don Quirino Prampolini – Commento al Vangelo del 21 Marzo 2021

Al cuore della riflessione che vorrei fare con voi voglio mettere la domanda che i greci pongono a Filippo: «Signore, vogliamo vedere Gesù».

Di fronte a questa domanda ci muoviamo su due prospettive. La prima ci coinvolge in modo diretto e personale. Vogliamo davvero vedere Gesù? Perché vogliamo vedere Gesù? Dove posso vederlo, dove incontrarlo? L’ altra è quella che se qualcuno venisse da noi e ci dicesse sei cristiano? Certo? Allora fammi vedere Gesù. In cui fammi vedere Gesù lo caliamo nell’oggi di questo tempo, di questo momento.

Partiamo dalla prima prospettiva! Per me cosa significa voglio vedere Gesù. Intanto dovrebbe esserci il desiderio dell’esperienza di un incontro per entrare in una relazione, oppure anche per respingerla nell’ insondabile mistero della libertà umana. Vedete Gesù nella storia ha incuriosito tanti pensatori, ma anche tanti scienziati, alcuni si sono fermati all’eccezionalità dell’uomo e del suo insegnamento, altri hanno cercato anche di denigrarlo e di renderlo ridicolo nel decantare i prodigi che l’uomo può conseguire attraverso la sua mente e la sua intelligenza, scordando che queste l’uomo non se le è date da solo.

Altri ancora vogliono vedere Gesù perché di fronte al grande mistero della vita umana, dove esiste anche la dimensione del dolore e della sofferenza vogliono risposte, guarigioni, miracoli.. risposte che la scienza non può dare. Pensiamo solo alla domanda: “Cosa accade dopo la morte?” è tutta la fine dell’uomo oppure …. Gesù se lo vado a cercare dov’è ho risposte.

Non lo devo andare a cercare in tanti stereotipi che oggi ci vengono spacciati su Cristo. Lo vedo trasparire nelle pagine della S. Scrittura, se letta con fede. Lo incontro nella preghiera personale, ma anche comunitaria. Nei Sacramenti vissuti come la presenza stessa di Cristo, Egli traspare. Traspare in una fede vissuta in umiltà e semplicità, come ci ricorda l’apostolo Giacomo. “17Così anche la fede: se non è seguita dalle opere, in sé stessa è morta. 18Al contrario uno potrebbe dire: «Tu hai la fede e io ho le opere; mostrami la tua fede senza le opere, e io con le mie opere ti mostrerò la mia fede».( capitolo 2).

Lo trovo nella Chiesa che è fatta di uomini come me che sono ancora bisognosi di salvezza, di perdono, di misericordia, perché peccatori, ma nello stesso tempo, se seguono Gesù con umiltà, con costanza nonostante le loro deficienze e i loro peccati, salvati.

Ma immaginiamo di essere noi l’apostolo Filippo e che qualcuno ci venga a chiedere: “Tu sei cristiano, vogliamo vedere Gesù” dove lo porteremmo?

Lo porteremmo a vedere una mensa per i poveri, una ONG? Potremmo portarlo in un ospedale dove vi sono tanti che attraverso le loro esperienze di volontariato cercano di assistere e portare vicinanza a coloro che attraversano il mistero della malattia, del dolore. Potremmo portarlo anche in una missione, che so, magari nella Repubblica Centrafricana. Certo in tutte queste realtà se fatte con la fede e nell’ amore di Gesù egli traspare ricordiamo il comandamento del Signore: “Amerai il prossimo tuo come te stesso”. Ma mi si potrebbe obiettare: “guarda che tante cose di queste sono fatte anche da tanti che non vedono, o non vogliono vedere Gesù”

La risposta che Gesù dà nel Vangelo è illuminante.

“È venuta l’ora che il Figlio dell’uomo sia glorificato. In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto.”  E’ la logica del chicco di grano che muore perché possa nascere la pianta, poi la spiga piena di frutti. E’ la logica di Gesù che Lui ha abbracciato: la croce. La logica del morire per …

Vuoi vedere Gesù?

Andiamo davanti al crocifisso, lì scopriamo il vero volto di Dio e di Gesù. Davanti alla croce scopriamo la gloria di Dio che è quella del donarsi e di perdersi per la salvezza di ciascuno di noi. Ma assieme al crocifisso vado anche davanti al tabernacolo, dove Gesù vivo e vero è presente per accompagnarci ancora, per essere vicino a noi, assieme a noi in una presenza concreta e misteriosa allo stesso tempo. Nella mia vita, nel mio tempo, nella nostra storia.

Vogliamo vedere Gesù? Andiamo davanti al crocifisso e al tabernacolo e nel silenzio Gesù parlerà al nostro cuore.

Ad maiorem Dei gloriam, qydiacdon

Fonte

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