ยซAbbi cura di luiยป.
La compassione come esercizio sinodale di guarigione
Cari fratelli e sorelle!
La malattia fa parte della nostra esperienza umana. Ma essa puรฒ diventare disumana se รจ vissuta nellโisolamento e nellโabbandono, se non รจ accompagnata dalla cura e dalla compassione. Quando si cammina insieme, รจ normale che qualcuno si senta male, debba fermarsi per la stanchezza o per qualche incidente di percorso. ร lรฌ, in quei momenti, che si vede come stiamo camminando: se รจ veramente un camminare insieme , o se si sta sulla stessa strada ma ciascuno per conto proprio, badando ai propri interessi e lasciando che gli altri โsi arranginoโ. Perciรฒ, in questa XXXI Giornata Mondiale del Malato, nel pieno di un percorso sinodale, vi invito a riflettere sul fatto che proprio attraverso lโesperienza della fragilitร e della malattia possiamo imparare a camminare insieme secondo lo stile di Dio, che รจ vicinanza, compassione e tenerezza.

Nel Libro del profeta Ezechiele, in un grande oracolo che costituisce uno dei punti culminanti di tutta la Rivelazione, il Signore parla cosรฌ: ยซIo stesso condurrรฒ le mie pecore al pascolo e io le farรฒ riposare. Oracolo del Signore Dio. Andrรฒ in cerca della pecora perduta e ricondurrรฒ allโovile quella smarrita, fascerรฒ quella ferita e curerรฒ quella malata, [โฆ] le pascerรฒ con giustiziaยป (34,15-16). Lโesperienza dello smarrimento, della malattia e della debolezza fanno naturalmente parte del nostro cammino: non ci escludono dal popolo di Dio, anzi, ci portano al centro dellโattenzione del Signore, che รจ Padre e non vuole perdere per strada nemmeno uno dei suoi figli. Si tratta dunque di imparare da Lui, per essere davvero una comunitร che cammina insieme, capace di non lasciarsi contagiare dalla cultura dello scarto.
LโEnciclica Fratelli tutti , come sapete, propone una lettura attualizzata della parabola del Buon Samaritano. Lโho scelta come cardine, come punto di svolta, per poter uscire dalle โombre di un mondo chiusoโ e โpensare e generare un mondo apertoโ (cfr n. 56). Cโรจ infatti una connessione profonda tra questa parabola di Gesรน e i molti modi in cui oggi la fraternitร รจ negata. In particolare, il fatto che la persona malmenata e derubata viene abbandonata lungo la strada, rappresenta la condizione in cui sono lasciati troppi nostri fratelli e sorelle nel momento in cui hanno piรน bisogno di aiuto. Distinguere quali assalti alla vita e alla sua dignitร provengano da cause naturali e quali invece siano causati da ingiustizie e violenze non รจ facile. In realtร , il livello delle disuguaglianze e il prevalere degli interessi di pochi incidono ormai su ogni ambiente umano in modo tale, che risulta difficile considerare โnaturaleโ qualunque esperienza. Ogni sofferenza si realizza in una โculturaโ e fra le sue contraddizioni.
Ciรฒ che qui importa, perรฒ, รจ riconoscere la condizione di solitudine, di abbandono. Si tratta di unโatrocitร che puรฒ essere superata prima di qualsiasi altra ingiustizia, perchรฉ โ come racconta la parabola โ a eliminarla basta un attimo di attenzione, il movimento interiore della compassione. Due passanti, considerati religiosi, vedono il ferito e non si fermano. Il terzo, invece, un samaritano, uno che รจ oggetto di disprezzo, รจ mosso a compassione e si prende cura di quellโestraneo lungo la strada, trattandolo da fratello. Cosรฌ facendo, senza nemmeno pensarci, cambia le cose, genera un mondo piรน fraterno.
