p. Giovanni Nicoli – Commento al Vangelo del 18 Marzo 2019 – Lc 6, 36-38

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Questa รจ la meta della nostra vita, di ogni uomo e di ogni cristiano. Questa รจ la meta del mondo, se vuole vivere. Questa meta รจ ancora per lo piรน incompresa. Viene definita come difficile per facilitare la nostra decisione a renderla impossibile. Questa meta รจ ritenuta cosa da fuori di testa, fuori dalla testa dei razionalisti che non colgono le ragioni del cuore. Eppure forse siamo proprio di fronte a quello che non solo cambia la vita ma che dona senso alla nostra vita insensata.

Lโ€™attore principale rimane il Padre. Quel Padre che da sempre noi abbiamo descritto e abbiamo sentito come giudicante e condannante. Quel Padre che incarna il potere e che quindi giudica; quel Padre che incarna il giudizio e quindi condanna. Che altro potrebbe fare un Padre siffatto di fronte a questa umanitร , di fronte alla nostra umanitร ?

Lui che in realtร , anche se facciamo fatica a crederci, รจ perfetto nella misericordia, Lui ci invita ad una rivoluzione di vita dove nessuno viene messo alla ghigliottina o alla gogna.

Nel nostro cuore noi giudichiamo e il nostro cuore riceve lโ€™invito a non giudicare come atto supremo di vita per noi e il prossimo. Nelle nostre azioni, invece, noi tendiamo a condannare e cerchiamo ogni potere per potere condannare. Prendiamo i migliori avvocati perchรฉ lโ€™altro sia condannato e noi assolti; prendiamo un mitra in mano ed entriamo in una moschea o in una chiesa e facciamo strage, perchรฉ nel nostro cuore malato รจ giusto cosรฌ. Il potere che abbiamo nel cuore di giudicare va alla ricerca di un potere di autoritร  per mandare ad effetto il giudizio che nel nostro cuore abbiamo giร  dato.

La vera condanna รจ la fuga da Dio Padre ritenuto punitore. Tale paura legata a tale condanna Dio Padre lโ€™ha abolita sulla croce di Gesรน. Dallโ€™alto di quella condanna, dallโ€™alto di quel mucchio di letame, Lui abolisce ogni condanna di Dio. Dio รจ Misericordioso, non abbiamo piรน alcuna scusa per non esserlo noi. Pena: autoescluderci dallโ€™essere figli di Dio.

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Il Padre non giudica, giustifica! Lui non condanna, condona! Nella sua grazia noi siamo graziati, vale a dire chiamati a graziare i nostri fratelli. Noi viviamo o moriamo, dโ€™ora in avanti, se concediamo o neghiamo il perdono.

La vita mia e quella del prossimo sono legate a doppia mandata alla grazia, cioรจ alla vita di Dio, che dono o rifiuto. Siamo gente chiamati a gestire il capitale di misericordia di Dio, un capitale infinito perchรฉ infinita รจ la sua misericordia. La gestione di tale capitale รจ dono ricevuto che siamo invitati a condividere, se vogliamo che viva e che noi viviamo grazie a lui, pienezza di misericordia.

Siamo chiamati ad essere come lโ€™amministratore infedele. Non gestisce il capitale con grazia e misericordia, ruba per sรฉ. Fino a quando non incontra il Padre di misericordia delle parabole della misericordia: il pastore buono che va alla ricerca della pecorella smarrita; la donna che cerca la dracma perduta; il Padre buono che attende i figli in casa sua per accoglierli e fare festa. A quel punto, noi amministratori infedeli, possiamo convertirci e dire: ora so cosa debbo fare! Non piรน rubare tale dono di vita del Padre di casa, ma condividere questo dono di vita e di misericordia.

Se io condono salvo me stesso e lโ€™altro; se non condono, condanno me stesso e lโ€™altro allโ€™esclusione dalla grazia, dalla vita di Dio. Se dal rubinetto del mio cuore scende, perchรฉ aperto, la vita di Dio, la sorgente che รจ Cristo raggiunge me e i fratelli. Diversamente quellโ€™acqua di vita rimane ferma, diventa stagnante e viene resa, dalla mia libertร , inservibile alla vita.

Cosรฌ sapendo che Dio รจ lโ€™unico giudice io divento strumento di salvezza o di perdizione, se faccio passare o blocco la vita di Dio in me facendola passare o bloccandola anche per i miei fratelli.

Questa รจ la misericordia del Padre su di noi: lascia a noi peccatori il giudizio su di noi, giudizio che รจ lo stesso di quello che pronunciamo sugli altri.

Commento a cura di p. Giovanni Nicoli.

Fonte – Scuola Apostolica Sacro Cuore

Vangelo del giorno:

Lc 6, 36-38
Dal Vangelo secondoย Luca

In quel tempo, Gesรน disse ai suoi discepoli:
ยซSiate misericordiosi, come il Padre vostro รจ misericordioso.
Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati.
Date e vi sarร  dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarร  versata nel grembo, perchรฉ con la misura con la quale misurate, sarร  misurato a voi in cambioยป.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

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