Commento al Vangelo del 16 Settembre 2018 – p. Roberto Mela scj

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Vaโ€™ dietro a me!

Se, seguendo la proposta di A. Mello, si accetta come ipotesi di lavoro che Is 34โ€“66 costituisca la seconda parte del libro di Isaia (il Secondo Isaia), se ne puรฒ delineare cosรฌ la struttura letteraria: 1) Is 34โ€“35: il processo a Edom e lโ€™introduzione tematica alla seconda parte (la via del ritorno attraverso il deserto); 2) Is 36โ€“39: racconti relativi al profeta Isaia dellโ€™VIII secolo per mostrare che anche la sua profezia aveva un carattere salvifico; 3) Is 40โ€“48: Il Secondo Isaia celebra la liberazione attuata da Ciro che rende possibile il ritorno degli esiliati a Gerusalemme; 4) Is 49โ€“55: Il Secondo Isaia, con un notevole spostamento, passa da Ciro al profeta stesso (cf. 48,16 ยซOra il Signore YHWH manda meยป, confermato qui), e poi alla misteriosa figura del Servo sofferente; 5) Is 56โ€“66: il cosiddetto Terzo Isaia รจ una riflessione, dipendente dal Secondo Isaia, circa la ricostruzione di Gerusalemme e lโ€™accoglienza in essa degli stranieri.

Dopo i cc 40โ€“48, in 49โ€“55 si ritorna al linguaggio simbolico, piรน caratteristico della profezia ebraica. Dopo la presentazione del profeta-servo in Is 49,1-6, in Is 50,4-11 si ha una โ€œconfessioneโ€ del profeta, in cui dapprima si presenta il discepolo (vv. 4-5), poi il profeta perseguitato (vv. 6-7), quindi il profeta assistito da YHWH in tribunale (va. 8-9a) e, infine, una valutazione teologica, in cui il servo รจ identificato con Israele.

Is 50,4-11 รจ un brano autobiografico, ritenuto dai piรน oggi il terzo โ€œCanto del servoโ€. Tutta la tradizione, sia giudaica (cf. la testimonianza di Girolamo) sia cristiana (Giovanni Crisostomo, Tommaso dโ€™Aquino) pensano che qui a prendere la parola sia il profeta stesso, che perรฒ non si autodefinisce come โ€œservoโ€. Questo brano รจ prezioso per ricostruire la statura spirituale del Secondo Isaia, con molte informazioni sulla sua figura profetica.

Il discepolo parla

Il profeta si presenta ai suoi ascoltatori come uno dei โ€œdiscepoli/limmรปdรฎmโ€, coloro che imparano/lฤmad, che YHWH โ€œha gratificato del dono/dato/nฤtanโ€ di una capacitร  verbale di rivolgersi a chi รจ stanco, disilluso, senza speranza, per poterlo โ€œsorreggereโ€, farsi vicino, assumere la sua fatica senza giudicarlo o condannarlo.

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Il discepolo puรฒ parlare solo perchรฉ prima ha โ€œimparatoโ€ in un ascolto attento delle parole di YHWH trasmesse dal suo profeta. Limmรปd nel significato di โ€œdiscepoloโ€ si ritrova solo allโ€™interno del libro di Isaia (cf. Is 8,16; 50,14; 54,13), mentre le uniche altre ricorrenze di Ger 2,24 e 13,23 hanno il significato di โ€œusoโ€, โ€œavvezzoโ€.

I โ€œdiscepoliโ€ sono coloro che hanno ricevuto la rivelazione profetica di Isaia e devono trasmetterla a loro volta: ยซRinchiudi questa testimonianza, e sigilla questo insegnamento nel cuore dei miei discepoliยป (Is 8,16) aveva intimato YHWH a Isaia giร  allโ€™inizio del suo ministero.

Il Secondo Isaia si rende conto di essere erede e continuatore dellโ€™opera del profeta storico Isaia dellโ€™VIII secolo. Il suo messaggio, maggiormente consolatorio rispetto a quello del Primo Isaia, รจ perรฒ sempre fondato e rapportato a quello di sventura dellโ€™Isaia storico. Giร  esso conteneva implicitamente un certo linguaggio di consolazione, e il Secondo Isaia sottolinea, da parte sua, il rapporto costante e necessario tra le โ€œcose primeโ€ (il castigo) annunciate da Isaia e le โ€œcose ultimeโ€ (la consolazione) profetizzate da lui stesso, il Secondo Isaia.

