Il Deutero-Isaia: un enigma risolto?
Negli ultimi dieci anni si รจ sempre piรน diffusa fra gli studiosi la convinzione ben motivata che il libro di Isaia non sia piรน da interpretare come lโinsieme di tre blocchi (I, II, III Isaia: 1โ39; 40โ55; 56โ66), ma sia da dividere in due blocchi che si rapporto strettamente a vicenda.
Il biblista italiano A. Mello รจ fra i primi promotori di questa linea interpretativa. Lo abbiamo giร citato varie volte. Dopo il Primo Isaia (โLe cose anticheโ: cc. 1-33), egli articola il Secondo Isaia (cc. 35โ66) in questo modo: A) Is 34โ36 Processo contro Edom; B) Is 36โ39 Racconti storici relativi al profeta Isaia dellโVIII secolo; C) Is 40โ48 Il Deutero-Isaia (A). La liberazione portata da Ciro rende possibile il ritorno degli esiliati a Gerusalemme; D) Is 49โ55 Il Deutero-Isaia (B): spostamento dal profeta a Ciro stesso e poi alla misteriosa figura del Servo sofferente; E) Is 55โ66 Il Trito-Isaia รจ una riflessione, dipendente dal Deutero-Isaia, circa la costruzione di Gerusalemme e lโaccoglienza in essa degli stranieri.
Lโesegesi deuteroisaiana si รจ trasformata: da un approccio morfologico che distingue gli oracoli profetici secondo il loro genere letterario (operazione in sรฉ utile e sensata), incappando perรฒ in tal modo nella frammentazione del testo profetico, si รจ passati alla ricerca del recupero della continuitร del discorso profetico, al di lร della sua catalogazione in generi letterari di diversa provenienza. Si รจ cosรฌ piรน attenti alla progressione interna e agli sviluppi della profezia deuteroisaiana. Is 40โ48 e 49โ55 ยซusano due linguaggi diversi per uditori diversi. Ciรฒ non esclude a priori lโunitร di autore, ma per lo meno suppone un cambiamento importante della prospettiva. Si puรฒ pensare che il profeta, esule a Babilonia, sia stato fra i rimpatriati a Gerusalemme. O, ancora piรน semplicemente, puรฒ darsi che le sue attese iniziali siano andate deluse e che non ci sia stato un raduno in massa degli esiliati, come sembra si possa dedurre proprio da Is 49,1-6, che รจ il brano che fa da cerniera fra le due sezioni, quello che determina il passaggio dallโuna allโaltraยป (A. Mello).
In Is 40,1โ48,22 si celebra lโunico Signore della storia. Dopo un prologo in cielo (40,1-11), si celebra la divina sapienza (40,12-31), si proclama con entusiasmo lโascesa di Ciro (41,1-20), si illustra un processo (rรฎb) tra YHWH e il suo popolo meditando fra passato e futuro (41,21-29). A ciรฒ segue le presentazione del servo (42,1-4); si parla poi della luce delle genti (42,5-9), a cui segue una prima dossologia (42,10-12) e un rimprovero circa la cecitร di Israele (42,13-20).
Si spiegano quindi le ragioni dellโesilio (42,21-25), si delineano le prospettive del ritorno (43,1-7), con un oracolo di convocazione processuale si chiama il popolo a testimoniare (43,8-13), si descrive il nuovo esodo (43,14-21), si annuncia il perdono (43,22โ44,23), si traccia la distinzione fra profezia e astrologia (44,24-28). Ricollegandosi direttamente a Ciro, si afferma il monoteismo esclusivo (45,1-8), denunciando una disputa impossibile fra lโargilla e il vasaio (45,9-13), si lamenta un Dio che si nasconde (45,14-19) e si annuncia la salvezza universale (45,20-25).
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Con alcuni oracoli contro le nazioni si preannuncia la caduta di Babilonia (46,1โ47,15) e si profetizzano cose nuove (48,1-11), trapassando dalla figura di Ciro a quella del Servo (48,12-16), comandando infine di uscire velocemente da Babilonia (48,17-22).
