Fin dalle prime domeniche per annum dellโanno liturgico il codice รจ dato: un codice nuziale, una password indispensabile per comprendere e amare il rapporto che lega il Dio dei cristiani (e degli ebrei) al proprio popolo. Dopo il battesimo al Giordano, a Cana di Galilea Gesรน manifesta nuovamente al suo popolo la pr
I libri di Esdra e Neemia
I libri di Esdra e Neemia, mai citati nel NT (anche se forse Gesรน avrร avuto qualcosa da dire su qualche suo brano e decisione giuridico-religiosa), erano stati sempre considerati un volume unico nella tradizione ebraica e solo nel 1488, quando a Soncino (MN) venne stampata la prima Bibbia ebraica in caratteri mobili, le Bibbie ebraiche cominciarono a distinguere i due libri.
Secondo Melitone di Sardi (seconda metร del II secolo), ripreso da Eusebio di Cesarea, lโunico autore dei due libri sarebbe stato Esdra. Eusebio afferma che la divisione in due libri appare per la prima volta in Origene (185-254 d.C.). Girolamo conferma questa notizia e la Vulgata riporta i due libri tradotti separatamente.
Nel suo commentario a Esd-Ne (che seguiamo da vicino e spesso alla lettera, non sempre notando la citazione letterale), Francesco Bianchi annota che la forma canonica del libro sembra suggerire che i due personaggi abbiano agito a Gerusalemme durante il regno di Artaserse I Longimane (565-404 a.C.) โ Esdra nel 458 a.C. e Neemia nel 445 a.C. โ e, in una certa fase, le due missioni sarebbero state parallele. Che Neemia ripeta le riforme di Esdra, includendo lo scioglimento dei matrimoni misti, fa dubitare dellโeffettivo successo della missione di questโultimo.
Molti studiosi perรฒ propendono per lโopinione che Esdra sarebbe giunto a Gerusalemme sotto il regno di Artaserse II (404-360 a.C.) e che Neemia lo avrebbe preceduto nel 445. Il contesto storico non ne cambierebbe molto, mentre il disordine religioso presenterebbe delle somiglianze con gli abusi riscontrati nei papiri di Elefantina.
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Nel canone ebraico testimoniato dalla tradizione babilonese, dai manoscritti tedeschi e francesi e dalle Bibbie a stampa, Esd-Ne sono posti fra gli Scritti, al penultimo posto, prima di 1-2Cr. Nella traduzione greca della LXX, Esd-Ne seguono invece 1-2Cr, alla fine dei libri cosiddetti โstoriciโ e prima di quelli poetici profetici. La tradizione islamica conosce Esdra (Corano 9,30) e ne venera la tomba non lontano da Bassora. La traduzione cattolica pone Esd-Ne fra i libri storici, dopo 1-2 Cr e prima dei deuterocanonici scritti in greco non accettati nel canone ebraico: Tb, Gdt, Est, 1-2Mac.
Assieme ad altri studiosi, Bianchi propende per lโidea di non proporre alcuna data per Esdra, circondato da innumerevoli contraddizioni ed enigmaticitร , e di considerarlo invece una creazione letteraria costruita su un personaggio storico reale da parte di un circolo di tradenti che volevano presentare una visione concorrente a quella di Neemia. Bianchi accetta invece la figura di Neemia, datando la sua azione nel 445 a.C., calcolata in un periodo di dieci anni. La seconda missione sarebbe stata costruita dalla redazione successiva che avrebbe utilizzato informazioni anteriori.
Fonti e struttura letteraria
Le quattro fonti delle due opere provengono da ambienti e da tempi diversi: sarebbero le Memorie di Neemia (Ne 1,1โ7,5a), le Memorie di Esdra (Esd 7โ10), le liste (cf. Esd 2 = Ne 7; Ne 3,1-32), i documenti ufficiali (i due editti reali, una corrispondenza fra la corte persiana e i capi della provincia di Giuda circa la ricostruzione del tempio e del tentativo di restaurare le mura della cittร ; sono testi scritti in aramaico e sono materiali autonomi, collocati nel testo alla conclusione della sua redazione).
