Vangelo di domenica 22 Settembre 2019 – don Mauro Pozzi

Il commento al Vangelo di domenica 22 Settembre 2019, a cura di don Mauro Pozzi.

Con la “disonesta” ricchezza si può fare anche del bene: tutti punti paradiso!

LA RICCHEZZA

Il Maestro è sempre terribilmente provocatorio. Non ci lascia tranquilli, ma continuamente ci sollecita a guardarci dentro, a vedere le cose nella prospettiva eterna del Regno, piuttosto che nei limiti della quotidianità. Spinge fino all’estremo e lo fa con un’acutezza meravigliosa. Qui ci prende quasi in giro, usando come modello un piccolo imbroglione, un furbastro, che ricorda un po’ le nostre maschere popolari. Una specie di Arlecchino che svicola tra le maglie della legalità per ottenere il suo tornaconto. Falsifica le ricevute dei debiti per trasformarli in crediti a suo vantaggio.

È un evidente furfanteria che attira la nostra attenzione e che ci spinge a giudicare l’amministratore, ma proprio qui Gesù ci spiazza, perché indica un simile comportamento come lodevole. Il padrone vede nell’intraprendenza del suo servo una manifestazione di intelligenza, un modo originale di affrontare e risolvere il problema e giudica questo aspetto come un’attenuante. In realtà non ci è detto il destino del gaglioffo, ma solo che ha destato l’ammirazione del padrone. Noi siamo quell’uomo.

Siamo infatti amministratori di ricchezze che usiamo come se fossero nostre, ma che in realtà dovremo abbandonare alla fine e che, se le abbiamo accumulate, è grazie a delle possibilità, come l’intelligenza o la fortuna familiare, che non ci siamo meritati, ma che ci siamo trovati a possedere. Di solito chi è ricco fa dei regali alle persone che possono accrescere la loro ricchezza. Chi vende omaggia i suoi clienti migliori e chi occupa posti di potere è abituato a ricevere doni da chi vuole la sua benevolenza. Il Maestro ci dice di fare lo stesso, cioè di usare della ricchezza terrena, per farci degli amici nelle dimore eterne. Dare ai poveri, aiutare le missioni, fare atti di carità, sostenere la chiesa, sono investimenti per il futuro. Il Regno è in continuità con la nostra vita presente, e il modo con cui noi amministriamo i beni terreni e sappiamo amare il prossimo adesso, diventa credito eterno.

Noi ora abbiamo solo il poco, in confronto al molto cui siamo destinati, ma è nella gestione di quel poco che dimostriamo di poter meritare di più. Se la ricchezza, cioè mammona, il diavolo, diventa un idolo e prende il posto di Dio, siamo come accecati. Il vero bene è l’amore, per cui se sappiamo usare delle risorse terrene per andare incontro ai fratelli produciamo ricchezza per il Regno, ma se le usiamo solo per egoismo il giudizio sulla nostra amministrazione sarà molto severo.

Letture della
XXV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO C

Prima Lettura

Contro coloro che comprano con denaro gli indigenti.

Dal libro del profeta Amos
Am 8,4-7

 
Il Signore mi disse:
 
«Ascoltate questo,
voi che calpestate il povero
e sterminate gli umili del paese,
voi che dite: “Quando sarà passato il novilunio
e si potrà vendere il grano?
E il sabato, perché si possa smerciare il frumento,
diminuendo l’efa e aumentando il siclo
e usando bilance false,
per comprare con denaro gli indigenti
e il povero per un paio di sandali?
Venderemo anche lo scarto del grano”».
 
Il Signore lo giura per il vanto di Giacobbe:
«Certo, non dimenticherò mai tutte le loro opere».

Parola di Dio

Salmo Responsoriale

Dal Sal 112 (113)

R. Benedetto il Signore che rialza il povero.

Lodate, servi del Signore,
lodate il nome del Signore.
Sia benedetto il nome del Signore,
da ora e per sempre. R.
 
Su tutte le genti eccelso è il Signore,
più alta dei cieli è la sua gloria.
Chi è come il Signore, nostro Dio,
che siede nell’alto
e si china a guardare
sui cieli e sulla terra? R.
 
Solleva dalla polvere il debole,
dall’immondizia rialza il povero,
per farlo sedere tra i prìncipi,
tra i prìncipi del suo popolo. R.

Seconda Lettura

Si facciano preghiere per tutti gli uomini a Dio il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo a Timòteo
1 Tm 2,1-8

 
Figlio mio, raccomando, prima di tutto, che si facciano domande, suppliche, preghiere e ringraziamenti per tutti gli uomini, per i re e per tutti quelli che stanno al potere, perché possiamo condurre una vita calma e tranquilla, dignitosa e dedicata a Dio. Questa è cosa bella e gradita al cospetto di Dio, nostro salvatore, il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati e giungano alla conoscenza della verità.
 
Uno solo, infatti, è Dio e uno solo anche il mediatore fra Dio e gli uomini, l’uomo Cristo Gesù, che ha dato se stesso in riscatto per tutti. Questa testimonianza egli l’ha data nei tempi stabiliti, e di essa io sono stato fatto messaggero e apostolo – dico la verità, non mentisco –, maestro dei pagani nella fede e nella verità.
 
Voglio dunque che in ogni luogo gli uomini preghino, alzando al cielo mani pure, senza collera e senza contese.

Parola di Dio

Vangelo

Non potete servire Dio e la ricchezza.

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 16, 1-13
 
In quel tempo, Gesù diceva ai discepoli:
 
«Un uomo ricco aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. Lo chiamò e gli disse: “Che cosa sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non potrai più amministrare”.
 
L’amministratore disse tra sé: “Che cosa farò, ora che il mio padrone mi toglie l’amministrazione? Zappare, non ne ho la forza; mendicare, mi vergogno. So io che cosa farò perché, quando sarò stato allontanato dall’amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua”.
 
Chiamò uno per uno i debitori del suo padrone e disse al primo: “Tu quanto devi al mio padrone?”. Quello rispose: “Cento barili d’olio”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta, siediti subito e scrivi cinquanta”. Poi disse a un altro: “Tu quanto devi?”. Rispose: “Cento misure di grano”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta”.
 
Il padrone lodò quell’amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce.
 
Ebbene, io vi dico: fatevi degli amici con la ricchezza disonesta, perché, quando questa verrà a mancare, essi vi accolgano nelle dimore eterne.
 
Chi è fedele in cose di poco conto, è fedele anche in cose importanti; e chi è disonesto in cose di poco conto, è disonesto anche in cose importanti. Se dunque non siete stati fedeli nella ricchezza disonesta, chi vi affiderà quella vera? E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra?
 
Nessun servitore può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza».

Parola del Signore

Oppure forma breve: Lc 16,10-13

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