Il nuovo esodo: acqua di vita
In Is 43,14-21 viene annunciato un nuovo esodo. YHWH farร tornare a casa Israele, il suo servo, che รจ cieco, ma che egli guarirร trasformando le tenebre in luce (cf. Is 42,18-25).
Sarร un esodo superiore in qualitร al primo esodo dalla schiavitรน dellโEgitto. Infatti, Israele lo sta vivendo al presente, e non solo ricordandolo con la memoria credente. Lโesodo รจ nuovo, perchรฉ lโacqua ha una diversa funzione. Non piรน una potenza mortifera per il faraone e il suo esercito, allโopera nel primo esodo che fu una โstrada nel mareโ double face. Per gli egiziani รจ stata unโonda travolgente che li ha annientati nella potenza bellica dei loro soldati e della loro attrezzatura di guerra di primโordine pensata invincibile e li ha resi uno โstoppino spentoโ perchรฉ bagnato a morte. Gli egiziani sono ormai โinservibiliโ, stoppini spenti, giacciono morti stecchiti a terra, senza potersi rialzare (e men che meno risorgere a potenza spaventosa): eliminati in due parole: โgiacciono, non si rialzeranno/yiลกkebรป bal-yฤqรปmรปโ (v. 17c).
Nel nuovo esodo la strada non รจ piรน nel mare, ma nella steppa asciutta, ben ferma sotto i piedi. YHWH โporrร /farร /aprirร una strada nel deserto/โฤลรฎm bammibฤr derekโ, โfiumi nella steppa/bรฎลกimรดn nehฤrรดtโ (cf. anche v. 20b). Lโacqua non avrร piรน un sapore di morte, ma di vita: disseterร anche gli animali del deserto โ bestie selvatiche, struzzi, sciacalli โ, che โonoreranno/tekabbedฤnรฎโ YHWH per il suo prodigio creativo dellโacqua abbondante in una terra abitualmente arida e ostile. Unโacqua che irriga, disseta, fa fiorire la vita. Lโacqua disseterร soprattutto โil mio popolo, il mio eletto/โammรฎ beแธฅรฎrรฎโ. Israele, il cieco servo di YHWH reso vedente, รจ il vero โelettoโ permanente, da sempre e per sempre, e non tanto Ciro Questโultimo รจ lโโelettoโ di un momento per un provvidenziale compito temporaneo (Is 45,1).
Con lโacqua del deserto il divin vasaio โsi รจ modellato/yฤแนฃartรฎโ un popolo, che non deve aver la pretesa di avanzare lamenti verso chi ha modellato per sรฉ (cf. Is 45,9-13). Il popolo liberato, dissetato, ben modellato come proprietร particolare, eletta, di YHWH, narrerร con la sua vita nuova, esodale, le lodi del Dio della libertร e della vita, che trasforma lโangustia del deserto arido nella pianura vasta del riposo nella propria terra riavuta in dono.
La โcosa nuovaโ
Fra le due descrizioni dellโantico e del nuovo esodo, erompe il comando di YHWH a non rimanere sempre con il capo voltato allโindietro. A livello superficiale, si potrebbe dire che YHWH comandi la violazione del comando principale imposto a Israele: ยซRicorda/Non dimenticareยป il Signore, lโalleanza, lโuscita dallโEgittoโฆ (cf. anche solo Dt 4,9.23; 5,15; 6,12-14; 8,2.11; 9,7; 16,3; 24,18). Sembra direttamente opposto al comando di Dt 4,32; 32,7: ยซRicorda i giorni del tempo anticoยป.
โDimenticareโ รจ il peccato originale di Israele, โpopolo del ricordoโ, oltre che โpopolo del commentoโ. Ricordare non vuole perรฒ dire fissarsi solo nel passato, idolatrandolo o pensando che possa essere lโunica e ultima manifestazione dellโopera salvifica di YHWH. Nostalgia sterile e venata di tristezza, scettica di fronte a possibili novitร , anche insperate.