Unโarticolazione molto generale di Esd-Ne potrebbe essere la seguente:
I. Ritorno e ricostruzione del tempio (Esd 1,1โ6,22): Editto di Ciro e sue conseguenze 1,1-11; Lista dei rientrati 2,1-69; Epilogo 2,70; Ristabilimento del culto 3,1-13; Interruzione dei lavori e inchiesta achemenide 4,1-24; Ripresa dei lavori e intervento di Tattรจnai 5,1-17; Risposta di Dario, ripresa e conclusione dei lavori;
II. Missione di Esdra a Gerusalemme (Esd 7,1โ10,44): Viaggio di Esdra e lettera di Artaserse 7,1-28a; Preparativi, partenza e arrivo a Gerusalemme 7,28bโ8,36; Preghiera di Esdra 9,1-15; Scioglimento dei matrimoni misti 10,1-44;
III. Missione di Neemia e ricostruzione delle mura (Ne 1,1โ13,3): Missione di Neemia 1,1โ5a (Neemia alla corte del re 1,1-11a; Dialogo con il re 1,11bโ2,10; Neemia a Gerusalemme 2,11-20; Lista dei costruttori 3,1-32; Nuova opposizione dei samaritani 3,33โ4,17; Crisi economica 5,1-19; Campagna di intimidazione 6,1-19; Difesa e censimento della cittร ); Rinnovo della comunitร e dellโalleanza 7,5bโ10,40 (Libro delle genealogie 7,5b-68; Lista delle offerte 7,69-72a; Lettura della Legge e festa delle Capanne 7,72bโ8,18; preghiera di Neemia 9,1-37; Patto 10,1-40); Ripopolamento di Gerusalemme e dedicazione delle mura (11,1โ12,43): Ripopolamento di Gerusalemme 11,1-2; lista degli abitanti di Gerusalemme 11,3-19; Supervisori delle attivitร legate al tempio 11,20-24: lista degli insediamenti in Giuda e in Beniamino 11,25-36: lista di sacerdoti 12,1-26; dedicazione delle mura di Gerusalemme 12,47-43); Una comunitร pura 12,44โ13,3;
IV. Supplementi (Ne 13,4-31): Nuovi abusi nel tempio 13,4-14; Sabato 13,15-22; Matrimoni misti 13,23-27; Purificazione del sacerdozio ed epilogo 13,28-31.
Esd-Ne riportano una lunga sezione di testo in lingua aramaica: non sembra essere aramaico biblico molto vicino allโaramaico dellโimpero (tesi maggioritaria nel passato) ma un aramaico che si avvicina allโaramaico orientale di epoca ellenistica e romana (dal 323 a.C. in poi); sarebbe quindi diverso dallโaramaico in uso presso la cancelleria achemenide.
Teologia
Le linee teologiche principali di Esd-Ne possono esser riassunte nella sottolineatura della signoria di YHWH, la difesa della puritร del โpiccolo restoโ, la โstirpe santaโ, che si esprime nel rifiuto di accettare la collaborazione dei popoli vicini nella ricostruzione del tempio, la separazione dalle donne straniere. Non รจ unโopposizione razzista, ma una scelta che esprime la coscienza di voler mantenere la puritร rituale del popolo, che si avvia a diventare esso stesso un popolo di sacerdoti e nazione santa (Es 19,16), come Dio รจ santo. Le liste genealogiche mettono in risalto la continuitร della nuova societร giudaita con il periodo che precede lโesilio e ancorano la santitร e la puritร a un documento verificabile, custodito nel tempio.
La santitร concerne anche Gerusalemme e le sue mura. Esse non rappresentano solo la difesa dai nemici esterni, ma delimitano anche lo spazio sacro nel quale รจ possibile osservare il sabato, applicare le leggi relative al sacerdozio e la separazione dagli stranieri. Il ruolo della comunitร soppianta i grandi uomini.
Il tempio e il culto hanno un ruolo centrale. Si rivisita con cura la storia passata nei suoi momenti qualificanti: lโesodo, lโinsediamento, la monarchia e lโesilio.
Il modello dellโesodo informa la descrizione del ritorno a Gerusalemme, seguendo il pensiero del DeuteroIsaia. Il peccato ha portato il popolo al castigo dellโesilio. Esso diventa perรฒ anche ยซuna scuola dellโanimaยป (J. Brodski), in cui Israele puรฒ fissare i fondamenti della propria fede, entrare in contatto con una cultura altra, ma senza perdere la propria specificitร . Ne nasce una cultura della resistenza che permetterร a Israele di sopravvivere in virtรน di una vera e propria spiritualitร della penitenza. Il pentimento investe dinamicamente la comunitร (dimensione orizzontale) e ripercorre la storia delle infedeltร passate (dimensione verticale) per esaltare la misericordia salvifica di YHWH. Il suo intervento ha salvato Israele da una situazione senza via di uscita.
Si legge la Torah
In Ne 7,72bโ8,12 si descrive la convocazione del popolo a Gerusalemme per la lettura della Legge, mentre in 8,13-18 si narra della celebrazione della festa delle Capanne. Probabilmente il testo risente di una โriscritturaโ da parte di un autore vicino alla cerchia del Cronista: egli ampliรฒ il ruolo dei leviti e imitรฒ la prassi liturgica a lui contemporanea nel tentativo di fissare lโatto di nascita ufficiale del giudaismo.
Tutto il popolo (menzionato ben tredici volte nel capitolo e vero protagonista della scienza) si raduna a formare โcome un uomo soloโ, compatto e ben deciso, unitario e solidale, alla Porta delle Acque, nella zona della collina dellโโOfel. Sito della costruzione della reggia davidica, essa si trova a sud della zona templare e opposta allโubicazione del tempio, quasi a suggerire che la Torah รจ superiore al tempio.
