Nel nostro prossimo il volto di Cristo
La domanda posta dallo scriba a Gesรน traduce un problema assai dibattuto: lโindividuazione di un comandamento principale, in grado di ricapitolare lโintera volontร di Dio espressa nella Scrittura. Erano infatti ben 613 i precetti a cui il pio israelita doveva prestare attenzione; di questi 365 negativi, corrispondenti ai giorni dellโanno e 248 positivi, corrispondenti alle parti che compongono il corpo umano. La domanda suppone che tali precetti non costituiscano una massa disordinata e senza unitร interna, ma che tra essi esista un ordine gerarchico che, dal comandamento principale, onnicomprensivo, scaturiscano ulteriori esigenze. Gesรน indica nellโamore verso Dio e il prossimo la prospettiva di fondo con cui vivere lโintera legge, lโanima da porre in ogni gesto, in ogni sentimento.
Il primo comandamento indicato da Cristo rimanda a un celebre testo dellโAntico Testamento (Dt 6,4ss) e precisamente allo Shemร Israel (ascolta Israele), che ogni pio israelita recitava come preghiera ogni mattina e ogni sera. Ad esso Gesรน ne aggiunge un secondo e lo qualifica simile al primo: ยซAmerai il prossimo tuo come te stessoยป (v 31). E anche questo comandamento era presente nellโAT (Lv 19,18). Gesรน affida, dunque, la sua risposta a testi preesistenti, noti allโinterlocutore. Verrebbe da dire che la sua risposta non rappresenti una novitร . Invece, se prestiamo attenzione, le novitร sono piรน dโuna. La prima consiste nel fare dellโamore lโanima e il fine di tutto lโagire morale. Gesรน indica come comandamenti principali lโamore per Dio e lโamore per il prossimo. La seconda sta nel significato che egli attribuisce alla parola ยซprossimoยป: non semplicemente il familiare, il cittadino, il connazionale, il correligioso o il simpatizzante, ma chiunque abbia bisogno dโaiuto, anche lo straniero, lo sconosciuto. La terza novitร , quella piรน grande, piรน evidente, consiste nellโavere congiunto i due comandamenti: lโamore per lโuomo รจ posto sullo stesso piano dellโamore per Dio; questo deve risultare inammissibile per lโinterlocutore di Gesรน. Il Maestro, infatti, sottolinea che la dimensione verticale della vita (rapporto con Dio) e quella orizzontale (rapporti con il prossimo) sono inseparabili, si completano e si vivificano reciprocamente. Nella capacitร di mantenere questa unione si misura la vera fede. Dio e lโuomo: due strade che si intersecano; in un certo senso, si sovrappongono, costituendo lโuna prova e verifica della serietร dellโaltra.
Queste le indicazioni di Gesรน, che non solo ha dato lโesempio, ma รจ arrivato a identificare lโamore verso di lui nellโamore verso il bisognoso. In lui si manifesta pienamente lโamore di Dio per lโuomo.
Vorrei concludere richiamando un celebre scritto di S. Teresa di Lisieux: ยซLa caritร mi diede la chiave della mia vocazione. Compresi che se la Chiesa aveva un corpo composto di membra diverse, non poteva mancare lโorgano piรน necessario, il piรน nobile di tutti; compresi che la Chiesa aveva un cuore, e che questo cuore ardeva dโamore. Compresi che solo lโamore fa agire le membra della Chiesa; se lโamore si spegnesse, gli Apostoli non annuncerebbero piรน il Vangelo, i martiri rifiuterebbero di versare il loro sangue. Compresi che lโamore racchiude tutte le vocazioni: lโamore รจ tutto, abbraccia tutti i tempi e tutti i luoghi, in una parola lโamore รจ eterno. Allora, delirante di gioia, ho esclamato: Gesรน amore!| Finalmente ho trovato la mia vocazione: la mia vocazione รจ lโamore. Sรฌ, ho trovato il mio posto nella Chiesa, e questo posto, Dio mio, me lโhai datoยป.
Buona domenica
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