Non ricordate piรน โle cose dellโinizio/passate/rฤโลกลnรดtโ, non esaurite la vostra intelligenza/binฤh nel voler comprendere e โfissare e trattenere nella comprensione e nella memoriaโ le โcose antiche/qadmลniyyรดtโ. In questo momento โ dice YHWH โ, ecco, sto facendo una cosa nuova/hinenรฎ โลลeh แธฅฤdฤลกฤhโ.
Il quadro ermeneutico fondamentale della sapienza religiosa che regge la vita di Israele sarร sempre quello dellโesodo: la triade esodica uscita-cammino-entrata /yฤแนฃฤโ-hฤlฤk-yฤbรดโ sarร il reticolo interpretativo entro cui la Scrittura iscriverร la maggior parte dei suo annunci di salvezza, articolandoli in modalitร sempre cangianti. Sempre cangianti, appunto (cf. il bel libro di L. Alonso Schรถkel, Salvezza e liberazione: lโEsodo).
Lโesodo dallโEgitto, pur evento fontale e โbattesimaleโ per Israele, impallidirร di fronte alla nuova opera che YHWH sta facendo. Ne รจ convinto anche il profeta Geremia, che ripete quasi alla lettera questa convinzione (cf. Ger 16,14-15; 23,7-8). Il raduno dei dispersi, il ritorno a Sion, lโentrata in Israele sarร un esodo straordinario, prodigioso, una vera e prioria redenzione finale. La struttura esodica รจ la medesima, ma la qualitร del contenuto cambierร .
Il contenuto qualitativo del secondo esodo sarร piรน profondo del primo, preannunciando il terzo esodo, quello compiuto da Gesรน. Quello che avverrร , col dono dellโalleanza โnuovaโ rinnovata, col dono dello Spirito nel cuore (cf. Ger 31,31ss ed Ez 1,19; 18,31; 36,26) sarร una realtร qualitativamente nuova, perchรฉ interiorizzerร nellโIsraele postesilico la Torah fino a quel momento esterna ad esso.
YHWH opera novitร meravigliose, โnuoveโ. Stanno germogliando ora nel rifiorire del popolo che torna a casa, nello sbocciare del Germoglio di Davide, nellโaprirsi a corolla del popolo dei redenti, il quale batte il passo della vita nuova che si apre la strada proprio nelle steppe della Mesopotamia.
La โcosa nuovaโ di Gesรน
Il brano di Gv 7,53โ8,11 ha vagabondato per secoli fra i testi della tradizione evangelica, finendo per trovare casa in questo strapuntino giovanneo dopo, forse, essere stato di casa nel Vangelo di Luca. Troppo forte devโessere stata sentita la provocazione che proveniva da questo testo (ed era stato Gesรน in persona a compiere il gesto che poi venne at-testato!). Troppo forte e ingestibile nella configurazione sacramentale che la Chiesa aveva cominciato a darsi per vivere il comando del Signore di perdonare agli uomini i propri peccati (dopo adeguata penitenza, ben sโintende, pretendeva la Chiesa, seguendo altre parole del suo Signoreโฆ).
Eppure, la memoria di quel gesto stava lรฌ, at-testata, impietrita, tetragona a ogni possibile raschiatura dai testi sacri. Presente nel Vangelo di Giovanni testimoniato dal Codice Bezae Cantabrigensis (sigla: D) del V secolo, da lรฌ splende nella sua imponente bellezza e problematicitร , profezia di una โcosa nuovaโ da interpretare al meglio alla luce di tutta la Scrittura e dellโinsieme delle veritร teologiche tenute dalla Chiesa. Un brano biblico non puรฒ infatti affermare una veritร contraria ad altre presenti nella stessa Scrittura.