Il โsettime meseโ corrisponde al mese di Tishri (settembre-ottobre). Il primo giorno del mese di Tishri (chiamato anche โgiorno rumoroso/yรดm terรปahโ (perchรฉ si suonava il corno di ariete, cf. Lv 23,23-25 e Nm 29,1-6) corrisponde al Capodanno o al primo giorno del settimo mese, se si ammette che il Capodanno cadeva ancora in primavera, come avveniva in tutto il Vicino Oriente.
In piedi
Esdra รจ qualificato come โscriba/sลpฤrโ al v. 1 e โsacerdote/kลhฤnโ al v. 2. In entrambi i ruoli egli รจ in stretto collegamento con la lettura della legge di Mosรจ allโโassemblea/qฤhฤlโ composta da uomini, donne e bambini in grado di comprendere ciรฒ che veniva letto.
La presenza delle donne dei bambini caratterizza la lettura della Legge che si teneva ogni sette anni in occasione della festa delle Capanne (cf. Dt 31,10-23) e lโassemblea convocata da Giosafat poco prima dellโattacco degli ammoniti e dei moabiti (2Cr 20,13). Nella prassi liturgica successiva del giudaismo, donne e bambini inferiori ai dodici anni saranno esentati dalla lettura della Torah.
Accanto a Esdra ci sono tredici uomini alla sua destra e tredici alla sua sinistra, che sembrano relativizzare un poโ la sua presenza e dare rilievo a una guida collettiva del popolo. Da una piattaforma/pedana di legno โ il cui nome perรฒ indica normalmente una โtorre/migdalโ โ, Esdra legge il โlibro della Torah/sฤper tรดrฤhโ dalle sei della mattina fino a mezzogiorno (probabilmente aiutato dai tredici uomini alla sua destra). Uno sforzo grandissimo da parte dei lettori, ma anche da parte del popolo, che si era alzato in piedi (v. 5 weโฤmedรป kol-hฤโฤm) fin dal momento in cui Esdra aveva aperto il libro.
La posizione retta indica rispetto alla dignitร di ciรฒ che viene proclamato e di chi lo proclama, unito alla piena disponibilitร e prontezza nella sua messa in pratica. Non si deve dimenticare il fatto che, ai primi di ottobre, allโaperto, a Gerusalemme fa ancora caldo. Non puรฒ non colpire la scenografia e i gesti rituali compiuti, vedendo in essi la radice della gestualitร liturgica delle assemblee ebraiche e cristiane del nostro tempo. Le radici sono lร : ยซAscoltatemi, voi che siete in cerca di giustizia, voi che cercate il Signore; guardate alla roccia da cui siete stati tagliati, alla cava da cui siete stati estratti. Guardate ad Abramo, vostro padreโฆยป (Is 51,1-2a).
Reazioni
La โtorre/pedanaโ era stata costruita โper la Parola/laddฤbฤrโ (Bianchi: โper parlareโ; โper lโoccorrenzaโ, CEI 2008, poveramente). Dallโaltezza della โtorre/pedanaโ la Parola โscendeโ sul popolo radunato in formazione compatta e solidale.
Esso โreagisceโ alla Parola con un ascolto attento, con senso comunitario, ma con un coinvolgimento personale di ciascuno: ยซGli orecchi di tutto โil popolo/kol-hฤโamโ (erano) verso il libro della Leggeยป (v. 3). Un ascolto attento e partecipe, che mette in moto gli organi vitali della persona. Dagli orecchi la Parola scende al cuore per la comprensione da attuare con lโintelligenza e per le decisioni da prendere con la volontร . Essa scenderร ulteriormente anche alle viscere, sede della misericordia e della bontร . Questo indurrร il popolo a scoppiare in pianto. Il popolo sente che la Parola ha a che fare con la propria vita, narra delle grandi opera di YHWH per la salvezza del popolo, per la piena integritร della vita nello shalom donato da lui.
Allโinizio della lettura, Esdra benedice YHWH il Grande (cf. Dt 27,15-16) e il popolo risponde con unโacclamazione di approvazione (ยซAmen, Amenยป: โรจ stabile/certo/rocciosoโ quello che hai detto e noi poniamo la nostra vita su questa โroccia solidaโ, ci crediamo). Esso alza quindi le mani in segno di intercessione (cf. Sal 2,8), inchinandosi e prostrandosi per sottolineare il senso di disonore e di umiliazione (v. 6).
Si puรฒ confrontare la reazione del popolo con quella di coloro che avevano ascoltato la lettura della Legge, cioรจ il nucleo del Deuteronomio attuale, allโepoca di Giosia (cf. 2Cr 34,20. Tredici uomini e i leviti โfanno capire/spiegano/mebรฎnรฎm (< bรฎn)โ la Tรดrฤh al popolo, che โ si ricorda ancora โ se ne sta ritto in piedi (v. 7).
Capiamo e piangiamoโฆ
Gli aiutanti di Esdra leggono il testo dopo averlo suddiviso in paragrafi (โmepลraลกโ; il paragrafo della Torah letto ogni settimana nella sinagoga viene denominato a tuttโoggi โparashahโ). Lo โleggono a voce alta/proclamandolo/bammiqrฤโ (< qฤrฤโ = gridare, leggere).
