aprile 2019 – p. Roberto Mela scj

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Si conclude oggi lโ€™ottava di Pasqua, celebrazione del mistero di morte e risurrezione di Gesรน vissuta come un unico giorno di festa, memoriale che ricorda gli eventi di Gesรน, li rende presenti, li celebra come attuali nei giorni dellโ€™uomo di oggi, e li vive come anticipazione del destino glorioso che attende tutti i credenti in Cristo.

La seconda domenica di Pasqua, da alcuni anni denominata anche โ€œdomenica della Misericordiaโ€, รจ da sempre la domenica in Albis, giorno in cui i neobattezzati deponevano la veste bianca, segno della loro nuova condizione, per riprendere gli indumenti abituali della vita quotidiana. La Pasqua va vissuta nella vita, fecondandola e trasformandola dallโ€™interno.

Atti degli Apostoli

Nel periodo pasquale la prima lettura della celebrazione eucaristica non รจ tratta dallโ€™Antico Testamento, ma dal libro degli Atti degli Apostoli. Attraverso diverse โ€œscene drammaticheโ€, lโ€™autore del libro, che chiameremo Luca per comoditร , descrive la โ€œcorsa della Parolaโ€ da Gerusalemme a Roma, capitale dellโ€™impero romano che giunge sino ai confini della terra. Si realizza in tal modo, almeno inizialmente, il comando di Gesรน agli apostoli (cf. At 1,8). A Roma, Paolo annuncia il regno di Dio e insegna le cose riguardanti il Signore Gesรน Cristo, con piena libertร  di espressione e con coraggio, senza alcun impedimento (cf. At 28,31), pur essendo agli arresti domiciliari, in custodia militaris.

La parola รจ annunciata, comunitร  di discepoli fioriscono nelle piccole e grandi cittร  dellโ€™impero romano, le capitali delle province sono evangelizzate e, con loro, tutto il territorio circostante. Il movimento dei discepoli di Gesรน Cristo non รจ un pericolo per lโ€™impero, anzi รจ leale e concorre al benessere delle comunitร  civili con lโ€™opera di soccorso verso le fasce piรน deboli della societร .

Dopo il Prologo, che fa transitare dal Vangelo di Luca agli Atti (1,1-14), secondo D. Marguerat, un grande studioso di questo testo biblico, seguono cinque grandi scene in cui si struttura il libro: 1,15โ€“8,3 Gerusalemme. La comunitร  con i dodici apostoli; 8,4โ€“12,25 Da Gerusalemme ad Antiochia. Lโ€™apertura; 13,1โ€“15,35 Primo viaggio missionario presso le nazioni. Lโ€™accordo di Gerusalemme; 15,36โ€“21,14 Paolo missionario; 21,15โ€“28,31 Da Gerusalemme a Roma. Paolo, un testimone in processo.

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Nella sezione 3,1โ€“5,42, dopo aver narrato la guarigione di uno storpio al tempio e il discorso di Pietro (3,1-26), lโ€™autore riporta lโ€™arresto e la comparizione di fronte al sinedrio (34,1-31), un secondo sommario e la morte tragica dei coniugi Anania e Saffira (4,32โ€“5,11). Un terzo sommario (5,12-16) รจ seguito, infine, da nuove minacce e dalla liberazione degli apostoli (5,17-42).

La quiete dopo la tempesta

ย Nel terzo sommario lucano (5,12-16), generalizzante e leggermente idilliaco come i due precedenti (2,42-47; 4,32-37), viene dipinta la vita della prima comunitร  dei discepoli di Gesรน a Gerusalemme dopo la Pasqua. La perseveranza compatta e concorde negli elementi di comunione, condivisione, solidarietร  fraterna, sollecitudine per i poveri, preghiera costante nel tempio, celebrazione dellโ€™eucaristia nelle case private, annuncio e ascolto dellโ€™insegnamento apostolico non puรฒ nascondere anche le difficoltร  e le fragilitร  del corpo ecclesiale, testimoniate dal tragico episodio della morte di Anania e Saffira (At 5,1-11).

