Dopo la professione di fede di Pietro e lโaffidamento della sua singolare missione, lโepisodio su cui abbiamo riflettuto domenica scorsa si era chiuso con un particolare: Gesรน aveva ordinato ai suoi di non rivelare ad alcuno che Egli fosse il Cristo. Nel brano attuale ci viene immediatamente rivelata la ragione.
La sua missione di Salvatore e Redentore avrร uno sviluppo insolito e singolare, al di fuori delle attese politiche e gloriose di Israele e di quelle degli stessi discepoli. Egli deve compiere la sua opera di salvezza passando attraverso la prova del rifiuto, della sofferenza e della morte, per poter giungere alla gloria della risurrezione. La reazione di Pietro, il capo degli Apostoli, fa ben comprendere la pedagogia prudente di Gesรน: neppure i suoi discepoli possono capire questo disegno singolare di Dio. Lโumanitร non รจ disposta ad accettare che la salvezza possa giungere in questo modo, per la via del rifiuto e della sofferenza, tanto da arrivare a rimproverare Dio stesso, a volerne cambiare i piani.
Non succede questo anche nella nostra vita, quando le nostre menti ribelli non sono disposte ad accettare la realtร mediante la quale Dio ci parla? Quante volte la nostra religiositร e la nostra preghiera sono un imporre e chiedere a Dio ciรฒ che noi ci aspettiamo e desideriamo, piรนย che un ascolto e una ricerca della sua volontร sulla nostra vita, per il nostro vero bene e la nostra vera realizzazione! Il forte rimprovero che Gesรน rivolge a Pietro, chiamandolo โsatanaโ, รจ forse il piรน duro che la Scrittura ci presenta sulla bocca del Maestro. Non รจ un caso che questo accada proprio al capo dei suoi Apostoli, come per dire che nonostante lโaltezza del suo ministero, la tentazione di rifiutare la croce non viene mai meno, in nessun uomo, neanche in chi gli รจ piรน vicino.
Dallโaltra parte, perรฒ, risulta anche molto consolante che questo rimprovero segua la chiamata e la missione affidate allโApostolo, per sottolineare che gli errori, le visioni distorte e โ come รจ chiaro nella vicenda di Pietro โ neppure i tradimenti, possono far venir meno i doni e le chiamate di Dio, che come ci ricorda San Paolo, โsono irrevocabiliโ (cfr. Rm 11,29). Questa forte โlavata di testaโ di Gesรน a Pietro si puรฒ rileggere come uno di quegli eventi shock che possono capitare anche nella nostra vita, come quando le difficoltร , le prove, le sconfitte e anche le umiliazioni, diventano strumenti di cui Dio si serve per rimetterci sulla retta via, ossia dietro di Lui.
Queste situazioni, dure da accettare sul momento, se accolte con fede e disponibilitร possono trasformarsi in occasioni di crescita e purificazione del nostro credere e della nostra relazione con il Signore, riportandoci a pensare secondo Dio e non secondo gli uomini. Subito dopo, Gesรน presenta chiaramente le esigenze del discepolato: niente da guadagnare a livello umano e mondano, ma tutto da perdere per Cristo, con la speranza dellโeternitร . Molto spesso, nella nostra vita cristiana e ahimรจ anche nella vita della Chiesa, sembra che queste motivazioni di fondo si offuschino o addirittura vengano meno! Anche se a parole siamo tutti umili ed evangelici, in realtร le nostre azioni, anche a livello pastorale, sono fatte piรน per piacere al mondo, che per piacere a Dio, anche quando sono rivestite delle migliori intenzioni. Molto spesso, nel suo Magistero, papa Francesco ha fatto riferimento a questo problema parlando di โmondanitร spiritualeโ.
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Esiste certamente una mondanitร materiale con le sue tentazioni e cadute grossolane: il potere, il denaro, il piacere. Ma peggio di questa, nella vita dellโuomo e della Chiesa, vi รจ unโaltra mondanitร , che puรฒ risultare davvero catastrofica tra i discepoli di Gesรน, portandoli ad un atteggiamento di vanitร spirituale per i loro doni e per le opere buone che compiono, allontanandoli dalla via di Dio.
Ci fa bene rileggere le parole stesse del Santo Padre: โChi รจ caduto in questa mondanitร guarda dallโalto e da lontano, rifiuta la profezia dei fratelli, squalifica chi gli pone domande, fa risaltare continuamente gli errori degli altri ed รจ ossessionato dallโapparenza. Ha ripiegato il riferimento del cuore allโorizzonte chiuso della sua immanenza e dei suoi interessi e, come conseguenza di ciรฒ, non impara dai propri peccati nรฉ รจ autenticamente aperto al perdono. ร una tremenda corruzione con apparenza di bene. Bisogna evitarla mettendo la Chiesa in movimento di uscita da sรฉ, di missione centrata in Gesรน Cristo, di impegno verso i poveri. Dio ci liberi da una Chiesa mondana sotto drappeggi spirituali o pastorali! Questa mondanitร asfissiante si sana assaporando lโaria pura dello Spirito Santo, che ci libera dal rimanere centrati in noi stessi, nascosti in unโapparenza religiosa vuota di Dio. Non lasciamoci rubare il Vangelo!โ (Francesco, Esortazione Apostolica Evangelii Gaudium, n. 97).
- Fonte
- Immagine da Eco di Basilicata