Ne rendono poi comprensibile il senso letterale/verbale: โweลรปm ลekel wayyฤbรฎnรป/ponendo saggezza e facevano comprendereโ. Questo รจ fatto traducendo il testo dalla lingua ebraica usato nei sacri testi e nella liturgia nellโaramaico compreso e parlato dalla gente. La comprensione integrale del testo รจ raggiunta, infine, con la spiegazione semantica ed esistenziale del testo, cioรจ con lโillustrazione delle sue ricadute nella vita concreta e delle esigenze poste innanzi alle libere decisioni delle persone in ordine alla loro โtraduzioneโ pratica: conversione, scelte, atteggiamenti nuovi, crescita nel bene ecc. La spiegazione della Parola nellโambito rituale richiede perรฒ, anche oggi, il suo traguardo ultimo: lโillustrazione vitale e testimoniale nella vita quotidiana. La gente ha bisogno e ascolta infatti di piรน i testimoni che non i maestri, e i maestri in quanto sono testimoni.
Neemia il governatore (hattirลกฤtฤh), Neemia il sacerdote scriba (hakkลhฤn hassลpฤr) e i leviti che โfacevano comprendere al popoloโ dicono/rivelano la profonditร di senso di quel giorno: โOggi รจ un giorno consacrato/hayyรดm qฤdลลก-hรปโ laYHWH, vostro Dioโ. Un giorno dedicato che si separa dal tempo profano per essere integralmente del Totalmente Altro che si รจ impegnato perรฒ totalmente nella storia del suo popolo. Un giorno tutto di Dio e, quindi/perciรฒ, tutto dellโuomo.
โNon siate tristi/โal-titโabbelรปโ, โnon piangete/โal-tibkรปโ nel Giorno del Signore (vv. 9.11), viene detto al popolo, perchรฉ il ricordo vivo della creazione del mondo e dellโumanitร (cf. Es 20) e della redenzione del popolo di Israele (cf. Dt 5) deve sovrastare di gran lunga la coscienza della propria inadeguatezza colpevole rispetto alle esigenze della Torah/Istruzione o della difficoltร a metterla in pratica.
ยซPiangeva infatti tutto il popolo mentre ascoltava le parole della Torahยป (v. 9). Pianto di pentimento e di frustrazione, certo, ma anche gioia e scioglimento del ghiaccio nero nel cuore al sentire lโamore provvidente e redentore di YHWH per il proprio popolo Israele, dalla creazione e dai padri fino alla redenzione dalla โcasa degli schiaviโ, lโEgitto (e Babilonia).
Il dono delle lacrime e la compunzione del cuore รจ la molla che trasforma la vita delle persone di fronte allโamore, non alla prospettiva del giudizio e del castigo. Le lacrime si trasformano in gioia e festa grande, in pasti abbondanti e vini succulenti, in solidarietร verso il piรน fragile dei fratelli. Tutto questo perchรฉ adesso il popolo โaveva compreso le parole che avevano fatto conoscere a loro/kรฎ hฤbรฎnรป baddebฤrรฎm โฤลกer hรดdรฎโรปโ. Che gioia capire la lingua di chi mi sta di fronte! Mi sento a casa, capito. E posso rispondere, fare comunione, condividere i miei pensieri e le mie emozioni.
Che gioia: Dio parla la mia lingua, la lingua degli uomini!
Gioia conviviale
(Neemia?) invita quindi tutti alla gioia, sulla scia della predicazione del Deuteronomio (cf. Dt 12,4-7.11.18; 14,22) e delle Cronache (1Cr 15,16; 2Cr 30,23). La gioia si esprime in un pasto (comunitario?) festivo fatto di pietanze succulente e di vini pregiati, vero anticipo del banchetto escatologico.
Il pasto si fa memoriale di un passato di salvezza, celebrazione del presente di custodia e di amore da parte di YHWH, memoria sovversiva prolettica del banchetto definitivo. Profetizza infatti Is 25,6-8: ยซPreparerร il Signore degli eserciti per tutti i popoli, su questo monte, un banchetto di grasse vivande, un banchetto di vini eccellenti, di cibi succulenti, di vini raffinati. Egli strapperร su questo monte il velo che copriva la faccia di tutti i popoli e la coltre distesa su tutte le nazioni. Eliminerร la morte per sempre. Il Signore Dio asciugherร le lacrime su ogni volto, lโignominia del suo popolo farร scomparire da tutta la terra, poichรฉ il Signore ha parlatoยป.
Il giorno del Signore รจ giorno di festa, di gioia, di caritร solidale. Giorno di Dio e, quindi/perciรฒ, giorno dellโuomo, e dellโuomo piรน povero e fragile. La festa non รจ tale se manca qualcuno, anche uno solo.
Non si puรฒ essere tristi nel giorno del Signore, perchรฉ โแธฅedwat YHWH hรฎโ mฤuzzekem/la gioia di YHWH, essa (รจ) la vostra forzaโ (Bianchi, alternativo: ยซYHWH si rallegra quando voi siete fortiยป). Solo la gioia di/data da YHWH (genitivo di provenienza? di autore? di appartenenza? di qualitร ?) รจ la forza data allโuomo per vivere libero e a testa alta i suoi giorni sotto il sole, consolato, custodito, incoraggiato.
