don Marino Gobbin – Commento alle Letture di domenica 17 Marzo 2019

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PER COMPRENDERE LA PAROLA

PRIMA LETTURA

Con Abramo ci viene presentata la prima tappa del Mistero della salvezza. โ€œLโ€™Arameo erranteโ€, padre di Israele, di cui si รจ parlato nella 1ยช domenica, riceve la doppia promessa dโ€™una discendenza e dโ€™un paese.
La promessa della discendenza รจ assolutamente gratuita. Nel contesto immediato, Abramo si era lamentato col Signore: โ€œIo me ne vado senza figliโ€. Per questo motivo la sua fede nella promessa รจ particolarmente meritoria: questo comportamento lo rende giusto davanti a Dio.
Per la promessa di possesso del paese, Abramo chiede un segno: โ€œCome potrรฒ saperlo?โ€. E il Signore risponde con un antico rito di alleanza. Egli si impegna, e, sotto la forma di un forno fumante e di una fiaccola ardente, passa in mezzo agli animali divisi. Il contratto รจ unilaterale, il dono รจ gratuito: soltanto Dio passa.
Questa alleanza รจ anteriore allโ€™Esodo, ma il suo racconto fu redatto piรน tardi. Lo si nota da molti segni: la calata dei rapaci sui cadaveri รจ interpretata come lโ€™annuncio dellโ€™emigrazione e della schiavitรน dโ€™Egitto. Le tenebre rievocano quelle che coprirono il Sinai (le ritroveremo nel Vangelo della Trasfigurazione). Il forno fumante e la fiaccola rievocano la nube e la colonna di fuoco che guidarono Israele nel deserto.
Il dono gratuito di Dio, la discendenza, la Terra promessa, il sacrificio, la presenza invisibile di Dio sono tutti elementi che ritroviamo nella nuova Alleanza di cui quella รจ figura.

SALMO

Esprime una fede, una certezza analoga a quella di Abramo. Perรฒ il salmista si aspetta di vedere Dio, contemplare la bontร  del Signore, come ricompensa della sua ricerca di Dio. โ€œIl tuo volto, Signore, io cercoโ€, cioรจ cerco di vivere alla tua presenza, secondo la tua Parola.
Il giorno della Trasfigurazione, nella luce del Tabor, gli apostoli ebbero come unโ€™anticipazione di questa visione di Dio.
La nostra Quaresima: cercare il volto di Dio, camminare verso la Terra promessa.

SECONDA LETTURA

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Presenta, nel cuore della fede, il mistero di Cristo:
โ€“ di Cristo crocifisso, glorificato, investito della Potenza (la triade: passione, risurrezione, ascensione);
โ€“ di Cristo che salva gratuitamente, contrariamente a ciรฒ che pensano i โ€œnemiciโ€ della croce di Cristo che pongono la loro fiducia nella fedeltร  alle prescrizioni alimentari della Legge, nella circoncisione (il ventre, il che รจ vergognoso) e che quindi sono โ€œdella terraโ€;
โ€“ di Cristo che ci ha destinati a condividere la sua gloria.
Egli trasfigurerร  i nostri poveri corpi. (La Trasfigurazione fu una prima manifestazione del corpo glorioso di Gesรน). Noi siamo โ€œcittadini del cieloโ€.
Prendere Paolo come modello vuol dire semplicemente porre la propria fede in Cristo e fare affidamento soltanto su di lui per essere salvati.

VANGELO

รˆ una scena dโ€™una particolare densitร  e dโ€™una grande ricchezza di richiami.
Abitualmente vi si vedono:
โ€“ Unโ€™anticipazione della gloria di Cristo (cf in Gv 12,28 la voce del Padre: โ€œLโ€™ho glorificato e di nuovo lo glorificherรฒโ€). Il suo volto โ€œcambiรฒ dโ€™aspettoโ€ come piรน tardi il volto del Risorto, che richiederร  del tempo per essere riconosciuto.
โ€“ Un sostegno alla fede degli apostoli: sono gli stessi tre che saranno poi testimoni dellโ€™agonia. In entrambi i casi dormonoโ€ฆ Il peso della sofferenza come quello della gloria li schiaccia, e tuttavia รจ questa la funzione degli apostoli nella Chiesa: vedere il Cristo risorto.
โ€“ Una conferma della natura di Gesรน e della sua missione di Profeta: โ€œFiglio mioโ€ฆ ascoltateloโ€.
Una lettura piรน approfondita presenta Gesรน come
โ€“ Lโ€™erede di tutto lโ€™Antico Testamento: presenza di Mosรจ (la Legge) e di Elia (i profeti). Gesรน รจ โ€œil Figlioโ€, la discendenza promessa ad Abramo.
โ€“ Il Servo (presentato nel Secondo libro di Isaia) รจ โ€œil Santo di Israele, che era disprezzatoโ€ (Is 49,7). Soltanto Luca usa questo termine: โ€œcolui che ho sceltoโ€, โ€œlโ€™elettoโ€, sia per la Trasfigurazione, sia per la Passione; proviene dal secondo canto del Servo.
โ€“ In procinto di preparare la nuova Pasqua. Mosรจ ed Elia parlano del suo โ€œesodoโ€ (dipartita); il โ€œmonteโ€, la nube che sopraggiunge, la paura che provoca, ricordano il Sinai. Le tende che Pietro vorrebbe fare evocano anche il deserto.
โ€“ Lโ€™intimitร  con Dio, che lo trasfigura nella preghiera. Gesรน infatti aveva portato con sรฉ gli apostoli sul monte โ€œa pregareโ€.