Dopo essersi recato sul monte degli Ulivi, al mattino Gesรน ritorna nellโampia โzona templare/hyeronโ dove si puรฒ colloquiare, discutere, imparare dai maestri di Israele, preparare le proprie offerte sacrificali, disporsi a partecipare alla preghiera pubblica. Giunto nella spianata templare, Gesรน รจ subito circondato da โtutto il popolo (teologico di Israele)/pas ho laosโ. Gesรน si siede in posizione magisteriale e si mette a insegnare a lungo (edidasken) al popolo in ascolto.
La donna adultera
Alcuni esperti delle sacre Scritture e del diritto vigente in Israele โ โscribi/grammateisโ, esperti a disposizione sia dei farisei โ la maggior parte di essi โ che dei sadducei, portano a Gesรน, insieme ad alcuni farisei, una donna sorpresa in (flagrante) โadulterio/moicheiaโ. Viene portata solo la donna, anello debole di una catenina che normalmente si realizza in due. Lโuomo complice del delitto รจ assente dalla scena (probabilmente fuggito o lasciato fuggire) e per lui non si chiede un parere per un eventuale giudizio e condanna in contumacia. Travolto da una โtempesta passionaleโ o da altro, รจ riuscito comunque a farla franca, come spesso succede anche oggi.
Scrivi e farisei espongono pubblicamente lโimputata al ludibrio degli astanti, cioรจ di โtutto il popolo (teologico di Israele)โ. Nessuna protezione della dignitร dellโimputata, nessuna audizione protetta o altro artifizio giuridico permesso. Solo la presunta rea, strapazzata e stordita nellโanimo, nel corpo e nel vestito.
In fondo, siamo solo di fronte a un โcasoโ giuridico. La persona รจ unโappendice secondaria.
Non si sa se la donna fosse sposata o lo fosse lโuomo con cui si era unita in quel fatidico frangente. In ogni caso รจ una โdonnaโ โ spregiativamente presentata dai โgiudiciโ come โquesta donnaโ โ sorpresa โin flagrante adulterio/kateilฤptai en autophลrลi moicheuomenฤ)โ. Un caso ben chiaro nella sua fattispecie giuridica.
Gli accusatori presentano la donna a Gesรน pronunciando la sentenza giร elaborata in precedenza (sarร stata fatta unโindagine equilibrata e completa? Cโรจ stata violenza nei confronti della donna o il reato รจ stato compiuto in modo consensuale?). Scribi e farisei anticipano giร a Gesรน il fondamento biblico-giuridico della loro sentenza. Appellandosi alla sua dignitร di โmaestro/didaskaleโ โ acquisita โsul campoโ e non dopo un corso di studi apposito concluso positivamente con lโesame finale โ, ricordano a Gesรน che ยซnella Legge a noi Mosรจ โha comandato/eneteilatoโ le (donne) di โtale qualitร /tas toiautasโ di lapidareยป. ยซTu, dunque, che cosa dici?ยป, gli chiedono infine.
Un caso giuridico chiarissimo, in fin dei conti molto semplice. Si tratta solo di applicare la pena prevista dalla norma per un reato come questo. Gli accusatori ricordano subito che la loro giurisprudenza รจ ispirata direttamente dalla Torah/Istruzione(Legge). Essa รจ stata data a noi, dicono. Includono anche Gesรน, o lo giudicano giร estraneo alla cerchia dei devoti recettori e osservanti della Torah?
Cittร e campagna
Nella loro sentenza giร pronunciata, gli scribi e i farisei si rifanno con tutta probabilitร alla norma contenuta in Lv 20,10: ยซSe uno commette adulterio con la moglie del suo prossimo, lโadultero e lโadultera dovranno esser messi a morteยป. Praticamente identica รจ la formulazione di Dt 22,22, tranne lโesplicitazione della finalitร per cui viene inflitta la pena capitale: ยซQuando un uomo verrร trovato a giacere con una donna maritata, tutti e due dovranno morire: lโuomo che รจ giaciuto con la donna e la donna. Cosรฌ estirperai il male da Israeleยป.