Un uomo dentro un popolo, una comunitร .
Un popolo solidale con i fratelli piรน fragili.
Un popolo in cui non manca nessuno.
Potranno tornare gli esili e le sbandate, ma la gioia di YHWH ne sradicherร le radici.
Metodologia
Nel prologo del suo vangelo (Lc 1,1-4) Luca si presenta come uno degli ottimi scrittori e studiosi greci e romani del suo tempo (e precedenti): Erodotoย (Alicarnasso, 484 a.C. โ Thurii, dopo il 430 a.C.), Tucidide (460 a.C.ย circa โ poco dopo ilย 404 a.C., ma, secondo altri, dopo ilย 399 a.C.), Polibioย (Megalopoli, 206 a.C. circa โ Grecia, 124 a.C.), Tito Livio (Padova, 59 a.C. โ Padova, 17 d.C.), Flavio Giuseppe (Gerusalemme 37 d. C. โ Roma dopo il 100 d.C.), Galeno (Pergamo, 129 d.C. โ Roma, 201 circa d.C.) ecc.
Mettendosi alla loro stregua, agli inizi della sua opera in due atti (Lc โ At) lโevangelista espone la metodologia di ricerca che lo ha guidato nella caccia alle testimonianze orali e al materiale giร esistente in redazione scritta.
Il destinatario dei due volumi del suo lavoro รจ Teรฒfilo (โamico di Dioโ), una persona ragguardevole/kratistos della comunitร , che forse lo aveva sostenuto finanziariamente nel suo lavoro redazionale.
Nella sua opera doppia Luca recupera gli eventi della vita di Gesรน (Vangelo) e degli inizi del cammino della Chiesa con la corsa della Parola (Atti degli Apostoli), considerati nel loro significato teologico ma sempre a partire dal loro retroterra storico-fattuale.
La finalitร dellโopera di Luca รจ far sรฌ che Teรฒfilo si renda conto della โnon-scivolositร /soliditร /stabilitร /asphaleiaโ degli insegnamenti che ha ricevuto nella catechesi. Sono insegnamenti che non fanno โsdrucciolare/inciampare/sphallลโ.
Circa la metodologia di ricerca della fonti, Luca scrive che, appartenendo egli alla terza generazione dei discepoli di Gesรน, ha avuto dei predecessori nella seconda generazione che avevano tentato una prima messa per iscritto ordinata (anataxasthai diฤgesin) degli eventi-parole/pragmatลn (ebr. dฤbฤr) che non erano solo avvenuti, ma che si erano compiuti/adempiuti/realizzati in mezzo alla comunitร cristiana con la loro corpositร di contenuti storico-salvifici (peplฤrophorฤmenลn).
Queste persone/autori della seconda generazione si erano messi in atteggiamento recettivo segnato dalla fede in ciรฒ che avevano loro consegnato/tramandato/consegnato/tra-donato/paredosanโ โ nellโambito della comunitร discepolare โ quelli della prima generazione. Essi erano stati fin dallโinizio testimoni oculari della โparola/logos/Gesรน evangelizzatore e Parola evangelizzataโ e che, in un secondo momento, ne erano divenuti ยซโrematoriโ/subalterni/operai/servitori/ministri/aiutanti di campo/ufficiali/hypฤretaiยป, totalmente sottomessi ad essa, donandole testimonianza orale, attestazione scritta, non raramente perfino martirio cruento.
Ordinato e accurato
Luca descrive poi la sua metodologia redazionale. ยซDopo aver seguito dappresso, fianco a fianco, e aver risalito โcon scrupolositร /accuratezza/akribลsโ il corso del fiume dalla fine fino allโinizio (o dal basso verso lโalto)/parฤkoluthฤkoti anลthenยป, รจ parso bene anche a Luca di scrivere per Teรฒfilo (un resoconto) in modo ordinato. Alla fine cita la finalitร della sua opera e il suo destinatario.
Luca scrive con accuratezza i fatti e il loro significato teologico profondo โ anche al nostro tempo la storia รจ sempre storia interpretata โ, attenendosi alle buone regole seguite dagli storici del suo tempo.
A pochissimi anni dallโaccadimento dei fatti, Luca recupera accuratamente (akribลs) la memoria ecclesiale โ certamente testimoniale e connotata dalla fede, non per questo arbitraria, capricciosa e totalmente inattendibile โ, trasmessa allโinterno di una comunitร non anarchica ma strutturata e regolata da una sorveglianza apostolica gelosa di una memoria amante e fedele, seppur credente, della persona, delle parole e degli eventi riguardanti Gesรน.
Luca procede per sintesi, per blocchi di argomenti o di generi letterari โ per โscene drammaticheโ negli Atti โ, recuperando il materiale narrativo e didattico riguardante Gesรน e gli apostoli, a partire dal quale egli compone talvolta dei discorsi che mettono in bocca ai personaggi il meglio di quanto i personaggi avrebbero potuto dire in quel momento (cosรฌ operavano gli storici del tempo).