Parla perchรฉ ascolta

Il discepolo puรฒ parlare perchรฉ YHWH ogni mattina โ€œrisveglia/fa splendere/illumina/yฤโ€™รฎrโ€ (>โ€˜รดr= luce) una parola con la quale, in un secondo momento, โ€œrisveglia/fa splendere/ yฤโ€™รฎrโ€ lโ€™orecchio di modo che egli possa โ€œascoltare/ลกฤmaโ€™โ€ come richiede lo statuto dei โ€œdiscepoliโ€.

La catena di trasmissione dellโ€™ascolto discepolare ha la sua fonte sorgiva nella grazia di YHWH che โ€œrisveglia una parolaโ€ alla luce della giornata, la rende viva e performativa allโ€™orecchio del discepolo, perchรฉ possa ascoltare non una parola morta, trita e ritrita, ma viva, efficace, che penetra fino al midollo la personalitร  del discepolo (cf. Eb 4,12), facendone una parola vivente, una parabola viva, โ€œche fa pensareโ€ chi lo vede e chi lo ascolta.

Il โ€œrisveglioโ€ dellโ€™orecchio consiste nella sua โ€œapertura/pฤtaแธฅโ€. Forse si allude allโ€™operazione con la quale un padrone โ€œforavaโ€ il padiglione auricolare allo schiavo che, alla fine del suo servizio, potendo scegliere fra la libertร  e la continuitร  nel suo lavoro, sceglieva di rimanere per sempre al servizio del suo signore (cf. il caso dello schiavo ebreo giunto al settimo anno, quello giubilare, Es 21,2-6, โ€œforare/rฤแนฃaโ€™โ€).

Ogni mattino YHWH โ€œrisvegliaโ€ la parola e lโ€™orecchio del servo e questi conferma ogni mattino la sua scelta di rimanere col suo Signore, lasciandosi โ€œaprire/forareโ€ lโ€™orecchio. Il suo servizio gli appare essere cosa migliore di una libertร  ab-soluta, sciolta da ogni legame indispensabile con la veritร  delle cose e con lโ€™amore costruttivo, legato responsabilmente alle persone.

Ascolta senza ribellarsi

Il profeta/discepolo ogni mattina sceglie di non โ€œribellarsi/mฤrฤhโ€, di non commettere cioรจ il peccato piรน grave consumato da Israele durante il cammino di liberazione nel deserto.

In Es 23,21 YHWH intima al popolo: ยซnon ribellarti a luiยป, allโ€™angelo che io mando davanti a te per custodirti nel cammino e per farti entrare nel luogo che ho preparato per te. In Nm 14,8-9 Giosuรจ e gli esploratori invitano il popolo a non ribellarsi e a non cadere nello scoraggiamento: ยซSe il Signore ci sarร  favorevole, ci introdurrร  in quella terra e ce la darร : รจ una terra dove scorrono latte e miele. Soltanto, non vi ribellate al Signore e non abbiate paura del popolo della terra, perchรฉ ne faremo un boccone; la loro difesa li ha abbandonati, mentre il Signore รจ con noi. Non ne abbiate pauraยป.

Secondo Nm 27,13-14 la โ€œribellioneโ€ impedรฌ a Mosรจ โ€“ proprio lโ€™inviato da YHWH a liberare il popolo e a guidarlo verso la terra della promessa! โ€“ di poter entrare a godere il compimento del dono: ยซQuando lโ€™avrai vista, anche tu sarai riunito ai tuoi padri, come fu riunito Aronne tuo fratello, perchรฉ vi siete ribellati contro il mio ordine nel deserto di Sin, quando la comunitร  si ribellรฒ, e non avete manifestato la mia santitร  agli occhi loro, a proposito di quelle acqueยป (cf. Nm 20,11-12). Aver battuto due volte la roccia, anzichรฉ limitarsi a โ€œparlareโ€ ad essa, gli costรฒ il godimento della realizzazione della promessa.