Lโ€™aver tenuto per sรฉ una parte del ricavato dalla vendita di un loro podere giร  destinato liberamente a essere posto ai piedi degli apostoli per il soccorso ai poveri รจ un inganno fatto contro lo Spirito Santo, autore della comunione ecclesiale e sorgente infuocata della vita cristiana. Se si inganna la fonte della vita, non si puรฒ che andare incontro al buio della morte. Un โ€œgiudizio di Dioโ€ compiuto dai ministri apostolici. โ€œInflessibileโ€, perchรฉ pronunciato contro una colpa che colpisce al cuore il nucleo vitale della Chiesa della Pentecoste.

Dopo il racconto della tragedia di Anania e Saffira, il tono degli Atti si rialza immediatamente con un sommario (5,12-16), che riassume il tenore complessivo della vita della comunitร  dei discepoli del Risorto. Il sommario ce la presenta come una comunitร  che guarisce.

Gesรน guarisce, perdona, vivifica

I gesti di misericordia e di guarigione avevano costellato tutto il Vangelo di Luca. Gesรน aveva guarito il corpo, lโ€™anima e la psiche di tante persone. Aveva guarito fisicamente, perdonato i peccati, incoraggiato nella vita fraterna contro la tentazione di una vita vissuta allโ€™insegna dellโ€™egoismo imperante.

Nel Vangelo, Gesรน guarisce un indemoniato, la suocera di Simone e molti malati (Lc 4,31-41). Purifica un lebbroso/โ€œmorto che camminaโ€ (5,12-15), perdona e guarisce un paralitico (5,17-26). Guarisce nella sinagoga un uomo dalla mano destra โ€œseccataโ€ (6,6-11) e, a distanza, il servo di un centurione pagano (7,1-6). Rivivifica il figlio unico di una vedova disperata di Nain (7,11-18) e, in terra pagana, cura nel profondo psichico e salva da una vita da disperato un indemoniato geraseno (8,26-39). In terra di Israele, Gesรน si prende cura di due simboli del popolo: guarisce una donna anziana che continua a perdere sangue โ€œinutilmenteโ€ e rivivifica una giovane ragazza che invece deve andare incontro alla vita e al matrimonio (ยซaveva dodici anniยป) (8,40-56). Gesรน moltiplica i pani e guarisce un ragazzo epilettico (9,12-17.37-43). รˆ davvero il buon samaritano del mondo (cf. 10,29-37)โ€ฆ

Una comunitร  che guarisce

La comunitร  dei discepoli del Risorto si pone sulle tracce del proprio Signore, con la forza ricevuta dallo Spirito Santo nel giorno di Pentecoste. La forza dallโ€™alto la abilita alla testimonianza coraggiosa e alla missione, ma rende possibile anche il fatto che la Chiesa delle origini, nella sua โ€œprimaveraโ€ irripetibile, goda in modo eclatante della capacitร  di guarire gli uomini nel profondo, riportandoli alla bellezza di una vita piena e significativa.

Molti segni e prodigi avvengono fra il popolo, cioรจ nella comunitร  dei credenti e anche fra coloro che si aprono anche con fiducia iniziale alla parola apostolica e alla vita nuova testimoniata dalla comunitร  del Risorto. I segni prodigiosi provengono da Dio Padre e dal Risorto, nella potenza dello Spirito, โ€œtramite/per mezzo delle mani/dia tลn cheirลnโ€ degli apostoli. Nel libro degli Atti, lo Spirito Santo รจ strettamente unito alla figura e allโ€™opera degli apostoli. Sembra che senza di loro egli non possa agireโ€ฆ

Guarisce perchรฉ prega ed รจ unita

Lโ€™azione โ€œprodigiosaโ€ e โ€œsignificativaโ€ di una vita rinnovata operata dalla Chiesa รจ fatta derivare, implicitamente, nella sequenza delle frasi, dalla presenza di tutta la comunitร  stretta in una piena comunione concorde (โ€œun solo soffio/homothymadonโ€) nel Portico di Salomone.