A Nazaret: il โdiscorso alla nazioneโ
Lโevangelista anticipa lโintervento di Gesรน nella sinagoga di Nazaret (Lc 4,1-30) rispetto al corso degli eventi cosรฌ come รจ narrato in Marco e Matteo, spostando il suo discorso a un tempo precedente gli atti prodigiosi giร compiuti a Cafarnao. Stranamente, infatti, i compaesani di Gesรน gli chiedono di compiere anche a Nazaret quanto hanno sentito essere accaduto in precedenza a Cafarnao. Ma finora Luca non ha raccontato nulla di quanto sarebbe stato compiuto a Cafarnao in tempi precedenti!
Dopo le tentazioni sopportate e vinte nel deserto (Lc 4,1-13), Gesรน torna con la potenza dello Spirito in Galilea e la sua fama si diffonde ovunque (Luca non riporta perรฒ alcun prodigio o alcuna predicazione impressionante fatta da lui).
Luca anticipa quindi volutamente allโinizio dellโattivitร pubblica di Gesรน il suo discorso nella sinagoga di Nazaret per dare ad esso un valore programmatico, illustrativo delle modalitร e delle motivazioni che avrebbero ispirato le parole e le azioni di Gesรน, riportate nei capitoli successivi del vangelo.
Il bel brano di Ne 8 riportato nella prima lettura fa da sfondo splendido anche alla scena di Nazaret e concorre a illustrare eventi e significati profondi.
Di sabato, in sinagoga
Gesรน รจ un ebreo, โebreo per sempreโ, osservante della tradizione ebraica, anche se non pignolo e rubricista nel seguire la Torah, della quale dona invece unโinterpretazione definitiva, escatologica, quale plenipotenziario di YHWH venuto a portarla a compimento.
Come al solito, di sabato, egli entra nella sinagoga del paese โ visitabile ancor oggi โ, che devโessere stata un ambiente molto semplice, visto che Nazaret non รจ conosciuto nella Bibbia. La โsinagoga/synagogฤโ รจ il luogo dove le persone โconvergono/synagลโ di loro spontanea volontร . La โChiesa/ekklฤsiaโ sarร invece il nome che i discepoli di Gesรน sceglieranno per indicare lโassemblea dei discepoli convocati (ek-kaleล) da qualcun altro, dal Signore. Denominazione scelta per affermazione identitaria esclusiva certo, ma connotata pure di profondo significato teologico. La sinagoga รจ il luogo deputato alla lettura e alla spiegazione della Torah, allโistruzione del popolo e, secondariamente, anche alla preghiera.
Gesรน si autoinvita a leggere la Torah (e lโhaphtarah), senza attendere lโinvito da parte del responsabile delle attivitร sinagogali, lโโarchisynagลgos/il capo della sinagogaโ. Gli viene dato il rotolo del profeta Isaia che, con lโinsieme dei Profeti/Nebiim e degli Scritti/Ketubim era la fonte da cui si attingeva la โseconda letturaโ, lโโaggiunta/haphtarahโ, dopo quella principale tratta dalla Torah (il complesso letterario che, dalla Genesi, arriva al Deuteronomio).
Gesรน apre il rotolo, trova il brano Is 61,1ss previsto per la seduta di quel sabato.
Il profeta, evangelista unto
Is 61,1ss parla di un misterioso profeta, forse il Terzo Isaia stesso, che opera nel tempo postesilico (dopo il 538 a.C.). Egli si sente investito dallโalto (epi eme) dallo Spirito del Signore YHWH, la sua forza irruente, il suo soffio vitale, la potenza generativa di vita. ยซQuesto รจ dovuto al fatto che/poichรฉ/ebr. TM yaโan โฤลกer/gr. LXX: hou heinekenโ (Reggi: โil qualeโ) mi unse, per โportare la buona notizia/evangelizzare ai poveri/euaggelisasthai ptลchoisโยป. Lo Spirito del Signore ha unto il profeta come ungeva i re e i sacerdoti, per riempirlo della sua forza, della capacitร di percepire la volontร di Dio sugli eventi della storia e sulle vicende degli uomini, e a parlare a nome di Dio, di fronte agli uomini (pro-phฤtฤs < pro-phฤmi).
Poveri e โa pezziโ
La scelta preferenziale di Dio, inclusiva e non esclusiva di coloro che stanno meglio nella vita, sono ยซi poveri/i โpitocchi/tous ptochousโยป, gli umiliati dalla vita e dagli uomini, gli scarti della societร , i feriti della storia. Potranno anche essere non umili e sottomessi a Dio nella fede, attendendosi tutto da lui, ma saranno evangelizzati lo stesso, per il solo fatto di essere โpoveriโ. Dio sta sempre dalla parte del piรน debole, del povero a livello materiale, spirituale, psichico, al povero di senso del cammino dei propri giorni. Ad essi il profeta porterร la buona notizia che YHWH sta dalla loro parte.