La ribellione di Israele si manifestรฒ come mormorazione (cf. Dt 1,26), mancanza di fede e disobbedienza, un โ€œpeccato originaleโ€: ยซQuando il Signore volle farvi partire da Kades-Barnea dicendo: โ€œEntrate e prendete in possesso la terra che vi doโ€, voi vi ribellaste allโ€™ordine del Signore, vostro Dio, non aveste fede in lui e non obbediste alla sua voce. Siete stati ribelli al Signore da quando vi ho conosciutoยป (Dt 9,23-24).

Un peccato che tentรฒ anche le due tribรน e mezzo dislocate al di lร  del Giordano (cf. Gs 22,16.29).

Il discepolo/servo/profeta non si รจ ribellato, non si รจ tirato indietro dal proprio compito. Lโ€™ha abbracciato perchรฉ quella era la sua vera libertร .

Torturato e umiliato, ma assistito โ€œdivinamenteโ€

Ed ecco abbattersi sul discepolo le torture piรน feroci. Non si รจ sottratto a YHWH e al compito da lui affidatogli. Non si รจ sottratto agli oppositori, ai suoi torturatori. Ha โ€œdonatoโ€ prontamente la schiena al tremendo supplizio inflittogli dai flagellatori, le guance a coloro che strappavano con ferocia la barba. โ€œNon ha nascosto/lลโ€™ histartรฎโ€ la faccia allโ€™umiliazione degli scherni e degli sputi.

Oggi gli stupri, le scosse elettriche, la privazione del sonno, la denutrizione, la roulette russa, i colpi sotto le piante dei piedi, le botte e le incisioni nella carne proseguono ancora sul corpo degli umiliati, sui testimoni della fede, su coloro che fuggono per la loro vitaโ€ฆ

Il Signore YHWH perรฒ โ€œassiste/aiuta/protegge/sostiene/yaโ€™ฤƒzorโ€ il suo discepolo, lo sorregge nellโ€™intimo perchรฉ non ceda agli scherni e non sia svergognato, mettendosi sullo stesso livello barbaro dei suoi aguzzini o accettando lo svilimento della propria dignitร .

Il Signore YHWH gli dร  la forza di rendere come pietra il suo volto, deciso e fermo nella sua testimonianza (LXX: ethฤ“ka ton prลsopon mou hลs sterean petran; cf. Lc 9,51 to prosลpon estฤ“risen tou poreuesthai eis Ierousalฤ“m/[Gesรน] rese dura la sua faccia verso Gerusalemme).

Innocente!

Il giudice โ€œche riconosce la sua innocenza e lo assolve/maแนฃdรฎqรฎโ€ รจ vicino al teste innocente torturato. Chi potrร  mai โ€œintentargli una lite bilaterale/rรฎb โ€˜ittรฎโ€ โ€œstando in piedi insieme/comparendoโ€ (in sede giudiziaria)? (il rรฎb di per sรฉ non รจ un โ€œmiลกpaแนญ/giudizioโ€ che richiede uno schema trilaterale di figure giuridiche che compaiono in tribunale). Chi sarร  โ€œil padrone del suo giudizio/il rivale/lโ€™avversario/la controparte/baโ€™al miลกpaแนญรฎโ€? Compaia in giudizio!

YHWH รจ colui che sostiene il discepolo, colui che dimostra la sua innocenza; chi mai potrร  dichiararlo colpevole?

Le persecuzioni, le sofferenze e le torture possono essere state reali per il Secondo Isaia (forse perchรฉ predicava contro il regime di Babilonia, e/o profetizzandogli la sconfitta di fronte allโ€™emergente avversario medo-persiano). Furono certo quelle del popolo esiliato in Babilonia. Furono quelle perpetrate nel genocidio degli armeni, quelle annientatrici inflitte diabolicamente a Israele nella Shoah, quelle praticate fra hutu e tutsi. Sono quelle scatenate nelle fetide celle sparse nel Medio Oriente, in Libia, a Guantanamo, commesse nei linciaggi dei cristiani in India e in Pakistanโ€ฆ

Vieni in soccorso, Signore, dei tuoi discepoli perseguitati.

Risveglia ogni mattino la tua parola e i nostri orecchi.

Ascolteremo e parleremo.

Testimonieremo e, se necessario, soffriremo per te.

Vogliamo essere tuoi discepoli.