I portici che circondavano la spianata templare (hieron) erano larghi circa 25 m. e lunghi complessivamente sei stadi, cioรจ circa 1100 m. Nel lungo portico di quasi 400 m. di lunghezza che delimitava il lato est della spianata templare, denominato โ€œPortico di Salomoneโ€, era possibile pregare comunitariamente, ascoltare gli insegnamenti degli scribi e dei farisei, e cercare di pregare privatamente isolandosi dal trambusto causato dalle persone che cambiavano le loro monete e offrivano i loro animali per i loro sacrifici.

La presenza compatta di tutti i credenti (homothymadon apantes) suscita un timore reverenziale fra gli astanti, che non si azzardano a โ€œunirsi/incollarsi/kollasthaiโ€ a loro (se non chiamati e invitati, ma da chi?). In ogni caso, la comunitร  รจ โ€œmagnificata/emegaloun autousโ€, perchรฉ si percepisce il bene e la serenitร  che ne promana, oltre ad una โ€œpresenza di regiaโ€ che la guida e anima dallโ€™interno con una qualitร  โ€œsovrumanaโ€.

Guarisce e cresce grazie alla fede nel Signore risorto

Il v. 14 chiarisce la fonte nascosta della crescita della comunitร . Non si tratta di un fattore โ€œumanoโ€. Essa si ingrandiva perchรฉ โ€œvenivano aggiunti/prosetithentoโ€ in continuitร  (da Dio Padre, passivum divinum) quanti credevano nel Signore (Gesรน risorto)/Kyriลi. La crescita numerica della comunitร  รจ opera divina, azione del Padre che, tramite lo Spirito, suscita nelle persone โ€“ una folla di uomini e di donne, nota lโ€™autore โ€“ la fede in Gesรน risorto e la forza per corrispondervi in libertร . La fede รจ opera teandrica. La Chiesa รจ teandrica, opera di Dio e dellโ€™uomoโ€ฆ

Lโ€™ombra (e i fazzoletti)

La folla porta pubblicamente nelle piazze della cittร  i propri malati gravi perchรฉ Pietro, anche con la sua sola โ€œombra/skiaโ€, li โ€œombreggiasse/episkiasฤ“iโ€ e potesse guarirli.

โ€œOmbreggiando Maria/episkiasei soiโ€ (Lc 1,35), lo Spirito Santo opererร  lโ€™incarnazione del Figlio di Dio nel suo seno. Da lei nascerร  perciรฒ un Uomo Nuovo, che darร  inizio a unโ€™umanitร  rinnovata radicalmente nella sua unione con Dio e nella fraternitร  ecclesiale e umana. Nascerร  un popolo nuovo, rinnovato, messianico, il compimento di quello che era uscito dalla schiavitรน dellโ€™Egitto allโ€™ombra della nube della Gloria di YHWH: la nube copriva la tenda (ebr. waykas/gr ekalypsen) e Mosรจ non poteva entrare nella tenda del convegno perchรฉ la nube โ€œdimorava/ebr. ลกฤkan; gr. epeskiazen/ombreggiavaโ€) su di essa (cf. Es 40,34).ย  Quando la nube si alzava sopra la tenda, dopo averla ricoperta (ebr. waykas, v. 34) e โ€œriempita/mฤlฤ“โ€™โ€ (v. 35) con la sua โ€œpresenza abitativaโ€ (ebr. TM)/โ€ombreggiamentoโ€ (gr. della LXX), il popolo partiva, diventando sempre piรน popolo della libertร , popolo โ€œfiglio primogenitoโ€ di YHWH (cf. Es 4,22).

