Vangelo di domenica 7 agosto 2016 – don Mauro Pozzi

Il commento al Vangelo di domenica 7 agosto 2016 a cura di don Mauro Pozzi parroco della Parrocchia S. Giovanni Battista, Novara.

IL REGNO E’ PER NOI

Il Vangelo ci paragona ai servitori di un padrone, ma non si tratta di servi senza importanza, che devono solo lavorare e tacere, al contrario sono dipendenti a cui è stato affidato l’intero patrimonio da amministrare e che il padrone si aspetta di trovare al loro posto. La cosa che sorprende è che il Signore al suo ritorno, non solo riconosce i meriti di chi lo ha servito, ma addirittura lo fa sedere a tavola al suo posto prendendo lui stesso le parti del servo. Il padrone quindi non vuole togliere al servo l’amministrazione, ma vuole una prova della sua fedeltà. La tentazione da superare è il confondere una situazione provvisoria con una definitiva.

È ciò che succede al servo che diventa un tiranno spadroneggiando sui beni che non gli appartengono, pensando che il suo padrone non tornerà più per chiedergli conto del suo operato. Noi possiamo cadere nello stesso errore quando dimentichiamo che quasi la totalità dei nostri beni ci sono stati dati gratuitamente. La vita, le nostre capacità, e tutte le opportunità che abbiamo avuto. Si tratta delle condizioni indispensabili per produrre qualunque risultato, come possiamo pensare che ci siamo fatti da soli? L’ingratitudine e la pretesa di autonomia sono il peccato originale che affligge l’uomo. Di fronte alla grande generosità di Dio, siamo stimolati ad esserlo altrettanto, a dare in elemosina, cioè ad aiutare il prossimo allo stesso modo gratuito con cui noi stessi siamo aiutati.

Questo procura un tesoro che non può essere intaccato da nessun rovescio finanziario o politico, nemmeno dalla morte. Spesso noi viviamo come se avessimo davanti un futuro illimitato, ma ogni giorno si avvicina l’ora in cui dovremo rendere conto. Il padrone verrà come un ladro nella notte. È un’immagine inquietante, ma data per stimolarci al bene, perché non perdiamo tempo. Il Signore non viene all’improvviso per punirci, ma al contrario per poterci premiare. Certamente è molto esigente. Pretende molto da chi ha avuto molto. È perfettamente logico. Se una persona è intelligente e fortunata, dovrebbe capire più facilmente che le sue doti non se le è date da solo.

Un uomo che è diventato ricco perché ha avuto la testa per studiare e una famiglia che lo ha sostenuto, anche se ha fatto dei sacrifici, deve sentire di dovere qualcosa a chi è stato meno fortunato di lui, deve sentirsi responsabile verso la società. Il Signore ci chiede coscienza e riconoscenza, verso Dio e verso il prossimo.

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XIX Domenica del Tempo Ordinario – Anno C

[ads2] Lc 12, 32-48
Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto dare a voi il Regno.
Vendete ciò che possedete e datelo in elemosina; fatevi borse che non invecchiano, un tesoro sicuro nei cieli, dove ladro non arriva e tarlo non consuma. Perché, dov’è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore.
Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito.
Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro!

Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo».
Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?».
Il Signore rispose: «Chi è dunque l’amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi.
Ma se quel servo dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda a venire”, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli infedeli.
Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche.
A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più».

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 07 – 13 Agosto 2016
  • Tempo Ordinario XIX, Colore verde
  • Lezionario: Ciclo C | Anno II, Salterio: sett. 3

Fonte: LaSacraBibbia.net

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