Cristo รจ lโAcqua viva, Cristo รจ la Luce vera, Cristo รจ la Vita! Siamo giunti in questa V domenica di Quaresima alla terza tappa del percorso di incontro con il Signore che la Chiesa ci sta proponendo mediante il Vangelo di Giovanni. Gesรน, di fronte al dramma della morte dellโamico Lazzaro, si autopresenta solennemente come Risurrezione e Vita. Nel gergo della nostra gente spesso sentiamo dire: โSolo alla morte non cโฒรฉ rimedioโ.
ร vero, non cโรจ alcun rimedio umano alla morte. Per quanto la scienza possa progredire, conquistare gli astri e scendere nelle minuscole profonditร della materia, la morte rimane un ostacolo umanamente insormontabile. Esiste, perรฒ, un altro rimedio: ha un nome e un volto, il Nome e il Volto di Cristo. Una delle innumerevoli pagine della Scrittura, che cercando di gettare luce su questo mistero, ci ricorda: โSรฌ, Dio ha creato lโuomo per lโincorruttibilitร , lo ha fatto immagine della propria natura. Ma per lโinvidia del diavolo la morte รจ entrata nel mondo e ne fanno esperienza coloro che le appartengonoโ (Sap 2,23-24).
Questa morte, perรฒ, non ha lโultima parola. Nel Figlio di Dio che ha assunto la nostra umanitร in sรจ, compresa lโesperienza tragica della morte, che ha voluto sperimentare in prima persona sul Calvario, essa รจ stata sconfitta per sempre. Un canto della liturgia pasquale ce lo ricorda: โMorte e Vita si sono affrontate in un prodigioso duello. Il Signore della vita era morto; ma ora, vivo, trionfaโ (Sequenza di Pasqua). Il segno che Gesรน compie sul suo amico Lazzaro, facendolo tornare alla vita terrena dopo la morte, รจ la conferma della sua Parola e della sua potenza. Lโamicizia di Cristo con Lazzaro lo porta a soffrire umanamente per questa morte, pur sapendo che essa non avrร la meglio.
Egli, allora, lo sceglie come segno per annunciare il Vangelo della Vita Eterna! Gesรน sapeva che Lazzaro, dopo qualche anno, sarebbe morto di nuovo, ma voleva dare un indizio di credibilitร a tutti i suoi discepoli, di ogni epoca. La morte non รจ la fine di tutto. Essa รจ piuttosto un passaggio, lโincontro piรน importante della nostra vita, con lโEterno. Credere in Cristo, Morto e Risorto, coltivare la nostra amicizia con Lui, diventa il farmaco della nostra immortalitร .
Se la leggiamo in questa ottica, non dovremmo vedere lโora di realizzare questo incontro. Eppure, la debolezza della nostra fede, ci porta a โprendere tempoโ, forse a volte ad esorcizzare questo momento per noi e per i nostri cari.
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Ma allora crediamo veramente allโeternitร ? Ci sono sempre di grande consolazione, quando pensiamo al mistero della morte, le parole di San Francesco dโAssisi: โLaudato siโ miโ Signore per sora nostra morte corporale, da la quale nullu homo vivente pรฒ scappare: guai a quelli che morrano ne le peccata mortali;ย beati quelli che trovarร ne le tue santissime voluntati, ka la morte secunda no โl farrร maleโ (Cantico delle Creature).