Con la potenza di Dio Padre e di Gesรน risorto, tramite lo Spirito Santo (โ€œombraโ€โ€ฆ), Pietro guarisce ogni tipo di male, anche quello psichico-morale-spirituale che colloca le persone nel campo avverso a quello di Dio (โ€œspiriti impuriโ€).

I due โ€œcampioniโ€

Paolo, il secondo grande โ€œeroeโ€ degli Atti degli Apostoli (da qualcuno chiamato Atti dei due Apostoli), opererร  le stesse guarigioni compiute da Pietro. Pietro guarisce un paralitico a Gerusalemme (At 3,1-10) e uno di nome Enea a Lida (9,32-33). Paolo guarisce il paralitico di Listra (At 14,8-12) e uomini con โ€œspiriti cattiviโ€ a Efeso, anche solo per contatto tramite fazzoletti (At 19,12).ย  A Giaffa, Pietro rivivifica lโ€™anziana Tabitร /โ€œGazzellaโ€ (9,36-42). A Trรฒade, nella notte del primo giorno della settimana โ€“ la domenica, il giorno del Signore e della celebrazione dellโ€™eucaristia โ€“ Paolo rivivifica il ragazzo morto dopo essere caduto per il sonno dal terzo piano della casa (At 20,7-12). Una bella fortuna. Non per niente si chiamava โ€œรˆutico/Eutychosโ€โ€ฆ (20,9).

Negli Atti degli Apostoli, Pietro e Paolo sono i due โ€œcampioniโ€ della Chiesa, proveniente sia dal giudaismo che dalle genti. Lo Spirito di Gesรน risorto si servirร  di loro per far crescere la comunitร  dei credenti, comunitร  unita e serena che, nonostante le proprie fragilitร  (cf. Anania e Saffira, At 5,1-11), รจ resa capace di guarire e di rivivificare lโ€™umanitร  segnata dalla malattia e dalla morte.

Su due piedi

La Pasqua รจ il giorno โ€œunoโ€. La sera dello stesso giorno, giorno di risurrezione e di vita nuova, debordante la scansione temporale settimanale, Gesรน risorto prende lโ€™iniziativa, โ€œviene/ฤ“lthenโ€ e si fa trovare โ€œritto in piedi/estฤ“โ€ in mezzo ai discepoli. Per paura che le forze ostili a Gesรน (โ€œi giudeiโ€) facciano fare anche a loro la stessa fine riservata al loro Maestro, si sono riparati nella sala alta dellโ€™ultimo pasto solenne, cena pasquale di addio. La paura li rinserra dietro a porte sbarrate con pesanti chiavistelli, gli antichi portoncini blindati dei nostri tristi condomini moderni.

Gesรน non viene a โ€œmani vuoteโ€, ma mostra subito ai discepoli le mani che hanno compiuto tanto del bene, accarezzando bambini e adulti, spezzando il pane e guarendo corpi malati nel fisico e nello spirito. Mani aperte che donano anche da Risorto, come sempre hanno donato in vita fra gli uomini. Mani trapassate dai chiodi dellโ€™odio trasfigurato in perdono e in riconciliazione. ยซE io, quando sarรฒ innalzato da terra, attirerรฒ tutti a meยป (Gv 12,32).

Il Risorto mostra anche โ€œil costato/tฤ“n pleuranโ€ (trafitto, cf. 19,34). Caverna dei tesori, sorgente di donazione perfetta, anche post mortem. Non siamo di fronte ad unโ€™apparizione, ma ad una cristofania, un โ€œincontro pasqualeโ€. Incontro di dialogo e di scambio di doni.

I doni del Risorto

Il primo dono del Risorto รจ la pace: ยซPace a voiยป. Pace messianica, pienezza di benessere olistico, complessivo, integrale; non solo sconfitta del male, ma vittoria completa del bene.