La pericope che segue immediatamente (Dt 22,23-27) contiene la descrizione della fattispecie giuridica che contempla il caso di una fanciulla vergine fidanzata a un uomo che perรฒ commette adulterio con un altro uomo. Si sa che in Israele la sua condizione giuridica รจ equiparabile a quella della donna sposata, con tutti i diritti e i doveri connessi, tranne quello della coabitazione.
In Dt 22,23-24 si prevede il caso in cui i due compiono il reato โin cittร /bฤโรฎrโ. Si prevede la lapidazione (รปseqaltem; LXX gr. lithazein) di entrambi alle porte della cittร . La donna perchรฉ non ha gridato โ si presume che in cittร i vicini lโavrebbero certamente udita โ, mostrando in tal modo il suo essere consenziente a commettere il reato. Lโuomo invece verrร lapidato perchรฉ ha disonorato la donna del suo prossimo (che equivale a essere sua moglie), che cioรจ appartiene al suo prossimo come bene proprio inalienabile.
La finalitร della pena capitale tramite lapidazione รจ quella di โseparare/allontanare/abbattere/distruggere/spazzare/estirpare/รปbiโartฤโ (LXX exareis) il male in mezzo a te (โpopolo di Israeleโ (v. 24e). Nella filosofia e teologia del diritto che ispira questa norma giuridica la persona รจ identificata completamente col male commesso e lโunico modo per preservare la santitร del popolo di Israele รจ eliminare fisicamente chi compie il reato che contamina il popolo e la terra.
NellโAntico Testamento vige infatti la concezione secondo la quale si va da YHWH per separazione del bene dal male, e cioรจ per la rigida separazione dei buoni dai cattivi.
In Dt 22,25-27 si prevede invece il caso in cui il reato avviene โnei campi/baลลฤdehโ. In questo caso la donna non subirร alcuna punizione di sorta, dal momento che anche se avesse gridato per la violenza che stava subendo, nessuno lโavrebbe potuta udire e aiutare. Lโuomo invece sarร messo a morte per il reato commesso, aggravato dalla violenza inferta alla vittima.
Gli scribi e i farisei di Gesรน portano la donna sorpresa in adulterio sulla spianata del tempio. ร molto probabile che il reato sia stato commesso dalla donna e dallโuomo mentre erano in cittร . In ogni caso, essi non hanno alcun dubbio nel rifarsi a Dt 22,24 e prevedere per la donna la pena capitale tramite lapidazione.
Torah o cosa altro?
I โmaestri diplomati avversariโ di Gesรน chiedono il parere del โcollega di chiara famaโ, ma senza una formazione accademica. La domanda รจ subdola e perfida. Lo interrogano per โmetterlo alla prova/peirazontesโ. Se non si vuol calcare la mano, si deve intendere qui che gli chiedono un parere accademico nellโambito di una discussione dโalto livello fra rispettabili maestri di Israele.
Puรฒ essere un innocuo โtestareโ lโinterlocutore per far emergere il pensiero del collega, ma anche un โtentare al maleโ, inducendo lโinterlocutore a esprimere un parere contrario alla lettera della Torah, diventando in tal modo passibile di colpa grave di cui โessere accusato/katahฤgoreinโ nel sinedrio.
Scribi e farisei conoscono la prassi di bontร e di misericordia attuata da Gesรน nei confronti di poveri e di peccatori, il suo vivere ai margini della legalitร giuridica e religiosa, pur senza gesti eclatanti di violazione della Torah. Un borderline. Ci sono stati certo alcuni miracoli non strettamente necessari per salvaguardare la vita compiuti di sabato, ma nulla di veramente serioโฆ Alcune volte il collega si รจ perfino permesso di perdonare personalmente i peccati, cosa riservata a YHWH. Posizione questa piรน grave, ma catalogabile come exploit di megalomani e di narcisismo del soggetto, per il resto tutto sommato innocuo.
Se Gesรน condividerร la loro impostazione giuridica rigida e consentirร alla morte della donna per lapidazione, si mostrerร rigoroso, rigidamente osservante della Torah, contraddicendo la sua prassi di misericordia e di perdono seguita fin ad allora.