YHWH ha inviato il profeta ad โannunciare come un banditore/kฤryxaiโ, a voce spiegata e a tamburi battenti, la liberazione ai prigionieri di ogni tipo e la vista (o il recupero di essa, anablepsin) ai ciechi che non vedono dove incamminarsi per avere la vita.
YHWH ha inviato il profeta a rimandare in libertร โcoloro che da tempo sono stati spezzati/lacerati/dilaniati/infranti/rotti e tali sono rimasti fino ad ora/tous tethrausmenousโ (participio perfetto passivo sostantivizzato). Sono coloro che sono torturati a morte continuamente nelle galere della storia, nei lager dei deserti libici odierni, nelle prigioni dei regimi totalitari, nelle torture delle fake news messe in giro ad arte per demolire le persone con la macchina del fango creata da chi spadroneggia sui mass media. Sono coloro che si โsentono a pezziโ perchรฉ mai in pace con se stessi, con Dio, con le persone che vivono loro accanto. โA pezziโ perchรฉ sentono di aver โfallito il bersaglio/aver peccatoโ nella vita e disperano anche dellโamore e del perdono di un Dio predicato loro come punitore e giudice inflessibile.
Lโanno accetto a Dio
Il profeta sente che YHWH lo ha inviato ad annunciare come un banditore โlโanno accettabile/accetto del/al Signore / eniauton kyriou dektonโ. Il TM ebraico di Is 61,2 parla di ลกenat rฤแนฃรดn laYHWH/lโanno di compiacenza/che piace a YHWHโ. ร lโanno giubilare, che ogni cinquantโanni prevede il condono di tutti i debiti contratti e fa rientrare in possesso dei proprietari legittimi i beni venduti per necessitร (cf. Lv 25,8-16). Un anno che piace a Dio, ben accetto a lui, accettabile a lui perchรฉ a favore dellโuomo e del suo bene integrale. Ciรฒ che รจ bene per lโuomo รจ ben accetto a Dio.
Vendetta?
Il testo letto da Gesรน (secondo Luca) รจ una conflazione di Is 61,1-2 (con lโomissione del comando di โconsolare gli afflittiโ e โdellโannuncio della ricompensaโ) e Is 58,6 (โrimandare in libertร coloro che sono stati fatti a pezziโ). Gesรน arresta la lettura โ perchรฉ previsto? โ prima del semiversetto che annuncia il compito dato da YHWH al profeta di โ(proclamare) un giorno di vendetta per il nostro Dio/weyรดm nฤqฤm lฤโlลhรชnรปโ. Presente nel Testo Masoretico (= TM), cioรจ il testo ebraico di Is 61,2b, questa espressione รจ assente nel testo greco della traduzione della LXX di Is 61,2, che era il testo (greco) dellโAntico Testamento โ per usare una terminologia anacronistica โ che veniva letto nella Chiesa primitiva del tempo precedente e coevo a Luca.
Secondo il vangelo di Luca, Gesรน non annuncia (volutamente?) ยซun giorno di vendetta per il nostro Dioยป attestato nel testo ebraico di Isaia. Nella sua lettura, Gesรน si arresta prima. Ma se anche lโavesse letto, sappiamo (e Luca lo sottolineerร nel suo Vangelo, cf. Lc 15) che YHWH compie la sua vendetta punendo il male e non i malvagi, punendolo col perdono offerto agli uomini, punendolo col riscatto compiuto con il sangue del suo Figlio Gesรน (cf. Lc 22,20).
Occhi fissi
Gesรน riarrotola il volume di Isaia e lo ridร allโโinserviente/hypฤretฤsโ della sinagoga, cioรจ colui che svolgeva le mansioni piรน umili del servizio sinagogale.
Una tantum, รจ interessante ricordare, con lโesegeta Penna, le varie funzioni comunitarie dellโassemblea sinagogale attestate nelle epigrafi funerarie rinvenute a Roma: nelle undici sinagoghe finora conosciute della cittร cโerano il presidente della gerousia o consiglio degli anziani/gerousiarchฤs, gli anziani/presbyteroi, i membri del comitato esecutivo/archontes, lโesattore generale o raccoglitore dei fondi/archลn pasฤs timฤs, lโamministratore dei beni/phrontistฤs, il dottore della legge-segretario-cancelliere/grammateus, il protettore legale-avvocato/prostatฤs, il โpadre o โla madreโ della sinagoga/patฤr o matฤr synagลgฤs โ titolo onorifico per uomini e donne particolarmente benemeriti di una o piรน comunitร โ, lโarchisynagos (colui che si interessava dellโedifico di culto e presiedeva le assemblee religiose, lโhypฤretฤs (lโinserviente preposto ai servizi piรน umili necessari nella sinagoga) e infine gli hiereis, che a Roma non indicava โi sacerdotiโ, ma era un semplice titolo onorifico in rapporto con la discendenza levitica.
Gesรน si siede in posizione magisteriale e offre il suo commento alla haphtarah appena letta. Gli occhi di tutti nella sinagoga โerano fissati stabilmente su di lui/ฤsan atenizontes autลiโ, come gli occhi degli Undici era fissi su Gesรน che ascendeva al cielo (cf. At 1,10).