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Fratelli, sorelle, non siamo mai pronti per la malattia. E spesso nemmeno per ammettere lโavanzare dellโetร . Temiamo la vulnerabilitร e la pervasiva cultura del mercato ci spinge a negarla. Per la fragilitร non cโรจ spazio. E cosรฌ il male, quando irrompe e ci assale, ci lascia a terra tramortiti. Puรฒ accadere, allora, che gli altri ci abbandonino, o che paia a noi di doverli abbandonare, per non sentirci un peso nei loro confronti. Cosรฌ inizia la solitudine, e ci avvelena il senso amaro di unโingiustizia per cui sembra chiudersi anche il Cielo. Fatichiamo infatti a rimanere in pace con Dio, quando si rovina il rapporto con gli altri e con noi stessi. Ecco perchรฉ รจ cosรฌ importante, anche riguardo alla malattia, che la Chiesa intera si misuri con lโesempio evangelico del buon samaritano, per diventare un valido โospedale da campoโ: la sua missione, infatti, particolarmente nelle circostanze storiche che attraversiamo, si esprime nellโesercizio della cura. Tutti siamo fragili e vulnerabili; tutti abbiamo bisogno di quellโattenzione compassionevole che sa fermarsi, avvicinarsi, curare e sollevare. La condizione degli infermi รจ quindi un appello che interrompe lโindifferenza e frena il passo di chi avanza come se non avesse sorelle e fratelli.
La Giornata Mondiale del Malato, in effetti, non invita soltanto alla preghiera e alla prossimitร verso i sofferenti; essa, nello stesso tempo, mira a sensibilizzare il popolo di Dio, le istituzioni sanitarie e la societร civile a un nuovo modo di avanzare insieme. La profezia di Ezechiele citata allโinizio contiene un giudizio molto duro sulle prioritร di coloro che esercitano sul popolo un potere economico, culturale e di governo: ยซVi nutrite di latte, vi rivestite di lana, ammazzate le pecore piรน grasse, ma non pascolate il gregge. Non avete reso forti le pecore deboli, non avete curato le inferme, non avete fasciato quelle ferite, non avete riportato le disperse. Non siete andati in cerca delle smarrite, ma le avete guidate con crudeltร e violenzaยป (34,3-4). La Parola di Dio รจ sempre illuminante e contemporanea. Non solo nella denuncia, ma anche nella proposta. La conclusione della parabola del Buon Samaritano, infatti, ci suggerisce come lโesercizio della fraternitร , iniziato da un incontro a tu per tu, si possa allargare a una cura organizzata. La locanda, lโalbergatore, il denaro, la promessa di tenersi informati a vicenda (cfr Lc 10,34-35): tutto questo fa pensare al ministero di sacerdoti, al lavoro di operatori sanitari e sociali, allโimpegno di familiari e volontari grazie ai quali ogni giorno, in ogni parte di mondo, il bene si oppone al male.
Gli anni della pandemia hanno aumentato il nostro senso di gratitudine per chi opera ogni giorno per la salute e la ricerca. Ma da una cosรฌ grande tragedia collettiva non basta uscire onorando degli eroi. Il Covid-19 ha messo a dura prova questa grande rete di competenze e di solidarietร e ha mostrato i limiti strutturali dei sistemi di welfare esistenti. Occorre pertanto che alla gratitudine corrisponda il ricercare attivamente, in ogni Paese, le strategie e le risorse perchรฉ ad ogni essere umano sia garantito lโaccesso alle cure e il diritto fondamentale alla salute.
ยซAbbi cura di luiยป ( Lc 10,35) รจ la raccomandazione del Samaritano allโalbergatore. Gesรน la rilancia anche ad ognuno di noi, e alla fine ci esorta: ยซVaโ e anche tu faโ cosรฌยป. Come ho sottolineato in Fratelli tutti , ยซla parabola ci mostra con quali iniziative si puรฒ rifare una comunitร a partire da uomini e donne che fanno propria la fragilitร degli altri, che non lasciano edificare una societร di esclusione, ma si fanno prossimi e rialzano e riabilitano lโuomo caduto, perchรฉ il bene sia comuneยป (n. 67). Infatti, ยซsiamo stati fatti per la pienezza che si raggiunge solo nellโamore. Vivere indifferenti davanti al dolore non รจ una scelta possibileยป (n. 68).
Anche lโ11 febbraio 2023, guardiamo al Santuario di Lourdes come a una profezia, una lezione affidata alla Chiesa nel cuore della modernitร . Non vale solo ciรฒ che funziona e non conta solo chi produce. Le persone malate sono al centro del popolo di Dio, che avanza insieme a loro come profezia di unโumanitร in cui ciascuno รจ prezioso e nessuno รจ da scartare.
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Allโintercessione di Maria, Salute degli infermi, affido ognuno di voi, che siete malati; voi che ve ne prendete cura in famiglia, con il lavoro, la ricerca e il volontariato; e voi che vi impegnate a tessere legami personali, ecclesiali e civili di fraternitร . A tutti invio di cuore la mia benedizione apostolica.
Roma, San Giovanni in Laterano, 10 gennaio 2023.
FRANCESCO
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