Tu sei la nostra libertร .

Tu sei il Cristo!

A metร  del Vangelo di Marco si staglia la professione di fede di Pietro in Gesรน, il Messia. รˆ il punto di svolta del buon annuncio messo per iscritto. Dopo aver conosciuto chi Gesรน sia (Mc 1โ€“8), bisogna seguirlo nel suo cammino verso Gerusalemme, verso il dono della sua vita (Mc 9โ€“16).

I sondaggi sulle opinioni della gente riguardo a Gesรน rimandano al passato, lo inquadrano in figure profetiche giร  conosciute e pensate redivive. Pietro prende di petto la domanda personale (ยซMa voiโ€ฆยป!) posta da Gesรน al gruppo dei Dodici โ€œper la strada/en tลi hodลiโ€ [verso Cesarea di Filippo, al confine settentrionale di Israele; in realtร  verso Gerusalemme, il confine della vita terrena di Gesรน!]. Quale portavoce del gruppo, Pietro risponde con slancio: ยซTu sei il Cristo/lโ€™Unto/il Messia, lโ€™Inviato da YHWH a giudicare i popoli, a liberare Israele, a sottomettere definitivamente i nemici di YHWHยป.

Contenuto vero, comprensione incompleta ed errata.

Meglio star zitti, per ora!

Insegnava la morte e la risurrezione
A questo punto, negli splendidi angoli di Cesarea di Filippo, trafitti dalle sorgenti tumultuose del Giordano, ricoperti da boschi riposanti e fragranti del profumo intenso degli eucalipti, Gesรน non fa il primo dei tre presunti annunci riguardanti la sua ultima sorte.

Il suo non รจ un annuncio profetico, ma un insegnamento (ฤ“rxato didaskein) di ciรฒ che รจ costitutivo in modo permanente del suo essere e di quello dei suoi discepoli. Insegna ciรฒ che ha progressivamente maturato nella sua coscienza umana: la sua fine conoscerร  la sofferenza, il rifiuto, lโ€™arresto, la sofferenza della tortura, lo svilimento, la morte.

Lo insegna apertamente, con coraggio. Ha giร  accettato ed elaborato nel cuore quello che gli si profila sempre piรน chiaramente.

Il Padre lo soccorrerร , lo aiuterร  nella testimonianza e la sigillerร  col sigillo della risurrezione.

Dietro a me, Satana!

Pietro aveva detto il giusto, ma lo comprendeva in modo sbagliato. Nella sua concezione messianica la sofferenza non trovava posto. Il riscatto e la liberazione attraverso il dono sofferto della propria vita da parte del Messia non era previsto nei libri sacri e nella tradizione orale trasmessa nelle sinagoghe.

Pietro โ€œprende con sรฉ/proslabomenosโ€ Gesรน per rinchiuderlo nella sua visione messianica che ha introiettato fin da piccolo. Ma Gesรน โ€œsi volta/si retroverte/si ri-volta/epistrapaheisโ€ da questa visione e, guardando bene in faccia i suoi discepoli, rimprovera Pietro che lโ€™aveva rimproverato.

ยซVattene dietro di me, Satana/Hypage opisล mou, Satanaยป, รจ il suo comando perentorio. Non andare lontano, via da me, perchรฉ ti perderesti nelle tue fantasie da mente ristretta, e io non voglio perdere nessuno.

Vattene dietro di me, come il primo giorno che ti ho chiamato dietro di me (Mc 1,17 deuteopisล mou), insieme a tuo fratello Andrea per farvi miei discepoli, pescatori di uomini. Voi avete lasciato immediatamente le reti e mi avete seguito (Mc 1,18 ฤ“kolouthฤ“san autลi), come hanno fatto Giovanni e Andrea suo fratello, che sono venuti dietro a me (Mc 1,20 apฤ“lthon opisล autou) dopo aver abbandonato il padre e gli operai nella barca.