A Nazaret convergono su Gesรน gli occhi di tutti; nella lettura della Torah fatta da Neemia sul libro della Torah convergono le orecchie di tutto il popolo (Ne 8,3b).
Lโomilia/la parola di consolazione di Gesรน รจ brevissima. Si possono notare le somiglianze e le differenze con lโinteressante testo โparalleloโ esemplare di At 13,15, ambientato ad Antiรฒchia di Pisรฌdia e riguardante Paolo e Barnaba: ยซEssi invece, proseguendo da Perge, arrivarono ad Antiรฒchia in Pisรฌdia e, entrati nella sinagoga nel giorno di sabato, sedettero. Dopo la lettura della Legge e dei Profeti, i capi della sinagoga mandarono a dire loro: โFratelli, se avete qualche parola di esortazione (logos paraklฤseลs) per il popolo, parlate!โ. Si alzรฒ Paolo e, fatto cenno con la mano, disseโฆยป. E segue un discorso articolato, che occupa ben 25 versetti (At 13,16b-41)!
Gesรน รจ 50 volte piรน breve di Paoloโฆ
La Parola si compie nelle orecchie. Oggi
ยซOggi รจ stata compiuta/Oggi si รจ compiuta (peplฤrลtai) โ e tale rimane per sempre, a partire da un processo iniziato nel passato โ questa parola nei vostri orecchiยป.
Gesรน attribuisce alla sua persona e alla missione che sta per intraprendere il contenuto delle parole profetiche di Is 61,1-2 e 58,6. Gesรน si presenta come il logos in persona, la parola-fatto (il dฤbฤr ebraico), che realizza in sรฉ, per potenza endogena ma soprattutto ad opera del Padre (tempo verbale perfetto medioโpassivo) la missione di liberazione dei โpoveriโ di tutti i tempi, di tutte le latitudini, di tutte le povertร immaginabili e possibili annunciata da Is 61,1ss. Una Parola-Persona, il Figlio di Dio, lโAmato, in cui il Padre ha posto il suo compiacimento al momento del battesimo nel fiume Giordano (cf. Lc 4,22).
La Parola si รจ compiuta dentro le orecchie degli ascoltatori (cosรฌ, letteralmente). La Parola si realizza e cresce cum legente (e cum audiente e cum facente, si potrebbe aggiungere). La parola profetica si realizza in Gesรน perchรฉ viene portata a compimento perfezionante, sintetico in quantitร e qualitร . Gesรน รจ la parola definitiva del Padre, la parola che โriempie fin allโorloโ le orecchie del popolo e porta a quella pienezza di senso e di realizzazione inteso a suo tempo dal Padre nel momento in cui aveva fatto il suo primo dono, la Torah. Ora la Torah definitiva del Donatore รจ data nel Dono (cf. Mela, Il Dono e il Donatore, EDB).
Gesรน รจ lโโoggi/sฤmeronโ di Dio, contemporaneo ad ogni โoggiโ degli uomini. Nel disegno di Dio (il โdei/รจ necessarioโ di Luca), Gesรน รจ la Parola che โpungeโ il presente e ne fa scaturire il male che va spurgato, mentre inietta il bene che ridร vita agli โspezzatiโ.
Lโevangelista Luca ama il presente.
ร lโuomo dellโโoggi/sฤmeronโ (Lc 2,11; 4,21; 5,26; 12,28; 13,32.33; 19,5.9; 22,34.61; 23,43).
ร lโโoggiโ di Dio, lโโoggiโ dellโuomo.
ร lโโoggiโ della Parola.
La Parola agli โspezzatiโ.
Commento a cura di padre Roberto Mela scj – Fonte del commento: Settimana News
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TERZA SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO
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Lc 1,1-4; 4,14-21
Poichรฉ molti hanno cercato di raccontare con ordine gli avvenimenti che si sono compiuti in mezzo a noi, come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni oculari fin da principio e divennero ministri della Parola, cosรฌ anchโio ho deciso di fare ricerche accurate su ogni circostanza, fin dagli inizi, e di scriverne un resoconto ordinato per te, illustre Teรฒfilo, in modo che tu possa renderti conto della soliditร degli insegnamenti che hai ricevuto.
In quel tempo, Gesรน ritornรฒ in Galilea con la potenza dello Spirito e la sua fama si diffuse in tutta la regione. Insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode.
Venne a Nร zaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrรฒ nella sinagoga e si alzรฒ a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaรฌa; aprรฌ il rotolo e trovรฒ il passo dove era scritto:
ยซLo Spirito del Signore รจ sopra di me;
per questo mi ha consacrato con lโunzione
e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio,
a proclamare ai prigionieri la liberazione
e ai ciechi la vista;
a rimettere in libertร gli oppressi,
a proclamare lโanno di grazia del Signoreยป.
Riavvolse il rotolo, lo riconsegnรฒ allโinserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciรฒ a dire loro: ยซOggi si รจ compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltatoยป.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
Fonte: LaSacraBibbia.net
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