Alla โ€œpaura/phobosโ€ dei discepoli subentra il secondo dono del Risorto, โ€œla gioia/echarฤ“sanโ€. Una felicitร  fondata, sicura e non incertamente ridanciana, nervosa, incredula e artificiale. La radice รจ chiara: โ€œvedonoโ€ il โ€œSignore/Kyriosโ€. รˆ Lui e non รจ Lui. รˆ lo stesso della sua vita con gli uomini e, nello stesso tempo, รจ โ€œdiversoโ€, โ€œtrasfiguratoโ€, โ€œrealizzatoโ€, โ€œarrivatoโ€.

La pace, lo shalom messianico, รจ riaffermata come dono dallโ€™alto. E su di essa si fonda lo slancio impresso dal terzo dono: la missione. La missione non รจ prima di tutto un compito (Aufgabe), ma un dono (Gabe) del Risorto.ย  Un dono che fa essere la comunitร  dei discepoli quello che deve essere, realizzando la propria natura profonda. La comunitร  non vive per se stessa. Morirebbe di entropia. La vita cresce donandola.

La missione รจ dono trinitario, prolungamento dellโ€™invio che il Padre fa del proprio Figlio, nellโ€™amore dello Spirito. La missione della comunitร  non รจ solo esemplata su quella del Figlio โ€“ โ€œcome/hลsโ€, di paragone. La missione ecclesiale รจ fondata su quella del Figlio che la precede e lโ€™accompagna โ€“ โ€œhลs/sul fondamentoโ€, fondativo.

Inviato dal Padre, il Figlio รจ venuto nel mondo ed รจ tornato al Padre (cf. Gv 1,1-18; 13,1-3). Ha portato agli uomini la rivelazione del volto e della volontร  del Padre. Ha mostrato la sua gloria di amore totale, espressa nel volto, nel cuore, nelle parole e nel nome del Figlio (cf. Gv 1,6-8). Egli รจ venuto non per condannare gli uomini, ma per salvarli, per amarli (cf. Gv 3,17). E lโ€™appuntamento finale รจ stabilito lร , nel cuore del Padre. Siano tutti uno, come noi (cf. Gv 17,20-21.24)โ€ฆ

Il quarto dono del Risorto รจ il suo stesso โ€œSpirito/pneumaโ€. Gesรน lo โ€œespiraโ€ dal suo interno di vita e di coscienza filiale e lo โ€œispira/insuffla/enephysenโ€ sui suoi discepoli. รˆ lo Spirito del Figlio, lo Spirito Santo, Spirito di santitร  e di grazia. Spirito โ€œaltroโ€ dallโ€™aria mefitica che pesa come una cappa maleodorante sui rapporti interumani e degli uomini con Dio. Sullโ€™esempio di YHWH degli โ€œiniziโ€ (cf. Gen 2,7, enephysen), col suo soffio Gesรน crea unโ€™umanitร  nuova, esseri umani animati dallo Spirito del Figlio, dotati di unโ€™altissima qualitร  di vita, irraggiungibile con accorgimenti terreni.

Gesรน risorto non toglie niente allโ€™uomo, ma gli dona tutto. Il meglio che possa desiderare: poter vivere nellโ€™amore di donazione come il suo. Trovarsi perfettamente coerenti con i desideri piรน profondi di felicitร  coltivati nel proprio animo.

Il quinto dono di Gesรน risorto รจ la possibilitร  del โ€œper-dono dei peccati/aphฤ“te tas hamartiasโ€. รˆ un dono che si innesta sul dono precedente dello Spirito di santitร . Non un dono โ€œgiuridicoโ€, ma un dono โ€œspiritualeโ€. Un dono di vita, che riconcilia chi ha sbagliato bersaglio e si รจ allontanato dalla meta. Un dono che rivivifica e fa risorgere i morti โ€œdentroโ€, nello spirito. Risorgeranno gli uomini che lo vorrannoโ€ฆ

Tommaso, il โ€œgemelloโ€

Tommaso, detto โ€œil Gemello/Didymosโ€, รจ assente proprio nella sera clou, quella decisiva. Non sappiamo perchรฉ. Chi si separa dalla comunitร , dal โ€œcollegioโ€ (โ€œuno dei Dodiciโ€), non sa quello che perde. Per dono di Gesรน perรฒ questo non diventa una perdita irreparabile.