Torna, Pietro, a quel giorno, a quella fiducia immensa che hai avuto in me. Io ti โ€œho chiamato a me/proskaleitaiโ€ (Mc 3,13) prima di tutto perchรฉ stessi con me (cf. Mc 3,14 hina hลsin metโ€™autou), aprissi il tuo orecchio, ascoltassi la mia parola che ti svegliava ogni mattina, diventassi un discepolo che ha assimilato le parole e il cuore del suo signore. In questo momento, invece, tu sei un Satana per me, un Sฤแนญฤn, un avversario. I tuoi pensieri sono puramente umani, mondani, contrari al mio, allโ€™unitร  che ho costruito come uomo giorno per giorno con la volontร  del Padre: salvare col dono di me, riscattare col per-dono, redimere con mezzi deboli, โ€œim-potentiโ€.

Chi perde trova

Gesรน โ€œchiama a sรฉ/proskalesamenosโ€ di nuovo la folla e i discepoli, perchรฉ ha un insegnamento forte da dare loro: se uno vuole โ€œdietro di me, seguire [da discepolo]/opisล mou akoloutheinโ€ (cf. Mc 1,17 + 1,18), deve dire di no alle proprie vedute, alla propria libertร  illusoriamente libera, alla propria volontร  di potenza, al peggio di sรฉ, e prendere su la propria croce portandosela dietro a me.

Io sono la croce da portare; le mie scelte, i miei pensieri sono quelli che tu devi portare nel cuore e nella vita per essere mio discepolo. Chi, pur essendo un semplice uomo, vuole โ€œsalvare/sลsaiโ€ la propria vita arraffando, stringendo fra le grinfie la vita e le persone, la โ€œperderร /apoleseiโ€ tragicamente nel nulla, mancando la propria vera autorealizzazione. Morirร  stringendo il narciso, il cuore infartuato dalle cose e dallโ€™avere. Come uomo non potrร  mai tirarsi su per i propri capelli, in cerca di unโ€™impossibile autoredenzione.

Chi invece perde la propria vita a causa mia, cioรจ della buona notizia del vangelo, la perderร  solo agli occhi degli uomini, ma la salverร  davanti a me e al Padre mio. Lo faremo giungere alla pienezza dellโ€™amore oblativo, al traboccare del dono, alla pacificazione dellโ€™essere. Lo riconosceremo innocente dal reato di chiusura su se stesso, dalla potenza di dominio, dal voler cambiare puntando sullโ€™esterno.

Ha fatto spazio al vangelo, cioรจ a me; ha ascoltato, ha parlato, ha sofferto, ha amato, ha costruito.

Lโ€™ho assistito nel tribunale del mondo, di fronte allโ€™avversario del pensiero unico, alla globalizzazione dellโ€™egoismo, allโ€™omologazione robotica, alle fake news convertite in veritร  lampante.

Vaโ€™ dietro di me, fatti o torna a essere mio discepolo.

Troverai la vita.

Commento a cura di padre Roberto Mela scj – Fonte del commento: Settimana News

LEGGI IL BRANO DEL VANGELO

XXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO โ€“ Anno B

Puoi leggere (o vedere) altri commenti al Vangelo di domenica 16 Settembre 2018 anche qui.

Tu sei il Cristo… Il Figlio dell’uomo deve molto soffrire.

Dal Vangelo secondo Marco
Mc 8, 27-35
ย 
27Poi Gesรน partรฌ con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarรจa di Filippo, e per la strada interrogava i suoi discepoli dicendo: ยซLa gente, chi dice che io sia?ยป. 28Ed essi gli risposero: ยซGiovanni il Battista; altri dicono Elia e altri uno dei profetiยป. 29Ed egli domandava loro: ยซMa voi, chi dite che io sia?ยป. Pietro gli rispose: ยซTu sei il Cristoยป. 30E ordinรฒ loro severamente di non parlare di lui ad alcuno.
31E cominciรฒ a insegnare loro che il Figlio dellโ€™uomo doveva soffrire molto ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere. 32Faceva questo discorso apertamente. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo. 33Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverรฒ Pietro e disse: ยซVaโ€™ dietro a me, Satana! Perchรฉ tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uominiยป.
34Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, disse loro: ยซSe qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. 35Perchรฉ chi vuole salvare la propria vita, la perderร ; ma chi perderร  la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverร .

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 16 – 22 Settembre 2018
  • Tempo Ordinario XXIV
  • Colore Verde
  • Lezionario: Ciclo B
  • Anno: II
  • Salterio: sett. 4

Fonte: LaSacraBibbia.net

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