Il mistero dellโAtteso
Con questa domenica, la prima del tempo di Avvento, veniamo introdotti nel nuovo anno liturgico, in cui, illuminati dalla luce della Parola e guidati dalla preghiera della Chiesa, rinnoviamo la nostra celebrazione del Mistero di Cristo nei diversi tempi. Nelle domeniche di questo ciclo saremo accompagnati dallโevangelista Luca, il medico di cultura greca, lo scriba mansuetudinis Christi, che con il suo tratto pacato, immaginifico e sapiente, ci offrirร le sfaccettature dellโinesauribile Mistero dellโAtteso.
Ed รจ proprio la prospettiva di questโattesa che ci viene presentata nel brano evangelico di oggi, cosรฌ ricco di suggestioni e immagini apocalittiche. Questo aggettivo tanto abusato non deve portarci a letture catastrofiche e millenaristiche, con profezie disastrose e terrificanti, quanto piuttosto โ recuperandone la vera etimologia, da โapokalispsisโ, che in greco significa โrivelazioneโ โ a riconoscere il ruolo del Signore, il Veniente. Presentandoci la creazione gemente, destinata a finire nel modo in cui si presenta attualmente, perchรฉ aperta ad un oltre, ciascuno di noi รจ invitato a riflettere sul proprio approccio alla realtร , agli eventi della vita e della storia.
Da uno sguardo che soccombe per lโangoscia, la paura e il senso di abbandono di fronte agli sconvolgimenti della natura e della vita degli uomini e dei popoli, la Parola di Dio ci illumina su una dimensione verticale, quella della speranza teologale: lโultima parola spetta a Cristo, la luce delle genti, che tornerร coronato di potenza e di gloria. Lo stesso Cristo, umiliatosi per amore sul legno della croce, รจ il Signore glorificato che tornerร per ricapitolare in sรจ tutte le cose e liberare definitivamente lโumanitร dai ceppi della finitezza e della morte.
Finchรฉ il nostro sguardo sarร chino su noi stessi, sulle miserie di ogni giorno, la valle di lacrime della storia umana, senza aprirsi allโAtteso, noi saremo come gli ebbri che perdono il controllo della loro vita e della realtร che li circonda. Fortificati dalla virtรน della speranza in Cristo, possiamo finalmente levare il capo svegliandoci dal torpore delle distrazioni e delle dissipazioni, mantenendo il cuore vigile e pronto allโincontro. Per un disegno imperscrutabile della Provvidenza noi non conosciamo in anticipo nรจ il giorno nรจ lโora del nostro incontro personale con il Signore, nรจ dellโincontro definitivo di tutta lโumanitร con Lui.
Questa โsanta incertezzaโ non ci lascia tra โcoloro che son sospesiโ (Dante, Inferno, II, 52), ma รจ per noi lo sprone a mantenerci in costante preghiera, riconoscendo le venute intermedie del Signore. Nel corso del tempo che ci รจ donato, infatti, Gesรน presente nella Parola, nei sacramenti, specialmente nella Santissima Eucaristia e nei poveri che bussano alle porte del nostro cuore, ci prepara per poterlo accogliere definitivamente nella gloria del suo eterno splendore.
Se siamo preparati e desti, infatti, questo incontro finale e definitivo non ci schiaccerร . Qualora, invece, fossimo spiritualmente assopiti, distratti e superficiali, lโincontro con il Figlio dellโuomo ci coglierebbe di sorpresa, schiacciandoci con la sua maestร di giusto Giudice.