Lungo la settimana i โ€œcolleghiโ€ annunciano a Tommaso la loro esperienza di vita: ยซAbbiamo visto (e resta fissato nella nostra retina) il Signore/heลrakamen ton Kyrionยป. Tommaso, il gemello di tutti noi, espone i suoi dubbi di fede e il suo desiderio di vedere e di toccare i segni del Crocifisso-Risorto per poter arrivare alla fede. รˆ un desiderio giusto dellโ€™Amante verso lโ€™Amato, il desiderio di vedere, toccare, stringere, baciare lโ€™Amore. Le stesse cose desiderate e probabilmente compiute anche dagli altri Dieci (e da chi era con loro). Non cโ€™รจ solo dubbio, cโ€™รจ anche desiderio. Desiderio di poter sperimentare le stesse esperienze fatte dagli altri discepoli. Desidero legittimo (ma incompleto).

Diventa credente!

Finita la prima settimana di Pasqua, nellโ€™โ€œottavo giornoโ€ debordante ancora ostinatamente la normale scansione temporale โ€œumanaโ€ e che apre al tempo tutto di Dio, Gesรน si ripresenta e offre a Tommaso il suo corpo trafitto da toccare (e da abbracciare, amare, baciare, odorare, โ€œpenetrareโ€โ€ฆ). ยซSmetti di essere incredulo โ€“ gli dice il Risorto โ€“ e diventa credente/ginouโ€ฆ pistosยป.

Tommaso non tocca Gesรน risorto, ma esce ugualmente nella piรน bella professione di fede di tutto il Nuovo Testamento: ยซMio Signore e mio Dio/ho Kyrios mou kai ho Theos mouยป. Sei il mio Signore risorto da morte, vittorioso sullโ€™Ultimo Nemico e sulla violenza omicida degli uomini. Il tuo amore crocifisso e risorto รจ la tua signoria su di me. Sei il mio Dio. Questa รจ la tua โ€œdignitร โ€, la tua compartecipazione alla vita del Dio Santo, โ€œAltroโ€, perchรฉ vince lโ€™odio con lโ€™amore, la vendetta col perdono, la morte con la vita.

Tommaso ha veduto e ha creduto. รˆ senzโ€™altro beato. Ma il Risorto gli annuncia una sua ulteriore e piรน grande beatitudine: โ€œBeati quelli che, pur vivendo alla fine del I secolo, quando fu redatto nella sua forma definitiva il Vangelo di Giovanni โ€“ o in tutti i secoli a venire โ€“, hanno giร  creduto in me pur senza avermi visto come hai potuto avere in dono tuโ€.

Nessun vantaggio per chi ha avuto la grazia primaverile di poter accompagnare Gesรน nella sua vita terrena, godendo della sua vista, della sua parola, dei suoi โ€œsegniโ€ e dei doni propri dellโ€™โ€œinizio/archฤ“โ€ (cf. Gv 1,1).

La felicitร  piena non sta nella visione, ma nella fede. Non sta nellโ€™abbraccio fisico, ma nellโ€™ascolto della parola apostolica, nellโ€™ascolto amante del vangelo trasmesso con la parola e la vita dagli apostoli e dai loro successori. In questo, Tommaso รจ stato โ€œdifettosoโ€. รˆ il difetto che puรฒ afferrare in tanti momenti il cuore dei credenti, specialmente quelli triturati dallโ€™odio e dal male che li circonda.

Forte giunge oggi a tutti gli uomini la voce del Risorto: โ€œPace a voiโ€.

โ€œPace a te, e diventa credente!โ€.

Ascolta gli apostoli!

Commento a cura di padre Roberto Mela scj
Fonte del commento: Settimana News

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