PER ANNUNCIARE LA PAROLA (piste di omelia)

Cercare il volto di Dio

รˆ uno degli scopi della nostra Quaresima: lโ€™elemosina, il digiuno, la preghiera.
Oggi la liturgia ci presenta molti โ€œcercatori del volto di Dioโ€.
Non solo il salmista che lo confessa esplicitamente, ma anche Abramo, il padre dei credenti, e Mosรจ ed Elia, che sono vissuti quaranta giorni nella sua intimitร  sul Sinai, e cosรฌ Gesรน, recatosi sul monte โ€œa pregareโ€. In questa situazione, gli apostoli che lโ€™accompagnano fanno senzโ€™altro una magra figura: dormono, come dormiranno durante lโ€™agonia di Cristo, oppressi tanto dalla gloria che dalla sofferenza.
Per guidare il nostro sforzo di preghiera, alcune costanti da rispettare:
โ€“ Il deserto, il monte: un certo distacco, allontanamento da realizzare nella nostra vita. Una โ€œpartenzaโ€, un esodo sempre doloroso.
โ€“ La fede: convinzione che Dio la vuol dare, gratuitamente (cf il sacrificio di alleanza). Convinzione che soltanto essa, anche nelle tenebre e nellโ€™oscuritร , ci dร  la salvezza (cf 2ยช lettura).
โ€“ La Parola: โ€œAscoltateloโ€: chi vuole incontrare il volto di Dio deve scrutare la Parola, la vita di Cristo, Parola di Dio.
Tale studio non รจ unโ€™evasione dalla vita; cercare il volto di Dio nella preghiera porta a vivere alla sua presenza in ogni circostanza, a realizzare la sua parola giorno dopo giorno.

Salvati da Cristo

Noi camminiamo verso la Pasqua. รˆ la nostra Quaresima; noi accettiamo di fare a nostro modo lโ€™esperienza dellโ€™Esodo, del duro cammino attraverso il deserto. Per entrare nella Terra promessa, conoscere la โ€œgloriaโ€ dellโ€™incontro con Dio.
Tuttavia si deve sempre diffidare di se stessi, anche delle proprie penitenze e dei propri sforzi. Non sono essi che ci salveranno. S. Paolo provava dolore pensando ai nemici della croce di Cristo: che non sono, come si potrebbe credere, dei dissoluti, ma dei buoni Ebrei che confidavano nella loro sottomissione alle prescrizioni alimentari, si gloriavano della loro appartenenza carnale al popolo di Dio mediante la circoncisione. Paolo li rimprovera di dimenticare lโ€™essenziale: la croce di Cristo.
Cerchiamo di non meritare lo stesso rimprovero. La โ€œcroce di Cristoโ€, seguita dalla sua risurrezione e dalla sua ascensione, trasfigurerร  i nostri poveri corpi e procurerร  loro la gloria alla quale ci orienta la Pasqua. Essa puรฒ progressivamente โ€œsottomettere a sรฉ tutte le coseโ€ che in noi sono contro Dio.
Per prima cosa perciรฒ dobbiamo fissare il nostro sguardo in Cristo, nel suo mistero pasquale, accettare umilmente di trovare in lui la salvezza.
Allora anche noi saremo capaci di portare la croce di Cristo nella fedeltร  quotidiana, piรน ancora che mediante sacrifici che ci esalterebbero ai nostri occhi. Soltanto questโ€™umile fedeltร  trasfigurerร  la nostra vita e la porterร  a diffondere in qualche modo la gloria di Gesรน.

Cittadini del cielo

Chi oserebbe mettere queste parole sulla propria carta di identitร ? Passeremmo per mattacchioni o per patetici sognatori. S. Paolo non era nรฉ lโ€™uno nรฉ lโ€™altro e tuttavia questa รจ la sua qualifica. Vi ritorna piรน volte: โ€œStranieri e pellegrini su questa terraโ€ (Eb 11,13).
A noi lโ€™idea del cielo fa paura. La nostra fede non รจ come quella del nostro padre Abramo e, piรน o meno coscientemente, dubitiamo delle promesse di Dio. Assomigliamo piuttosto agli apostoli presi da paura di fronte allโ€™anticipo del cielo sperimentato sul Tabor.
E tuttavia, se รจ vero che Gesรน รจ colui che โ€œascoltiamoโ€ (Vangelo), sappiamo con Mosรจ ed Elia che bisogna parlare della โ€œsua dipartitaโ€, del suo passaggio attraverso la morte per raggiungere il Padre e ricevervi quel โ€œpotere che ha di sottomettere a sรฉ tutte le coseโ€. Il cammino che anche noi dobbiamo fare รจ proprio quello di Cristo.
Ritrovare nella fede il senso di meraviglia e la sicurezza del salmista: โ€œSono certo di contemplare la bontร  del Signore nella terra dei viventiโ€. Ma dovโ€™รจ questa terra dei viventi che chiamiamo cielo? Essa non รจ quaggiรน, dove la morte svolge la sua opera. รˆ accanto al Padre.

Fonte

Tratto da โ€œOmelie per un anno 1 e 2 โ€“ Anno Cโ€ โ€“ a cura di M. Gobbin – LDC

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