Se, al contrario, non condividerร la linea giuridica seguita dagli scribi e dai farisei, contraddirร la Torah data da YHWH per mezzo del suo profeta Mosรจ. La via รจ stretta, e non ci sono vie di fuga.
Gesรน prende tempo, scrivendo per terra. Forse sta scrivendo proprio i loro nomi, che scompariranno come la polvere della terra insieme ai loro peccati (Ger 17,13: ยซO speranza dโIsraele, Signore, quanti ti abbandonano resteranno confusi; quanti si allontanano da te saranno scritti nella polvere, perchรฉ hanno abbandonato il Signore, fonte di acqua vivaยป). Forse il suo alzare e chinare il capo due volte potrebbe essere un rimando alla Torah data due volte al Sinai, dopo una doppia salita e discesa di Mosรจ sul monte. A livello narrativo, rappresenta un momento di rallentamento completo, di arresto del ritmo del tempo del racconto teso a suscitare suspense nel lettore, e sottolinea la profonditร e la decisivitร della risposta che Gesรน darร alla fine del suo silenzio.
Chi รจ senza colpaโฆ
Al culmine della suspense creata, Gesรน risponde rimandando allโusanza che gli accusatori/testimoni di un reato capitale contro una persona punibile con la lapidazione siano i primi ad assumersi la responsabilitร dellโesecuzione della pena. Anche se nei confronti di Stefano si sfociรฒ in linciaggio popolare extragiudiziario, la scena di At 7,57-58 รจ illuminante anche per il caso della donna adultera di Gv 8,1-11: โi testimoni/hoi martyresโ (!) lasciano i loro mantelli ai piedi del giovane Saulo per essere piรน liberi nei movimenti richiesti dal lancio delle pietre (vv. 58.59: elithoboloun [2x]).
Gesรน invita gli accusatori/testimoni a prendersi la loro responsabilitร , previo un serio esame di coscienza sulla propria innocenza rispetto ai loro peccati/reati della stessa gravitร dellโadulterio, ma rimasti nascosti perchรฉ โnessuno ha visto e non ha sentito nienteโ. Chi fra di loro si considera totalmente identificato con lโassenza di peccati, โcolui che di voi รจ-senza-peccato/ho anamartฤmatos hymลnโ puรฒ procedere alla lapidazioneโฆ
Gli accusatori/testimoni abbandonano il campo uno a uno, iniziando dai piรน anziani. ร evidente un rimando al peccato degli anziani susanniti smascherati dal giovane Daniele mentre giร si conduceva a morte la bella Susanna accusata da loro di adulterio con un giovane spasimante (cf. Dn 13,45-64, in specie i vv. 56-59).
Gli anziani giudici fornicavano bellamente con le donne di Israele, ma esse tacevano per timore di non essere credute. ยซInvecchiato nel male!ยป, sbotta Daniele contro uno di loro! (cf. Dn 13,52). Ma una figlia di Giuda ha trovato il coraggio di ribellarsi e non ha potuto sopportare la vostra iniquitร , costata poi con orgoglio (v. 57b).
Non si tratta per Gesรน di rendere impossibile il pronunciamento di qualsiasi giudizio in tribunale a causa della comune malvagitร di tutti, imputati e giudici, di fronte a Dio. Gesรน non si pone a livello giuridico, ma meta-giuridico, religioso, teologico. Fa giร capolino la sua linea biblico-teologica di ispirazione della sua filosofia e teologia del diritto, che si rifร al pensiero profondo e iniziale del Padre nel dare le sue istruzioni/leggi. Emerge giร , inoltre, la sua linea di comprensione misericordiosa del peccatore, compartecipe della comune fragilitร umana, da non identificare sadicamente tout court col male commesso ma da โassumereโ per andare a YHWH insieme, per comunione e non per separazione.
Questo รจ per Gesรน il modo nuovo di salvaguardare la santitร in Israele. ยซSiate santi, perchรฉ io, il Signore, vostro Dio, sono santoยป, aveva detto YHWH (Lv 19,2). Ciรฒ equivale a dire santitร di amore, โalteritร โ dal mondo per perfezione di amore misericordioso. Gesรน lo aveva chiesto ai suoi discepoli nel โDiscorso della pianuraโ (Lc 6,17-49): ยซSiate misericordiosi, come il Padre vostro รจ misericordiosoยป (cf. Lc 6,36). Richiesta parallela alla perfezione di amore โ e non tanto di perfezione morale โ, di amore indiscriminato uguale a quello che il Padre riserva ai cattivi e ai buoni, ai giusti e agli ingiusti: ยซVoi, dunque, siate perfetti, come รจ perfetto il Padre vostro celesteยป (Mt 5,48).
ร lโultimo esempio dei sei โsuperamenti/eccessiโ โ e non antitesi โ con i quali Gesรน illustra proprio lโโeccesso/traboccare/superamento qualitativo/perisseueinโ del compimento della volontร del Padre da parte dei discepoli di Gesรน rispetto a quello molto rigoroso e letterale degli scribi. Una splendida sala (Mt 5,43-48) del โDiscorso della montagnaโ (Mt 5,1โ7,28), in cui si entra dopo aver superato il bellissimo portale delle Beatitudini (Mt 5,1-1-12).
Salvare, non giudicare
Se ne vanno tutti. ยซLo lasciarono solo, e la donna era lร nel mezzoยป. Se lo lasciano solo, significa che รจ Gesรน รจ lโunico senza peccatiโฆ
Restano solo loro due, misera et misericordia (Agostino). Gesรน si alza in piedi. La donna imputata รจ degna di ricevere onore con la posizione eretta, e non seduta magistrale o china, striata di superioritร rispetto alla miseria morale circostante non degna di esser neppure guardata negli occhiโฆ
Nessuna domanda inquisitoria, nessun supplemento dโindagine, nessuna richiesta di spiegazione ulteriore su una ferita che giร fa tanto soffrire. La donna ha giร sofferto abbastanza, da sola.
Gesรน domanda alla donna solo qualcosa riguardante la sorte dei giudici/testimoni e lโeventuale esito negativo di una loro avvenuta sentenza. ยซNessuno mi ha condannataยป, risponde la donna.
Sembra proprio che Gesรน sia rimasto totalmente estraneo a ciรฒ che lo circondava, โsantoโ, cioรจ totalmente โaltroโ rispetto a quel mondo giuridico impastato di esterioritร , incoerenza, โfariseismoโ se รจ permesso dire. Sepolcri imbiancati, dissimulati. Ci si contamina solo a passarvi sopra senza saperloโฆ
ยซNeppure io ti condanno/Oude egล se katakrinลยป dice Gesรน. ยซNon sono venuto nel mondo per condannare il mondo, ma per salvare il mondoยป (Gv 12,47b) griderร alla fine dei suoi giorni, poco prima di โamare fino alla fineโ (cf. Gv 13,1-3).
Gesรน non condanna la donna innanzitutto perchรฉ non ha tutti gli elementi in mano per farlo, ma soprattutto perchรฉ questo non รจ lo scopo del suo essere venuto nel mondo. La sua finalitร รจ positiva, creativa, generativa di vita. Non รจ venuto per accecare gli uomini puntando loro in faccia la veritร del Padre, parola che, se rimane โletteraโ, uccide, anche se รจ del Nuovo Testamento!
Gesรน non agisce da giudice che si limita ad applicare una norma precisa, con lโannessa pena prevista. Men che meno si abbassa a identificare totalmente la persona con il suo sbaglio, il suo peccato, la sua colpa, il suo bersaglio mancato, il suo sentiero interrottoโฆ La persona รจ sempre superiore agli sbagli commessi e la pena deve colpire e sradicare il male dal mondo, non il peccatore che lo compie.
Al Padre si va insieme, in comunione, e non per separazione fra presunti โpuri e giustiโ e presunti โpeccatori colpevoliโ.
Vaโ e non peccare piรน
Negativamente, Gesรน non condanna. Positivamente, egli apre alla donna una strada di vita, di cammino responsabile: ยซVaโ e dโora in poi non peccare piรน/poreou, kai apo to noun mฤketi hamartaneยป.
Sulla bocca di Gesรน il secco imperativo greco โ ancorchรฉ con una โqualitร โ di continuitร , ripetitivitร โ deve essere stato un sereno yiqtol aramaico: โAndrai/Potrai andare/Dovrai andareโ. Gesรน prospetta delicatamente alla donna unโazione non compiuta, in-finita, un cammino aperto. Gesรน dร fiducia, infonde speranza, prospetta un cammino graduale secondo le proprie forze. Il male del bersaglio mancato per bassezza di tiro e mancanza di forza motrice (= peccato/hamartia) non puรฒ avere lโultima parola. Bisognerร starsene ben lontani, certo, perchรฉ non porta da nessuna parte, non dร alcuna gioia duratura e vera, non realizza ma destruttura, non crea comunione ma distrugge relazioni feconde di gioia e di vita.
Sub Verbo
Gesรน non compie degli atti giuridici. Non chiede un alleggerimento della pena o una sua commutazione in fustigazione o altro. Non si pone a tale livello. Egli si mette su un piano religioso, teologico, in linea diretta con lโintento originario che abitava nel cuore del Padre quando voleva rapportarsi ai suoi figli dando loro anche delle indicazioni di vita, le โDieci Paroleโ.
Gesรน persegue una filosofia e una teologia del diritto che lo informi con una prospettiva di rispetto dellโuomo/del reo, della sua non identificazione col male compiuto, del suo recupero sempre possibile e mai dato per perso. Cerca un orientamento pre-giuridico, un โdiritto creativoโ non immediatamente applicabile in tutti i casi e indiscriminatamente, ma una filosofia e una teologia del diritto ispiratore di bene, di promozione umana, di aperture speranzose in quel che la persona umana puรฒ ancora dare ed essere al di lร dei propri errori.
Non ci si puรฒ limitare a โinchiodareโ una persona sul suo passato, ma occorre avere la fantasia e la grandezza di cuore di aprirgli cammini possibili di felicitร responsabile nel futuro.
Applicare materialmente una norma a un caso giuridico preciso puรฒ essere molto facile, e lo si รจ fatto per molto tempo, con esiti ben constatabili. Ma la โletteraโ uccide, ripeto, anche se รจ lettera del Nuovo Testamento. ร convinzione di san Tommaso dโAquino.
Avere sulle persone gli occhi e il cuore di Dio Padre e di Gesรน, volerle โsalvareโ pur nellโassunzione di responsabilitร , โfacendo la veritร nella caritร โ, secondo la legge della gradualitร . Tutto questo non รจ contraddire la Tradizione e provocare la distruzione della Chiesa, come pensano alcuni.
ร un abbassarsi per intercettare i battiti del cuore di Gesรน chino per terra, โsantoโ, โaltroโ dalle nostre ristrettezze mentali morali e giuridiche, per sentirne il moto di vita destinato a tutti: โVaโ e non peccare piรน. Non mancare piรน il bersaglio del tuo desiderio, la via giusta della tua felicitร โ.
Nella sua vita e nelle sue disposizioni sacramentarie, canoniche, liturgicheโฆ la Chiesa deve sempre stare sub Verbo. ร la freschezza del Vangelo, la Parola Buona che รจ Gesรน, che deve avere lโultima parola ed essere la fonte direttamente ispiratrice di ogni altra disposizione ecclesiastica.
ร il perdono di Gesรน.
Puรฒ stupire i rigorosi, scandalizzare i rigidi.
ยซEcco, proprio adesso faccio una cosa nuovaยป (cf. Is 43,19a).
Non ve ne accorgete?
ร il Vangelo, bellezza!
Commento a cura di padre Roberto Mela scj
Fonte del commento: Settimana News
